venerdì 31 ottobre 2008

si è mobilitata tutta la provincia ieri!!!

Il mondo della scuola non si è mobilitato solo a Vicenza ieri, ma tutta la provincia si è fermata per protestare contro la riforma Gelmini.
Oltre alla presenza a Vicenza degli studenti di Schio, Thiene, Noventa e anche Recoaro,
c'è stato un corteo a Valdagno di oltre 1000 persone, una manifestazione a Montecchio Maggiore, gazebi a Schio, Santorso, volantinaggi sparsi per la provincia. Senza dimenticare i 10 pullman che sono partiti per Roma.

Per la cronaca della manifestazione di Vicenza invitiamo a leggere il post/articolo precedente.
Per la manifestazione di Valdagno andate a visitare il blog http://scuolevalleagno.blogspot.com

per una panoramica completa ecco l'articolo del Giornale di Vicenza di oggi

LA PROTESTA. Massiccia l’adesione allo sciopero contro la riforma del ministro Gelmini

Serrata nelle scuole. Studenti e “prof” marciano in corteo

Anche insegnanti e studenti della provincia di Vicenza si sono mobilitati per protestare contro il decreto di riorganizzazione della scuola italiana voluto dal ministro Gelmini. In alcuni paesi si è assistito a cortei molto partecipati, in altri a manifestazioni più semplici, in altri ancora sono rimaste chiuse le scuole e tutti se ne sono andati a casa. Nel complesso però la reazione è stata forte e generalizzata.
Valdagno. In città si è svolta la manifestazione più importante che ha raccolto anche studenti e insegnanti di Schio. Alle 9.45 il blocco della provinciale 246. La diga di almeno 1.000 manifestanti, tra insegnanti, studenti, personale Ata e genitori, si è riversata per le strade della città immobilizzando il traffico. In testa al corteo, il coordinamento dei docenti della Valle dell’Agno per difendere gli istituti di vallata dai tagli. Il clou dello sciopero ha visto la città prendere possesso del parco "La Favorita", appena inaugurato. La protesta, controllata da carabinieri e polizia locale, si è snodata da via Carducci a via Galvani, proseguendo per viale Trento, salita Dante, via G. Marzotto e piazza Cavour. Numeri unici per la storia dell’istruzione di Valdagno. Ieri i riflettori sono stati puntati anche sulla chiusura delle materne statali di San Quirico e Castelvecchio: una lettera con 1.500 firme raccolte è stata consegnata all’assessore all’istruzione Alessandro Marchesini, che ha assicurato «massimo impegno dell’Amministrazione: non accetteremo mai la soppressione dei due istituti». Carlo Graziani, rappresentante Rsu del polo liceale, per un giorno uomo sandwich contro i tagli, sbotta anche contro la Provincia: «Questo decreto aggrava una situazione di precarietà della nostra scuola: due laboratori inadatti alle esigenze e aule già sovraffollate».
Ma per Luigi Visonà, rappresentante dei docenti dell’Itis «Le decisioni ministeriali, che alzano il numero di studenti per classe mettono a repentaglio anche la sicurezza: spazi pensati per al massimo 25 persone ne ospiteranno anche 35». Laura Prebianca, insegnante di lettere dell’Itc "Luzzatti" denuncia «un’inevitabile riduzione culturale, nonchè la scomparsa degli istituti professionali». Ecco allora la reazione di Andrea Storti, insegnante dell’alberghiero "Artusi" di Recoaro: «Per il nostro istituto, con la riforma Gelmini, il problema dello spostamento del corso che da anni tiene banco si trasformerebbe in una oggettiva impossibilità di proseguire le attività». Aria pesante anche tra gli insegnanti delle elementari. «Si profila un disastro - prevede Gabriella Cabianca dell’Istituto comprensivo cornedese - solo a Cornedo su 15 insegnanti, il "maestro unico" ne lascerà a casa cinque». Taglio anche delle ore a scapito di «sostegno ed alfabetizzazione», spiega Dario Scala, rappresentante Rsu dell’istituto comprensivo di Novale. Andrea Massignani, voce del personale Ata chiude il cerchio: «Con la soppressione di San Quirico e Castelvecchio 4 persone staranno a casa. Ma, tanto, ci considerano superflui». VE.MO.
Thiene. Uniti dalla voglia di gridare il loro no, i manifestanti di Thiene si sono incontrati davanti alle scuola medie “Ex Ferrarin", per poi percorrere via Vanzetti, via Rasa, piazza Scalcerle, via Dante, i licei e raggiungere la stazione dei treni, prima di “calare” su Vicenza. Tutto nel massimo ordine, ha assicurato la Polizia locale, intervenuta a seguito del corteo per ridurre i disagi alla circolazione. Adesione vicina al 100%. Meno le teste contate nel corteo, circa trecento secondo gli organizzatori, comunque soddisfatti. A.Z.
Montecchio. “Non si risparmia sui bambini”. Con questo slogan insegnanti, genitori ma soprattutto studenti delle scuole primarie hanno manifestato ieri mattina a Montecchio contro i tagli della scuola. Partito da San Vitale il corteo ha attraversato viale Europa per dirigersi ad Alte e sostare davanti alla rotatoria del cavallo. Circa 100 i manifestanti, molti con striscioni: «La nostra sarà la prima generazione a non poter garantire agli studenti un’educazione adeguata», ha detto l’insegnante Veronica Cecconato. «Il mondo scolastico ha si bisogno di riforme - ha continuato la collega, Miriam Sorgato - ma è assurdo che vengano smantellati i due ordini più importanti». Molti anche i genitori presenti. A.F.
Arzignano. Sciopero a macchia di leopardo al “Galilei”, più esteso al “Da Vinci”, ma niente cortei e manifestazioni degli studenti. «Alcuni insegnanti avevano preannunciato l’adesione allo sciopero e gli studenti non hanno quindi frequentato le loro ore di lezione. Per il resto, le lezioni si sono svolte regolarmente» spiega Eleonora Schiavo, dirigente scolastico del “Galilei”. Al “Da Vinci” l’adesione alla protesta è stata più massiccia: «In classe la presenza di studenti e professori è stata esigua» fanno sapere dalla segreteria. N.REZ.
Noventa. Dalle materne alle superiori tutte le scuole noventane sono state in diversa misura coinvolte dallo sciopero. La percentuale più alta (95%) si è registrata all' Istituto comprensivo Fogazzaro principalmente interessato dal decreto legge: blocco totale alle due materne statale, due sole le classi su 15 in cui si è fatto lezione alle elementari del capoluogo mentre a Saline il blocco è stato totale, alle medie le lezioni hanno riguardato solo in 3 classi su 12. In segno di protesta il collegio docenti ha ventilato «la sospensione di gite e visite d'istruzione e il congelamento di tutti i progetti non ancora avviati fino all'uscita dei decreti attuativi della riforma sollevando preoccupazione tra i genitori. Alta l’adesione anche al liceo Masotto (lezione in 5 classi su 20), meno al tecnico commerciale (9 classi su 14), all' Ipsia da Vinci il 70% degli insegnanti ha scioperato (lezione in 5 classi su 24). F.B.
Sarego. Volantinaggio davanti alle scuole, sciopero generalizzato e lezioni sospese anche a Monticello di Fara, dove i genitori hanno invitato alla mobilitazione a difesa della scuola pubblica. S.C.

