martedì 30 novembre 2010

Gli studenti bloccano i binari - Treni in tilt tra Verona e Mestre






Zoom Foto

Il raduno degli studenti davanti alla stazione di Vicenza


In molte città cortei di protesta delle scuole superiori contro il ddl Gelmini sull'università. A Padova occupata fino al primo pomeriggio la stazione, disagi e ritardi per gli utenti. La circolazione sta tornando alla normalità
30/11/2010 
Padova. Gli studenti di Padova, Vicenza e Mestre per protestare contro la riforma dell’Università del ministro Gelmini, sono scesi sui binari delle stazioni ferroviarie. In particolare a Padova Trenitalia sottolinea come il traffico ferroviario della stazione bloccato ha creato pesanti disagi per gli utenti. Gli studenti, circa 2 mila, stamane avevano dato vita a cortei di protesta lungo le principali vie della città per poi dirigersi verso la stazione ferroviaria. Liberata la stazione da poco, il traffico ferroviario sta tornando alla normalità.

Il corteo, invece di sciogliersi, è entrato in stazione e gli studenti sono scesi sui binari. Un’analoga iniziativa si è registrata a Mestre dove però gli studenti delle scuole medie superiori avevano provocato problemi solo su tre binari e per un tempo tale da provocare ritardi stimati dalla stessa Trenitalia in una decina di minuti.

Anche a Padova comunque la manifestazione si è sciolta da poco e la circolazione ferroviaria sta riprendendo. Trenitalia, alla luce del blocco ferroviaria, ha comunicato che il piano del traffico ferroviario è in progressivo cambiamento per permettere ai treni di viaggiare. Convogli, al momento, sono stati dirottati lungo le linee che passano per Treviso e Castelfranco con disagi per i viaggiatori e ritardi stimati fino ai 90 minuti.

Manifestazioni anche a Vicenza, con il corteo degli studenti che si è radunato davanti alla stazione ferroviaria prima di muoversi verso il centro.

PER COMPRENDERE LE RAGIONI DELLA PROTESTA

Kit del giornalista 

Comprendere il funzionamento dei meccanismi che regolano l'università italiana non è impresa facile, tanto che a volte alcune sottigliezze sfuggono anche a chi nell'università ci lavora. Ciò è dovuto al fatto che, nel tempo, si sono succedute diverse leggi e regolamenti: in particolare negli ultimi 15 anni l'università ha subìto una vera e propria overdose di riforme, in genere rimaste incompiute, che si sono stratificate una sull'altra. Di conseguenza capita abbastanza spesso di leggere resoconti giornalistici contenenti imprecisioni le quali, sovente, rendono la situazione ancora più confusa di quanto già sia.

Abbiamo pertanto ritenuto utile allestire questo kit del giornalista, ovvero una sorta di cassetta degli attrezzi pensata per tutti quelli che oggi scrivono e parlano di università, ma che forse non l’hanno mai conosciuta a fondo dall'interno (se non come utenti).

Il kit è composto da un glossario e da alcuni brevi approfondimenti che rimandano - per lo più - a link ufficiali, siano essi italiani o internazionali. Il nostro scopo è quello di fornire uno strumento per orientarsi in questa selva di informazioni verificando direttamente le fonti.

Riteniamo che l’università, come luogo di rielaborazione critica del sapere, sia un prezioso patrimonio della collettività; proprio per questo è di enorme importanza fare in modo che il dibattito sul futuro del sistema universitario sia comprensibile anche al di fuori della ristretta cerchia degli addetti ai lavori.

Il kit è scaricabile in formato pdf (PressKit.pdf) in fondo alla pagina (versione aggiornata).

Buona lettura

Per eventuali contatti: coordinamento.ru.pisa@gmail.com

Allegati (1)

  • PressKit.pdf il 26/ott/2010 15:15 da Mario Stellone (versione 1)
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APPELLO DA DIFFONDERE__UNIVERSITARI di VICENZA: BLOCCHIAMO LA RIFORMA GELMINI

Luogo: piazzale Stazione FS vicenza
Ora: martedì 30 novembre 2010 9.00
>>> http://www.facebook.com/event.php?eid=176793252332031&ref=mf <<<

FERMARLA SI PUO', ORA! 

