domenica 28 agosto 2011

SCIOPERO GENERALE DEL 6 SETTEMBRE


CONTRO LA MANOVRA DI FERRAGOSTO

che riteniamo ingiusta, inefficace contro la crisi  e lesiva dei diritti dei lavoratori di  tutte le categorie,
che non attacca i grandi patrimoni, non contrasta l'evasione fiscale, non abbatte le spese militari e le spese della politica,

aderiamo allo
sciopero generale 
del 6 settembre
indetto dalla CGIL e dal sindacalismo di base
(USB, Slaicobas, ORSA, Cib-Unicobas, Snater, SICobas e USI)

Con due manovre economiche in un solo mese il Governo Berlusconi ha imposto più tasse ai lavoratori e ai pensionati, ha tagliato i servizi, la sanità e l’assistenza, ha messo in discussione il contratto nazionale, ha discriminato i disabili.

Anche la scuola viene pesantemente colpita!


Infatti, la manovra prevede tagli di spese per i prossimi anni per 6 miliardi. Questi si aggiungono ai tagli di 8 miliardi del decreto 133/2008 della Gelmini che hanno prodotto 140mila posti di lavoro in meno, e che colpiscono anche l'università e il sistema della ricerca.

Nel Veneto negli ultimi tre anni la scuola statale 
ha perso 6.645 docenti!!!

Dopo il blocco dei contratti sino al 2014, dopo la cancellazione degli scatti di anzianità nella scuola ora si aggiungono i due interventi sul tfr e sulla tredicesima; inoltre si inserisce una finestra per cui dal 2012 si ritarda di un anno l'andata in pensione. E in più ci sono i tagli agli enti locali con conseguenze drammatiche, perché circa il 17 per cento delle spese d'istruzione (mense, trasporti, edilizia scolastica) oggi è a carico di Regioni, Province e Comuni.
Ma tagliando i servizi sociali, i diritti, i salari e le pensioni si ipoteca il futuro della società!

Di fronte alla gravità della situazione è indispensabile una forte risposta anche da parte del mondo della scuola a fianco dei lavoratori delle altre categorie.


Aderiamo allo sciopero generale e partecipiamo alla manifestazione regionale alle ore 9.00 a Mestre.
Costruiamo anche nelle scuole l’opposizione alla manovra!

Assemblea difesa Scuola Pubblica Vicenza
Comitato Genitori ed Insegnanti per la Scuola Pubblica di Padova e provincia

Salva la scuola pubblica, Alto vicentino   www.salvalascuolapubblica.blogspot.com
Scuolandia,  Treviso e provincia    https://www.facebook.com/groups/scuolandia/

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scarica e diffondi il volantino

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sabato 27 agosto 2011

La scuola va in caserma: scambio culturale?


Da almeno due anni esiste un progetto che prevede uno “scambio culturale” fra gli studenti delle  scuole superiori della città di Vicenza e quelli delle superiori della caserma Ederle.
Questa iniziativa dovrebbe anche servire agli insegnanti come “corso di aggiornamento”, peccato che  nessuno conosca nei particolari il progetto, che siano sconosciute ai più le modalità di scelta dei ragazzi e che non si sappia nemmeno quali insegnanti siano destinati a questo aggiornamento. 
È c'è qualcosa ancor più grave: la gran parte dei collegi docenti non ha mai ratificato questo “scambio culturale” e questa “pacifica” iniziativa non è mai stata inserita tra i progetti educativi delle varie scuole.
Nella sostanza non solo i genitori non sono a conoscenza di questo progetto e delle sue  finalità, ma nemmeno viene loro comunicato a posteriori cosa si insegna ai prescelti. Molti genitori non sarebbero per nulla d'accordo di vedere i loro figli con le armi in mano durante le ore di lezione, insegnamento impartito regolarmente nella scuola della caserma.
Noi riteniamo che tale iniziativa abbia una ricaduta assai negativa sul mondo della scuola e più in generale sulla società vicentina, perché portata avanti con modalità che cancellano le forme di democrazia vigenti nella scuola e perché utile alla “normalizzazione” della guerra, un'azione alla quale non ci vogliamo prestare.
La scuola deve essere il luogo privilegiato per educare i ragazzi alla pace, per far comprendere loro che la guerra è uno strumento da ripudiare, non può servire a risolvere le controversie internazionali e/o far rispettare i diritti umani; a questi valori dettati dalla Costituzione non vogliamo rinunciare.
L’Assemblea difesa della Scuola Pubblica denuncia questa incresciosa  situazione, invita i genitori a chiedere con forza notizie su questo “scambio culturale” e, se necessario, a non autorizzare la partecipazione del proprio figlio. Inoltre  chiede agli insegnanti di predisporre un ordine del giorno nei  prossimi collegi docenti per impedire che questa iniziativa venga attuata.
Diffida infine i Presidi  dall’ aderire al suddetto progetto  in assenza di specifiche delibere del collegio docenti, soprattutto senza precise informazioni ai genitori.

