venerdì 28 gennaio 2011

Domenica 30 gennaio: Incontro Nazionale delle Scuole

da Comitato genitori e insegnanti di Padova

Domenica 30 gennaio – ore 10.00 – 18.00:
Incontro Nazionale delle Scuole




  
                                            Facciamo il punto

- come opporsi alla terza trance di tagli
- Consulta nazionale
- e una domanda: non è forse tempo di rendersi conto che resistere non è più sufficiente? individuare nuove rotte e nuove proposte capaci di rilanciare la centralità della formazione pubblica

     BOLOGNA – c/o Associazione Nuovamente
                   via Ludovico Berti 2/9

clicca qui per la mappa

Una buona occasione per ricominciare a pensare globalmente dopo tante azioni locali.

L’urgenza del momento richiede tutta la nostra attenzione e unitarietà come movimenti e gruppi impegnati in difesa della scuola pubblica in diverse città italiane.

Per proseguire insieme nel dialogo che ci ha visti protagonisti nell’Incontro Nazionale del 4 luglio 2010 a Parma, dove si sono proposte campagne che hanno acceso le mobilitazioni dell’autunno appena trascorso, sentiamo ora il bisogno di fare un bilancio di questi mesi e programmare strategie comuni per fermare lo sfascio dell’istruzione pubblica.


Padova, 28 gennaio 2011

da Comitato genitori e insegnanti di Padova



UN GRAZIE DI CUORE A CHI HA SFILATO CON NOI OGGI A PADOVA ALLA MANIFESTAZIONE DELLA FIOM

Comitato Genitori ed Insegnanti per la Scuola Pubblica di Padova






Foto di Cristina Fattori


martedì 25 gennaio 2011

Per partecipare alla manifestazione regionale a Padova

dal sito della Cgil Vicenza



 Volantino FIOM VI per sciopero 28-01-11.doc - 32,77 kb

pullmans da tutta la provincia per partecipare alla manifestazione di Padova,ecco i principali punti di partenza:

- ARZIGNANO ( VILLAGGIO GIARDINO ) ORE 7.15; POI ALTE ( BOOWLING ) ORE 7.30
- LONIGO ( PIAZZA GARIBALDI ) ORE 7.10; POI ALTE ( BOOWLING ) ORE 7.30
- RECOARO- 6.45; poi ALTE ( BOOWLING) ORE 7.30
- BASSANO ( VIALE DE GASPERI ) ORE 7.30
- THIENE ( LOCALITA’ BOSCO ) ORE 7.30
- SCHIO ( DA BEPPINO ) ORE 7.30
- VICENZA ( PIAZZALE VALBRUNA ) ORE 7.45

I nominativi dei partecipanti ed i luoghi di partenza vanno comunicati entro mercoledì 26 gennaio ai funzionari/e FIOM delle varie zone oppure al centralino della CGIL di Vicenza ( signora Rossella ).

Il concentramento è previsto a Padova alle ore 9.00 in Piazza Stazione ed il corteo terminerà in Piazza dei Signori, dove si terranno i comizi conclusivi.

FIOM CGIL
Via Vaccari, 128
36100 Vicenza
TEL. 0444 569711 – 564844
FAX 0444567682
e-mail fiom@cgilvicenza.it




Sciopero del 28 gennaio: retescuoleverona

ALLA FIOM CGIL NAZIONALE

ALLA FIOM CGIL VERONA

Il coordinamento di genitori e insegnanti di Retescuoleverona esprime solidarietà e sostegno alle motivazioni che hanno portato i lavoratori metalmeccanici alla proclamazione dello sciopero generale del 28 gennaio, perché anche noi siamo convinti che la difesa dei diritti riguardi la vita di tutti i cittadini.

Oggi vengono pesantemente attaccati i diritti sociali fondamentali garantiti dalla Costituzione:

  • Il diritto all’istruzione
  • Il diritto di sciopero
  • La democrazia e la libertà sindacale
  • La contrattazione collettiva
  • Il diritto alla salute

Compito fondamentale della scuola è educare i futuri cittadini alla consapevolezza e alla pratica dei diritti e dei doveri, cosa che oggi sta diventando sempre più difficile.

