martedì 15 dicembre 2009

LA RIFORMA SARÀ RINVIATA?


Schemi dei regolamenti sospesi



Il 9 Dicembre il Consiglio di Stato sospende il parere sulla riforma delle superiori chiedendo al ministro chiarimenti.....e i tempi si fanno più lunghi. I pareri delle commissioni parlamentari ancora non ci sono (scadenza 31 novembre). 

LA RIFORMA SARÀ RINVIATA?

Per approfondire leggi la documentazione sul sito dell'ADI (Associazione docenti italiani)

domenica 13 dicembre 2009

A cura di Legambiente Scuola e Formazione




SCUOLA PUBBLICA:
LIQUIDAZIONE… DI FINE STAGIONE
Cifre, dati, commenti
sui tagli operati dal Governo ai danni della scuola pubblica

TUTELIAMOCI PER TUTELARE

Pubblichiamo un utile documento sulla sicurezza nelle scuole elaborato dall’Assemblea difesa Scuola Pubblica di Vicenza. Invitiamo a scaricare e a stampare fronte/retro il volantino per diffonderlo nelle scuole.
 
Negli ultimi anni sempre maggior attenzione giuridica è stata dedicata al tema della sicurezza nel posto di lavoro e numerose, anche se non sempre coerenti, sono state le norme emanate. La vincolante importanza di tali norme è stata altresì ricordata dal ministro Gelmini ad aprile nella circolare sulla formazione delle classi per l’anno scolastico 2009/2010 (C.M. 38/09).
Il problema della sicurezza è divenuto ancor più importante quest’anno con l’aumento del numero degli studenti presenti nelle nostre aule.
Poiché non sempre si ha la possibilità di essere informati su una normativa così complessa, noi dell’Assemblea Difesa Scuola Pubblica di Vicenza abbiamo pensato di sintetizzare qui di seguito i punti fondamentali per contribuire alla sicurezza ed alla salute dei nostri studenti e per tutelarci sotto il profilo giuridico ed economico.

Sottolineiamo che le scuole della provincia che hanno presentato un rigoroso piano degli spazi a disposizione si sono viste assegnare classi in più.

Il Decreto Legislativo 81 del 2008, testo unico sulla “Tutela della Salute e della Sicurezza nei Luoghi Di Lavoro”, integra la “legge” 626 e stabilisce che:

Art. 20. OBBLIGHI DEI LAVORATORI
  • comma 1: Ogni lavoratore deve prendersi cura della propria salute e sicurezza e di quella delle altre persone presenti sul luogo di lavoro, su cui ricadono gli effetti delle sue azioni o omissioni, conformemente alla sua formazione, alle istruzioni e ai mezzi forniti dal datore di lavoro.
  • comma 2e: I lavoratori devono in particolare segnalare immediatamente al datore di lavoro, al dirigente o al preposto … qualsiasi eventuale condizione di pericolo di cui vengano a conoscenza … per eliminare o ridurre le situazioni di pericolo grave e incombente, dandone notizia al rappresentante dei lavoratori per la sicurezza.
Art. 59. SANZIONI PER I LAVORATORI
  • comma 1a: I lavoratori sono puniti con l'arresto fino a un mese o con l'ammenda da 200 a 600 euro per la violazione dell'articolo 20, comma 2, lettere b), c), d), e), f), g), h) e i).

Le norme citate nel D.Lgs. 81, attualmente in vigore e non derogabili, a cui prestare attenzione sono le seguenti:

1. D.M. 18/12/1975 Norme tecniche sull’edilizia scolastica
Viene definito il numero di metri quadri netti (dai metri qudri della stanza vanno tolti quelli dell’area della cattedra, degli armadi e delle strumentazioni; non quelli dei banchi) di cui deve disporre ogni singolo alunno nella propria aula e l’altezza della stanza:

La non osservanza di tali parametri comporta la decadenza delle certificazioni di agibilità e di prevenzione incendi.

2. D.M. 26/08/1992 Norme di prevenzione incendi per l’edilizia scolastica
Le aule NON devono contenere più di 26 persone (es. 25 alunni + 1 docente).
In caso di modesto (termine usato a riguardo nel parere espresso dal comandante dei Vigili del Fuoco di Venezia) sforamento di tale valore l'indicazione del numero di persone effettivamente presenti deve risultare da apposita dichiarazione rilasciata sotto la responsabilità del dirigente.

Il problema si fa particolarmente grave nelle scuole (soprattutto la primaria) in cui, per assenza dell’insegnante, viene smembrata la classe e gli alunni vengono suddivisi nelle altre classi venendo così a creare situazioni di grave sovraffollamento.


Chiudiamo con un passaggio della Circolare Ministeriale 38 del 2 Aprile 2009 in cui il Ministero specifica il numero di studenti per classe:
“Continuano poi ad applicarsi le disposizioni relative alle limitate dimensioni delle aule”

I documenti che danno tutte le informazioni: mappe della scuola con metrature delle aule e numero studenti per classe sono documenti pubblici e quindi visionabili da chiunque ne faccia richiesta. Rivolgetevi quindi al Dirigente (responsabile ultimo della sicurezza) e alla segreteria per ottenere tali documenti.
 
Assemblea difesa Scuola Pubblica Vicenza

venerdì 11 dicembre 2009

STUDENTI: dal 17 novembre all'11 dicembre


   Nel giorno della manifestazione dell'11 dicembre che ha visto scontri tra polizia e studenti, causati presumibilmente dall'inaspettata e tardiva revoca dell'autorizzazione al corteo con percorso precedentemente concordato, in attesa di maggiori informazioni, vi invitiamo a seguire questo interessante confronto tra studenti universitari e "rappresentanti della politica".
   Il video è del 17 novembre, giornata mondiale per il diritto allo studio e quindi di mobilitazione per la scuola e l’università.





venerdì 4 dicembre 2009

Supplenze “tagliate” e le lezioni vanno in crisi


dal Giornale di Vicenza di Domenica 29 Novembre 2009

SCUOLA/1. Francesco Bortolotto, coordinatore della Gilda, spiega gli effetti della riforma

Supplenze “tagliate” e le lezioni vanno in crisi

I presidi evitano di chiamare i sostituti perché le risorse sono limitate Bisogna ricorrere a “stratagemmi” e ne risente l’insegnamento
Classi superaffollate, nessuna ora a disposizione, cautela dei presidi nel nominare i supplenti per non rosicchiare risorse che sono già ridotte all'osso.
Per Francesco Bortolotto, coordinatore regionale della Gilda, i nodi della riforma stanno venendo al pettine e stanno mettendo in serie difficoltà l'organizzazione quotidiana delle scuole.
«Quando manca un insegnante, e in istituti con 100-150 insegnanti in servizio qualcuno malato capita ogni giorno - sottolinea Bortolotto - i dirigenti non hanno nessuno con cui sostituirlo, di conseguenza si “inventano” le soluzioni più discutibili, magari riunendo in aula magna due o tre classi sorvegliate da un solo insegnante o suddividendo la classe in quattro, cinque gruppi e smistandola in altre classi o ancora annullando l'ora di laboratorio e facendo rimanere in aula a fare teoria gli studenti di classi diverse».
Stratagemmi, questi, fa notare il sindacalista, che rischiano di compromettere il normale andamento delle attività didattiche. «L'insegnante che doveva spiegare il modello atomico di Bohr o il volume della sfera si ritrova così in aula magna dove il massimo che può fare è proiettare quello che c'è, magari un documentario sul paesaggio veneto. - continua il coordinatore - Le attività di laboratorio, che a parole tutti vorrebbero aumentare, in questo modo languono. Gli insegnanti, già alle prese con classi troppo numerose, si vedono recapitare ulteriori cinque o sei ragazzini che per giunta non conoscono. Morale, anziché insegnare si devono limitare, con fatica, a mantenere l'ordine».
Vie d'uscita? «Il ministero con la circolare del 6 ottobre scorso comunica che i dirigenti scolastici possono provvedere, per periodi di assenza anche inferiori a quindici giorni, alla nomina di personale supplente temporaneo. Ma in realtà molti presidi non la rispettano, perché altrimenti i conti andrebbero subito in rosso, dal momento che sono stati tagliati in modo drammatico i fondi per le supplenze».
Le cifre, rese note in un incontro svoltosi il mese scorso a Roma tra il ministero e i rappresentanti sindacali, purtroppo parlano da sole. I 759.315.599 euro erogati nel 2007 diventano 607.215.113 nel 2008. Quanto al 2009, i fondi finora arrivati a destinazione coprono il periodo che va da gennaio ad agosto ed ammontano a 631.636.435 euro.
«A breve dovrebbe essere erogato alle scuole uno stanziamento di 150 milioni di euro quale acconto dei restanti quattro mesi del 2009 – spiega Bortolotto riferendo dell'incontro con il Miur – ma la situazione rimane ugualmente critica. Dal 2007 al 2008, infatti, (si tratta di stanziamenti per anno solare) nell'erogato, che è quello che conta, si è verificato un taglio di circa 150 milioni di euro. Le supplenze però non sono diminuite, di conseguenza dai 631 milioni erogati nel 2009 vanno tolti i 150 milioni utilizzati per pagare in ritardo le supplenze dell'anno precedente».
«Al 2009 restano circa 500 milioni - conclude - 260 meno del necessario, senza contare che i 150 milioni promessi “a breve” non sono sufficienti nemmeno a coprire le supplenze che venivano effettuate quando ancora nelle scuole c'erano insegnanti con ore a disposizione».