APPELLO A TUTTI GLI STUDENTI MEDI E UNIVERSITARI di VICENZA e agli studenti pendolari e fuorisede che studiano in città

Martedì prossimo alla Camera dei Deputati ci sarà la votazione finale per l'approvazione del DDL "Gelmini" destinato a distruggere l'università e la ricerca pubblica di questo Paese. La riforma racchiude in sé tutte le contraddizioni politiche e sociali che la nostra generazione si trova a dove...r combattere: un futuro fatto di precarietà; la cancellazione della democrazia dai processi decisionali; la finanziarizzazione della conoscenza; la ricerca insensata di profitto da ogni attività sociale e culturale. L'attacco, come ripetiamo senza sosta da almeno due anni, è sistematico: colpisce la struttura dell'università e al contempo ne azzera i fondi per ottenere un'obbligata privatizzazione. E sistematica è stata la risposta del mondo del sapere: siamo stati in grado di mettere in discussione le logiche del potere e la sua arroganza.


....SE CI BLOCCANO IL FUTURO NOI BLOCCHIAMO LA CITTA'..

blocchiamo tutto! blocchiamo la riforma

Siamo riusciti a minare un consenso trasversale che il DDL aveva riscontrato fin dalla sua presentazione; abbiamo smascherato una cantilenante retorica sul “merito”, dimostratasi un cavallo di troia per privatizzazioni, riduzione di diritti, torsioni autoritarie. Accanto allo strumentale discorso meritocratico proseguono i tagli al diritto allo studio, distruggendo così le prospettive di migliaia di studenti e studentesse che vedono loro negata la possibilità stessa di studiare. La presunta volontà di premiare i “migliori”, senza garantire le medesime opportunità a prescindere dalle condizione socio-economiche di partenza, appare ai nostri occhi una presa in giro ed evoca un’idea che credevamo anacronistica: il classismo.

Una prospettiva che intendiamo rifiutare perché richiama politiche di esclusione, innalza muri che ritenevamo abbattuti, divide il paese tra chi può e chi non può. Oggi questo concetto lo troviamo scritto tra le righe di un DDL, rivendicato a male parole dai comunicati stampa del Ministero o dai “videomessaggi” su youtube.

L’attuale opposizione frontale a questa legge, richiede pratiche che obbligano il mondo dell’università ad uno scatto di consapevolezza maggiore per rispondere, qui ed ora, a chi intende approvare la riforma. Oggi più che mai siamo (e dobbiamo essere) in grado di coniugare un'enorme potenzialità costruttiva, frutto anche delle sinergie con tutte le parti dell’università in mobilitazione, con una forte opposizione all'ennesimo (nel senso di ultimo, sia per il governo che per gli atenei) disegno legislativo calatoci dall'alto.

Martedì il DDL Gelmini sarà alla Camera per la sua discussione e votazione finale per diventare poi Legge di Stato a tutti gli effetti. In questi pochi giorni spetterà a noi impedire l’approvazione di una riforma che attenta al futuro di questo paese e della nostra generazione. Pochi giorni in cui noi studenti, su tutti, abbiamo l’obbligo morale di riunire ed organizzare le forze per contrapporci radicalmente all’approvazione finale della legge Gelmini.

MARTEDì 30 novembre dobbiamo occupare le università, bloccare la didattica, riempire le strade.

INVITIAMO A MANIFESTARE ANCHE TUTTI I RAGAZZI DELLE SCUOLE SUPERIORI: se volete trovare ancora l'università pubblica per i prossimi anni, è il momento di tornare a riprendersela


Tutto il paese dovrà scegliere da che parte stare: con l’università pubblica o contro di essa!

__________

PER GLI STUDENTI UNIVERSITARI :

appuntamento martedì 30 ore 9.00 nel piazzale della stazione FS a Vicenza

PER LE SCUOLE SUPERIORI:

facciamo appello a tutti gli studenti di organizzarsi autonomamente tra di loro poichè c'è poco tempo, gli studenti più attivi devono contattarsi e organizzare una specie di sit-in davanti le loro scuole per tener fuori piu studenti possibile, poi ci si riunirà insieme agli universitari in stazione alle 9.