E’ evidente che ciò che sta accadendo alla Fiat è in parte già accaduto nella scuola.

Ci sentiamo quindi vicini ai lavoratori metalmeccanici e uniti a loro nella lotta.

Verona, 24 gennaio 2011

                                                                                                        retescuoleverona

Sciopero del 28 gennaio: Comitato di Padova

da Comitato genitori e insegnanti x la scuola pubblica di Padova e provincia

Il Comitato aderisce alla giornata di sciopero del 28 gennaio

Il Comitato Genitori ed Insegnanti per la Scuola Pubblica di Padova aderisce alla giornata di sciopero generale indetta dalla FIOM e dai Cobas della Scuola.

Nonostante sia stata bocciata dalle mobilitazioni del mondo della scuola e da numerose sentenze (Consiglio di Stato e Tar) e delibere del Consiglio Nazionale della Pubblica Istruzione la riforma Gelmini prosegue il suo corso ed al momento incombe sulla scuola la terza ondata di tagli con la soppressione di ulteriori 35.000 posti di lavoro. Non solo quindi per solidarietà con i lavoratori metalmeccanici, ma “insieme” a loro manifesteremo la nostra opposizione portando le ragioni del mondo della scuola in piazza.

Diamo appuntamento a chiunque voglia manifestare con noi dietro allo striscione del Comiatato alle

         ore 9.00 del 28 Gennaio in Piazzale della Stazione a Padova

Scatti di anzianità: giallo?

 da la Repubblica.it del 24 gennaio 2011

L'inghippo sugli stipendi dei prof
solo una parte prenderà gli aumenti

di Salvo Intravaia

Ministero e parte dei sindacati avevano assicurato che gli scatti, bloccati dalla manovra, erano stati reintegrati. Ma ora, guardando le buste paga, per circa 400mila, questo avverrà con tre anni di ritardo. E parte l'allarme

Sorpresa amara in busta-paga per 300 mila docenti e 70 mila non docenti della scuola. Nel prospetto dello stipendio di gennaio, nonostante le rassicurazioni di parecchi sindacati e dello stesso governo, migliaia di insegnanti, bidelli e personale di segreteria scoprono che per ottenere il prossimo scatto di stipendio dovranno attendere otto anni, non più sei come stabilito dal contratto. Una enormità se si considera che il contratto della scuola è scaduto a fine 2009 e che nel frattempo il costo della vita crescerà almeno di 15 punti.

La notizia circola da diversi giorni in alcuni siti specializzati. Al momento, i più cauti battezzano la questione come semplice "giallo sugli scatti". Ma basta confrontare i prospetti di dicembre e gennaio inviati dal ministero dell'Economia agli interessati per comprendere la portata del blocco degli scatti, che alcuni sindacati giurano di avere disinnescato. Per comprendere la questione occorre fare un passo indietro, ritornando al mese di giugno del 2010, quando il governo sotto i colpi della crisi economica mondiale e della speculazione internazionale vara una megamanovra finanziaria da 25 miliardi.

In un primo momento, gli stipendi degli insegnanti vengono colpiti in tre modi: congelamento del rinnovo del contratto, già scaduto il 31 dicembre del 2009; blocco per un triennio degli scatti stipendiali automatici previsti dal contratto vigente e dirottamento della quota di risparmi destinata al merito per coprire debiti del governo nei confronti delle scuole. Di fronte ad una simile batosta, opposizioni e sindacati alzano la voce e dopo diverse manifestazioni di piazza e una complessa trattativa con il ministro dell'Economia, Giulio Tremonti, Cisl e Uil scuola e Snals strappano un impegno: il blocco degli scatti automatici viene scongiurato e saranno coperti con la quota di risparmi destinata al merito. Le scuole che vantano crediti nei confronti del ministero faranno come hanno fatto finora: si arrangeranno.

Ma, come sarebbe stato più logico fare, al momento di convertire in legge il decreto sulla manovra il Parlamento non cancella il famigerato comma 23 dell'articolo 9, che blocca gli scatti per il 2010, 2011 e 2012. Preferisce invece aggiungere a tre diversi articoli altri tre commi che solo letti insieme e con notevole sforzo interpretativo riconsegnano gli scatti a coloro che avrebbero dovuto percepirli nel 2010, 2011 e 2012. E, a riprova che "il pericolo è superato", pochi giorni fa arriva il decreto di Tremonti che assegna i fondi per il 2010. Lasciando intendere che una soluzione analoga sarebbe stata adottata anche per il 2011 e per l'anno successivo.

