mercoledì 27 gennaio 2010

MARTEDI' 5 FEBBRAIO Manifestazione studentesca

Pubblichiamo il comunicato stampa inviato a giornali e tv riguardo la manifestazione di venerdì 5 febbraio.
Per presentare tale iniziativa, sabato 30 gennaio alle ore 15.30, è stata convocata una conferenza stampa davanti all'Ufficio Scolastico Provinciale di Vicenza (ex Provveditorato agli studi) sito in Borgo Scroffa 2.



Il governo aveva intenzione di provvedere all’approvazione definitiva dei regolamenti entro gennaio dopo il via libera delle Commissioni parlamentari. Il parere del Consiglio di Stato del 13/01/10 impone però al governo, che voleva procedere con decreti ministeriali, la definizione di nuovi regolamenti sui programmi, sull’articolazione delle cattedre, sugli indicatori per la valutazione e l’autovalutazione, che dovranno essere sottoposti ai pareri del CNPI, del Parlamento e del Consiglio di Stato. Ciò garantisce un po’ di controllo in più, ma impone quindi un ulteriore e insostenibile allungamento dei tempi aggravando la confusione oggi presente.
Nel frattempo il 20 gennaio la maggioranza della VII Commissione della Camera ha dato parere favorevole ai regolamenti di revisione con una serie di condizioni e respinto quelli di minoranza che chiedevano il rinvio di un anno dell’entrata in vigore.
In contemporanea sono circolati i nuovi quadri orari dei licei che modificano in modo consistente i quadri precedenti.

Caos totale insomma, stravolti ancora i quadri orari.

MA PER NOI LA RIFORMA NON DEVE ENTRARE IN VIGORE!

Riduzione del tempo scuola,azzeramento delle sperimentazioni, scomparsa dei laboratori, nuovi indirizzi ancora indefiniti nei quadri orari e negli obiettivi di apprendimento, un biennio che canalizza invece di orientare: ecco cosa prevede il riordino delle scuole superiori. Gli effetti di tali modifiche produrranno un peggioramento dell’offerta formativa, gravi conseguenze sull’organico e anche sul regolare avvio del prossimo anno scolastico.
I ritardi e le incertezze sono causati dall’improvvisazione con cui sono stati prodotti provvedimenti legati alla necessità del risparmio e sviluppati senza un reale coinvolgimento delle scuole e una valutazione delle loro esperienze. Tali ritardi stanno impedendo alle scuole di programmare per tempo la propria offerta formativa e a genitori e studenti di poter effettuare una scelta così importante con un minimo di consapevolezza.

Quindi diciamo NO
  • ai Regolamenti sui Licei, Tecnici e Professionali, spacciati per semplificazione, ma che invece devastano e dequalificano la scuola
  • al licenziamento di migliaia di insegnanti e personale ATA
  • ai Tagli generalizzati alla scuola, all’università ed alla ricerca
  • al ddl Gelmini sull’università, che rientra nella stessa logica di privatizzazione della formazione del progetto di legge “Aprea” per la scuola, che attraverso la parcellizzazione dei provvedimenti è in corso di attuazione
  • al tetto del 30% per gli immigrati
  • alla riduzione dell’obbligo scolastico a 15 anni

NOI STUDENTI non vogliamo un semplice rinvio della “riforma” all’anno prossimo, ma rivendichiamo il suo RITIRO COMPLETO, un ritiro completo affinché possa essere radicalmente modificata; rivendichiamo il ripristino dei fondi tagliati e il reintegro di tutti gli insegnanti precari e i lavoratori ATA che non si sono visti rinnovare il contratto.

Ed è per questo che il Collettivo Studenti Scuola Pubblica e la Rete degli Studenti Medi saranno in piazza a manifestare insieme il giorno 5 febbraio 2010.

Vicenza , 27 gennaio 2010

COLLETTIVO STUDENTI PER LA SCUOLA PUBBLICA
RETE DEGLI STUDENTI MEDI

martedì 26 gennaio 2010

da ReteScuole

Bologna , 24/01/2010
Che sta succedendo sulla riforma delle scuole superiori? 
di Bruno Moretto

Il 20/01/10 la maggioranza della VII Commissione della Camera ha dato parere favorevole ai regolamenti di revisione con una serie di condizioni e respinto quelli di minoranza che chiedevano il rinvio di un anno dell’entrata in vigore.

In contemporanea sono circolati i nuovi quadri orari dei licei che modificano in modo consistente i quadri precedenti.

I nuovi quadri accolgono parte delle condizioni poste dalla Commissione: la presenza delle scienze in tutti bienni dei licei, un’opzione di liceo scientifico più vicina al PNI che al Liceo tecnologico, che verrebbe dirottato al Tecnico, una migliore definizione del Liceo delle scienze umane o sociali, ecc…

La Commissione ha posto altre condizioni: il coinvolgimento delle sole classi prime, la richiesta che le opzioni siano decise dalle scuole e non definite dalle regioni, la richiesta di bienni più unitari e in grado di permettere la reversibilità delle scelte.

La Commissione cultura del Senato approverà il suo parere il 27 gennaio.