NB:

ASSEMBLEA STRAORDINARIA DEL COLLETTIVO: LUNEDì 29 alle ORE 16 informagiovani(teatro astra). SONO INVITATI ANCHE TUTTI GLI UNIVERSITARI

venerdì 26 novembre 2010

la storia siamo noi: foto di un giorno di proteste

da www.smemoranda.it
25/11/2010

Foto di un giorno di proteste
 
Pisa, sulla Torre 

Roma, al Colosseo 

Milano 

Torino e la Mole 

Firenze

Università: i giorni dell'ira

da www.ilmanifesto.it

Roberto Ciccarelli


La Torre di Pisa, la Mole antonelliana a Torino, il Colosseo a Roma. La rivolta degli studenti contro la riforma Gelmini dell'università ha assunto forme clamorose di occupazione. Dopo aver bloccato le stazioni di Pisa e Torino, l'uso del turismo intelligente da parte dei giovani italiani è diventato un atto politico. Ma se le forme estetiche della protesta hanno la loro importanza, restano ancora inesplorate le ragioni dell'esplosione di un movimento inaspettato solo sei mesi fa.
Molto ha fatto l'ostinazione del governo, convinto che bastasse l'approvazione di un gruppo minoritario di ideologi neoliberisti per realizzare una riforma che ha conquistato un certo consenso anche nel Pd. Come dimenticare, infatti, l'applauso concesso alla Gelmini solo pochi mesi fa da Luigi Berlinguer, artefice della riforma dei cicli didattici – il considdetto 3+2 – che oggi sappiamo con certezza essere fallito? Gelmini, ha detto l'ex ministro, avrebbe realizzato la sua riforma. In un certo senso sì, e il ministro continua a rivendicarlo in perfetta, e incompresa, solitudine.
Quando, a questi riformisti autoritari e tecnocrati, qualcuno fa notare che le loro «riforme» sono state un fallimento, scatta la risposta automatica: «Sono state applicate male». E' con questo atteggiamento liquidatorio che i docenti ordinari di sinistra – quelli che il ministro Gelmini pensa, senza paura del ridicolo, manipolino l'opposizione studentesca alla sua infelice «riforma» - giustificano ancora oggi un esito tra l'altro preannunciato dagli osservatori più attenti, come dagli stessi movimenti studenteschi che criticano il processo di Bologna.
E come dimenticare il Ddl Garavaglia presentato dal Pd ad inizio legislatura che ha numerosi, e non casuali, punti di coincidenza con quello Gelmini che stenta clamorosamente alla Camera? Solo da poco il Pd ha riconquistato la ragione. Sul tetto di palazzo Borghese a Roma, il suo segretario Bersani ha detto ai ricercatori che il suo partito è tornato ad «allenarsi». Gli auguriamo di non fermarsi al primo scatto. La fine della sinistra è iniziata quando gli eredi del Pci decisero di importare il neo-liberismo nella scuola e nell'università.
I giorni dell'ira degli studenti si spiegano come una reazione – generale e condivisa – ad un processo ventennale iniziato nel 1989 con la riforma Ruberti dell'autonomia universitaria. Per vent'anni sono rimasti soli e inascoltati, mentre procedeva la ridefinizione modulare della didattica, la declinazione della formazione scolastica e universitaria come formazione professionale, il crescente definanziamento dell'istruzione pubblica iniziato a metà degli anni Novanta.