Ma la verità sembra un'altra: coloro che hanno ricevuto lo scatto di stipendio nel 2010, nel 2009 e nel 2008 restano fregati. Roberta è una insegnante di scuola dell'infanzia che ha ricevuto l'aumento di stipendio a settembre dello scorso anno e fino alla busta-paga del mese di dicembre il suo cedolino indicava il successivo scatto, pari a 2 mila euro l'anno circa, per il 2016. Ma nel prospetto del mese di gennaio, a sorpresa, scopre di "scattare" nel 2018: due anni dopo. Dovrà in sostanza attendere ben otto anni prima di ricevere un aumento di stipendio pari a 100 euro al mese netti.

Il conteggio effettuato da Osvaldo Roman, uno che se ne intende di questioni scolastiche, spiega che tutti i docenti con nove anni di anzianità di servizio perderanno 25 mila euro fino a fine carriera. Saranno un po' più fortunati coloro che devono rimanere in cattedra per meno tempo: da 18 mila euro a 4 mila per coloro che hanno 35 anni di servizio. Del resto, non è un segreto che con questa manovra sugli stipendi di docenti e Ata il governo intendeva racimolare un bel gruzzolo: 18 miliardi di euro con effetti fino al 2050, come si legge nella relazione tecnica allegata alla manovra.

giovedì 20 gennaio 2011

Sciopero del 28 gennaio: Assemblea difesa Scuola Pubblica Vicenza

Sciopero 28 gennaio: ReteScuole

da ReteScuole

17 gennaio 2011

Perché Retescuole sostiene lo sciopero del 28 gennaio e perché chiede al popolo della scuola di aderirvi.


Retescuole e i comitati a difesa della scuola pubblica nel milanese sono costituiti da lavoratori e lavoratrici: sono i genitori che vengono eletti nei consigli di circolo e di istituto per cercare di dare un contributo al buon funzionamento della scuola pubblica, sono i genitori che hanno difeso e difendono con le unghie e coi denti il tempo pieno e il tempo prolungato, sono i docenti e gli ata che manifestano e protestano contro i tagli e le riforme disastrose per l’avvenire delle bambine e dei bambini e delle/degli adolescenti. Quindi non abbiamo dubbi da che parte stare se in ballo ci sono i diritti di chi lavora.

Lo sciopero indetto dalla Fiom Cgil è nato dalla vicenda Mirafiori. Quella vicenda è un bivio che costringe tutti a scegliere: non si può stare in mezzo. E’ come quando un governo si trova a dover tagliare delle spese: sceglie quelle militari o quelle di scuola e università? Sappiamo quel che hanno scelto in questi ultimi quindici anni i governi di ogni colore. Anche noi abbiamo scelto: Marchionne è della stessa specie di quelli che dicono che la scuola pubblica è un peso, perché la concorrenza internazionale… perché la spesa… perché l’economia… E’ di quelli per i quali l’economia va benissimo quando la borsa tira, anche quando ai più tocca tirar la cinghia.

Ma non si tratta di esprimere solo solidarietà a qualcuno. La scuola ha abbondanti ragioni per protestare “per sé”. Incombe la terza ondata di tagli (vogliono sopprimere altri 35.000 posti entro pochi mesi), il precariato dilaga, la riforma universitaria… Fortunatamente nello stesso giorno hanno proclamato lo sciopero anche due sindacati presenti nella scuola e nell’università (Cub e Cobas) e ciò consente la “copertura” per scioperare alle lavoratrici e ai lavoratori della scuola che lo desiderano.

Sia il lavoro che la scuola sono “beni comuni”, diritti che vengono messi pesantemente in discussione da troppi anni. Abbiamo bisogno di dimostrare a chi ha il potere che la gente non è disponibile a rinunciarvi. Se non lo manifestiamo chiaramente non potremo pensare di resistere da soli nella trincea della difesa della scuola pubblica. Quei signori non si limitano a togliere posti e soldi: tolgono futuro. E lo vediamo tutti i giorni a scuola, dove i ragazzi e persino i bambini immaginano per sé una prospettiva di vita peggiore di quella dei propri genitori.