«Perché sono troppi (e a rischio) 30 alunni per classe»


lettera al Giornale di Vicenza di Mercoledì 2 Dicembre 2009

UN CARDINE DELLA RIFORMA-GELMINI NEL MIRINO DI UN GRUPPO D’INSEGNANTI

«Perché sono troppi (e a rischio) 30 alunni per classe»

Siamo un gruppo di insegnanti di scuola media superiore, tutti con molti anni di servizio di ruolo, e abbiamo sperimentato uno dei provvedimenti della riforma già in atto in tutti gli ordini di scuole, sul quale vorremmo puntare l'attenzione. Ci riferiamo all'aumento del numero massimo di alunni per classe.
Infatti fino al 2007 una classe doveva essere costituita con meno di 30 alunni; al raggiungimento di tale numero si costituivano due classi. In quell'anno la legge finanziaria voluta dal governo Prodi, improntata al risparmio su tutti i fronti, introdusse il tetto dei 30 alunni per consentire di ridurre di qualcosa la spesa della pubblica istruzione. Cambiato il governo la norma è rimasta, con l'aggiunta di una deroga fino a 33 alunni e da regole più restrittive per la costituzione delle classi iniziali dei vari corsi: minimo di 27 alunni, almeno 22 per una specializzazione degli ITIS.
Recentemente abbiamo sentito il ministro responsabile di questa situazione elencare tra i gravi problemi della scuola italiana l'affollamento delle aule, invocando interventi di edilizia scolastica per risolverlo! Volendo uscire da queste considerazioni politiche vagamente schizofreniche, visto che abbiamo sperimentato di persona il lavoro in classi di 30 allievi, ci permettiamo di affermare che la costituzione di classi così numerose è deleteria dal punto di vista didattico e formativo, e presenta anche aspetti problematici legati ad altri fattori, ad esempio la sicurezza negli ambienti scolastici. Cercheremo di spiegare alcuni dei motivi più rilevanti.
Per quanto riguarda la didattica già da molto tempo i pedagogisti hanno individuato il gruppo-classe ideale in un numero tra 20 e 25 alunni. Tali indicazioni sono state recepite in Italia ancora negli anni 30 del secolo scorso, e hanno ispirato le dimensioni delle aule negli edifici scolastici: praticamente in tutte le scuole costruite da allora fino ai giorni nostri le aule sono state progettate per un massimo di 25 alunni.
Ma anche prescindendo dalle dimensioni delle aule, dovrebbe essere evidente che un numero elevato di alunni non può essere seguito adeguatamente da un insegnante, tanto più che in questi ultimi anni la ricerca pedagogica ha puntato sull'individualizzazione dell'insegnamento, mettendo al centro dell'azione didattica il singolo allievo.
Si può pretendere ciò che si vuole dall'insegnante, ma questi non può seguire nello stesso tempo allo stesso modo 20 o 30 alunni!
Si noti inoltre che il gruppo limitato di 20-25 studenti è presente anche nelle università, all'estero: le classifiche sulla qualità degli atenei utilizzano come parametro anche l'indice di affollamento dei corsi, e ovviamente un indice alto risulta negativo. Le università italiane sono lontane dai vertici della classifica anche e soprattutto perché ci sono corsi seguiti da centinaia di studenti in aule stracolme, cosa impensabile a Cambridge o Harvard.
Strettamente legata all'indice di affollamento delle aule è la questione della sicurezza. Sembra assurdo che quando in Italia si riducono i posti disponibili in stadi, cinema e sale pubbliche in genere, e si impongono severe norme in fatto di sicurezza, si trascuri il fatto che le aule scolastiche hanno dimensioni piccole, sono ingombrate da banchi, sedie, armadi, scaffali e quasi sempre hanno una sola porta per l'entrata e uscita, tanto più che gli utilizzatori sono in gran parte minori.
Inoltre spesso si rileva che gli ambienti affollati siano fonte di infezioni virali, tanto che il ministro della sanità le scorse settimane ha promosso una campagna di informazione nelle scuole per la prevenzione della nuova influenza. Nei manifestini affissi nelle aule gli studenti vengono invitati a star lontani dai compagni che manifestano sintomi influenzali: facile dirlo …
Infine la questione dei laboratori, che in particolare negli istituti tecnici e professionali sono un elemento fondamentale del curricolo scolastico. In questi laboratori, infatti, gli studenti devono fare pratica di tecniche, strumenti e apparecchiature che poi dovranno padroneggiare nell'attività professionale. Forse non tutti hanno chiaro che non si tratta di esperienze che il docente esegue e a cui gli studenti assistono, come a volte si vede alla televisione, ma di attività pratiche svolte da ciascun allievo come, per fare un esempio che tutti conoscono, per conseguire una patente non basta aver seguito lezioni teoriche, bisogna fare anche un certo numero di prove di guida.
Normalmente però la dotazione di un laboratorio, specie gli strumenti costosi, è limitata. Ovvio che gli studenti di una classe numerosa hanno meno possibilità di far pratica su certe apparecchiature. Inoltre spesso è necessaria l'assistenza dell'insegnante, come avviene con l'istruttore di una lezione pratica di guida dell'auto: invece qualcuno pensa di eliminare la compresenza in laboratorio di un docente e di un insegnante tecnico-pratico, e questo può significare a volte dimezzare l'attività.
Senza dire della sicurezza: qualcuno se la sentirebbe di tenere da solo 30 sedicenni liberi di muoversi in un laboratorio chimico? Ci domandiamo come si pensa di “costruire competenze", come recita lo slogan oggi in voga nel didattico-politichese, quando diventa così problematico far svolgere attività pratica agli studenti: forse si risolverà la questione con le simulazioni al computer?
In conclusione noi riteniamo che si possa discutere senza pregiudizi su molti aspetti della cosiddetta “riforma Gelmini", ma che bisogna prendere atto che le classi numerose sono dannose, e il numero massimo di studenti per classe deve essere portato a 25.
Non è accettabile che un paese che si vanta di appartenere al G8 poi lesini fino a questi livelli nella spesa per l'istruzione. Specie quando tutti dicono che per uscire dall'attuale crisi è necessario puntare sulla cultura, sulla formazione, sulla ricerca: tante parole, aspettiamo qualche piccolo atto concreto.
I docenti della classe 3C0 (30 studenti) ITIS “V. E. Marzotto", Valdagno
seguono firme

giovedì 3 dicembre 2009

Adesione sciopero 11 dicembre

L'Assemblea difesa Scuola Pubblica di Vicenza aderisce allo sciopero indetto dalla CGIL per l'11 dicembre.

Questo il testo del volantino da diffondere

A tutti i lavoratori della scuola

Così come abbiamo aderito alla mobilitazione del 23 ottobre indetta dai sindacati CUB, Cobas e SdL appoggiamo pienamente anche
lo SCIOPERO indetto dalla CGIL
per venerdì 11 dicembre 2009

perché ne condividiamo la piattaforma che rivendica per la SCUOLA interventi adeguati e un cambio di marcia
  • Per la cancellazione dei tagli previsti dalla legge 133/2008
  • Contro i progetti di riordino che mirano allo smantellamento delsistema pubblico di istruzione e formazione e la riorganizzazione degli enti pubblici di ricerca
  • Per risorse adeguate per i rinnovi contrattuali
  • Per un Piano pluriennale di assunzioni a tempo indeterminato per docenti e ATA su tutti i posti liberi
  • Per la difesa dei diritti contrattuali per i lavoratori e dellerappresentanze nei luoghi di lavoro attaccati dal “decretoBrunetta”
  • Per una scuola sicura
Di fronte alla difficoltà dei vertici sindacali di trovare momenti di mobilitazione comune, riteniamo importante rispondere con l’unità dei lavoratori della Scuola

Assemblea difesa Scuola Pubblica Vicenza

COMUNICATO COLLETTIVO STUDENTI


Il Collettivo Studenti per la Scuola Pubblica di Vicenza ha emanato un comunicato stampa con il quale esprime dissenso nei confronti dell'iniziativa "Incontro", la fiera sul lavoro, formazione e orientamento che si sta svolgendo alla fiera di Vicenza.

di seguito il comunicato>>>>>

Il Collettivo Studenti per la Scuola Pubblica di Vicenza esprime la propria indignazione per l'ennesima buffonata creata e organizzata ad hoc dalle aziende di Confindustria, dalle grandi banche, dagli atenei universitari e dalle agenzie interinali che sono presenti in questi due giorni alla Fiera di Vicenza con l’appoggio di Provincia e Regione (in particolare gli assessori Martini e Donazzan).