Fino ad oggi nessuna cittadinanza è stata concessa dai partiti di centro-destra e di centro-sinistra alla rivendicazione del ruolo «pubblico» dell'istruzione, e tantomeno alla considerazione che il lavoro della ricerca e della conoscenza ha pari dignità di quello manifatturiero e all'attività imprenditoriale. L'ostinazione con la quale le «classi dirigenti» hanno perseguito questo progetto ha sfiorato negli ultimi anni il profilo dell'efferatezza e del disprezzo.
E non ci riferiamo soltanto al qualunquismo espresso da Antonio Martino (Pdl) che ha definito gli studenti e i ricercatori «ignoranti semianalfabeti altrimenti inoccupabili», mentre uno sconosciuto peone leghista ha promesso di «prendere a calci in culo» gli studenti che hanno assediato ieri il Senato. “Un popolo civile, quale noi siamo, dovrebbe menare questi studenti” ha sostenuto nel suo telegiornale Emilio Fede. Gli studenti di Pisa che hanno occupato ieri l'aeroporto, quelli di Torino che hanno occupato oggi la Regione, o quelli di Roma che hanno bloccato per cinque ore la Capitale aspettano con ansia di capire quando inizieranno queste attività ginniche.
Reazioni scomposte, fatte per lo più da alcuni personaggi noti per ben altre vicende di cronache nera, che si rispecchiano nel preoccupante ricorso alla fatidica evocazione «del morto» che il Presidente del Senato Renato Schifani ha fatto per ben tre volte nel giro di 24 ore. L'irresponsabilità di queste reazioni emotive, evidentemente dettate dalla sorpresa delle azioni degli studenti, si spiega solo con una ragione: la destra, nella sua versione berlusconiana, in quella leghista fino alle sue estreme propaggini baronali (e di sinistra) ha coltivato fino ad oggi un sogno di onnipotenza: quello di comandare, e di godere, al di sopra di ogni legge, pensando invece di poterne dettare qualcuna.
Ed è invece il disprezzo per il lavoro della conoscenza, e l'intima convinzione di non restare ai margini mentre un intero paese va a rotoli schiacciato da una crisi violentissima, che sta spingendo gli studenti alla rivolta. Quello che preoccupa di più la destra al potere, in questi giorni di mobilitazione generale, è che le volgarità, la violenza e la brutalità non bastano più a mantenere i giovani nella passività e nella rinuncia ad ogni possibilità di vita alternativa. A ben vedere, dopo l'insurrezione francese contro la riforma delle pensioni e quella londinese contro l'aumento delle tasse universitarie, la rivolta italiana fa parte di un processo europeo.
Fino ad oggi la transizione dalla condizione salariale a quella del precariato generalizzato è stato un processo pacificato. Man mano che la crisi europea procederà lungo i suoi tortuosi binari, il processo produrrà conflitto sociale. E' tempo di pensare ad una politica democratica alternativa. E solo chi andrà alla radice delle cose, e saprà chiamare le cose con il loro nome, riuscirà a cavalcare l'onda.
25/11/2010