Quindi per il 28 gennaio noi chiediamo ai genitori e agli studenti di manifestare come possono la loro adesione allo sciopero, alle lavoratrici ed ai lavoratori della scuola di scioperare, chiediamo a tutte e tutti di partecipare in maniera unitaria alle manifestazioni regionali che si terranno, costituendo e rafforzando lo spezzone della scuola e dell’università.

Scarica il volantino

PROBLEMA BIBLICO

da Salva la scuola pubblica

Antefatto: il presidente della Regione Veneto, Luca Zaia, ha deciso di donare una copia della Bibbia (anzi, Sacra Bibbia) agli alunni della scuola primaria. L'ass. Donazzan, nella lettera inviata ai presidi per comunicare l'iniziativa, la definisce "un riferimento indispensabile per comprendere le nostre radici culturali e la nostra tradizione" e invita gli studenti a leggerla, "magari in occasione delle prossime festività natalizie attorno ad un presepe".
Se riusciamo a finire di asciugarci gli occhi per la commozione, postiamo un contributo che ci è pervenuto sull'argomento e invitiamo chi volesse aderire come firmatario a inviare per mail il suo nominativo alla posta del nostro comitato (salvalascuolapubblica@gmail.com).
Per chi volesse conoscere per esteso le motivazioni addotte a sostegno della "scelta biblica" (e sono tali che davvero meriterebbero una lettura attenta), mettiamo a disposizione il comunicato stampa della Giunta Regionale Veneta che le riporta.
Ah, la Regione Veneto regala la Bibbia, ma quest'anno non ha finanziato il fondo necessario ai testi scolastici degli studenti indigenti.


L’assessore regionale Donazzan, con una lettera del 15 dicembre, ha comunicato ai dirigenti scolastici del Veneto che la Regione donerà a tutti gli alunni delle Scuole Primarie una copia della Bibbia.


Siamo quasi tutti insegnanti ed essendo stati invitati a una riflessione, riteniamo doveroso esprimere le nostre valutazioni su tale iniziativa.


1- A causa dei tagli alla spesa scolastica che il ministro Gelmini ha imposto dal 2008, molte scuole sono prive dei materiali essenziali per il funzionamento e genitori di buona volontà pagano di tasca propria quanto in realtà hanno già pagato una prima volta con le tasse. Nelle scuole mancano i vocabolari, i libri per i ragazzi e perfino il materiale di pulizia.


2- La Regione Veneto ha appena deliberato tagli del 50% e più a tutti i capitoli di spesa per il 2011. Non ci saranno più borse di studio, bonus scuola, buoni trasporto; per l’ Istruzione e la Formazione (di cui Donazzan è assessore) si scende da 101 a 55 milioni; lacrime e sangue anche per l’assistenza sanitaria; aumento dell’IRPEF in arrivo.


3- Però il governo regionale, invece di informare i cittadini sullo stato delle cose, getta fumo negli occhi, distrae dalla dura realtà con proposte pittoresche. Ecco ad esempio Babbo Natale Zaia che porta i suoi regali: i bimbi felici potranno leggere accanto al presepio la storia di Sodoma e Gomorra, quella di Abramo che sta per sgozzare il figlio Isacco, ecc. I genitori si sentiranno molto rassicurati.


4- Ma veniamo al cuore della questione: noi siamo forse degli ingenui, ancora convinti di abitare in Italia, stato laico secondo la Costituzione, che perciò tutela la libertà religiosa di tutti, cattolici, protestanti, ebrei, musulmani, e anche di chi è agnostico o ateo.


L’insegnamento della religione cattolica è già garantito per 2, dicasi 2 ore settimanali ( e non 1 come nelle scuole superiori!) dal Concordato Stato-Chiesa; in queste due ore spesso si legge e si studia la Bibbia, che le scuole (e anche molte famiglie) si sono già procurate senza aspettare Zaia.


Ma alla Donazzan questo non basta: si scaglia contro “la deriva laicista, il relativismo” e insiste sulle “nostre radici culturali e la nostra tradizione”.