La crisi ha reso palese che le risorse ci sono quando si tratta di foraggiare le grandi banche e le imprese dei padroni. Noi la crisi non la vogliamo più pagare, perché abbiamo pagato fin troppo. Perché è una crisi strutturale dei meccanismi del capitalismo. Che comincino a pagare i padroni con le loro imprese, le banche e i grandi capitali finanziari; che comincino a restituire il maltolto accumulato negli ultimi anni, con gli interessi! L’hanno creata loro la crisi, non noi.

Oggi tutti noi studenti siamo precari in formazione, perché la scuola non ci offre nessuna futura garanzia lavorativa. Dopo anni di studi ci aspetta un futuro da precari!

Alla Fiera “Incontro” - organizzata da Provincia di Vicenza e Regione Veneto - sono presenti con un sorriso le stesse grandi banche, le stesse aziende e le stesse agenzie interinali che stanno “precarizzando” le nostre vite; tutti questi bei personaggi che non potranno far altro che proporci un futuro da precari.

Tra gli espositori alla fiera troviamo anche i commilitoni delle truppe imperialiste che stanno occupando l’Afghanistan. La guerra in Afghanistan ha provocato la morte di oltre 40 mila vittime, in particolar modo civili inermi. La spedizione militare è costata ai lavoratori italiani (in termini di contributi) oltre due miliardi e mezzo di euro e nel 2010 sono previste spese militari per 23,5 miliardi di euro, cifra che equivale all’1,5% del Pil, tutti investimenti sottratti all’istruzione pubblica.

In questo “Incontro” si nasconde ciò che è il mondo reale e ci vengono raccontare finte storielle sulle grandi opportunità che ci aspettano quando il presente e il futuro sono fatti di: tagli alle scuole per 8 miliardi di euro, precarietà per noi e per migliaia di lavoratori della conoscenza, licenziamenti di decine di migliaia di persone in tutte le aziende ma in particolare più di 150mila posti in meno tra insegnati e personale ATA.

Noi non ci rassegniamo a vedere calpestati i nostri diritti e il nostro futuro: vogliamo una scuola di qualità e non essere schiavi di nessun padrone; vogliamo che il diritto allo studio sia realmente garantito attraverso l’accesso libero, senza numero chiuso o programmato all’università, la riduzione dei costi dei libri, delle tasse e degli affitti per gli alloggi.

Riteniamo che debbano essere abrogate le leggi Gelmini ed Aprea e ripristinati i fondi tagliati. Chiediamo che vengano reintegrati tutti gli insegnanti precari e i lavoratori ATA che non si sono visti rinnovare il contratto.

RIVENDICHIAMO una scuola e un’università PUBBLICA, LAICA, GRATUITA E DI MASSA, finanziata soprattutto con i soldi che ora vanno alle scuole private e alle spese militari.

Vicenza , giovedì 3 dicembre 2009

Collettivo Studenti per la Scuola Pubblica

mercoledì 2 dicembre 2009

«Una vita non si boccia. Mai»

Riceviamo e con sentita partecipazione pubblichiamo


La Qualità
dell’integrazione scolastica
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Rimini, 13-14-15 novembre 2009
7° Convegno internazionale


Mozione finale
«Una vita non si boccia. Mai»

Più di 4000 persone da tutta Italia, del mondo della scuola, dei servizi sanitari e sociali, dell’università e della ricerca,nonché familiari di persone con disabilità, si sono incontrate, come ogni due anni, a Rimini nel più importante appuntamento nazionale sui temi dell’inclusione scolastica e sociale.
È stato un momento di appassionato incontro non solo scientifi co e pedagogico, sullo sviluppo della qualità del nostro lavoro. È stato, come sempre, anche un incontro di valore civile, di riconoscimento dell’identità di chi crede in una società inclusiva e non si arrende mai.
Due anni fa, i partecipanti alla sesta edizione del convegno hanno approvato una speciale «carta di impegni» nella quale ognuno ha condiviso di agire con la durezza e la tenerezza che l’argomento richiede, partendo dal proprio lavoro, per dare qualità all’integrazione senza alibi e reticenze.
Con la stessa durezza e tenerezza di due anni fa, confermiamo il nostro impegno personale.
Ma altrettanto denunciamo i rischi di deriva sociale che viviamo ogni giorno e che temiamo portino oggi a un punto di non ritorno. Temiamo cioè il declino di una vera integrazione, verso nuove forme di esclusione, di carità compassionevole, di assistenzialismo, cioè l’opposto di una naturale realizzazione di diritti elementari, che pensavamo conquistati una volta per tutte: diritto alla qualità della vita, allo studio, al lavoro, alla relazione, allo sviluppo di tutte le potenzialità ed eccellenze, alla cura come rispetto e dignità, all’autodeterminazione, alla non discriminazione e pari opportunità.
Quest’epoca ci chiede una denuncia civile e ragionata che coinvolge tutto il nostro paese, dai soggetti politici, a quelli sociali, economici, e culturali: siamo in un paese che è ancora di eccellenza per l’integrazione in Europa ma che rischia tra non molto di diventare solo un ex.
leggi tutto...

giovedì 26 novembre 2009

ministro Gelmini si dimetta!

dal blog Comitato genitori e insegnanti x la scuola pubblica – Padova e Provincia

Ancora tagli per chi manda i propri
figli alla scuola pubblica

Dal 2010 niente più libri gratuiti
alle scuole elementari!!!
leggi tutto...

Vicenza non ci sta!

Dal sito del giornale di Vicenza

Libro sul Muro, dopo i docenti del Rossi protestano anche quelli del Piovene
25/11/2009

Dopo la lettera degli insegnanti del Rossi, arriva adesso quella dell'istituto Piovene. Undici docenti, tutti di storia, che hanno deciso di prendere posizione come i colleghi contro il libro-opuscolo sul Muro scritto (e molto copiato) da alcuni giovani di un'associazione vicina ad An e pagato dalla Regione. Ecco il testo della lettera.

Gentile Assessore Donazzan, noi sottoscritti, insegnanti di storia dell'Istituto “Piovene” di Vicenza, condividiamo nel merito e nei contenuti quanto espresso dai nostri colleghi dell'Istituto “Rossi” nella lettera aperta a Lei indirizzata. Le esprimiamo il nostro disagio in particolar modo per il metodo utilizzato per ricordare una ricorrenza tanto importante per l'Europa e per il mondo: un opuscolo senza bibliografia e dal profilo storico-scientifico quantomeno discutibile. Esattamente il contrario di ciò che cerchiamo di insegnare ogni giorno ai nostri alunni.

Il testo è stato comunque consegnato, accompagnato dalle indicazioni che ciascuno degli insegnanti ha ritenuto opportuno fornire alla classe. Il “brodo ideologico”, in cui Lei ci immagina, qui non è di casa e, qualora lo fosse, sarebbe il condimento a ben altra sostanza: la correttezza metodologica e la completezza delle fonti, innanzitutto.
Un saluto cordiale.

seguono firme

venerdì 20 novembre 2009

fai da solo la "tua riforma"

da Orizzontescuola

Contribuisci anche tu alla riforma della secondaria superiore: invia il tuo commento alla cabina di regia

Ven, 20/11/2009 - 11:49

red - Sul sito dell'Indire sono disponibili tre ambienti, dedicati rispettivamente ai nuovi Tecnici, Professionali e Licei, in cui i docenti possono lasciare i propri commenti, contribuendo così alla costruzione del complesso cambiamento che attende la scuola secondaria superiore dall'a.s. 2010/11.