E’ probabile che il Consiglio dei ministri approvi il testo definitivo dei regolamenti di revisione dei Licei, Tecnici e Professionali il 29 gennaio.

Il parere di maggioranza della Camera tace invece sulla necessità di procedere alla riforma solo dopo nuovi regolamenti sui programmi, sull’articolazione delle cattedre e sulla valutazione, che ha sollevato il Consiglio di Stato nel suo parere obbligatorio.
Per capire cosa farà il governo di fronte alle condizioni della Commissione e del C. di Stato occorre attendere il testo definitivo dei tre regolamenti.

Tutti i testi dei pareri della Commissione, di quello del C di Stato e le bozze di quadri orari dei licei sono disponibili all’indirizzo http://www.comune.bologna.it/iperbole/coscost/riforma_superiori_08/sup.htm

Il Coordinamento scuole superiori di Roma organizza un presidio in Piazza Navona il 27 gennaio.

Il Coordinamento scuole superiori di Bologna ha deciso di aderire alla giornata di protesta contro la riforma indetta da Gilda in Piazza Maggiore per il 29/01.

Prepariamoci a una giornata di mobilitazione che renda evidente la nostra opposizione a provvedimenti motivati solo dai tagli e senza alcuna visione della scuola del futuro.

Insistiamo sulla necessità del rinvio inviando ai membri della Commissione del Senato la mail che si trova all’indirizzo http://www.retescuole.net/contenuto?id=20100117123658
Sino ad ora sono state già inviate centinaia di mail.

Bruno Moretto

Bologna 23/01/10.

NOI STIAMO DALLA PARTE DEL FUTURO

Il Collettivo Studenti per la Scuola Pubblica di Vicenza sottoscrive e inoltra questo comunicato già emanato da ReteScuole. Il testo che segue esprime la nostra contrarietà riguardo la circolare ministeriale che impone un tetto del 30% di alunni stranieri per classe.
Il comunicato è stato inoltrato anche agli organi di stampa.
--------------------------------------------------------------------------------
IL TETTO DEL 30% DI ALUNNI E ALUNNE STRANIERI: UNA VERGOGNOSA IDEA RAZZISTA. Noi non ci stiamo

La ministra Gelmini ha annunciato in una Nota ministeriale, con ammirevole tempismo rispetto ai tragici fatti di Rosarno, che dal prossimo anno scolastico sarà fissato un tetto del 30% per la presenza di alunni/e stranieri nelle classi delle scuole italiane perché, secondo lei, troppi stranieri/e in classe ritardano il programma che devono seguire gli alunni e le alunne italiani.
Questo limite, secondo la ministra, sarà superabile solo dagli alunni e dalle alunne migranti che dimostreranno, con un test, di conoscere bene l’italiano.(Ricordate la Mozione Cota?)
In apparenza, sembrerebbe trattarsi di una misura, magari discutibile, ma rivolta al benessere scolastico. Invece questa ministra dimostra ancora una volta di non sapere nulla di scuola quando parla di proposte ad hoc per la formazione linguistica e l’integrazione: taglia risorse, finanziamenti e compresenze mettendo la Scuola Pubblica in ginocchio e limita, se non annulla, la possibilità di attuare percorsi per gli alunni e le alunne in difficoltà, siano essi stranieri o italiani. Quello da lei proposto è un provvedimento inutile, razzista e ingiusto, che non affronta efficacemente i problemi reali della scuola ma ne crea altri danneggiando tutti e tutte.
QUESTI I MOTIVI:

• secondo i dati Caritas le nostre scuole sono frequentate da oltre 600.000 figli/e di genitori stranieri; almeno quattro su dieci sono nati in Italia, sette su dieci frequentano le scuole dell’infanzia. Moltissimi sono perfetti bilingue. Anche alunni e alunne italiani, a volte, hanno difficoltà a scuola con la lingua italiana, ma per loro (giustamente) non si fanno test di ammissione e anzi si prevedono specifiche attività didattiche per aiutarli. La scuola serve proprio a questo.

• Cosa succederà nei plessi con una maggioranza di popolazione scolastica non italofona? Gli alunni e le alunne migranti “in esubero” saranno sparpagliati altrove, in una scuola più lontana. Se questa cosa capitasse ad una famiglia italiana (e capiterà in alcuni plessi per compensare il numero delle “deportazioni”) si scatenerebbe un putiferio: la scuola deve esser vicino a casa, perché andare a scuola deve essere agevole e perché la scuola non è solo apprendimento, ma anche socialità.
Contemporaneamente quelle classi divenute meno numerose a causa degli spostamenti forzati, saranno da colmare con il trasferimento di alunni e alunne italiani? Con i recenti tagli agli organici e ai finanziamenti, noi temiamo più semplicemente che verranno chiuse. Questo significherà per tutti, italiani e no, meno classi ma più affollate e con meno risorse, docenti e strumenti per la didattica.

• Nelle famiglie migranti spesso i genitori fanno lavori con orari “difficili”. Lo spostamento dei loro figli verso scuole lontane causerà problemi enormi, soprattutto per chi ha bambini e bambine piccoli: questo potrebbe rendere irregolare la frequenza. Gelmini lo sa e minacciosamente ricorda nella Nota che l’istruzione di base è obbligatoria: sta pensando già di mandare la Polizia a fare retate per risolvere con la forza un problema che crea lei?