Insomma sembra che la Bibbia debba essere usata come arma impropria per scavare un confine netto tra noi veneti e gli altri (immigrati, non cattolici). Fa dell’ideologia e della propaganda politica, come se il Veneto fosse uno stato islamico, integralista, dove non c’è distinzione tra Cesare e Dio.


Non ancora soddisfatta, tira in ballo il Patriarca di Venezia Cardinale Angelo Scola, sbagliandone pure il nome, visto che nella sua lettera lo chiama Ettore, confondendolo forse con il regista.


Tra i firmatari di questa lettera ci sono anche cattolici che non gradiscono di vedere la loro fede così evidentemente strumentalizzata.


5- Ci tocca dunque darle un dispiacere: noi che lavoriamo in una scuola sempre più pluralista e multietnica, continueremo ad affaticarci per sviluppare la conoscenza e la comprensione reciproca, e soprattutto per formare menti aperte e critiche, non indottrinate e intolleranti.


6- Concludiamo con un semplice consiglio ai nostri amministratori: Risparmiate i molti soldi dei contribuenti che state per spendere in tipografia e utilizzateli per le vere priorità.




P.S. :


A Palazzo Balbi sarà certamente gradita la lettura di un estratto del Vangelo secondo Matteo


6,1-6.16-18:


“Guardatevi dal praticare le vostre buone opere davanti agli uomini per essere da loro ammirati, altrimenti non avrete ricompensa presso il Padre vostro che è nei cieli. Quando dunque fai l'elemosina, non suonare la tromba davanti a te, come fanno gli ipocriti nelle sinagoghe e nelle strade per essere lodati dagli uomini. Quando pregate, non siate simili agli ipocriti che amano pregare stando ritti nelle sinagoghe e negli angoli delle piazze, per essere visti dagli uomini. In verità vi dico: hanno già ricevuto la loro ricompensa”.



domenica 16 gennaio 2011

Class action precari: scadenza 22 gennaio

da tuttoscuola.com
14 gennaio 2011

Si muovono il Codacons e i sindacati
Class action per i contratti dei precari: 15mila adesioni


Sono decine di migliaia i docenti precari che hanno già impugnato, o si apprestano a farlo, i propri contratti a tempo determinato. Le azioni si sono accelerate da quando nello scorso settembre un giudice di Siena ha accolto il ricorso di un supplente da vari anni in graduatoria, riconoscendogli l'immissione in ruolo e l’anzianità di servizio.
Il Codacons ha promosso una class action e sono quasi 15.000 i docenti e gli Ata che hanno aderito. Le adesioni si sono moltiplicate negli ultimi giorni perché sabato 22 gennaio scadono i termini per la presentazione dei ricorsi  da parte di chi ha almeno tre anni di precariato alle spalle, come stabilito dal Collegato lavoro. Dopo quella data non sarà più possibile impugnare l'ultimo contratto.
Anche i sindacati, e altre sigle nate all’interno del movimento dei precari, offrono assistenza legale a tutti coloro che sono interessati alla class action.
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Leggi anche l'articolo da il corriere.it

I precari portano la scuola in tribunale 

 

Petizione a Napolitano

da Comitato genitori e insegnanti di Padova

Petizione a Napolitano: il 15, il 22 e il 29 gennaio di nuovo con i banchetti in piazza


di Comitato Genitori ed Insegnanti per la Scuola Pubblica di Padova
11 gennaio 2011
Raggiunta la quota di 3.000 firme a Padova e zone limitrofe nel mese di dicembre, abbiamo deciso, dopo la pausa natalizia, di tornare con i banchetti in piazza per continuare la raccolta nella petizione da portare al Presidente Napolitano, in qualità di garante della Costituzione; ricordiamo al Parlamento che l’istruzione è un diritto e che l’articolo 33 della Costituzione, al comma 3, recita “Enti e privati hanno il diritto di istituire scuole ed istituti di educazione, senza oneri per lo Stato”.
Troverete quindi il nostro banchetto:

Sabato 15 gennaio dalle ore 10.00 alle ore 18.00

Sabato 22 gennaio dalle ore 10.00 alle ore 18.00

Sabato 29 gennaio dalle ore 10.00 alle ore 18.00

in Piazza delle Erbe (lato fontana)