N. B. i commenti inviati dal personale con casella di posta @istruzione.it saranno pubblicati immediatamente, gli altri saranno sottoposti all'approvazione della redazione. In ogni caso non saranno pubblicati commenti diffamatori, offensivi, razzisti e sessisti.

Di seguito gli indirizzi

Nuovi Licei

Nuovi Tecnici


Nuovi Professionali

Nostro Commento: già a una prima lettura si può osservare che i pareri istituzionali, compresi quello dello stesso Consiglio Nazionale della Pubblica Istruzione (CNPI) sono fortemente e quasi tutti negativi. Con quale coraggio, a cose ormai fatte, si chiede di contribuire alla costruzione del cambiamento? una "riforma" con un impianto non condiviso neanche dal principale organo del Ministero stesso?

COMPRENSIVO 5: UN ESEMPIO DA IMITARE!!!

dal Giornale di Vicenza di Mercoledì 18 Novembre 2009

RIFORMA E TAGLI. All’istituto comprensivo 5 l’iniziativa di ben 121 insegnanti (su 134)


Lettera dei docenti ai genitori
«Così si rovina la scuola»


«Un ritorno al passato con poche attività e sempre meno personale»

«Cari genitori, l'anno scolastico che è appena iniziato non sarà come tutti gli altri». L'esordio non è dei più rassicuranti e ciò che segue neppure.
Si tratta di una pagina in cui 121 insegnanti su 134 dell'istituto comprensivo 5, diretto da Augusto Bellon, spiegano che i provvedimenti governativi in tema di istruzione pubblica stanno tagliando le gambe alla scuola e avranno pesanti ripercussioni.
Scuola che, fino a ieri, grazie anche alle compresenze, poteva offrire progetti e attività integrative, poteva garantire gite e uscite didattiche e che all'improvviso, per effetto della contrazione delle cattedre e del prolungamento di queste a diciotto ore, si ritrova invece con il fiato corto.
Tanti i problemi che adesso gli insegnanti si trovano a dover fronteggiare: l'impossibilità di seguire i ragazzini stranieri nell'alfabetizzazione, di proporre ore alternative a chi non si avvale dell'insegnamento della religione cattolica, di attuare il sostegno, e di mantenere il servizio mensa. Insomma una scuola in apnea e senza risorse, come sottolinea Tonino Romano, docente di lettere alla media Giuriolo e collaboratore di presidenza.
«Stiamo toccando con mano - spiega - come questa politica incida pesantemente sull'offerta formativa che viene inevitabilmente depauperata, soprattutto alle scuole medie. Basti pensare, a questo proposito, che quest'anno nei cinque plessi dell'istituto verranno attuati sessanta progetti in meno rispetto all'anno scorso».
Il professor Tonino Romano fa inoltre notare che delle ore straordinarie effettuate lo scorso anno non è ancora arrivato un centesimo e che il fondo d'istituto è tutt'altro che il pozzo di San Patrizio.
Bilancio in rosso, dunque, di questa prima tranche di anno scolastico in cui si è verificato anche un «aumento degli alunni per classe, a dispetto - si legge nella lettera distribuita a tutte le famiglie degli studenti - di qualsiasi considerazione didattica e delle norme di sicurezza. Inoltre la diminuzione del personale ausiliario rende più difficile il riordino e la pulizia degli ambienti, finendo così per caricare i docenti di ogni ordine di scuola di compiti che poco dovrebbero avere a che fare con l'insegnamento».
«Siamo d'accordo sulla necessità di razionalizzare - prosegue Romano - ma questo non significa tagliare in modo indiscriminato, rendendo di fatto impossibile portare avanti quelle attività che fanno la differenza tra una scuola intesa come luogo circondato da quattro mura dove si seguono “quei” programmi e una scuola come luogo formativo, dove i ragazzi crescono e si arricchiscono grazie anche alle esperienze che vengono loro proposte».
Ecco allora che gli insegnanti del comprensivo 5 «hanno scelto di utilizzare - prosegue ancora il testo - le sempre più carenti risorse finanziarie e di personale a disposizione per garantire le attività ritenute di importanza prioritaria, ridimensionando le altre e rinunciando definitivamente ad alcune che, per quanto importanti e utili per gli studenti, non si sa come realizzare nelle attuali condizioni».
Una coperta troppo corta, insomma, «ma questo - concludono i docenti firmatari della lettera rivolgendosi ai genitori - è l'attuale indirizzo verso cui va il sistema scolastico, un ritorno indietro nel tempo ad una scuola chiusa con poche attività e pochi insegnanti. Di ciò, del resto, pensiamo vi sarete accorti già da i primi giorni di scuola. Tutto il resto ci sembra solo sterile propaganda».

LE SCADENZE DELLA "RIFORMA"

Queste le principali scadenze a breve termine della "riforma" :
  • La delibera provinciale con la presentazione dei nuovi indirizzi dovrà pervenire alla Regione entro dicembre.
  • La Regione, a sua volta (a quanto pare non senza cambiamenti), delibererà in merito entro il 26 gennaio 2010.
  • Termine ultimo per le iscrizioni il 27 febbraio 2010.

Tempi stretti in modo inconcepibile.
Tutte le scuole, non sapendo quali indirizzi avranno e non potendo essere a conoscenza dei regolamenti che a tutt'oggi sono semplicemente "schemi" di regolamento, attendono naturalmente gennaio per illustrare alle famiglie l'offerta formativa.
Unica eccezione l'Istituto Rossi con il Dirigente Scolastico Gianni Zen che, almeno a Vicenza e provincia, non ha bisogno di presentazioni, in quanto onnipresente sul principale quotidiano locale. L'insuperabile manager scolastico, nonchè gran fautore della "riforma" , avrà un incontro con famiglie e studenti già domani, sabato 21 novembre per una presentazione che non mancherà sicuramente di effetti speciali.

dal Giornale di Vicenza di Mercoledì 18 Novembre 2009

SCUOLA. Un’indicazione “quasi” decisiva sarà quella che la Provincia deve dare con delibera entro la fine di dicembre


Nuovi indirizzi alle superiori
Saranno ufficiali il 26 gennaio


Slitta la delibera della Regione, anche perché manca ancora il via libera finale di Roma Difficoltà nell’attività di orientamento dei ragazzi di terza media: si farà tutto a gennaio

L'ultimo dell'anno qualche scuola brinderà, qualcun'altra resterà a bocca asciutta. In entrambi i casi entro il 31 dicembre gli istituti superiori sapranno quale sarà il loro destino, quali cioè i nuovi indirizzi che saranno stati concessi dalla Provincia sulla base delle richieste avanzate dai capi d'istituto e quali invece non vedranno la luce, almeno per il prossimo anno scolastico.
La delibera provinciale con l'indicazione dei nuovi percorsi di studio dovrà infatti pervenire a Venezia entro fine dicembre, più o meno con un mese di ritardo rispetto alla consueta scadenza annuale, per essere poi avvallata dalla Regione che è chiamata a deliberare entro il 26 gennaio 2010.
Queste le date che l'ispettore ministeriale dell'Usr, Stefano Quaglia, ha comunicato a tutti i presidi delle superiori ai quali una settimana fa ha inviato una lettera per rendere nota la staffetta stabilita: 23 novembre presentazione delle proposte alla Provincia, 25 novembre chiusura dei lavori delle commissioni parlamentari, 14 dicembre riunioni d'ambito. Così si arriverà al traguardo ultimo della delibera regionale.
Tutto slitta dunque in avanti, e non senza incognite.
La prima è quella di una riforma che ancora non è legge, contestata da molte Regioni (il cui parere non è comunque vincolante), ridiscussa in continuazione e oggetto di richieste di rinvio, vedi la Gilda, motivate anche da una tempistica frettolosa.
La seconda, ammesso che l'iter normativo prosegua con l'approvazione del Consiglio di Stato e la firma finale del presidente della Repubblica, è il passaggio delle proposte in Regione dove in passato non sono mancate clamorose bocciature di indirizzi di studio che la Provincia aveva invece sostenuto con forza.
Ecco perché l'incertezza regna ancora sovrana sia tra i dirigenti che tra i genitori dei ragazzi di terza media per i quali tutte le attività di orientamento sono state necessariamente spostate e concentrate a gennaio, mese che si annuncia di fuoco dato che il termine ultimo per le iscrizioni è il 27 febbraio.
«Non è un bel modo di lavorare, ma non si può fare diversamente – interviene Barbara Olper, referente di “Orientainsieme”, progetto annuale pensato per chi deve decidere del suo futuro – finora abbiamo organizzato soltanto un paio di incontri per le famiglie, durante i quali si evita di scendere nello specifico ma ci si limita a spiegare le differenze tra i percorsi attuali e quelli previsti dalla legge di riforma».
«Per illustrare invece cosa cambierà realmente nei licei o nei professionali - prosegue - bisognerà aspettare gennaio, mese denso di scadenze, a cominciare dalla vetrina delle scuole, rassegna che normalmente si svolgeva da ottobre in avanti».
Ma c'è anche chi dribbla l'ostacolo e già da sabato prossimo aprirà le porte della scuola per un primo incontro orientativo: l’istituto Rossi. «Invece di presentare i nuovi indirizzi – fa sapere il preside Gianni Zen – ho deciso di spiegare alle famiglie in cosa consiste la riforma Gelmini che per la maggior parte presenta ancora molti lati oscuri». AN.MA