domenica 21 novembre 2010

Una scuola finta per accogliere il ministro Gelmini

da VareseNews

Gallarate

Una scuola finta per accogliere il ministro Gelmini


Un gruppo di docenti denuncia lo scenario di cartapesta allestito per la visita del ministro. "Professori e studenti tenuti lontano da una scuola semideserta". Con il dettaglio della "nuova" lavagna elettronica

immagine di separazione
Una visita curata nei minimi dettagli per evitare incidenti e un possibile incontro con insegnanti e alunni “non allineati”: questo è lo scenario descritto da alcuni docenti dell'Istituto Falcone in merito alla visita di settimana scorsa da parte del ministro dell'Istruzione Maria Stella Gelmini (annunciata all'ultimo anche ai mezzi di informazione). Il dispositivo di segretezza e vigilanza messo in campo porta gli insegnanti a denunciare: “Essere trattati come potenziali disturbatori dell’ordine pubblico ci indigna”. La visita blindata non ha peraltro impedito al ministro di incappare in un incidente diplomatico nel corso della cena al museo Maga. Intanto anche gli studenti segnalano episodi problemi alle strutture della scuola.


La visita di venerdì 12 Novembre all’IS Falcone di Gallarate da parte del Ministro dell’Istruzione Mariastella Gelmini rievoca certe atmosfere asettiche e rarefatte dei periodi bui della nostra e dell’altrui storia, quando si eliminava qualsivoglia elemento di disturbo: ciò che non si inquadrava, andava rimosso. Nel caso specifico pare che a stonare fossero professori e studenti dell’istituto stesso, i quali per l’occasione sono stati invitati a non presentarsi a scuola per il pomeriggio e la sera: ogni legittima richiesta di spiegazioni è stata respinta in modo evasivo e talora sgarbato.
Solo il giorno successivo, l’incontro segreto si è mostrato in tutto il suo grottesco splendore: la ministra che visita una scuola semideserta, circondata da un manipolo di studenti/fotografi e cuochi accuratamente selezionati secondo criteri imperscrutabili; le sue parole di elogio per la splendida scuola, in un italiano per la verità non sempre degno dell’Accademia della Crusca, i nostri dirigenti raggianti davanti ad una tavola imbandita a festa e, infine, la maestrina di turno che si affanna a spiegare l’uso della LIM (Lavagna Interattiva Multimediale), magicamente comparsa insieme alla maestra stessa, per l’occasione.
La sensazione che ci pervade è di profonda amarezza: non sappiamo se l’ordine di “evacuare” l’edificio sia stato calato dall’alto perché la Signora dell’istruzione teme – forse a ragione – un confronto diretto o se l’iniziativa sia stata frutto dello zelo della nostra Dirigente che ha così voluto regalare alcune ore serene all’illustre ospite; certo è che si è fatto un grave torto a una categoria di lavoratori che ha l’importante compito di educare e formare gli individui di domani, e ai loro studenti che sono i veri protagonisti nel mondo della formazione.
Essere trattati come potenziali disturbatori dell’ordine pubblico ci indigna.
Gallarate,

Cristina Luoni  e altri 40 docenti

mercoledì 17 novembre 2010

17 NOVEMBRE: MOBILITAZIONE STUDENTESCA A VICENZA

 COMUNICATO STAMPA

Grande vittoria oggi per gli oltre 800 studenti vicentini scesi in piazza "tutti uniti contro la crisi". La mobilitazione, lanciata da Coordinamento Studentesco di Vicenza, Schio e dal Collettivo Studenti Scuola Pubblica, ha portato a casa un primo risultato concreto. Infatti una delle richieste principali della manifestazione, alla luce dell'alluvione che ha colpito il nostro territorio, era ottenere abbonamenti mensili gratuti degli autobus per Dicembre e Gennaio per le famiglie alluvionate. Una delegazione degli studenti è stata accolta in Aim e la proposta è stata accettata. E' sicuramente un gesto simbolico, ma sicuramente un aiuto concreto nei confronti di chi, in questo periodo di crisi, ha subito i danni dell'alluvione.
Nel momento del bisogno siamo stati tra i primi ad indossare pettorine e stivali e abbiamo partecipato in tanti come volontari, ma siamo anche quelli che, passata l'emergenza, chiediamo con forza aiuti veri e non promesse elettorali. Mentre il Governo promette fondi, noi portiamo a casa risultati immediati.
Abbiamo ottenuto inoltre l'impegno da parte di Aim di istituire per l'anno prossimo un fondo per ridurre il prezzo degli abbonamenti per tutti a partire dall'anno prossimo.
Ovviamente non basta tutto ciò per risolvere i problemi che volevamo mettere in evidenza con la mobilitazione di oggi. All'inizio della manifestazione infatti abbiamo attaccato dei manifesti sui muri della stazione Ftv per sottolineare i disservizi e le corriere sovraffollate soprattutto nelle tratte provinciali. Chiediamo che anche le Ftv si attivino per risolvere questo problema con la creazione di più corse nei tragitti più critici e che si attivino nel prevedere delle forme di sostegno simili a quelle di Aim per chi colpito dall'alluvione.
Gli studenti di Schio hanno poi raggiunto Vicenza occupando il treno, riprendendosi il diritto alla mobilità. Anche la tratta ferroviaria Vicenza-Schio presenta costi eccessivi e spesso disagi per i numerosi pendolari che ogni giorno si affidano a Trenitalia.
Oggi era la giornata internazionale per il diritto allo studio e gli studenti vicentini hanno cominciato a riprenderselo, ora bisogna continuare ad andare avanti assieme per fermare la distruzione della scuola pubblica e più in generale costruire mobilitazioni verso lo sciopero generale di metà dicembre contro la crisi e le relative politiche di riduzione di diritti e welfare.
TUTTI UNITI CONTRO LA CRISI
TUTTI UNITI CONTRO LA GELMINI

Studenti contro la Crisi

domenica 14 novembre 2010

da Global Project


Iniziativa di lancio della manifestazione studentesca del 17 novembre

Vicenza- Calati striscioni dalle scuole verso il 17 novembre

Striscioni verso il 17 dal liceo Quadri, Martini e Fogazzaro

12 / 11 / 2010
Questa mattina in contemporanea  in tre scuole di Vicenza, il liceo Quadri, il liceo Martini e il liceo Fogazzaro sono stati calati degli striscioni di lancio della manifestazione studentesca del 17 novembre. 
continua

Sciopero 17 novembre per il personale della scuola

Proclamazione sciopero Mercoledi’ 17 Novembre 2010 

è stato indetto lo sciopero del personale della Scuola dalle Organizzazioni Sindacali:


  • FLC/CGIL Scuola nella prima ora di lezione o l’ultima ora di lezione o servizio ove l’orario sia articolato su più turni;
         Telex prot.n. 10742 dell' 8 novembre 2010

  • SISA - SINDACATO INDIPENDENTE SCUOLA E AMBIENTE (INTERA GIORNATA)
          Nota prot. 10748 dell'8 novembre 2010

  • USI AIT SCUOLA (INTERA GIORNATA)
          Nota prot. 10745 dell'8 novembre 2010

Le sanzioni di Brunetta arrivano a scuola

dal sito www.flcgil.it

10/11/2010

Pubblicata la circolare sulle sanzioni disciplinari del personale della scuola

Riteniamo che i contenuti della circolare siano regressivi rispetto a quanto previsto dallo stesso "Decreto Brunetta" e infondati in molte parti. Per questo, impugneremo la circolare.

continua

venerdì 12 novembre 2010

Raccolta firme PETIZIONE AL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA

da ReteScuole

MILANO , 12/11/2010

di MICHELE RUSSI

Da lunedi 15 novembre si possono consegnare i moduli di raccolta della petizione al Presidente della Reppubblica Giorgio Napolitano,al negozio civico
CHIAMAMILANO in Largo Corsia dei Servi,11 a Milano.
I moduli devono essere consegnati in busta chiusa con indirizzo ''PETIZIONE GIORGIO NAPOLITANO'' e nome della scuola-associazione-comitato che consegna.
Sul sito RETESCUOLE.NET è presente la documentazione definitiva scaricabile.Ogni scuola-comitato-associazione decida quale modulo è appropriato per la sua situazione,ci sono dei moduli in cui è specificata la scuola,altri che sarebbe opportuno fossero firmati dai consigli di istituto o solo consiglieri,altri da utilizzare ai vari banchetti.

All'Agnesi abbiamo proposto agli studenti di promuovere la raccolta di firme per la petizione e la risposta è stata affermativa.
Più firme consegneremo al Presidente delal Repubblica e più riusciremo ad affermare :''SCUOLA PUBBLICA,UN BENE COMUNE''

Da oggi è stata aperta una mail appropriata a livello nazionale a cui chiedere informazioni e notizie
petizionenapolitano@gmail.com

Petizione al presidente della Repubblica

da ReteScuole

Milano , 12/11/2010

di ReteScuole

Scarica la petizione

La situazione delle scuole, lo sappiamo, è drammatica. Aule fatiscenti, classi smembrate per l'impossibilità a nominare i supplenti, diritti negati agli alunni e alle alunne diversamente abili, azzeramento dei trasferimenti per il normale funzionamento delle attività didattiche, blocco degli scatti di carriera per i docenti, tagli al personale docente e non docente...
Nel maxiemendamento alla finanziaria per il 2011 vengono confermati i tagli alla scuola pubblica statale mentre sono previsti nuovi finanziamenti alle scuole paritarie, ben 245 milioni di Euro .
Ovvero: dopo gli schiaffi e le mazzate dei tagli ci pigliano anche per il culo.

Entro il 16 novembre la Commissione Bilancio terminerà l'esame del documento che passerà poi alla Camera e quindi al Senato. L'approvazione definitiva dovrà avvenire entro il 31 dicembre, pena l'esercizio provvisorio.
C'è quindi abbastanza tempo per fare il possibile affinché la norma sul finanziamento alle scuole paritarie non passi.

Quella allegata è una petizione al Presidente della Repubblica, fatela firmare ai membri eletti nei consigli di istituto, ai genitori, ai docenti, agli e alle ATA, ai cittadini e alle cittadine.
Raccogliamo le firme e portiamole al presidente della Repubblica, in qualità di garante della Costituzione; ricordiamo al Parlamento che l'istruzione è un diritto e che l'articolo 33 della Costituzione, al comma 3, recita "Enti e privati hanno il diritto di istituire scuole ed istituti di educazione, senza oneri per lo Stato".

domenica 7 novembre 2010

Il bluff del 30 %

da  www.sbilanciamoci.info 

I voti della generazione 2


Finito il chiasso sulla regola ambigua del 30 per cento, dei figli degli immigrati a scuola non si parla quasi più. E invece si dovrebbe parlare molto: di rendimento, criteri, strategie, risorse. A partire dai dati sui voti e sulle carriere scolastiche, che suonano un allarme sul quale si può ancora intervenire
Tutti a discutere appassionatamente, l’inverno scorso, della sostenibilità nelle nostre aule scolastiche di quote superiori al 30 per cento di allievi di provenienza straniera. E poi, alla fine, diffuse e fin troppo trasversali soddisfazioni per la deroga in extremis di Gelmini a proposito di quelli nati in Italia. Cosa c’è di meglio, in fondo, di un ministro che con una prima decisione dà soddisfazione ai legh...
continua

lunedì 1 novembre 2010

Collettivo Studenti: No ai localismi


COMUNICATO DEL COLLETTIVO STUDENTI DI VICENZA

Il Collettivo Studenti Scuola Pubblica ha deciso di alzare la testa in seguito al volantinaggio davanti le scuole che pubblicizzava l’incontro “Per una scuola veneta”, appuntamento programmato dalla “Xoventù Independentista”, un gruppo di giovani veneti che vorrebbero trasformare la scuola pubblica della nostra regione in una “Scuola Veneta”, reclamando preferenza per gli insegnanti veneti, meritocrazia (solo per i Veneti), introduzione della storia e della lingua veneta.

Noi studenti non possiamo limitarci a disapprovare queste idee, ma intendiamo opporci a coloro che vogliono ridurre l’educazione scolastica a un sistema chiuso e localistico, tenendo presente che :

- i problemi reali della scuola (ore di laboratorio tagliate, classi pollaio da più di trenta alunni, abbassamento generale del livello culturale e divisione sempre più netta tra percorso liceale di serie A e percorso tecnico professionale di serie B) non possono essere messi in secondo piano o addirittura non venire considerati, per far prevalere le voglie indipendentiste di un circolo di amanti della cultura veneta;

- le figure istituzionali presenti al dibattito (il prof. Antonio Mingardi, preside dell’ITC Piovene e la prof.ssa Morena Martini, assessore provinciale all’Istruzione di Vicenza) legittimano e favoriscono la creazione e lo sviluppo di movimenti che vanno contro l’integrazione, quando invece la scuola dovrebbe essere per eccellenza il luogo in cui si insegna e si impara il rispetto per l’identità e la cultura di ogni persona;

- fra qualche mese sarà celebrato il 150° anniversario dell’unità d’Italia; la nostra stessa città è stata decorata  medaglia d’oro al valore militare per il suo contributo alla difesa strenua dell’unità del Paese e dei valori della libertà e dell’uguaglianza. Oggi, disconoscendo quegli stessi valori, sembra che si lotti per la separazione, mossi dalla paura e dall’individualismo;

- è impensabile che ci siano dei giovani che vogliono escludere i professori meridionali dall’insegnamento nelle scuole venete, affermando che i docenti veneti sono discriminati. Bisogna guardare la professionalità e le competenze dell’insegnante, non la sua provenienza.
Questa è la loro meritocrazia: escludere i docenti meridionali a priori, senza tener conto della loro capacità e preparazione.

Vicenza, 30 ottobre 2010
COLLETTIVO STUDENTI SCUOLA PUBBLICA