Saremo presenti anche con gli opuscoli dedicati alle Iscrizioni degli alunni per il prossimo anno scolastico e alle scuole a tempo pieno 
Se qualcuno vuole darci una mano segnali la sua disponibilità con una mail a: gioca.salmaso@tin.it
L’operazione di raccolta continuerà ininterrottamente fino al 14 febbraio 2011; aiutateci segnalando la possibilità di firmare ad amici, parenti, colleghi, veicolate l’iniziativa nei Collegi dei Docenti e nei Consigli d’Istituto delle vostre scuole.
Per chi si vuole organizzare autonomamente:
scaricate>>>qui<<<il testo della petizione
scaricate>>>qui<<<il foglio firme per la raccolta a scuola
scaricate>>>qui<<<il foglio firme per la raccolta fra i cittadini
Per informazioni e consegna schede firmate scrivete a:
comitato.nogelmini@gmail.com
Comitato Genitori ed Insegnanti per la Scuola Pubblica di Padova

RETE DOCENTI Verona

Si è costituita a Verona la RETE DOCENTI  SCUOLA PUBBLICA SECONDARIA,
con l'obiettivo di proporre iniziative atte a manifestare il forte disagio che si registra nelle scuole della provincia.

Leggi il documento-manifesto degli insegnanti di scuola superiore di Verona



SABATO 22 GENNAIO
Alle ore 9,00
presso la
Sala Convegni

 

CENTRO MEDICO CULTURALE “G. MARANI”  

Via C. De Lellis, 2

AZIENDA OSPEDALIERA – UNIVERSITARIA INTEGRATA DI VERONA


giornata di riflessione e discussione
sul tema


DIRITTO ALLO STUDIO,
COSTITUZIONE E
CRISI ECONOMICA


Interverranno:
PROF.SSA DONATA GOTTARDI  Docente Ordinario di Diritto del Lavoro presso l’Università degli Studi di Verona


PROF. FEDERICO TESTA Docente Ordinario di Economia e Gestione delle Imprese presso l’Università degli Studi di Verona


Nel corso dell’incontro verranno letti da alcuni studenti articoli della Costituzione Italiana (fra cui gli articoli 3 e 34) corredati da brevi commenti di Costituzionalisti  (L. Carlassare, M. Ainis, F. Bilancia  e altri)
A conclusione sono previste domande da parte degli studenti ed approfondimenti dei docenti intervenuti



La giornata si aprirà con una “Orazione civile” tratta da Lettera a una professoressapubblicata nel 1967 dai ragazzi della scuola di Barbiana di Don Milani (riduzione a cura del Prof. GAETANO MIGLIORANZI )
recitata da GUIDO RUZZENENTI


L’iniziativa è promossa dalla
Rete dei Docenti della Scuola Pubblica Secondaria di Verona

mercoledì 5 gennaio 2011

Lettera aperta dei lavoratori Fiat Mirafiori agli studenti

da Comitato genitori e insegnanti x la scuola pubblica – Padova e Provincia
5 gennaio 2011


Lettera aperta dei lavoratori Fiat Mirafiori agli studenti



Dai lavoratori Fiat Mirafiori, agli studenti e alle studentesse dell’Università e a tutto il mondo della formazione