mercoledì 18 novembre 2009

Quel libro sul Muro è solo propaganda

dal Giornale di Vicenza

«Quel libro sul Muro è solo propaganda»
Insegnanti del Rossi contro la Donazzan


Hanno scritto una lettera aperta all'assessore regionale all'Istruzione. Per esprimere «il disagio e lo sconcerto provato nel prendere visione dell’opuscolo "Europa: unita, libera, forte. 1989/2009. 20 anni dalla caduta del muro"».

17/11/2009
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Lettera aperta all'assessore veneto alle Politiche dell'istruzione, formazione e lavoro, Elena Donazzan.
Gentile Assessore Donazzan, noi sottoscritti, insegnanti di storia dell’Itis “A. Rossi” di Vicenza, desideriamo esprimere il disagio e lo sconcerto che abbiamo provato nel prendere visione dell’opuscolo "Europa: unita, libera, forte. 1989/2009. 20 anni dalla caduta del muro" (in allegato qui a fianco tra le "notizie correlate" l'articolo uscito sul Giornale di Vicenza: ndr), da Lei fatto giungere alle scuole superiori della provincia per essere distribuito agli studenti delle classi IV e V. Prima ancora di prendere visione del contenuto, il coordinatore del Dipartimento di lettere ha provveduto immediatamente ad avvisare gli insegnanti perché ritirassero e distribuissero l’opuscolo, pensando di avere a disposizione un utile strumento per trattare un argomento così importante come l’anniversario del 1989, che comunque – le assicuriamo – nessuno di noi ha trascurato. Questo per dimostrare che non vi era nessun atteggiamento pregiudiziale da parte nostra.

Purtroppo, non appena presa visione del materiale, abbiamo dovuto rilevare una serie di gravi mancanze sia di metodo, sia di congruità didattico-scientifica, sia infine di merito. Procediamo per ordine. Innanzitutto, ci pare del tutto inopportuno che la regione finanzi e distribuisca un testo prodotto da un’associazione (Strade d’Europa) la cui collocazione ideologico-politica (di destra) è nota, benché non esplicitata nell’opuscolo. Qualsiasi organizzazione ha il diritto di fare informazione e propaganda con i mezzi e strumenti che ritiene più adatti, ma ci sembra improprio e illegittimo, da parte delle istituzioni, finanziare e promuovere le iniziative di organizzazioni politiche.

Sembra inoltre singolare che una Regione così ricca e importante, in cui hanno sede tre prestigiose università, intervenga su un argomento di tale portata affidandosi ad una semisconosciuta associazione. Con ciò veniamo al valore didattico dell’iniziativa. L’assessore Donazzan non può non sapere, visto l’incarico che ricopre, che si sta rivolgendo ad una categoria di professionisti delle proprie discipline, che hanno alle spalle esperienze pluriennali di didattica, aggiornamento, spesso e volentieri corroborate da significative attività di ricerca. Troviamo perciò offensivo che ci si fornisca una testo redatto da un ventiduenne “laureando in Scienze politiche”, ovvero privo di alcun titolo scientifico e della minima esperienza didattica. Parla da sé, del resto, l’organizzazione dei testi, una silloge priva dell’organicità che il titolo lascerebbe presupporre, e soprattutto non accompagnata da alcun apparato critico.

Ci permettiamo di segnalare che anche la più modesta delle tesine dei nostri studenti non manca mai almeno di riferimenti bibliografici. Siccome non vogliamo credere che un laureando ignori i criteri di base della ricerca storica, la spiegazione di tanta sciatteria non può che trovarsi nella natura politica e non storiografico-didattica dell’operazione.

E qui arriviamo – last but not least – ai contenuti, limitandoci ad alcuni esempi. A pagina 12 si parla del comunismo come del “modello politico, sociale ed economico più aberrante del secolo scorso”. Un’opinione più o meno condivisibile, ma anche gli storici (veri) che la sostengono (come Nolte, o Furet) non mancano mai di citare, accanto al comunismo, gli altri sistemi totalitari: si può parlare infatti del XX secolo senza riferirsi a nazismo e olocausto? L’opuscolo riesce a non nominare fascismo e nazismo nemmeno a proposito della seconda guerra mondiale, che viene così sintetizzata (sempre a p. 12): fu il primo conflitto della storia d’Europa da cui non uscì vincitore nessuno degli stati collegati con il sistema imperiale costruito da Carlomagno. A parte che la Francia è una delle quattro potenze vincitrici (e infatti siede nel consiglio di sicurezza dell’ONU), a noi pareva che l’esito fondamentale della seconda guerra mondiale fosse la sconfitta del nazifascismo, che per l’Italia significò la Repubblica, nata dalla liberazione compiuta dagli Angloamericani e dalla Resistenza. Macché: la conseguenza logica dell’alato discorso è che fino al 1989 siamo vissuti sotto il comunismo (senza nemmeno accorgercene), mentre Hitler e Mussolini erano i difensori dell’Europa carolingia: forse è per questo che il 10 giugno 1940 l’Italia attaccò una Francia già in ginocchio.

Sarcasmo? Non tanto, visto che il Terzo Reich si definiva così proprio richiamandosi all’eredità carolingia (il primo Reich era l’impero romano di nazione tedesca che aveva ereditato la corona di Carlo Magno, il secondo era l’Impero degli Hoenzollern 1871-1918), e che il “Nuovo ordine europeo” era la definizione che i nazisti davano ai territori da loro sottomessi. Dobbiamo credere che al laureando manchi più di un esame, o è più lecito supporre che si vogliano surrettiziamente riesumare ideologie e genealogie che si supponevano sconfitte nel 1945?

E che dire della didascalia che accompagna l’immagine della croce celtica (pagina 33)? La croce simbolo della spiritualità irlandese; spesso le omissioni sono peggiori delle menzogne. Dire questo infatti, senza ricordare come nel XX secolo (e anche nel XXI, si vedano gli striscioni di tanti ultras negli stadi) quella croce sia stata un simbolo del neofascismo (a cominciare da Ordine Nuovo, organizzatore della strage di Piazza Fontana, che annoverava tra i suoi membri personaggi del calibro di Freda, Maggi, Zorzi, pluricondannati per atti terroristici), equivale a descrivere la svastica come “simbolo di spiritualità indiana”, omettendo il nazismo.

Ultimo esempio: la dichiarazione a favore della ”risposta identitaria” (pag. 34, molto vicino alla foto di cui sopra), non solo svela di nuovo il carattere di manifesto politico del testo, ma entra in un viluppo di ambiguità e “non detti” molto inquietanti. Che vuole dire, infatti? Quali sono i criteri dell’identità? Sono soggetti alla scelta individuale o si originano da caratteri “oggettivi” o ereditari? Supponiamo (vista la croce di cui sopra), ad esempio, che la fede cristiana sia un carattere costitutivo dell’identità nazionale italiana. Domandiamo: Rita Levi Montalcini o Primo Levi rientrerebbero o meno nella identità italiana? Non vede l’assessore un qualche rischio in una così netta dichiarazione? Quando noi spieghiamo la costituzione repubblicana ai nostri studenti, chiariamo per esempio che la cittadinanza (con i diritti e doveri che essa comporta) è sottoposta a precisi criteri giuridici, quali la nascita, la residenza, il matrimonio, chiaramente riconoscibili ed esigibili, mentre nessun peso vi hanno caratteristiche somatiche, religiose, sessuali. L’identitarismo condivide questi presupposti? Perché altrimenti emergono discriminazione, gerarchia dei diritti, persecuzione, come la storia ricordata nell’opuscolo (quella del comunismo), e quella da esso dimenticata (il nazifascismo o il franchismo, tanto per restare in Europa), dimostra.