giovedì 30 ottobre 2008

4000 persone in corteo!!!

Questa mattina 4000 persone hanno manifestato a Vicenza in seguito alla conversione in legge del decreto Gelmini. E' stato un grande corteo, vivo, partecipato, gioioso e per niente rassegnato. Cortei spontanei dai singoli istituti superiori hanno raggiunto la stazione, da cui verso le 9.30 è partita la manifestazione. E' stato il corteo di tutto il mondo della scuola, non c'erano solo studenti, ma tanti professori e insegnanti delle scuole elementari. Era da tanto tempo che a Vicenza non si vedeva un corteo per la scuola pubblica così numeroso e così variegato nella composizione.
Un dato importante è stato il protagonismo dei singoli istituti con striscioni e tantissimi cartelli. Per non parlare poi dei canti e degli slogan lanciati per tutta la manifestazione. Grazie al microfono aperto si sono susseguiti tanti interventi sia di studenti che del personale della scuola.
Il corteo ha attraversato il centro cittadino per arrivare al provveditorato. Qui una delegazione composta da studenti ed insegnanti di vari isituti sono saliti per consegnare i vari documenti prodotti contro la riforma Gelmini, mentre in strada e più precisamente in mezzo alla rotatoria di Borgo Scroffa si è tenuta una lezione all'aperto per spiegare nei dettagli cosa prevede la legge 133, la legge 137 e soprattutto il Piano Programmatico del ministero.
Oggi è stata una grande giornata di mobilitazione, ma non finisce qui. L'opposizione alla legge Gelmini va avanti e la prossima riunione dell'Assemblea Difesa Scuola Pubblica si terrà all'ISTITUTO DA SCHIO in via Baden Powell a Vicenza MARTEDI' 4 NOVEMBRE alle ore 20.30.

Bisogna ricordare poi che non solo a Vicenza ci si è mobilitati, ma in tutta Italia. Oltre all'imponente e straripante manifestazione nazionale di Roma, in tutto il Veneto e in tutto il paese il mondo della scuola è sceso in piazza.
Per avere una panoramica completa consigliamo www.repubblica.it

Se avete fatto foto, video o volete vedere pubblicato su questo blog i vari documenti che come istituti sono stati prodotti contro la Gelmini, inviateci tutto via mail a adsp_vicenza@yahoo.it

DOCUMENTI CONSEGNATI IERI MATTINA AL PROVVEDITORATO

Collegio Docenti dell'Istituto Comprensivo 11 di Vicenza.



FOTO

ecco alcune foto della manifestazione. Altre sono presenti su questa galleria fotografica, che si apre cliccando qui



il corteo in Viale Roma



un cartello



maestre comprensivo 11

300 in Piazza dei Signori sotto il diluvio

Nonostante il diluvio universale ieri pomeriggio 300 persone si sono ritrovate in Piazza dei Signori come prima risposta alla conversione in legge del decreto Gelmini. Studenti, professori e maestri/e hanno animato la piazza con interventi, canti e cartelli. Da segnalare che la scuola elementare di Polegge ha sospeso il collegio docenti per scendere in piazza. C'era una presenza anche di studenti universitari vicentini che studiano a Padova.
Di seguito l'articolo del Giornale di Vicenza di oggi...

MANIFESTAZIONE. Ieri in centro manifestazione con lumini dei docenti berici, sotto la pioggia

La piazza riaccende la scuola “al buio”

Nel giorno del sì al decreto legge Gelmini da parte del Senato, trecento vicentini tra insegnanti, genitori e studenti delle superiori cittadine si sono radunati in piazza dei Signori e sono rimasti sotto la pioggia per far sentire la loro protesta contro "quella che non è una riforma, ma solo tagli".
L'iniziativa era targata "Assemblea per la difesa della scuola pubblica", una sorta di comitato trasversale che ha in serbo, per la prima metà del mese prossimo, altre forme di sensibilizzazione: le "notti bianche" dell'insegnamento, con lezioni serali tenute in luoghi pubblici, e pacifiche improvvisate in altri luoghi quali piazze o supermercati, dove si trasferiranno idealmente le cattedre e i banchi. «Un messaggio per sottolineare che la scuola pubblica lo è davvero, ed è di tutti e per tutti. Una ricchezza che qualcuno vorrebbe smantellare, a partire da ciò che funziona di più: la scuola primaria». La voce degli addetti ai lavori che bacchettano il ministro dell' Istruzione Maria Stella Gelmini è riassunta da Antonella Cunico, insegnante dell' istituto Boscardin: «Il ritorno del maestro unico darà meno opportunità formative ai nostri ragazzi in un' epoca in cui i saperi si modificano velocemente, e aggredisce un'intera filosofia didattica, che oggi permette ai ragazzi che hanno difficoltà di non restare indietro. La scuola primaria italiana è una delle migliori del mondo, e la si ripaga impoverendo le ore di lezione, con il passaggio a 22 più le due ore di religione, spalancando le porte a una maggiore competitività da parte delle private e di chi potrà permettersele, tempo continuato incluso. L' ignorare l'aspetto didattico è un marchio di questo decreto legge, come dimostra anche la chiusura delle Ssis, i corsi biennali che formano gli insegnanti anche con 300 ore di tirocinio pratico. Un modello che funziona in tutta Europa, mentre il ministro Gelmini afferma che questa formazione è inefficace perché solo teorica. Mi chiedo che conoscenza concreta abbia del nostro mondo». G.M.MAS.


I DOCENTI. Francesco Casale (elementari) sul problema precari e quello degli stranieri

«Non si fa riforma con un decreto»

«I precari saranno spazzati via, l'organizzazione modulare scomparirà, il tempo scuola sarà ridotto di 6 ore, l'offerta formativa risulterà impoverita con un minor numero di laboratori, uscite, progetti didattici e curricolari. Saranno cancellate le compresenze e dovremo fare i conti con la difficoltà di integrare alunni stranieri e diversamente abili».
Francesco Casale, insegnante elementare, per anni referente del Cip, il movimento dei docenti precari, fa notare che «le competenze diverse che hanno arricchito finora la scuola non possono essere patrimonio di un unico maestro, per quanto colto e dotato di buon afflato pedagogico. A noi maestri è stato chiesto in questi anni di intervenire per educare i bambini provenienti dalle realtà più diverse e lo abbiamo fatto con risultati eccellenti anche grazie al confronto fra colleghi che ha permesso di cogliere la complessità della realtà in classi eterogenee, con bambini, italiani e non». Per Casale gli effetti di questa riforma si tradurranno in una diminuzione dei saperi di base che non potranno mai essere sostituiti da Internet o dalla televisione.
Anche sui tempi stretti in cui è stata elaborata la riforma non vengono risparmiate critiche: «Decisioni così radicali non sono mai state attuate così velocemente con decreto legge, senza un minimo di consultazione e di dialogo» osserva Casale che parla di «attacco virulento all'istruzione da parte dell'attuale governo che mira a trasformare la scuola 'pubblica-statale' in un sistema 'aziendalistico-feudale' e a snaturare la sua funzione prevista dalla Costituzione». Per questo, dice, anche a decreto approvato «serve più che mai una reazione forte e determinata da parte di tutti i cittadini, Nell'ultima ricerca internazionale sulla scuola primaria (IEA-Pirls del 2006) l'Italia si è classificata settima nel mondo e seconda in Europa, segno che il sistema funziona».

mercoledì 29 ottobre 2008

Il decreto è legge! Tutti in Piazza dei Signori!!

il decreto è passato in Senato. Tutti alle 17.30 in Piazza dei Signori!!!

la prossima riunione dell'assemblea difesa scuola pubblica è fissata per MARTEDI' 4 NOVEMBRE alle ore 20.30 all'ISITUTO DA SCHIO di Vicenza in via Baden Powell alla cittadella degli studi.
Ricordiamo che ora il Da Schio si trova dove c'era una volta il liceo quadri.

martedì 28 ottobre 2008

mobilitazione mercoledì ore 17.30 a Vicenza

Dall'assemblea di questa sera alla scuola elementare di Polegge sono emerse alcune proposte di iniziative.

PRESIDIO PIAZZA DEI SIGNORI VICENZA ORE 17.30

Assieme ad altre città italiane anche Vicenza si mobiliterà il giorno della votazione del Dl Gelmini al Senato.
Lanciamo quindi un presidio/presenza in Piazza dei Signori mercoledì 29 ottobre a partire dalle ore 17.30. Ci saranno fiaccole, candele, lumini perchè vogliamo contrapporre la luce della speranza al buio tenebroso che il ministro Gelmini vuole far cadere sulla scuola pubblica.
Vuole essere un primo momento immediato di mobilitazione all'eventuale approvazione del decreto per ribadire che la nostra difesa
della scuola pubblica come bene comune andrà avanti fino a quando il Governo non sarà costretto a ritirare il Dl Gelmini, ma soprattutto anche gli articoli 64 e 66 della legge 133 approvati quest'estate.
La manifestazione di Piazza dei Signori è aperta a tutto il mondo della scuola, quindi studenti, professori, maestri, genitori e personale ATA.
Rilanciamo poi con forza la manifestazione provinciale che si terrà giovedì 30 ottobre a Vicenza dal Piazzale della Stazione a partire dalle ore 8.30.

ASSEMBLEA DIFESA SCUOLA PUBBLICA VICENZA

materiale 30 ottobre

per vedere e scaricare il manifesto della manifestazione del 30 ottobre cliccate qui per il pdf oppure qua se volete la versione in jpg.

per vedere e scaricare il volantino con l'appello del 30 cliccate qui.

per vedere l'immagine a grandezza naturale cliccateci sopra

lunedì 27 ottobre 2008

blog scuole Valle Agno

segnaliamo questo blog: http://scuolevalleagno.blogspot.com



Segnaliamo poi che giovedì 30 ottobre Scuole Valle Agno organizza una manifestazione cittadina che partirà dall'ingresso dell'ITIS "V.E. MARZOTTO" alle 9 per poi sfilare per le vie della città.

Inoltre sabato scorso sempre a Valdagno sono state raccolte da due gazebi informativi 1500 firme contro il decreto Gelmini e sono state distribuite circa 1000 cartoline da indirizzare al ministro.

Sempre il 25 ottobre si terrano gazebi informativi a Schio e Santorso.

lettera aperta alla Gelmini

Ecco una bella lettera aperta di Simonetta Salacone, maestra romana, che tocca il punto delle classi separate, del maestro unico.



E' disponibile anche la versione cartacea della lettera di Simonetta clicca qui

Sondaggio di Diamanti sulla Scuola Pubblica

tratto da http://www.repubblica.it/2008/10/sezioni/scuola_e_universita/servizi/scuola-2009-3/sondaggio-proteste/sondaggio-proteste.html



Il sostegno agli studenti di un italiano su due, la difesa del sistema dell'istruzione
e la convinzione che la riforma Gelmini è "utile solo a far cassa" nell'indagine Demos & Pi

Sorpresa, la scuola pubblica piace al 60% degli italiani

Non attecchisce l'idea degli sprechi e degli insegnanti fannulloni
Molti favorevoli al grembiule, al voto in condotta e agli esami di riparazione

di ILVO DIAMANTI

CIO' CHE sorprende maggiormente, nell'indagine condotta da Demos nei giorni scorsi, è il grado di consenso per la scuola pubblica: ampio e perfino in crescita rispetto a un anno fa. Nonostante l'ondata di discredito che - da anni e tanto più in questi tempi - sta sommergendo le istituzioni scolastiche. Ma soprattutto quei "maledetti professori"... Pretendono di insegnare in una società che non sopporta i "maestri" - figuriamoci i professori. Nonostante l'ondata di risentimento contro tutto ciò che è pubblico e statale. Scuola compresa.

Perché oggi lo Stato è rivalutato, ma come barelliere della finanza ammalata; come pronto soccorso del mercato ferito. Nonostante il conseguente calo dei fondi pubblici, che si ripete da anni, con ogni governo, di ogni colore. Perché, per risparmiare, si riducono le spese improduttive. Come vengono ritenute, evidentemente, quelle sostenute per la scuola, la formazione e la ricerca. Nonostante il contributo offerto dal sistema scolastico stesso al proprio discredito. Per le resistenze opposte dagli insegnanti ai progetti di riforma volti a valutarne il rendimento e a premiarne il merito.

Per le degenerazioni del reclutamento universitario, i concorsi pilotati, a favore di amici e parenti fino al terzo grado. Nonostante le interferenze dei genitori, pronti a chiedere rigore e autorità ai professori. Pronti a difendere i propri figli contro i professori (lo ammettono 7 italiani su 10).

Nonostante tutto questo, la scuola, i maestri, i professori "del sistema pubblico" godono ancora di stima e considerazione fra i cittadini. In particolare:
a) il 60% e oltre degli italiani si dice soddisfatto (molto o moltissimo) della scuola pubblica di ogni ordine e tipo. E, nel caso delle scuole elementari, il gradimento sfiora il 70% degli intervistati, senza grandi differenze di età, genere, ceto; ma neppure di orientamento politico.
b) Parallelamente, il 64% dei cittadini manifesta (molta o moltissima) fiducia negli insegnanti della scuola "pubblica". Penalizzati, secondo il 40% degli intervistati, da stipendi troppo bassi.

In entrambi i casi - scuola pubblica e insegnanti - il giudizio appare migliorato rispetto a un anno fa. In evidente contrasto con la rappresentazione dominante, al cui centro campeggiano l'insegnante fannullone e incapace, la scuola inefficiente e sprecona. Argomenti politici e mediatici di successo, che fra i cittadini non sembrano, tuttavia, attecchire. La scuola e gli insegnanti godono, al contrario, di buona reputazione. E non per "ideologia" o per pregiudizio politico. Fra gli intervistati, infatti, appare ampia la consapevolezza dei problemi che la affliggono. Il distacco nei confronti del mercato del lavoro, la violenza, l'incapacità di ridurre le diseguaglianze, la preparazione inadeguata degli insegnanti. Ancora: lo scarso rilievo attribuito al merito, sia per gli studenti che per i loro insegnanti. Infine, anzi, in testa a tutto: la penosa penuria di risorse.

I provvedimenti della ministra Mariastella Gelmini, peraltro, non sono catalogati attraverso pre-giudizi generalizzati. Vengono, invece, valutati in modo distinto, caso per caso. Una larghissima maggioranza degli intervistati si dice favorevole: al ritorno del voto in condotta, dei grembiulini, degli esami di riparazione. Novità antiche che piacciono perché propongono soluzioni semplici a problemi complessi. Evocano la tradizione e la nostalgia per curare i mali odierni. Si rivolgono, in particolare, alla domanda d'ordine e di autorità, che oggi appare diffusa.

Il giudizio, però, cambia sensibilmente quando entrano in gioco temi che richiamano l'organizzazione didattica e il modello educativo. In primo luogo: il ritorno del "maestro" unico alle elementari. Un provvedimento che divide gli italiani. Non piace, anzi, a una maggioranza, per quanto non larghissima. Mentre è nettissimo, plebiscitario il dissenso verso la chiusura degli istituti con meno di 50 studenti (in un Paese di piccoli paesi, come il nostro, si tratta di una diffusa reazione di autodifesa). Ma anche verso la scelta di differenziare (per quanto transitoriamente) le classi per gli studenti stranieri e italiani. Perché, al di là del merito, il provvedimento sembra dettato da preoccupazioni di consenso più che di inserimento.

Mentre fra gli italiani, anche i più insicuri, è ampia la convinzione che famiglia e scuola siano i principali canali di integrazione (e di controllo sociale).
Semmai, appare più ideologica la base del consenso per le politiche del governo, che ottengono il massimo grado di sostegno fra le persone più lontane dalla scuola, per esperienza personale e familiare: gli anziani, le famiglie dove non vi sono né studenti né docenti. Al contrario, le resistenze crescono nelle famiglie dove vi sono insegnanti o studenti. Ma soprattutto nei confronti dei provvedimenti meno popolari: maestro unico e classi differenziate per stranieri. Ciò suggerisce che l'opposizione alle politiche della scuola, elaborate dalla ministra Gelmini, sia dettata, in buona misura, dall'esperienza delle famiglie e delle persone.

Da ciò un giudizio complessivamente negativo nei confronti della riforma, ma anche verso l'azione della ministra. Rimandate entrambe, non bocciate senza appello. In altri termini: gran parte degli italiani è d'accordo sulla necessità di riformare la scuola.
Tuttavia, alla fine sul giudizio dei cittadini e degli utenti gli aspetti concreti pesano assai più di quelli simbolici. E il ritorno dei grembiulini e del voto in condotta non giustificano, agli occhi dei più, il taglio dei finanziamenti, il maestro unico, le classi "dedicate" per gli stranieri. C'è difficoltà a immaginare la possibilità di curare la scuola amputandone gli organi vitali. Riducendo ancora risorse ritenute oggi largamente inadeguate. Ciò spiega il consenso largamente maggioritario a sostegno delle proteste contro la riforma, che da qualche settimana agitano le scuole e affollano le piazze. Coinvolgendo, insieme, studenti, professori e genitori.

A differenza del mitico Sessantotto, evocato spesso, a sproposito, in questi giorni - per "colpa" dell'anniversario (40 anni) e per pigrizia analitica. In quel tempo gli studenti contestavano il passato che ingombrava, pesantemente, la società, la cultura, le istituzioni. Zavorrava le loro aspettative di vita e di lavoro. Per cui manifestavano e protestavano "contro" la società adulta. "Contro" i professori e i loro stessi genitori. Oggi, al contrario, il malessere degli studenti nasce dal furto del futuro, di cui sono vittime. La loro rivolta "generazionale" incrocia la protesta "professionale" dei professori e la solidarietà dei genitori, a cui li lega un rapporto di reciproca dipendenza, divenuto sempre più stretto, negli ultimi anni. Da ciò un problema rilevante per i giovani, i figli e gli studenti. Magari sconfiggeranno la Gelmini. Ma come riusciranno a "liberarsi" davvero con la complicità degli adulti, il permesso dei genitori, e il consenso dei professori?

domenica 26 ottobre 2008

Assemblea pubblica a Dueville

Segnaliamo questa iniziativa territoriale che si terrà martedì 28 ottobre a Dueville.

Comitato Genitori Circolo Didattico Dueville
Comitato Genitori Istituto Comprensivo Dueville

COME SARA’ LA SCUOLA DEI NOSTRI BAMBINI?

ASSEMBLEA PUBBLICA TERRITORIALE
MARTEDI’ 28 OTTOBRE 2008, ORE 20,30
TEATRO BUSNELLI, DUEVILLE

Incontriamoci per discutere i provvedimenti dei Ministri Gelmini e Tremonti:

Stravolgimento della scuola dell’infanzia e della scuola primaria
Riduzione del tempo scuola (taglio del tempo prolungato alla scuola media)
Reintroduzione del maestro unico
Aumento degli alunni per classe
Riduzione dell’offerta formativa
Probabile eliminazione del servizio mensa
Diminuzione delle scuole nel territorio

SI INVITANO TUTTE LE COMPONENTI DELLE SCUOLE, INSEGNANTI, PERSONALE ATA, GENITORI A PARTECIPARE.

INTERVERRANNO INSEGNANTI DEL CIRCOLO DIDATTICO E DELL’ISTITUTO COMPENSIVO.

A SEGUIRE MICROFONO APERTO.

Per scaricare il volantino clicca qui

venerdì 24 ottobre 2008

Appello per un 30 ottobre a Vicenza.

Giovedì 30 ottobre 2008
Manifestazione provinciale per la difesa della scuola pubblica
ore 8.30 P.le Stazione - Vicenza


C’è un’onda che sta dilagando in tutte le città italiane. Si tratta di qualcosa di nuovo, straripante, che coinvolge tutto il mondo della scuola e si riversa poi nelle strade, nelle piazze e nelle stazioni. Stiamo parlando delle straordinarie mobilitazioni di questi giorni contro Gelminator e il suo progetto di devastazione della scuola pubblica.
E’ un progetto che parte da lontano, ma è attraverso gli articoli 64 e 66 della Legge 133 di quest’estate e con il DDL 137 in discussione in Parlamento in questi giorni che vuole manifestare tutta la sua forza distruttrice.
E’ importante sottolineare il legame netto tra i due provvedimenti. Non è sufficiente chiedere il ritiro del DDL Gelmini, ma è fondamentale anche chiedere l’abrogazione dell’art.64 della 133, perchè è in questo punto che si concentra il progetto di Gelminator.
Infatti è qui che si prevedono: gli 8 miliardi di euro di tagli in tre anni, la riduzione di 87400 posti di lavoro per i docenti e di 44500 per il personale ATA, l’aumento degli alunni per classe, la chiusura degli istituti "sottodimensionati", l’abolizione del tempo pieno, la modifica degli indirizzi delle superiori. Per non parlare poi della reintroduzione del maestro unico, che va a "restaurare" e non a "riformare" il modello formativo di insegnamento.
La scuola pubblica per noi rappresenta un bene comune, che va difeso con forza, ma non solo per interessi di categoria, ma perchè rappresenta la base fondante di una società libera e democratica. Di conseguenza deve essere un diritto garantito a tutti e non un privilegio per chi se lo può permettere.
La domanda che dunque ci poniamo è molto semplice: come si può pensare di garantire un servizio di qualità, riducendo drasticamente i fondi?
Per questo riteniamo fondamentale mobilitarci e le dichiarazioni di Berlusconi di questi giorni ci stanno dando ancora più forza, siamo ancora più convinti che bisogna intensificare le iniziative, l’ informazione, l’intreccio di relazioni tra le varie componenti della scuola e riuscire a trasformare la difesa della scuola pubblica in una battaglia che esca dagli edifici scolastici e coinvolga tutta la cittadinanza. Anche se il DDL 137 venisse approvato in parlamento, dobbiamo continuare a muoverci fino a quando il Governo non farà marcia indietro e ritirerà il decreto Gelmini e la legge 133!
Il 30 ottobre sarà una giornata di mobilitazione nazionale e noi abbiamo deciso di lanciare una manifestazione provinciale a Vicenza e invitiamo tutti i genitori, maestri/e, insegnanti e personale ATA a partecipare a questa iniziativa per poter costruire una manifestazione di tutto il mondo della scuola.
La tavola da surf noi l’abbiamo già presa: è ora di cavalcare l’onda tutti assieme!

- Per una scuola pubblica e di qualità
- Ritiro immediato del DDL GELMINI 137
- Abrogazione immediata degli articoli 64 e 66 della legge 133
- No agli 8 miliardi di euro di tagli e alla riduzione del personale
- No al maestro unico

Coordinamento studentesco Vicenza

reportage sul movimento universitario

Su repubblica.it c'è un reportage di Curzio Maltese sulla composizione del movimento unviersitario.
vi mettiamo solamente il link, perchè è abbastanza lungo...

http://www.repubblica.it/2008/10/sezioni/scuola_e_universita/servizi/scuola-2009-3/scuola-2009-3/scuola-2009-3.html



segnaliamo anche:
L'appello alla mobilitazione proveniente dalle facoltà romane
Manif Sauvage: gli studenti non vogliono pagare la crisi di Gigi Roggero
La linea spezzata del movimento degli studenti di Alberto De Nicola

Mozione di 65 docenti ITC Piovene Vicenza

riceviamo e segnaliamo questa mozione firmata da 65 docenti dell' ITC Piovene di Vicenza. Se altri istituti volessero vedere pubblicato online su questo blog le loro mozioni o prese di posizione saremo ben lieti di pubblicarli.

I docenti dell’ITC Piovene di Vicenza, preso atto dei due decreti legge estivi (n. 112 del 25 giugno 2008 - decreto Brunetta - e n. 137 del 1/09/08 Disposizioni urgenti in materia di istruzione e università) emanati dal governo nel quadro della legge finanziaria, valutano in maniera molto negativa la gran parte delle disposizioni in essi contenute. In particolare ritengono che esista un attacco consapevole all’identità di un’istruzione pubblica di qualità ed esprimono la propria indignazione di fronte al fatto che venga travestito con abiti pedagogici ciò che è un mero taglio alla spesa pubblica e non una dignitosa riforma scolastica.
Essi esprimono la propria preoccupazione di fronte alle allarmanti ipotesi di “manutenzione” del Ministro Gelmini:
- il drastico taglio all’organico docente e ATA programmato per il prossimo triennio;
- l’aumento medio degli alunni per classi;
- il ridimensionamento della rete scolastica con chiusure di istituti;
- l’aumento risibile previsto nel nuovo contratto lavorativo.
Sono misure che rivelano l’assenza di un disegno strategico di alto respiro da parte del Governo, che disorientano e la classe docente già stanca, quando essa ogni girono si impegna a comunicare entusiasmo verso lo studio e trasmettere amore per la cultura. I docenti dell’ITC Piovene sentono, quindi, l’esigenza di manifestare il proprio dissenso non solo con lo sciopero, ma anche con forme complementari di protesta.
Propongono, perciò, in prima istanza il blocco per l’anno scolastico 2008/2009 dei viaggi di istruzione (con l’esclusione di quelli per cui sia già stato versato un acconto e di quelli la cui realizzazione sia già stata deliberata), salvaguardando per quest’anno le attività didattiche che si concludono nell’arco della mattinata e gli scambi culturali; intendono, poi, allargare questa forma di protesta ad altri istituti, al fine di sensibilizzare su tale problema l’opinione pubblica. Anche se consapevoli di togliere un’ulteriore opportunità didattica e formativa agli studenti e consci che tale decisione potrebbe sembrare un’ulteriore conferma dell’immagine del docente sfaccendato e nullafacente– propinata dal ministro Brunetta attraverso stampa e televisione - ritengono opportuno ricordare che:
-la partecipazione a questo genere di iniziative è facoltativa per il docente;
-gli accompagnatori sono soggetti all’obbligo della vigilanza continuativa degli studenti e alla relativa responsabilità civile e penale;
-la percentuale di probabilità che possa configurarsi una situazione di pericolo è più alta di quella che si ha quando gli alunni sono in classe;
-non è prevista alcuna retribuzione fissa a livello contrattuale;
-attualmente non sono previsti compensi accessori - per i docenti accompagnatori - nel Fondo d’Istituto del Piovene.
Si impegnano peraltro a garantire la più ampia e corretta informazione sulla politica scolastica e sulle motivazioni di questa sofferta decisione a tutte le componenti della scuola e ai cittadini, attraverso un’assemblea che si terrà al più presto nel nostro Istituto.

Mobilitazione spontanea studentesca

Questa mattina in seguito alle dichiarazioni di Silvio Berlusconi circa 300 studenti, soprattutto del Da Schio, ma anche degli altri istituti della Cittadella degli Studi, hanno improvvisato un corteo per le vie della città, raggiungendo il Fogazzaro, unendosi così agli studenti di questo istituto che non erano entrati per le prime due ore. E' nata così un'assemblea aperta dove si sono susseguiti parecchi interventi sia su cosa prevede la riforma sia di lancio della manifestazione del 30 ottobre a Vicenza con ritrovo ore 8.30 Piazzale della Stazione Fs.
Di seguito il comunicato del Coordinamento Studentesco.

Le dichiarazioni arroganti ed autoritarie di Silvio Berlusconi hanno avuto un effetto immediato: questa mattina spontaneamente si è mosso un corteo di 300 studenti dalla cittadella degli Studi fino al Fogazzaro. La provocazione del presidente del Consiglio ha avuto come risposta una manifestazione che ha di fatto bloccato il traffico lungo il tragitto fino al Fogazzaro, qui assieme agli studenti dell'istituto di Contrà Burci si è improvvisata un'assemblea aperta di informazione e di confronto su cosa prevede questa riforma e sulle prossime iniziative.
Una di queste sarà la manifestazione studentesca che abbiamo lanciato il 30 ottobre, giornata di mobilitazione nazionale, a Vicenza alle ore 8.30 dal Piazzale della
Stazione e che apriamo a tutte le componenti del mondo della scuola.
Siamo convinti che in questi giorni saranno parecchie le iniziative che si svolgeranno negli istituti superiori a dimostrazione che il progetto di Gelminator di distruzione della scuola pubblica non è assolutamente gradito nemmeno a Vicenza.

COORDINAMENTO STUDENTESCO VICENZA
Ecco alcune foto dell'assemblea aperta fuori dal Fogazzaro:

giovedì 23 ottobre 2008

Dopo Berlusconi, anche Cossiga...

Dopo la conferenza stampa di Berlusconi di ieri anche Cossiga esprime la sua opinione sulle mobilitazioni del mondo della scuola di questi giorni. Si tratta di un'intervista pubblicata sui tre quotidiani "Il Giorno", "Il Resto del Carlino", "La Nazione" di oggi ed è tratta dalla rassegna stampa del sito del Governo.
In grassetto sono evidenziate le parti più incredibili

fonte: http://rassegna.governo.it/testo.asp?d=32976406

"BISOGNA FERMARLI, ANCHE IL TERRORISMO PARTI' DAGLI ATENEI"

Da "GIORNO/RESTO/NAZIONE" di giovedì 23 ottobre 2008

INTERVISTA A COSSIGA «Bisogna fermarli, anche il terrorismo partì dagli atenei» di ANDREA CANGINI - ROMA PRESIDENTE Cossiga, pensa che minacciando l`uso della forza pubblica contro gli studenti Berlusconi abbia esagerato? «Dipende, se ritiene d`essere il presidente del Consiglio di uno Stato forte, no, ha fatto benissimo.

Ma poiché l`Italia è uno Stato debole, e all`opposizione non c`è il granitico Pci ma l`evanescente Pd, temo che alle parole non seguiranno i fatti e che quindi Berlusconi farà una figurac- cia».

Quali fatti dovrebbero seguire? «Maroni dovrebbe fare quel che feci io quand`ero ministro dell`Interno».

Ossia? «In primo luogo, lasciare perdere gli studenti dei licei, perché pensi a cosa succederebbe se un ragazzino rimanesse ucciso o gravemente ferito...».

Gli universitari, invece? «Lasciarli fare. Ritirare le forze di polizia dalle strade e dalle università, infiltrare il movimento con agenti provocatori pronti a tutto, e lasciare che per una decina di giorni i manifestanti devastino i negozi, diano fuoco alle macchine e mettano a ferro e fuoco le città».

Dopo di che? «Dopo di che, forti del consenso popolare, il suono delle sirene delle ambulanze dovrà sovrastare quello delle auto di polizia e carabinieri».

Nel senso che...

«Nel senso che le forze dell`ordine non dovrebbero avere pietà e mandarli tutti in ospedale. Non arrestarli, che tanto poi i magistrati li rimetterebbero subito in libertà, ma picchiarli e picchiare anche quei docenti che li fomentano».

Anche i docenti? «Soprattutto i docenti».

Presidente, il suo è un paradosso, no? «Non dico quelli anziani, certo, ma le maestre ragazzine sì. Si rende conto della gravità di quello che sta succedendo? Ci sono insegnanti che in- dottrinano i bambini e li portano in piazza: un atteggiamento criminale!».

E lei si rende conto di quel che direbbero in Europa dopo una cura del genere? «In Italia torna il fascismo», direbbero.

«Balle, questa è la ricetta democratica: spegnere la fiamma prima che divampi l`incendio».

Quale incendio? «Non esagero, credo davvero che il terrorismo tornerà a insanguinare le strade di questo Paese. E non vorrei che ci si dimenticasse che le Brigate rosse non sono nate nelle fabbriche ma nelle università.

E che gli slogan che usavano li avevano usati prima di loro il Movimento studentesco e la sinistra sindacale».

E` dunque possibile che la storia si ripeta? «Non è possibile, è probabile.

Per questo dico: non dimentichiamo che le Br nacquero perché il fuoco non fu spento per tempo».

Il Pd di Veltroni è dalla parte dei manifestanti.

«Mah, guardi, francamente io Veltroni che va in piazza col rischio di prendersi le botte non ce lo vedo. Lo vedo meglio in un club esclusivo di Chicago ad applaudire Obama...».

Non andrà in piazza con un bastone, certo, ma politicamente...

«Politicamente, sta facendo lo stesso errore che fece il Pci all`inizio del- la contestazione: fece da sponda al movimento illudendosi di controllarlo, ma quando, com`era logico, nel mirino finirono anche loro cambiarono radicalmente registro.

La cosiddetta linea della fermezza applicata da Andreotti, da Zaccagnini e da me, era stato Berlinguer a volerla... Ma oggi c`è il Pd, un ectoplasma guidato da un ectoplasma. Ed è anche per questo che Berlusconi farebbe bene ad essere più prudente».

Ass. lunedì sera alla scuola elem. di Polegge

Comunchiamo a tutti/e che abbiamo trovato il luogo dove poter svolgere l'assemblea organizzativa di lunedì sera in vista del 30 ottobre e delle prossime iniziative.
l'assemblea si svolgerà alla SCUOLA ELEMENTARE DI POLEGGE a VICENZA in Strada Polegge 101 a partire dalle ore 20.30.
Ringraziamo già da subito le maestre di Polegge per la disponibilità.

Stasera o domani poi uscirà un report dell'assemblea di ieri sera ai Chiostri...

Ma quale allarmismo inutile?!?

Visto che oggi pomeriggio Silvio Berlusconi ha dichiarato che "La sinistra dice bugie sulla scuola, fa un allarmismo inutile", pubblichiamo il link per poter scaricarsi o leggersi la versione originaria e al momento quella ufficiale del Piano programmatico del Ministero dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca, in cui con estrema chiarezza vegono descritti i tagli e le novità che riguarderanno la scuola pubblica...

http://www.cesp-pd.it/doc0809/Piano_Prog_4_set_08.doc

Per chi non avesse voglia di leggersi tutto il Piano programmatico, consigliamo vivamente di leggere, stampare e diffondere questo volantino riassuntivo e molto chiaro preparato da ReteScuole, che ieri sera abbiamo distribuito all'assemblea pubblica ai Chiostri.
Ecco il link: http://www.cesp-pd.it/doc0809/volan_leg133-64.pdf

mercoledì 22 ottobre 2008

Assemblea pubblica Chiostri di S. Corona

DIFENDIAMO LA SCUOLA PUBBLICA

ASSEMBLEA PUBBLICA
MERCOLEDI' 22 OTTOBRE ORE 20.30
CHIOSTRI DI S. CORONA VICENZA

In questi ultimi anni la scuola pubblica ha subito parecchi attacchi a causa di tagli, impoverimento dell'offerta formativa, precarizzazione e riduzione del personale.
La legge"Brunetta" 133 del 6 agosto, che dedica tutto l'articolo 64 alla scuola, e il decreto "GELMINI" 137 del 1 settembre 2008, che deve essere convertito in legge in questi giorni in Parlamento, rappresentano i due strumenti legislativi con cui si vuole smantellare l'Istruzione pubblica obbligando le singole scuole ad una riduzione dei servizi o al ricorso di interventi esterni privati (ovviamente non gratuiti).

Alcuni dati

* Riduzioni dell'orario settimanale a tutti i livelli di scuola (soprattutto tecnici e professionali)

* Aumento degli studenti per classe fino ad un massimo di 33 (29 alle materne)

* Taglio di circa 7000 classi

* Chiusura di 700 scuole con meno di 500 alunni

* Taglio di 87.000 insegnanti

* Trasformazione delle università in fondazioni con 1 nuova assunzione ogni 5 pensionamenti

* Eliminazione delle scuole di formazione degli insegnanti

* Tagli per 8 miliardi euro.

Noi, che riteniamo la scuola un BENE COMUNE da preservare, non possiamo restare a guardare. E' ora di mobilitarsi per garantire una SCUOLA PUBBLICA E DI QUALITA'.
Chiediamo pertanto L'ABROGAZIONE DELLA LEGGE N. 133 e del DECRETO LEGGE GELMINI e MAGGIORI INVESTIMENTI PER LA FORMAZIONE!!
INVITIAMO STUDENTI, INSEGNANTI, PERSONALE ATA, GENITORI A PARTECIPARE ED INTERVENIRE PER COSTRUIRE ASSIEME PERCORSI DI MOBILITAZIONE.

Interverranno:
- maestri/e della provincia di Vicenza
- un esponente del Coordinamento veneziano per la difesa della scuola pubblica
- un esponente del Centro Studi per la scuola pubblica Padova
- un esponente del Coordinamento Studentesco

a seguire microfono aperto

ASSEMBLEA PER LA DIFESA DELLA SCUOLA PUBBLICA