4 gennaio 2010

Viviamo in un periodo in cui il ceto politico e la classe dominante, anche attraverso un uso cinico della crisi economica, stanno ulteriormente peggiorando le condizioni di vita, di studio e di lavoro di tutti i settori più deboli della società.
Vorremmo farvi partecipi della nostra condizione.
Noi operai della Fiat circa trent’anni fa ambivamo e sceglievamo di entrare a lavorare in fabbrica con la prospettiva di un, seppur basso ma sicuro, salario mensile che ci consentisse un futuro dignitoso per noi e per la nostra famiglia: questa piccola sicurezza ci ha concesso, nel tempo, di poterci permettere il consumo di beni materiali in cambio del nostro lavoro fisico.
Alle prime autovetture comprate a rate, andava a sommarsi il mutuo della casa e magari la rata del prestito per sostenere lo studio dei nostri figli, per assicurargli, illudendoci, un futuro migliore del nostro.
Per anni abbiamo continuato ad ingurgitare e defecare beni materiali, producendo humus che concimava la pianta del sistema capitalistico. In fabbrica parlavamo (e magari qualcuno stupidamente investiva) di azioni, di borsa, di bolle di mercato…ed intanto quotidianamente i lavoratori morivano sui luoghi di lavoro.
Ora in fabbrica si usa come arma psicologica la cassa integrazione, in questo modo non guadagni, non spendi e quindi non sei nessuno, non esisti.
Il sistema capitalistico vuole cancellare in un sol colpo il passato (i diritti e il reddito conquistati con lotte, con sacrifici e morte dai nostri padri) ed il futuro, cioè la possibilità di studio e di emancipazione per i nostri figli, in cambio di un presente sempre più improntato ad un consumismo immediato.
Questa condizione, sempre peggiorata negli ultimi decenni, ci porta a pensare che non è più possibile lottare individualmente o settorialmente; ci porta a credere che sia sempre più necessario costruire dei percorsi di unità.
Vogliamo essere uniti nelle lotte perché noi crediamo che così si possano migliorare le opportunità di chi studia e di chi lavora.
Uniti, perché il mondo del lavoro e quello scolastico vivono già una condizione precaria e gli interventi attuali volgono al loro peggioramento.
Uniti, perché gli studenti di oggi, domani entreranno in un mondo del lavoro precario e noi, come hanno fatto i nostri genitori, dobbiamo far si che la nostra lotta respinga i provvedimenti di chi vuole fare solo “cassa” sulle vite dei più deboli.
Oggi studenti e operai insieme possono creare un ponte, dove il mondo della formazione e la classe operaia e lavoratrice si uniscano per proporre un dialogo e un’unità per respingere gli attacchi di una società in cui solo una piccola parte decide per tutti.
Per noi è importante uscire dalla fabbrica.
Siamo convinti che sia necessario che tutte le realtà che oggi sono colpite in modo trasversale dai governi e dalle classi dominanti, debbano trovare un primo momento di confronto, di conoscenza, di discussione che porti a rafforzare le lotte di tutti e a mettere in campo una forza adeguata per poter tornare a migliorare le nostre condizioni di vita.

28 GENNAIO: UN BUON ANNO IN PIAZZA

da ReteScuole
milano , 02/01/2011


IL 28 GENNAIO COSTRUIAMO LA MOBILITAZIONE GENERALE ANCHE DELLA SCUOLA, INSIEME AI METALMECCANICI

Abbiamo chiuso l'anno con mesi di mobilitazione straordinaria e senza precedenti del popolo della scuola, studenti medi ed universitari in prima fila. Non appena approvata la contro-riforma Gelmini, sui muri delle scuole le V di vergogna si sono alternate alle V di vendetta. Scuola, questione giovanile, disoccupazione e precariato, furto del futuro sono diventate tema e questione sociale ormai stabilmente presente tra la popolazione, nonostante i tentativi di trasformarla in problema di ordine pubblico. Le lotte degli studenti hanno trovato un consenso crescente non solo tra gli insegnanti, ma anche nella società civile e tra gli immigrati con cui si è condivisa più di una lotta: gli applausi ai cortei studenteschi nei quartieri popolari a forte presenza migratoria sono un segnale di un fronte di alleanza che si sta pian piano saldando. Ma il fronte di lotta più decisivo per il prossimo futuro è quello aperto dai metalmeccanici della Fiom o, a dir si voglia, dall'offensiva padronale capeggiata dalla Fiat; offensiva che mette in gioco i diritti nel luogo principe della società: la fabbrica. E qui ci si richiama alla precedente mobilitazione comune, operai e scuola, a Roma il 18 novembre scorso a simboleggiare una alleanza anch'essa in via di saldatura. perchè l'attacco ai beni comuni è un fatto evidente: non è un caso che il 23 dicembre sia stata firmata la Legge Gelmini e, in contemporanea, l'accordo anti-lavoratori della Fiat Mirafiori, che entrambi i fatti si contendessero il titolo di prima pagina sui giornali; quel giorno la Gelmini annunciava "Abbiamo chiuso col '68" e Merchionne contemporaneamente annunciava "Abbiamo chiuso un ciclo di quarant'anni" (di lotte operaie per i diritti). Queste sono le poste in gioco e per questo la scuola deve partecipare in forza alla mobilitazione del 28 gennaio, unendosi ai cortei dei metalmeccanici; il popolo della scuola e gli studenti non mancheranno a questo appuntamento per un "buon anno" di lotta; che anche le rappresentanze sindacali di base nella scuola si dichiarino e premano per lo sciopero generale e per la partecipazione a questo sciopero: sciopero il 28 gennaio e sciopero generale al più presto.