In conclusione, crediamo che una simile impostazione e simili contenuti non solo siano poco rispettosi della nostra professionalità di insegnanti, ma non aiutino a far crescere nei nostri studenti quella consapevolezza storica e quel senso critico che sono alla base dell’attaccamento ai valori di libertà ed unità europea che pure si afferma di voler promuovere.
Cordialmente
I sottoscritti docenti di storia dell’Itis “A. Rossi”

P.S. En passant, gentile Assessore, le ricordiamo che – in rispetto della morfologia che governa la nostra lingua – “questo” al plurale, al plurale, non può subire elisione (Cfr. i Suoi “Saluti iniziali”). Queste ultime, dunque, e non quest’ultime, per amore del comune, illustre nostro idioma.

seguono firme

domenica 15 novembre 2009

14 novembre: Studenti, corteo anti-tagli

dal Giornale di Vicenza di oggi, Domenica 15 novembre 2009


Studenti, corteo anti-tagli

SCIOPERO. Hanno sfilato numerosi ieri mattina in centro, fino alla sede della Provincia, gli studenti delle superiori per chiedere più finanziamenti per le scuole. Soddisfazione per l’adesione al corteo è stata espressa dal Collettivo studenti per la scuola pubblica.

venerdì 13 novembre 2009

Lettera degli studenti alla Provincia

Pubblichiamo la lettera inviata alla Provincia dal Collettivo Studenti Scuola Pubblica-Vicenza.
A dire dell'assessore all'istruzione Morena Martini, come si può leggere sull'articolo dell'11 novembre, dedicato dal Corriere del Veneto all'argomento, questa lettera manca di educazione (??)

Alla cortese attenzione del Presidente della Provincia di Vicenza Attilio Schneck,

alla cortese attenzione della Giunta Provinciale, in particolare:
all'Assessore Provinciale con delega all'edilizia scolastica Nereo Galvanin,
all'Assessore Provinciale con delega all'istruzione Morena Martini,
all'Assessore Provinciale con delega alle politiche giovanili Andrea Pellizzari,
all'Assessore Provinciale con delega al bilancio Cristiano Sandonà.

Oggetto: richiesta d’incontro con la Provincia per richiedere i finanziamenti rimossi agli istituti secondari superiori.

Siamo le ragazze e i ragazzi del Collettivo Studenti per la Scuola Pubblica. Il Collettivo oltre a riunire le varie realtà studentesche già presenti sul territorio è formato da studenti non appartenenti a nessuna sigla ma che si battono continuamente per il loro futuro e quello di chi verrà.

Come Studenti, non siamo solo contrari ai provvedimenti adottati dall'attuale Governo Italiano in materia d'istruzione, ma esprimiamo la nostra totale sfiducia e contrarietà nei confronti della Provincia di Vicenza per i tagli che sta operando nei confronti degli istituti secondari superiori. Quest’anno le scuole che noi frequentiamo ogni giorno non hanno ricevuto alcun finanziamento da parte Vostra. I soldi che rivendichiamo e pretendiamo, non servono solo a pagare le spese di ordinaria amministrazione, ma anche a garantire una formazione degna di un servizio pubblico rivolto realmente a tutti i cittadini. Proseguendo per questa linea, gli stessi istituti dovranno attingere maggiori risorse dal proprio fondo interno. Coloro che dovranno sborsare, di conseguenza, saranno le famiglie degli studenti che si troveranno costrette a pagare tasse d'iscrizione più alte – questo sta già avvenendo da qualche anno. Riteniamo che, in quanto rappresentanti di un’Istituzione molto vicina al territorio, sia indispensabile un Vostro maggior impegno finanziario affinché sia garantita la sicurezza degli edifici, la qualità tecnologica dei laboratori e una migliore offerta formativa.

Per questo chiediamo un incontro con il Presidente della Provincia di Vicenza e con gli Assessori preposti all' edilizia scolastica, all'istruzione, alle politiche giovanili e al bilancio nella mattinata del giorno 14 Novembre 2009 - in concomitanza col passaggio della manifestazione davanti alla sede della Provincia di Vicenza a Palazzo Nievo.

Vicenza, 8 Novembre 2009

Collettivo Studenti per la Scuola Pubblica – Vicenza

domenica 8 novembre 2009

08/11/2009. RIFORMA SUPERIORI


08/11/2009. RIFORMA SUPERIORI


Sono consultabili i testi degli Atti di Governo sottoposti al parere delle Commissioni parlamentari competenti (assegnazione del 27/10/09), relativi agli Schemi di decreto del Presidente della Repubblica recanti regolamenti concernenti: la revisione dell'assetto ordinamentale, organizzativo e didattico dei licei (n. 132), le norme sul riordino degli istituti tecnici (n. 133) e le norme sul riordino degli istituti professionali (n. 134). In VII Commissione della Camera l'esame è iniziato il 4/11/09 e si concluderà entro il 26/11 (entro l'11/11 si esprimerà anche la V Commissione). In occasione dell'audizione delle Ooss, la Gilda UNAMS ha depositato in VII Commissione la propria memoria critica sull'avvio della riforma. Consultabili anche le memorie di Flc-Cgil, Cisl-scuola e Uil-scuola.

SABATO 14/11/09 MANIFESTAZIONE STUDENTESCA


SABATO 14 NOVEMBRE 2009

MANIFESTAZIONE STUDENTESCA

VICENZA PIAZZALE DELLA STAZIONE FS ore 8.30


LA SCUOLA PUBBLICA NON SI TOCCA!

La tanto proclamata riforma Gelmini comincia a produrre i primi effetti e a mostrare il suo vero volto. Dietro a una retorica del merito, della razionalizzazione contro gli sprechi, si nasconde in realtà la politica dei tagli all'istruzione pubblica finalizzati alla sua distruzione.
Questi tagli, riguardanti il personale docenti, i fondi, le attività pomeridiane, i corsi di recupero, mirano all'impoverimento di uno dei diritti fondamentali come quello all'istruzione.
In un periodo in cui si parla tanto di sicurezza, vediamo invece, come recentemente successo al Da Schio, peggiorare le condizioni degli edifici scolastici.
In un periodo di crisi economica il diritto allo studio è sotto attacco dall'aumento dei prezzi dei libri e dei trasporti.
Viviamo con forte preoccupazione il clima di restrizione della nostra libertà di pensiero e di manifestare da parte dei presidi che stanno limitando il diritto allo sciopero attraverso delle circolari intimidatorie nei confronti delle famiglie. Infatti si vuole fare passare il concetto che non sono più gli studenti ad organizzare o a scegliere gli scioperi a cui aderire in piena autonomia, ma è il preside a determinare quali manifestazioni siano giuste e quali invece siano "assenze ingiustificate".
Noi non possiamo accettare e rimanere immobili di fronte a tutto ciò ed è per questo che torniamo in piazza a Vicenza sabato 14 novembre, aderendo alla giornata di mobilitazione regionale lanciata dai coordinamenti studenteschi delle varie città del Veneto.
Vogliamo scendere in piazza per ribadire che:
  • la scuola pubblica va salvaguardata da chi vuole distruggerla
  • bisogna investire nella vera sicurezza scolastica, cioè quella degli edifici, perchè non vogliamo morire di scuola
  • i libri in comodato d'uso per gli studenti diventi la regola e non l'eccezione di qualche scuola o regione più "illuminata"
  • lo sciopero non va limitato nè autorizzato attraverso circolari
COORDINAMENTO STUDENTESCO VICENZA

sabato 7 novembre 2009

E’ ora di provare a far qualcosa!

Un'iniziativa regionale dal blog del Comitato genitori e insegnanti x la scuola pubblica – Padova e Provincia

care/cari tutti…

Il lavoro che vi presentiamo è frutto delle riunioni svolte a livello regionale negli ultimi due mesi dalle realtà sorte lo scorso anno scolastico che, con la sigla collettiva “Coordinamento Veneto dei Comitati Buona Scuola” erano riuscite a raccogliere più di 32.000 adesioni alle richieste alternative di iscrizione alla scuola primaria, bocciando in modo netto e sonoro la scelta (tutta politica ed economica, non certamente didattica) del cosiddetto “Maestro Unico”, imposto senza nessun tentativo di discussione e di condivisione dal Ministro Gelmini.

Abbiamo ripreso a lavorare insieme perchè riteniamo che i tempi siano nuovamente maturi per provare a far qualcosa!

L’obiettivo? Raccontare i “tagli” che le nostre scuole, le scuole dei nostri figli, stanno subendo in questo primo anno di applicazione della controriforma Gelmini; perchè questi tagli stanno stretti a tutti (a sinistra come a destra..), perchè l’anno prossimo sarà ancora peggio!!!

C’è troppo silenzio!

Evidentemente chi decide ha pensato che, avendoci parzialmente assecondato con alcune blande concessioni in tema di tempi scuola (concessioni che ci siamo ampiamente meritate dopo l’enorme sforzo profuso nella scorsa primavera…), fossimo soddisfatti e che la nostra mobilitazione fosse conclusa.

Non è così! La nostra fatica è ora orientata a difendere la qualità (oltre che la quantità..) del servizio nella NOSTRA SCUOLA PUBBLICA.
Per questo vi proponiamo di compilare la scheda

perchè solo chi vive nella scuola (come insegnante, non docente, genitore, studente…dirigente!!!) può effettivamente dire quali sono le situazioni di insostenibile emergenza generate dai provvedimenti ministeriali, solo chi vive nella propria scuola può raccontare il disagio con cui si vive la lenta demolizione che, nel silenzio totale, avanza.

Le Schede vanno compilate e inviate all’indirizzo mail buonascuola.comitativeneto@gmail.com

Solo per Vicenza e provincia inviare le schede compilate all'indirizzo assdifesascuolapubblica@yahoo.it in modo da avere presente localmente lo stato della raccolta dati. Le schede saranno da noi inviate successivamente all'indirizzo mail regionale.

Saranno uno strumento comune per dire al Ministro che la Scuola Pubblica di Qualità non si arrende, per costruire un “libro bianco” che fotografi la veritiera situazione attuale e non quella, falsa e accomodante, che il Ministro Gelmini continua a raccontarci.

A Padova e provincia per informazioni contattateci presso comitato.nogelmini@gmail.com

Per smetterla di fare silenzio!!!


per Vicenza
assdifesascuolapubblica@yahoo.it

Nelle assemblee, negli incontri…tra genitori, insegnanti, ATA, RSU, Dirigenti Scolastici. Ognuno nei propri ambiti.

Cominciamo a muoverci, insieme ce la possiamo fare!!!

Coordinamento Veneto dei Comitati “Buona Scuola”

sabato 31 ottobre 2009

Marcia Mondiale per la Pace: Appello di due studenti vicentini

Questo è l'appello che due studenti vicentini hanno scritto in occasione della

Marcia Mondiale per la Pace

che sarà
a Vicenza Domenica 8 novembre.

Una delle più orribili caratteristiche della guerra è che la propaganda bellica, tutte le vociferazioni, le menzogne , l' odio provengono inevitabilmente da coloro che non combattono.
George Orwell

Dichiararsi contro la guerra non è semplice retorica.
Dichiararsi sostenitori della pace è banale:
“Certamente tutti dicono di essere a favore della pace. Hitler diceva che era per la pace. Tutti sono per la pace. La domanda è: quale tipo di pace? ”
Noam Chomsky

In tempi di crisi (parola ripetuta in continuazione, ma che contemporaneamente dimostra l'impaccio della classe politica nel risolvere questo difficile momento storico dell'umanità) emerge anche una situazione drammatica per l' istruzione, per l'università e per la la ricerca: noi giovani, che un domani avremo l'onore e l'onere di gestire questo paese, siamo costretti a sopportare una enorme difficoltà attuale che, nei prossimi anni, rischia di evolvere in una realtà degenerata.
Assistiamo ad un crescente disinteresse della “questione giovanile” da parte dell' anziana classe dirigente italiana, sia in ambito lavorativo che in ambito formativo: negli ultimi anni il tasso di disoccupazione giovanile è costantemente aumentato e la crescita non si arresterà; la spesa pubblica destina solo il 9% all'istruzione e i fondi, troppo spesso, vengono gestiti male. Lavoro e istruzione si intrecciano tristemente in questi tempi, col taglio della spesa pubblica che prevede un futuro senza un lavoro certo per i ricercatori e assistiamo alla fuga delle menti più fini verso mete molto più ambite perchè garantiscono maggiori opportunità.
Parallelamente alla disperata condizione dei giovani, assistiamo ad un incremento delle spese militari e ad un aumento delle esportazioni di natura bellica: una contraddizione per un Paese come l' Italia, che Costituzionalmente “ripudia la guerra”, e che dichiara, attraverso le istituzioni predisposte alla gestione della Difesa, di partecipare a missioni di pace all'estero. Il Governo Italiano, inoltre, ha proceduto all'acquisto di centotrentuno cacciabombardieri al costo di oltre tredici miliardi di euro. Uno spreco assoluto e una spesa non prioritaria per coloro che si dichiarano sostenitori della pace ( ma che tipo di pace? ) e della sicurezza. È doveroso ricordare, inoltre, che i proventi economici derivanti dall' “industria della guerra”, non sono mai redistribuiti tra i cittadini: sono in pochi a godere di tali profitti economici, coloro che non partecipano attivamente ma che hanno tutto l'interesse nell'inviare le truppe verso le zone più rischiose del pianeta.

Dinnanzi a tale situazione, noi studenti da Vicenza, città tristemente nota per la controversia riguardo al nuovo insediamento strategico-militare statunitense al Dal Molin, esprimiamo la nostra più netta contrarietà e il nostro più sincero sgomento.

Esigiamo:

– la revoca dell' acquisto dei cacciabombardieri;
– la diminuzione delle spese militari;

e proponiamo :
  • di riutilizzare le progressivamente le risorse risparmiate per incrementare progressivamente i fondi a favore di una maggiore qualità della scuola pubblica, dell'università e della ricerca fino al 12% del PIL;
  • di convertire l'industria bellica in industria civile per ottenere maggiori benefici a favore della comunità;
  • di convertire la ricerca destinata a scopi militari nella ricerca scientifica per la sanità, e per l'ambiente: tutti campi che interessano esclusivamente la collettività e il futuro delle persone che la compongono;
  • di introdurre contratti di lavoro più stabili e duraturi per i ricercatori e valorizzazione dei talenti in ambito scientifico-culturale;
  • di compensare economicamente tirocinanti e neo-laureati per permettere loro un più veloce inserimento nella società.
Noi, in quanto Studenti e Giovani sosteniamo che tali proposte portino benefici alla comunità e responsabilizzino i giovani per sognare e ottenere un domani migliore. Semplicemente sognamo un mondo dove non esistano diseguaglianze. La nostra Pace è senza ingiustizie.

In occasione della tappa berica della marcia Mondiale della Pace, vogliamo offrire un contributo al progresso della nostra civiltà, per un futuro vivibile. Conviene a tutti.

Costantino Romeo, studente – Vicenza
Davide Primucci, studente - Vicenza

giovedì 15 ottobre 2009

Adesione sciopero 23 ottobre

Ecco il volantino dello sciopero del 23 ottobre
da diffondere nelle proprie scuole


Ricordiamo che le segreterie devono diramare per tempo la circolare sullo sciopero (avviso ai genitori che per quel giorno non si garantisce l'andamento regolare delle lezioni).

domenica 11 ottobre 2009

Prossimo incontro: martedì 13 ottobre


Prossimo incontro Assemblea difesa Scuola Pubblica

martedì 13 ottobre, ore 20.30

sala genitori Istituto Canova - Vicenza

Argomenti previsti:
  • sciopero del 23 ottobre;
  • modalità e tempi di raccolta schede (iniziativa regionale).



martedì 6 ottobre 2009

Lezione di una precaria, Roma 3 ottobre 2009


GRANDE INTERVENTO!

Intervento di Barbara, nell'assemblea tenuta sulle scale del ministero dell'istruzione, alla conclusione della manifestazione dei precari della scuola.

venerdì 2 ottobre 2009

Tavolo Regionale Veneto: 3° incontro


3° incontro del Tavolo Regionale Veneto
per la Scuola Pubblica:

Marghera (VE) – venerdì 9 ottobre


  • per perfezionare il percorso emerso nell’incontro del 18 settembre a Vicenza che conduca, dopo una fase di informazione e mobilitazione delle varie realtà locali, ad un primo evento regionale
  • per evitare di agire in modo slegato, pur con posizioni spesso simili, indebolendo gli effetti della mobilitazione
  • per discutere della proposta di convergere sulla giornata di sciopero del 23 ottobre lanciata da Retescuole
  • per ribadire, ancora una volta, che LA SCUOLA E’ NOSTRA
Troviamoci tutti

Venerdì 9 ottobre 2009 alle ore 20.45

giovedì 1 ottobre 2009

RETESCUOLE PROPONE...