Assemblea difesa Scuola Pubblica di Vicenza
                                                                                                 
26 agosto 2011

giovedì 25 agosto 2011

DIFESA DEI BENI COMUNI AL FESTIVAL NODALMOLIN


L’Assemblea Difesa Scuola Pubblica di Vicenza insieme ai Comitati genitori e insegnanti di Schio, Padova, Treviso e a quanti vorranno collaborare a informare e sensibilizzare su 

"Scuola Pubblica - Bene Comune"

 sarà presente per diverse serate con un banchetto informativo al Festival No Dal Molin che si svolgerà a Vicenza dal 26 Agosto all’11 Settembre e che quest’anno avrà come tema  

la difesa dei Beni Comuni 




Il Festival 2011 si svolgerà a Park Farini che si trova in Via Farini, zona Mercato Nuovo, di fianco ai Vigili del Fuoco e di fronte all’ingresso del Parco delle Fornaci.

 

Giuseppe Caliceti il 10 settembre a Silea (Treviso)


UNA SCUOLA DA RIFARE 
 Lettera ai genitori



con Giuseppe Caliceti
 
modera Antonella Bellero, insegnante

a cura di SCUOLANDIA, comitato insegnanti e genitori di Treviso e provincia


sabato 10 settembre 

alle 18.30 a Silea (Treviso)



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domenica 21 agosto 2011

il bluff dei master

da ilFattoQutidiano del 20 agosto 2011

articolo di Augusto Pozzoli

Scuola, il bluff dei master per scalare le graduatorie per il posto fisso 


Oltre all'anzianità di servizio, il punteggio si calcola in base al numero di corsi frequentati. Peccato che molti di questi siano delle vere e proprie truffe che regalano punti in cambio di rette esose 

Dalla prossima settimana partirà l’assegnazione degli ambiti posti fissi nella scuola. Bene, peccato però che l’operazione sia inquinata dal mercato dei titoli presentati dai candidati per scalare le graduatorie. E in questo settore, anche un punto in più può significare la conquista dell’ambito posto a tempo indeterminato.

Il punteggio si calcola in base all’anzianità di servizio (gli anni di supplenza) a cui va aggiunti i vari titoli. Se l’anzianità è un dato obiettivo, è sui titoli aggiuntivi che casca l’asino. In questo settore esiste una vera e propria giungla di associazioni ed enti nati per organizzare master e corsi di aggiornamento professionale che, con il placet del ministero dell’Istruzione, rilasciano attestati preziosi per scalare le graduatorie.

I corsi si svolgono per lo più attraverso Internet, ciò nonostante la partecipazione costa centinaia di euro per volta e non tutti sono disposti a sostenere questa spesa. Annarita Schiavone, insegnante precaria di lingue straniere, a un certo punto si è rifiutata di continuare a seguire i costosi corsi telematici. “Sono nauseata – racconta – perché in Italia, anche in questo settore, non c’è un limite preciso tra decenza e indecenza, lecito ed illecito, morale ed immorale”. Quello che la docente non riesce proprio ad accettare è che dietro questi corsi si nascondano, per dirla con le sue parole, “delle autentiche macchine mangia-denaro e dispensa-punti”.

Ecco il prezzario cui doveva far fronte Annarita per riuscire a salire qualche gradino in graduatoria: un punto costa 400 euro, mentre tre solo 600. “Stessa storia se si prendono in considerazione gli pseudo-master e le lauree online che solo a trattative riservate – si sfoga l’insegnante – Per non parlare della didattica. Il materiale che mi è stato inviato a casa era strana miscellanea di testi senza capo né coda, un copia incolla altamente destabilizzante”. Per  di più gli esami, secondo la docente, sono una specie di pro-forma.

Un’esperienza che a un certo punto lei ha rifiutato: “Anche io sono incappata in questa macchina di ladri autorizzati, per ben due volte. Credevo di poter migliorare la mia condizione di precaria. Alla terza volta però mi sono rifiutata. Ho pensato ai miei alunni, ai miei ideali, ai valori che quotidianamente cerco di trasmettere”. Ma in Italia agli idealisti non va sempre bene. Il risultato è che Annarita si è trovata a guadagnare solo cinque posizione a fronte di colleghi che ne avevano guadagnate venti. L’ovvia conclusione è che la precaria non avrà il posto fisso, mentre i suoi colleghi probabilmente sì.