"La società civile con la Fiom"

da MicroMega

Andrea Camilleri, Paolo Flores d'Arcais e Margherita Hack: "L’inaudito attacco della Fiat ai diritti dei lavoratori è un attacco ai diritti di tutti i cittadini, poiché mette a repentaglio il valore fondamentale delle libertà democratiche. Ecco perché riteniamo urgente che la società civile manifesti la sua più concreta e attiva solidarietà alla Fiom e ai lavoratori metalmeccanici: ne va delle libertà di tutti".

Collegato lavoro: migliaia di ricorsi

da ilFattoQuotidiano.it del 3 gennaio 2010
 
di Augusto Pozzoli


Tra i vari diritti rivendicati, anche il riconoscimento delle nomine in scadenza il 30 giugno fino al 31 agosto. Gli uffici sindacali hanno già cominciato a raccogliere le firme per i ricorsi

Una valanga di ricorsi al giudice da parte dei precari della scuola per non mandare in prescrizione diritti che si ritengono acquisiti e che il cosiddetto collegato lavoro cancellerebbe a partire dal prossimo 23 gennaio. Interessati a questa vicenda 240 mila docenti iscritti nelle graduatorie a esaurimento e 100mila non docenti iscritti nelle graduatorie provinciali.

Quali sono i diritti più frequenti che si vogliono tutelare? Innanzitutto quelli di chi ha avuto un incarico annuale su un posto vacante e che aspira a un posto fisso. Secondo: il riconoscimento degli scatti biennali. Terzo: la ricostruzione di carriera. Infine il riconoscimento delle nomine in scadenza il 30 giugno fino al 31 agosto. Le organizzazioni sindacali della scuola e le varie associazioni di precari sostengono questa rivendicazione e hanno messo a disposizione i loro legali per patrocinare i ricorsi per lo più a titolo gratuito per gli interessati.

Vengono al pettine dunque tutti i problemi di docenti che da anni lavorano nella scuola e aspirano a un posto fisso e non si vedono riconoscere un minimo di stabilità. Nel pubblico il posto dovrebbe avvenire solo attraverso un concorso, ma da 10 anni non ne viene bandito uno. Da qui l’estremo tentativo per recuperare la situazione. Dice Pippo Frisone, sindacalista della Flc Cgil: “Tutti hanno qualcosa da rivendicare. Il tempo stringe. Tutta colpa del collegato lavoro, la nuova legge strozza-precari che riduce le tutele e abbatte i tempi della prescrizione. E così chi lascia scadere la fatidica data del 23 Gennaio 2011 senza aver depositato almeno un’impugnativa non potrà rivendicare più nulla”.

Gli uffici sindacali hanno già cominciato a raccogliere le firme per i ricorsi: il tam tam di questa opportunità si allarga. “I tribunali – continua Frisone – risulteranno così intasati di ricorsi perché nel dubbio ognuno preferirà non tirarsi indietro, proprio perché in tempi di magra e di scarse assunzioni, tentare conviene comunque. Il sistema sembra oramai impazzito perché sono saltati tutti quei meccanismi che in passato a fronte di assunzioni sistematiche e certe garantivano comunque un minimo di equilibrio tra tutte le parti in causa”. E le prospettive? Qualche giudice del lavoro ha già riconosciuto qualche diritto di quelli oggi rivendicato, ma certo non c’è da farsi eccessive illusioni, soprattutto di fronte ai problemi della finanza pubblica. “Sta di fatto – dice Rita Frigerio, responsabile milanese della Cisl scuola – che si va a dimostrare che mantenere il precariato non è conveniente per nessuno. Soprattutto quando ci sono posti liberi che solo i precari sono in grado di occupare”: