martedì 12 aprile 2011

La logica dell'ambulanza



 da ReteScuole
12/04/2011
La logica dell'ambulanza

inviata da Cosimo De Nitto

«Sono contraria ai contributi chiesti ai genitori per le spese di funzionamento delle scuole. Oggi i soldi ci sono e chi se li fa dare dalle famiglie lo fa per attaccare il governo».

Che strano modo ha la Gelmini di ragionare.

La sua logica è perfetta, solo che è rovesciata, al contrario, come la scritta “ambulanza”. E’ l’immagine speculare contraria e rovesciata della realtà.
La colpa dei tagli, chiaramente inventati dall’opposizione in malafede e ideologicamente prevenuta, non è del governo, ma dei dirigenti scolastici che chiedono soldi alle famiglie, non perché servono alla scuola per sopravvivere, ma per “attaccare il governo”. Seguendo questa logica si dirà che la colpa della disoccupazione e della precarietà è dei giovani che scendono in strada a protestare, i quali avrebbero da lavorare, ma preferiscono rimanere disoccupati e precari per “attaccare il governo”. Se il governo diminuisce i fondi per gli enti locali e questi aumentano il costo dei servizi la colpa è degli enti locali che chiedono più soldi ai cittadini per “attaccare il governo”. Insomma la colpa non è di chi provoca il danno ma di chi si lamenta perché lo fa per “attaccare” chi questo danno ha provocato.
La magistratura accusa Berlusconi di reato? La colpa non è di Berlusconi per avere eventualmente commesso il reato, ma della magistratura che lo incrimina per “attaccare il governo”.
Questa logica (dell’ambulanza) costituisce parte integrante della retorica di questa destra, che segue sempre la stessa grammatica che provo a sintetizzare così:

1) E' falso quello che dice l'interlocutore, non perché non risponde al vero, ma perché è detto per colpire il capo, che essendo stato eletto e giudicato dal popolo non può essere criticato, altrimenti si è contro il popolo. Nemmeno la magistratura può giudicarlo, altrimenti compie atto eversivo contro la volontà popolare;

2) L'interlocutore viene sempre tacciato di sinistra, o vicino alla sinistra, o nei dintorni, dunque comunista, dunque il pericolo pubblico n° 1 del popolo. Ovviamente si dà per scontato che "sinistra", già nella parola, sia sinonimo di male.

3) Si adotta uno schema duale, o sei con me o contro di me, gli argomenti non contano. Non si può essere con, ma..., non si può essere contro, ma... Se non riescono ad inquadrarti nello schema, automaticamente vieni iscritto d'ufficio alla squadra avversaria.

4) Si contesta la credibilità dell'interlocutore, non le sue argomentazioni, con riferimenti "storici" decontestualizzati, anche se non c'entrano con l'argomento di cui si sta trattando (citazioni, dichiarazioni di tanto tempo fa, ecc.). tecnica tipicamente avvocatesca adottata quando, non potendo negare la gravità di una testimonianza, si cerca di screditare il testimone.

5) L'interlocutore, ormai identificato con la sua presunta (non importa che sia vero) "parte", viene accusato di aver fatto prima le cose che si attribuiscono alla destra. Se non l'ha fatte lui non importa, le ha fatte la sua parte, se non le ha fatte la sua parte non importa le ha fatte qualcuno della sua parte, ecc.

6) Porre domande retoriche insinuanti accompagnate da espressioni che mostrano certezze che però non si vogliono/possono esternare. (Come mai la magistratura ha mandato proprio in questo momento l'avviso di garanzia? ecc). Di solito queste domande devono insinuare il dubbio del complotto, ecc. bypassando sempre il merito delle questioni.

7) Si cerca sempre di negare anche l'evidenza, ma se non si può allora si assume la giustificazione che così fan tutti, o farebbero se ne avessero le possibilità.

8) Giustificarsi sempre, come fece quel ragazzo tanti anni fa quando lo si criticò perché era stato rimandato in tre materie e lui rispose: - Si, ma mio fratello è stato bocciato! Quando non si può negare l'addebito si dice che qualche altro paese, partito, persona ecc. ha problemi maggiori, oppure ha fatto la stessa cosa.

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Questa analisi, grezza ed empirica, è aperta e perciò suscettibile di aggiunte ed emendamenti. Chi vorrà aggiungere, togliere, precisare può tranquillamente farlo.

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