Così come è stata formulata dalla ministra, la proposta del tetto del 30% sembra una storiella preelettorale che compiace una parte dei propri elettori e crea un problema che in pratica non esiste: lei stessa ammette infatti che i bambini/e non italofoni sono il 4%. Se dunque non esiste un’emergenza, qual è l’obiettivo della Nota? Quello di gettare sui migranti la responsabilità dei problemi della scuola? Provocare un’ ulteriore fuga degli italiani/e dalle scuole pubbliche e facilitare il loro spostamento verso le scuole private?
I genitori degli alunni e delle alunne migranti sono lavoratori e lavoratrici che contribuiscono a far funzionare la nostra economia ed i nostri servizi. I loro figli e le loro figlie sono una ricchezza per la nostra scuola e saranno i cittadini e le cittadine di domani. Alla scuola italiana spetta il compito di costruire cittadinanza nella relazione. Potrebbe farlo, anche bene, se non fosse conti-nuamente colpita da tagli di fondi e personale.
Il tetto del 30% peggiorerà le condizioni di vita degli e delle migranti, già tormentati da leggi ingiuste e vessatorie, come la Bossi-Fini, dal razzismo che ormai è diventato cultura comune e da una informazione che è sempre contro loro.
La società e la scuola devono investire sul futuro, per poter far sentire a casa propria quelli e quelle che saranno gli italiani e le italiane del domani.

NOI STIAMO DALLA PARTE DEL FUTURO

Vicenza , 25 gennaio 2010

Collettivo Studenti per la Scuola Pubblica

martedì 19 gennaio 2010

COMUNICATO STAMPA

COMUNICATO STAMPA 
dell'Assemblea difesa Scuola Pubblica di Vicenza

Genitori, studenti, insegnanti e personale ATA dell’Assemblea difesa Scuola Pubblica di Vicenza denunciano le serie difficoltà in cui si trovano le scuole superiori a causa di una “riforma” non condivisa e affrettata ma, come quella per le scuole primarie e secondarie di 1° grado dello scorso anno, dettata unicamente da esigenze di tagli al bilancio dello Stato, difficoltà che si trasformeranno in gravi disagi per studenti e genitori se sarà avviata dal prossimo anno scolastico.

In questi giorni gli istituti superiori della provincia di Vicenza, come quelli di tutta Italia, stanno affrontando, in un clima di confusione generale, il difficile compito dell’orientamento per gli alunni delle terze medie che dovranno scegliere dove iscriversi entro il prossimo 26 marzo.
Il termine delle iscrizioni è stato prorogato perché l’iter legislativo non è ancora concluso.
L’ultimo “parere” del Consiglio di Stato mette dei paletti all’attuazione della “riforma” richiedendo di seguire un preciso percorso normativo (non previsto dal ministro Gelmini) che prorogherà ulteriormente i tempi.
Alcune scuole si sono rifiutate di svolgere le attività di orientamento per protesta e a causa della mancanza di elementi certi, mentre altre affrontano tale compito ammettendo di non sapere a cosa si sta andando incontro. C’è tuttavia anche qualche dirigente che, approfittando della situazione, cavalca l’onda mettendo in atto una vera e propria propaganda a livello nazionale.

A fronte di una chiara e lucida determinazione ad attuare una pesantissima riduzione di organico (87.400 docenti e 44.500 ATA in meno ) da attuarsi in tre anni, non risulta a tutt’oggi una altrettanto chiara strategia in materia didattica, né per quanto riguarda la scuola primaria, il cui nuovo regolamento è già entrato in vigore provocando disagi e sofferenze che continuano ad essere denunciati da genitori ed insegnanti, né per la cosiddetta riforma delle scuole superiori che prefigura un impoverimento dell’offerta formativa obbedendo essenzialmente anch’essa ad una logica di tagli.
La “nuova” scuola secondaria superiore prevede una forte differenzazione tra i percorsi dei licei, degli istituti tecnici e degli istituti professionali. È prevedibile conseguenza un divario sempre più forte tra classi sociali che potranno continuare a mantenere nel tempo lo status acquisito.
In barba al Decreto n.139/07 che prevede l’elevamento dell’obbligo scolastico a 16 anni, la struttura dei primi due anni delle diverse tipologie di scuole viene altamente diversificata rendendo eterogenei i percorsi di studio e, di fatto, impossibili i passaggi da una scuola all’altra (a volte anche tra gli stessi licei di differenti indirizzi).

Ricordiamo inoltre che, a partire da quest’anno scolastico (2009/2010), i tagli del governo hanno già determinato l’aumento del numero di alunni per classe in tutte le scuole di ogni ordine e grado con la conseguenza di un impoverimento della qualità dell’azione didattica che penalizza principalmente gli studenti con maggiori difficoltà.

In particolare, per quanto riguarda le scuole della provincia, in base ai dati, seppur ancora parziali,delle schede raccolte nell’ambito dell’ iniziativa “Contiamo i tagli della Gelmini”da noi promossa, risulta una prima valutazione negativa degli effetti di tale politica: aumentato il numero degli alunni per classe, diminuito il numero degli insegnanti e del personale ATA, ridotti i fondi per le spese di funzionamento e per i corsi di recupero, invariato il numero degli insegnanti di sostegno in presenza di un aumento degli alunni certificati, impossibilità di sostituire gli insegnanti assenti, … .
Proteste, malumori e iniziative per bloccare questa “riforma” continuano a diffondersi nelle scuole di tutta Italia.

A tutto ciò si aggiunga che i testi dei regolamenti che “dovrebbero” entrare in vigore nell’anno 2010/11 (approvati in prima lettura dal CdM in data 28 maggio e 12 giugno 2009) sono stati oggetto di numerose critiche, richieste di revisione rilevanti e pareri sostanzialmente negativi da parte degli organismi istituzionali tenuti ad esprimersi prima della approvazione definitiva (Consiglio Nazionale della Pubblica Istruzione, Conferenza delle Regioni, Consiglio di Stato, Commissione Cultura della Camera).

Alla luce di tutto questo, genitori, studenti, insegnanti e personale ATA dell’Assemblea difesa Scuola Pubblica:
  • ritengono che l’avvio della “riforma” nelle scuole superiori a partire dal prossimo anno scolastico sarebbe affrettato e approssimativo e che i tempi ristrettissimi per attrezzarsi ai notevoli cambiamenti previsti porterebbero a inevitabili disagi e disastrose conseguenze sul piano organizzativo e didattico;
  • reputano necessaria una radicale revisione delle linee di intervento sulle scuole secondarie di 2° grado che salvaguardi e potenzi la qualità dell’azione didattica ed educativa attraverso un effettivo coinvolgimento delle scuole in fase preparatoria;
  • sollecitano un’analisi approfondita, da parte del Ministero, della situazione attuale e dei primi esiti della “riforma” nelle scuole primarie e secondarie di 1° grado;
  • invitano tutti i lavoratori della scuola, i genitori, gli studenti, i sindacati, i rappresentanti delle istituzioni e tutti coloro che hanno a cuore le sorti della Scuola Pubblica ad esprimersi in tal senso, anche attraverso delibere di assemblee, comitati genitori, collegi docenti e consigli d’istituto.

Assemblea difesa Scuola Pubblica Vicenza

Vicenza, 19 gennaio 2010

“MOVIMENTO 1° MARZO”


ADESIONE “MOVIMENTO 1° MARZO”
 
La circolare ministeriale dell’8 gennaio scorso, anziché potenziare le risorse (sempre più esigue ) destinate alle numerose esperienze positive volte all’integrazione, fissa il tetto del 30% di alunni stranieri per classe, allargando il solco già tracciato dalla xenofobia dilagante che sta investendo la nostra società.
Vogliamo esprimere la nostra piena adesione al “ movimento 1° marzo” con le parole del Comitato organizzatore

Stranieri non tanto dal punto di vista anagrafico, ma perché estranei al clima di razzismo che avvelena l'Italia del presente. Autoctoni e immigrati, uniti nella stessa battaglia di civiltà.
...

Cosa succederebbe se i quattro milioni e mezzo di immigrati che vivono in Italia decidessero di incrociare le braccia per un giorno? E se a sostenere la loro azione ci fossero anche i milioni di italiani stanchi del razzismo?

Ci impegniamo a diffondere l’iniziativa e chiediamo di fare altrettanto a tutti coloro che si identificano con questo appello .

Assemblea difesa Scuola Pubblica Vicenza
www.difesascuolapubblica.blogspot.com
Vicenza, 18 gennaio 2010

per approfondire

AZIONE CLASSI POLLAIO

CLASS ACTION

Il 15 gennaio il Codacons notifica le prime tre azioni.
Sanità, sicurezza e scuola al centro delle class action dell'associazione.
Con l'azione "classi pollaio" si chiede di risarcire le famiglie i cui ragazzi sono costretti a studiare nelle "classi pollaio", ossia quelle sovraffollate.

Riportiamo i chiarimenti del Codacons sull'iniziativa.

Con la terza azione collettiva ("classi pollaio") si chiederà - decorsi i 90 giorni dalla diffida notificata oggi - al Tar del Lazio di ordinare al Ministero della Pubblica istruzione e ai 20 Direttori scolastici regionali di rispettare il limite previsto dalle leggi vigenti di 25 alunni per aula. I genitori degli studenti costretti a fare lezioni in classi sovraffollate e dove il numero di alunni supera le 25 unità, così come i docenti, possono aderire alla class action e chiedere un risarcimento che il Codacons stima in 250 euro a studente. Nel ricorso si chiede la restituzione alle famiglie di una parte della tassa scolastica pagata in proporzione al minore spazio a disposizione di ciascun alunno (la legge prevede 1.80 mq per alunno nelle scuole materne, elementari e medie e 1,96 mq/alunno nelle scuole superiori), oltre il danno connesso al rischio per la sicurezza e la diminuzione del servizio istruzione reso ridicolo da classi pollaio di 35-40 alunni a causa dei tagli agli organici del personale docente.
Sulla base delle sole segnalazioni pervenuteci (oltre 150 istituti per 4.100 alunni) la somma richiesta è pari a oltre un milione di euro.


qui il modulo da compilare e inviare per partecipare all'azione classi pollaio del Codacons

Voglia di Tempo Pieno!!!

Il Comitato genitori e insegnati x la scuola pubblica di Padova propone degli incontri e un libretto informativo per i genitori che stanno per iscrivere i figli alla scuola primaria e invita a diffondere l'iniziativa.
Per maggiori informazioni clicca sull'immmagine



URGENTE!!!!



 L'Assemblea difesa Scuola Pubblica di Vicenza
aderisce all'iniziativa di ReteScuole
invitando a dedicare qualche minuto
per una giusta causa




Inondiamo di mail i membri delle Commissioni cultura di Camera e Senato che dovranno esprimere il previsto parere sul riordino delle scuole superiori martedì 19 e mercoledì 20 gennaio


Il governo aveva intenzione di provvedere all’approvazione definitiva dei regolamenti entro gennaio dopo il via libera delle Commissioni parlamentari. Il parere del Consiglio di Stato del 13/01/10 impone però al governo, che voleva procedere con decreti ministeriali, la definizione di nuovi regolamenti sui programmi, sull’articolazione delle cattedre, sugli indicatori per la valutazione e l’autovalutazione, che dovranno essere sottoposti ai pareri del CNPI, del Parlamento e del CdStato. Ciò garantisce un po’ di controllo in più, ma impone quindi un ulteriore e insostenibile allungamento dei tempi aggravando la confusione oggi presente.
Vi invitiamo a inviare il testo in calce entro mercoledì 20 gennaio  ai componenti dell’ufficio di presidenza e ai capigruppo delle VII Commissioni di Camera e Senato.

Bologna: Bruno Moretto L.S. Sabin Bologna, Orazio Sturniolo L.S. Copernico
Milano: Antonella Loconsolo, genitore IIS Cremona, Michele Russi, genitore IIS Agnesi, Luigi Ambrosi, genitore IIS Virgilio, Roberto Rivolta, ITIS Curie, Micaela Pisauro, IIS Varalli, Elisabetta Daina, ITIS Giorgi, Mario Piemontese L.S. Marconi
Parma: Roberta Roberti, ITIS Leonardo da Vinci, Rosanna Greci, L. C. Romagnosi, Emilietta Bussacchini, L.A. Toschi, Luisa Puzzarini , L.S. Marconi, Cecilia Derossi, genitore L.S. Ulivi, Beatrice Aimi, ISS Giordani, Paola Pavesi, ITC Melloni
Prato: Andrea Bagni, ISIS Gramsci-Keynes
Roma: Marina Boscaino L.C Plauto Roma, Carla Spaziani, genitore L.S. Cavour, Claudio Stamegna genitore L. C.Mamiani, Mirella Ariamone L. C. Anco Marzio, Angela Nava, Pres. C.G.D.
Trapani: Ornella Ingoglia, IPSCTS G. Bufalino.

Destinatari


Per evitare che entrino in funzione sistemi antispam, vi consigliamo di ripetere l'invio del messaggio per ogni indirizzo.
Camera
Aprea,Ciocchetti,Detorre,Frassinetti,Ghizzoni,Goisis,Granata, Latteri,Nicolais, Zazzera.
Senato
Asciutti, Barelli,Giambrone, Marcucci, Peterlini, Pittoni, Possa,Rusconi, Valditara, Villari, Vita.


Testo da inviare, copia e incolla.


Oggetto: richiesta rinvio riforma superiori 

La riforma va ripensata, la riforma va rinviata. 

Riduzione del tempo scuola,azzeramento delle sperimentazioni, scomparsa dei laboratori, nuovi indirizzi ancora indefiniti nei quadri orari e negli obiettivi di apprendimento, un biennio che canalizza invece di orientare: ecco cosa prevede il riordino delle scuole superiori. Gli effetti di tali modifiche produrranno un peggioramento dell’offerta formativa, gravi conseguenze sull’organico e anche sul regolare avvio del prossimo anno scolastico.

Il parere critico del Consiglio di Stato, che si aggiunge a quelli del CNPI e della Conferenza delle Regioni obbliga il governo ad ulteriori ridefinizioni dei contenuti del riordino delle scuole superiori e a nuovi adempimenti di legge, che allungheranno ulteriormente i tempi di approvazione.

I ritardi e le incertezze sono causati dall’improvvisazione con cui sono stati prodotti provvedimenti legati alla necessità del risparmio e sviluppati senza un reale coinvolgimento delle scuole e una valutazione delle loro esperienze. Tali ritardi stanno impedendo alle scuole di programmare per tempo la propria offerta formativa e a genitori e studenti di poter effettuare una scelta così importante con un minimo di consapevolezza.

Pertanto chiedo alla Commissione cultura di proporre al Ministro il rinvio almeno di un anno dell’entrata in vigore della riforma affinché possa essere radicalmente
ripensata. 

Firma                  scuola                                qualifica




giovedì 14 gennaio 2010

dal sito di flcCGIL
Scuola  Nei prossimi giorni la tempistica e le modalità delle iniziative di mobilitazione.
 
La FLC CGIL proclama lo stato d'agitazione di tutto il personale del comparto scuola statale
La scuola vive un momento particolarmente difficile. Le politiche del Governo, attraverso tagli pesantissimi di risorse finanziarie e professionali, accelera il processo di destrutturazione del sistema di istruzione pubblica, impoverendo la qualità dell'offerta formativa e provocando drammatiche conseguenze occupazionali.
La scuola secondaria superiore è ormai allo sbando nella incertezza più assoluta rispetto al suo futuro. Abbiamo espresso il nostro giudizio fortemente negativo sui regolamenti per il riordino dei licei, degli istituti tecnici e professionali.
Con una lettera inviata ai gruppi parlamentari abbiamo ribadito la necessità del rinvio del processo di riorganizzazione della scuola secondaria superiore, nella considerazione che ormai i tempi per una corretta programmazione e per le attività di orientamento sono abbondantemente scaduti.
Con la nota operativa per la stesura del programma 2010, emanata dal Miur il 14 dicembre (già impugnata dalla FLC), il governo azzera le risorse per il funzionamento didattico e amministrativo delle istituzioni scolastiche e riduce anche i costi per le ditte che effettuano la sorveglianza e le pulizie, determinando il peggioramento del servizio, il licenziamento dei lavoratori degli appalti e maggiori carichi di lavoro per i collaboratori scolastici che hanno già subito pesanti tagli di organico.
Per questi motivi la FLC CGIL ha deciso di proclamare lo stato d'agitazione di tutto il personale docente e ATA del comparto della scuola pubblica.
Nei prossimi giorni definiremo nel dettaglio tempistica e modalità delle iniziative di mobilitazione.
Roma, 12 gennaio 2010

Tetto agli alunni stranieri in classe: altro che integrazione!

dal sito di flc CGIL

Scuola  Ambiguità e contraddizioni tra la Circolare ministeriale n. 2 dell'8 gennaio 2010 e le dichiarazioni del Ministro.


Tetto agli alunni stranieri in classe: 
altro che integrazione! 



La circolare per le iscrizioni relative all’anno scolastico 2010-2011, ancora non è stata emanata, ma singolarmente è stata preceduta, venerdì 8 gennaio, da un comunicato stampa prima e successivamente dalla CM n. 2/10 avente come oggetto “indicazioni e raccomandazioni per l’integrazione di alunni con cittadinanza non italiana”.
La suddetta circolare, quindi, non detta norme in merito all’iscrizione degli alunni privi di cittadinanza italiana, né può costituirne riferimento, pena una inaccettabile discriminazione sul diritto universale all’iscrizione a scuola.
Il comunicato stampa che annunciava il limite del 30% alla presenza di alunni “stranieri” (chi sono?) nelle classi, e pubblicato nel sito del Ministero della Pubblica Istruzione, ha avuto un grande eco su giornali e televisioni, tanto che il Ministro Gelmini è stata intervistata domenica 9 gennaio nella trasmissione “In mezz’ora” da Lucia Annunziata.
Nel corso dell’intervista, Mariastella Gelmini ha dichiarato che nel numero degli alunni “stranieri” non vanno considerati coloro, circa il 36% del totale, che sono nati in Italia ma sono privi di cittadinanza italiana.
In realtà la circolare, ambiguamente, stabilisce una disposizione diversa da quanto sostenuto dal Ministro e cioè che il limite del 30% potrà essere innalzato, con determinazione del Direttore Regionale dell’ufficio scolastico regionale, a fronte della presenza di alunni stranieri (come può frequentemente accadere nel caso di alunni nati in Italia) già in possesso delle adeguate competenze linguistiche.
Pertanto è opportuno che il Ministro e chi ha scritto la circolare si mettano d’accordo!
In realtà il vero obiettivo non sembra essere quello di favorire i processi di integrazione, ma al contrario di identificare nella presenza degli alunni immigrati uno dei problemi di funzionamento della scuola italiana. Il messaggio è identico a quello che viene quotidianamente veicolato su tutta la tematica dell’immigrazione: esiste un limite di accettazione degli immigrati e quindi sono giusti i respingimenti ed è giusto aver stabilito che esiste il reato di immigrazione clandestina e conseguentemente è utile ed è giusto limitare il numero degli alunni “stranieri” nelle nostre classi.
In buona sostanza si tratta di un messaggio esclusivamente di tipo ideologico che ha lo scopo di costruire una sensibilità sociale negativa che predisponga il terreno a misure spacciate come rassicuranti ma sempre più restrittive delle libertà individuali comuni.
La circolare non individua concretamente cosa il Ministero della Pubblica Istruzione intende fare per favorire l’integrazione a partire da una drastica rivisitazione dei tagli alla istruzione pubblica e dalla necessità di investire sui progetti delle scuole. Non è previsto nemmeno un piano nazionale di formazione del personale scolastico. Il compito è scaricato sulle singole scuole raschiando il fondo del barile della L. 440 e facendo affidamento sull’arte di arrangiarsi dei collegi docenti.
Non sono indicati i criteri da adottare per l’orientamento dei flussi delle iscrizioni, né per accettare o respingere le domande di iscrizione, come se il Ministero stesso si rendesse conto dell’impraticabilità della proposta. Il tutto viene tranquillamente affidato alle singole direzioni regionali e ai singoli istituti scolastici determinando una disparità di trattamento degli alunni a seconda della realtà territoriale di inserimento. Siamo alla teoria, cara alla Lega Nord, della localizzazione del diritto.
Non viene non solo indicato, ma nemmeno accennato, a cosa succede nelle situazioni territoriali (ne esistono diverse), in cui la presenza di alunni senza cittadinanza italiana supera anche il 60 o il 70%.
Viene chiusa la scuola? Chi viene deportato da una scuola all’altra, gli alunni “stranieri” o quelli “italiani”? E chi finanzia questa ulteriore spesa del trasporto scolastico? Ricadrà sugli Enti Locali?
È stato fatto un accordo preventivo con l’Associazione Nazionale dei Comuni?
Le ambiguità e le continue contraddizioni della circolare si giustificano per il fatto che essa individua un obiettivo che è concretamente ingestibile e perché si muove su un terreno di sostanziale arbitrarietà in quanto i titolari della definizione dei criteri e delle proposte per la formazione delle classi sono, sulla base della normativa vigente che non ci risulta essere stata abolita, il Consiglio di Circolo o di Istituto ed il Collegio Docenti (art 7 e 10 del T.U. n. 247/94). Quella circolare, pertanto, è illegittima perché arbitraria e in netto contrasto con l’autonomia scolastica.
Da ultimo, sarebbe interessante sapere sulla base di quale teoria didattica e pedagogica si base il principio della separazione degli alunni che viene proposto dalla Gelmini. Ancora una volta non avremo delle risposte. In campo didattico-pedagogico la teoria del “buon senso comune” non ha molto valore e quindi il tutto rimarrà a livello della pura affermazione tautologica come quelle che la Gelmini ha fatto durante la trasmissione sopra accennata per cui l’introduzione del maestro unico è stata una cosa molto positiva per la scuola italiana. Forse tra qualche mese ci sentiremo dire che i tagli alla scuola non ci sono stati e che anzi i finanziamenti alle scuole ed il personale sono aumentati
Roma, 12 gennaio 2010

lunedì 4 gennaio 2010

Si facciano sentire le scuole !

da retescuole.net

Bologna, 04/01/2010

Si facciano sentire le scuole ! Ritardi e incertezze impongono un rinvio della riforma delle superiori.

di Bruno Moretto

I ritardi e le indeterminatezze della riforma delle scuole superiori impongono la necessità di un rinvio.

La cosiddetta riforma ha la sua base di riferimento nell’Art. 64 del Decreto 112 convertito con Legge 133 del 6/08/08.
La finalità di tale intervento si concretizza in un taglio di 42.000 docenti nel solo anno 2009/10 per arrivare nel triennio a 87.400 e di 44.500 ATA con un risparmio di risorse complessivo di 8 miliardi di euro in tre anni (su una spesa totale di 43 miliardi all’anno).
I primi due commi recitano:
1. Ai fini di una migliore qualificazione dei servizi scolastici e di una piena valorizzazione professionale del personale docente, a decorrere dall'anno scolastico 2009/2010, sono adottati interventi e misure volti ad incrementare, gradualmente, di un punto il rapporto alunni/docente, da realizzare comunque entro l'anno scolastico 2011/2012, per un accostamento di tale rapporto ai relativi standard europei tenendo anche conto delle necessità relative agli alunni diversamente abili.
2. Si procede, altresì, alla revisione dei criteri e dei parametri previsti per la definizione delle dotazioni organiche del personale amministrativo, tecnico ed ausiliario (ATA), in modo da conseguire, nel triennio 2009-2011 una riduzione complessiva del 17 per cento della consistenza numerica della dotazione organica determinata per l'anno scolastico 2007/2008.
Il comma 3 dell’art. 64 della legge 133 prevedeva entro 45 giorni l’emanazione di un piano programmatico da sottoporre al parere delle Commissioni parlamentari sentita la Conferenza Stato regioni. Il comma 4 afferma: “Per l’attuazione del piano, con uno o più regolamenti da adottare entro dodici mesi….si provvede ad una revisione dell’attuale assetto ordinamentale, organizzativo e didattico, secondo precisi criteri:
a) razionalizzazione ed accorpamento delle classi di concorso, per una maggiore flessibilità nell'impiego dei docenti;
b) ridefinizione dei curricoli vigenti nei diversi ordini di scuola anche attraverso la razionalizzazione dei piani di studio e dei relativi quadri orari, con particolare riferimento agli istituti tecnici e professionali;
c) revisione dei criteri vigenti in materia di formazione delle classi;
d) rimodulazione dell'attuale organizzazione didattica della scuola primaria ivi compresa la formazione professionale per il personale docente interessato ai processi di innovazione ordinamentale senza oneri aggiuntivi a carico della finanza pubblica;
e) revisione dei criteri e dei parametri vigenti per la determinazione della consistenza complessiva degli organici del personale docente ed ATA, finalizzata ad una razionalizzazione degli stessi;
f) ridefinizione dell'assetto organizzativo-didattico dei centri di istruzione per gli adulti, ivi compresi i corsi serali, previsto dalla vigente normativa;
f-bis) definizione di criteri, tempi e modalità per la determinazione e l'articolazione dell'azione di ridimensionamento della rete scolastica prevedendo, nell'ambito delle risorse disponibili a legislazione vigente, l'attivazione di servizi qualificati per la migliore fruizione dell'offerta formativa;
f-ter) nel caso di chiusura o accorpamento degli istituti scolastici aventi sede nei piccoli comuni, lo Stato, le regioni e gli enti locali possono prevedere specifiche misure finalizzate alla riduzione del disagio degli utenti.

In occasione dell’entrata in vigore definitiva (27/02/09) del regolamento di revisione della scuola primaria fu rinviata all’anno 2010/11 l’entrata in vigore della riforma delle scuole superiori.
I testi prefigurano un sistema a tre canali con un ritorno ad una visione dei licei come scuole per le “eccellenze”, degli istituti tecnici visti in uno stretto rapporto con il tessuto industriale territoriale e degli istituti professionali legati strettamente alla formazione professionale regionale.
Un recente emendamento alla finanziaria rende possibile l'espletamento dell'obbligo a 16 anni nell'apprendistato.

I regolamenti di revisione distinti per gli Istituti tecnici, per gli Istituti professionali e per i licei, sono stati formalmente approvati in prima lettura dal CdM in data 28 maggio e 12 giugno 2009.

In data 12 luglio 2009 il CNPI ha espresso il suo parere critico sugli schemi di regolamento di revisione degli Istituti tecnici e professionali, in data 6/10/09 quello fortemente critico sullo schema dei licei.
Il parere sui licei solleva 5 questioni fondamentali:
a) l’assenza di ogni riferimento ad una didattica laboratoriale, capace di rinnovare la didattica della nostra scuola;
b) l’assenza di un’area comune presente invece nei tecnici e professionali;
c) la mancanza di indicazioni sull’applicazione dell’obbligo scolastico a 16 di cui al Decreto n. 139/07;
d) la mancanza di indicazioni normative sulla questione dei passaggi da un sistema ad un altro e da un indirizzo all’altro;
e) il rispetto dell’autonomia delle Istituzioni scolastiche.

In data 29/10/09 la Conferenza delle Regioni ha espresso parere negativo sul regolamento dei licei e su quello dei professionali e positivo con osservazioni su quello dei tecnici, sollevando principalmente critiche sulla mancanza di un biennio unitario.

In questa fase si stanno attendendo i pareri obbligatori del Consiglio di Stato e delle Commissioni parlamentari.
Il Consiglio di Stato ha richiesto in data 9/12/09 una serie di chiarimenti fondamentali sui regolamenti, che riguardano il superamento dei limiti della delega. La legge 133 parla solo di razionalizzazione, i regolamenti invece sembrano spingersi ben oltre sulle seguenti materie:
a) le quote di flessibilità e il loro rapporto con la Legge sull’autonomia;
b) l’intervento sugli organi collegiali, che sono soggetti a specifiche iniziative legislative;
c) la mancata previsione di una gradualità nel passaggio al nuovo ordinamento;
d) la previsione di atti non regolamentari per la definizione dei nuovi programmi, delle nuove classi di concorso, delle norme sulla valutazione e autovalutazione.
E’ evidente che bisognerà leggere attentamente le motivazioni del parere definitivo, anche nel caso probabile che sia favorevole.

La Commissione cultura della Camera ha pubblicato il 16 dicembre le proposte di parere sui tre regolamenti, che contengono significative modifiche degli indirizzi. La bozza di parere contiene l’indicazione del coinvolgimento delle sole classi prime nell'anno 2010/11.
Il parere definitivo può essere votato solo dopo quello del Consiglio di Stato.

In ogni caso le molteplici osservazioni critiche contenute nei pareri degli organi deputati produrranno inevitabili modifiche ai regolamenti.
Ciò d’altra parte successe anche con il regolamento sulla primaria.
Il ritardo di definizione delle norme e la loro indeterminatezza producono un pesante impatto sulle scuole che non sono ancora in grado di definire la loro offerta formativa per il prossimo anno.
Se poi si considera che i regolamenti potranno essere firmati dal Presidente della Repubblica e pubblicati in G.U. solo dopo il parere definitivo del C di Stato e delle Commissioni parlamentari e il visto della Corte dei Conti e quindi non prima della fine di gennaio appare chiaro che in un paese serio si prenderebbe atto della necessità di un rinvio di un anno.

Una tale situazione dovrebbe far sì che tutte le scuole superiori prendessero una chiara posizione per il rinvio sia della riforma che dei tagli conseguenti.

Bruno Moretto

Bologna 4/01/10

I testi dei pareri espressi finora e diverse delibere di Collegi dei docenti sono reperibili su http://www.comune.bologna.it/iperbole/coscost/riforma_superiori_08/sup.htm
e su http://retescuole.forumscuole.it/superiori/