L'Assemblea difesa Scuola Pubblica di Vicenza condivide il
COMUNICATO DI RETESCUOLE del 24/09/2009
(clicca sull'immagine per leggere il comunicato)


Aderisce quindi allo sciopero del 23 ottobre (convocato da Cub, Sdl e Cobas) e chiede ai sindacati scuola di Cgil Cisl e Uil di confluire anche loro su questo appuntamento.
Mandiamo un segnale forte e unitario al governo.
Il popolo della scuola non si arrende.

giovedì 24 settembre 2009

Tavolo regionale Veneto: resoconto dell’incontro del 18 settembre



Un primo, parziale, resoconto della seconda riunione del costituendo Tavolo regionale per la Scuola Pubblica del Veneto che si è svolta venerdì 18 settembre a Vicenza

Venerdì 18 settembre si è riunito a Vicenza in un secondo incontro (prosecuzione del precedente avvenuto in data 28 agosto a Padova) un gruppo di diverse realtà operanti a vario titolo nel mondo della scuola in Veneto per trovare momenti comuni di confronto e mobilitazione che vedano la convergenza delle energie dei comitati, dei sindacati e dei rappresentanti degli enti locali, interlocutori finali, questi ultimi, in merito alle politiche scolastiche del governo.

leggi tutto sul blog del Comitato genitori e insegnanti x la scuola pubblica – Padova e Provincia

lunedì 21 settembre 2009

Manifestazione a Venezia del 25 Settembre




appuntamento alle 16.30 nella stazione dei treni di Venezia, per spostarsi poi in campo S. Geremia, sotto la sede della Rai, dove manifestare dalle 17.00 alle 19.00.
Per informazioni scrivi a: docentiprecari@gmail.com

martedì 15 settembre 2009

Tavolo regionale Veneto: 2° incontro

dal blog
Comitato genitori e insegnanti x la scuola pubblica – Padova e Provincia




Venerdì 18 settembre 2009 – ore 20.30


  • per valutare come affrontare l’imminente inizio del nuovo anno scolastico e soprattutto per trovare momenti comuni di confronto e mobilitazione che vedano la convergenza delle energie dei comitati della scuola del Veneto, dei sindacati e dei rappresentanti degli enti locali
  • per evitare di agire in modo slegato, pur con posizioni spesso simili, indebolendo gli effetti della mobilitazione
  • per cercare di organizzare, per l’inizio di ottobre, un primo evento regionale che ci accomuni

Partecipa e passa parola!!!


di Assemblea difesa Scuola Pubblica Vicenza


la politica dei precari... fuori dalla scuola

dal blog Docenti in mutande alla pagina

Raccogliamo le proteste dei precari della scuola attive in Italia...

di martedì 8 settembre 2009, si può trovare una dettagliata mappa della protesta con articoli e servizi televisi e con la possibilità di commentare.

niente politica a scuola!

da repubblica.it

uno stralcio dell'articolo
Gelmini, niente politica a scuola
Subito un tetto per alunni stranieri

...
''Chi fa politica deve farlo fuori dagli edifici scolatici. Si tratta di una minoranza che piega la scuola ai suoi interessi di parte". ''Alcuni dirigenti scolastici e insegnanti, una minoranza, disattendono l'attuazione delle riforme'' accusa la Gelmini "tentando di mantenere il modulo anche se il modulo è stato abolito con il passaggio al maestro unico prevalente''.
...
leggi tutto...

lunedì 14 settembre 2009

Il ministro, le percentuali e il tempo pieno

da retescuole

Milano , 11/09/2009
Il ministro, le percentuali e il tempo pieno
di Mario Piemontese


Ieri 10 settembre il ministro Mariastella Gelmini in conferenza stampa ha fornito i dati delle iscrizioni al tempo pieno relative all'a.s. 2009/2010.

Questi i numeri.
Rispetto all'a.s. 2008/2009 sono state attivate 2.191 classi in più (1.505 prime) e 50.000 bambini in più avranno il tempo pieno (35.000 in prima). L'incremento del numero di classi a tempo pieno rispetto al totale delle classi a tempo pieno dello scorso anno (34.317) è stato dell'8%, mentre l'aumento della percentuale di classi a tempo pieno è stato del 2%.

Considerazione sui numeri forniti dal ministro.
Per calcolare l'incremento del numero di classi a tempo pieno rispetto al totale delle classi a tempo pieno dello scorso anno bisogna dividere 2.191 per 34.317, il risultato però non è 0,08 (8%) bensì 0,0638 (6,38%). Il conto non è inventato, ma eseguito a partire dai dati forniti dal ministro stesso. Quindi c'è l'imbroglio!
Se si leggono tutti i dati forniti si deduce che dall'a.s. 2007/2008 all'a.s. 2009/2010 il numero di classi a tempo pieno è aumentato di 2.802 unità, cioè l'8,3% in più rispetto alle 33.706 classi dell'a.s. 2007/2008 e non rispetto alle 34.317 classi dell'a.s. 2008/2009. Ma che furbacchione!
Non si è accontentato del 6,38%, ma ha preferito sparare un 8% tondo tondo.

Il ministro sostiene che il numero di classi a tempo pieno è aumentato “grazie all'introduzione del maestro unico e all'eliminazione delle compresenze”. Se ne frega del fatto che per effetto dei tagli il tempo scuola delle classi a tempo normale sia stato ridotto, ma si vanta di aver potenziato ed esteso il tempo pieno.

Vediamo allora come è stato potenziato il tempo pieno dal ministro.

35.000 alunni di prima sono stati distribuiti in 1.505 classi, vale a dire in media 23,25 alunni per classe. A Milano quest'anno ci saranno 146.463 alunni distribuiti in 7.087 classi a tempo pieno, vale a dire in media 20,66 alunni per classe. L'incremento dello 0,4 del numero di alunni per classe previsto dalla finanziaria 2007 e dalla legge n.113/08 dovrebbe portare la media nazionale del numero di alunni per classe della scuola primaria da 18,69 a 19,09.
23,25 è un dato decisamente al di sopra di tutti quelli citati, quindi 35.000 alunni sono stati stipati per benino in 1.505 classi

Se i 35.000 alunni fossero stati distribuiti in un numero di classi costituite con in media 20 alunni, le classi sarebbero dovute essere 1.750, cioè 245 in più. Con 245 classi in meno il ministro ha risparmiato 490 insegnanti.

Per le restanti 686 classi dalla seconda in avanti che mancano per raggiungere le 2.191, le cose non sono andate meglio perché il numero medio di alunni per classe è 21,86. Per avere 20 alunni per classe in media sarebbero necessarie altre 64 classi, cioè 128 insegnanti in più. Nel complesso il ministro ha tagliato 309 classi e 618 insegnanti: ecco come ha potenziato il tempo pieno!

Milano, 11 settembre 2009

Mario Piemontese

giovedì 10 settembre 2009

ADESIONI PRESIDIO 12 SETTEMBRE


SABATO 12 SETTEMBRE
dalle ore 9 alle ore 12
PRESIDIO
presso U.S.P.di Vicenza
(ex provveditorato)
BORGO SCROFFA 2

contro i TAGLI della Ministra Gelmini
e la DISTRUZIONE della Scuola Pubblica


promosso da
FLC CGIL Vicenza

aderiscono:
CUB Scuola Vicenza
Sinistra e Libertà - provincia di Vicenza
Assemblea difesa Scuola Pubblica Vicenza

Circolo Gramsci PRC di Vicenza

comunicato Circolo "Gramsci" PRC di Vicenza

Sabato 12 settembre: Presidio USP


L’ASSEMBLEA DIFESA SCUOLA PUBBLICA

aderisce al

PRESIDIO
della FLC CGIL di Vicenza

di SABATO 12 SETTEMBRE

dalle ore 9 alle ore 12

PRESSO L’U.S.P. (EX PROVVEDITORATO)
BORGO SCROFFA 2


E INVITA INSEGNANTI, PERSONALE ATA,
GENITORI, STUDENTI E QUANTI HANNO
A CUORE LE SORTI DELLA SCUOLA STATALE
A PARTECIPARE NUMEROSI


domenica 6 settembre 2009

9 settembre prossimo appuntamento


Prossimo incontro

Assemblea difesa Scuola Pubblica Vicenza

Mercoledì 9 settembre, ore 20.30

sede “dopolavoro ferrovieri” - via Vaccari 8, Vicenza


Nell’incontro dell’Assemblea difesa Scuola Pubblica di mercoledì 3 settembre è stata condivisa, anche se con posizioni differenti, l’intenzione di partecipare al Tavolo regionale del Veneto.