Sono tante le storie come quella della Schiavone che lottano contro un sistema nell’indifferenza generale: dei sindacati che dovrebbero garantire i precari della scuola e del ministero il cui compito dovrebbe essere quello di autorizzare solo i corsi di chi offre veri titoli di merito invece di punti.

giovedì 18 agosto 2011

ORA BASTA!

dal sito di FLC Cgil

Manovra finanziaria, Pantaleo: serve lotta durissima

Comunicato stampa di Domenico Pantaleo, Segretario generale della Federazione Lavoratori della Conoscenza CGIL.

13/08/2011
Occorre immediatamente reagire contro una manovra finanziaria che colpisce solo i lavoratori e i pensionati ed invece non chiede nulla ai ceti più ricchi.
Con le norme di Sacconi su contratti e art.18 si cancellano anni di conquiste di civiltà nel lavoro. Nel pubblico impiego dopo il blocco dei contratti e degli stipendi con la manovra adesso si congelano per due anni le liquidazioni e si minaccia di non pagare le tredicesime. Tra i provvedimenti ingiusti sulle pensioni, si estende anche alla scuola la finestra di uscita per i pensionamenti che significherà 12 mesi in più di lavoro. I tagli pesantissimi su Regioni ed enti locali avranno effetti disastrosi sul sistema d'istruzione già devastato dai tagli epocali del duo Gelmini-Tremonti. Per non parlare del ricatto ignobile tra immissioni in ruolo nella scuola e riduzione dei salari per i precari stabilizzati che alla luce della manovra risulta ancora più inaccettabile.
Ora basta! La crisi devono pagarla chi ha accumulato in questi anni enormi ricchezze, rendendo questo Paesi tra i i più disuguali d'Europa. Metteremo in campo risposte di lotta durissime fino alla richiesta dello sciopero generale per cacciare un Governo moralmente impresentabile che scarica tutte le proprie responsabilità sui ceti popolari, non mette in campo misure a sostegno della crescita e approfitta della crisi per colpire duramente la dignità e i diritti dei lavoratori pubblici e privati.
Il 22 ottobre FLC CGIL e FP CGIL hanno già promosso una grandissima manifestazione nazionale e sarà quello un momento importante della mobilitazione che coinvolgerà studenti, movimenti e tutti coloro che sognano una Italia più giusta e più libera.

Prima vennero a prendere i precari

Prima vennero a prendere i precari


Prima vennero a prendere i precari e tutti furono contenti. Erano bamboccioni che volevano il posto fisso, le ferie e gli straordinari pagati senza assumersi alcun rischio imprenditoriale.
Poi vennero a prendere i lavoratori del settore privato che costavano troppo, erano fastidiosi per la Confindustria. Le aziende si spostarono in Paesi senza diritti sindacali, dove si pensa solo a lavorare. I lavoratori diventarono cassintegrati o disoccupati. Qualcuno, tra i più fortunati, precario.
Poi vennero a prendere gli insegnanti delle scuole pubbliche a decine di migliaia, fannulloni pagati per scaldare la cattedra. Nessuno si indignò, in fondo se l'erano cercata.
Poi vennero a prendere tutti i dipendenti della Pubblica Amministrazione. Fu bloccato ogni aumento di stipendio, tagliata la tredicesima, sottratto il Tfr e molti vennero licenziati. Non successe nulla. I dipendenti pubblici rimasero in silenzio, si sentivano in colpa per il debito pubblico.
Poi vennero a prendere i futuri pensionati. La data della pensione fu spostata di un anno, poi di due, poi di cinque, poi per sempre. Nessuno reagì. Soprattutto i parlamentari con la pensione (o vitalizio come dice Veltroni) assicurata dopo una legislatura e chi in pensione c'era già. Mors tua, pensione mea.
Ai politici cominciò a scarseggiare il materiale umano per la macelleria sociale. Ma non si persero d'animo. Disponevano ancora di risparmiatori, pensionati e proprietari di case. Le categorie già colpite avrebbero apprezzato di non essere le uniche a pagare la crisi.
Poi vennero a prendere i possessori di titoli di Stato che furono congelati per dieci anni.
Poi vennero a prendere i risparmiatori con un prelievo dal conto corrente.
Poi tornarono a prendere i risparmiatori con la chiusura temporanea delle banche.
Poi vennero a prendere i proprietari di case con un nuovo Ici e la patrimoniale sugli immobili.
Poi vennero a prendere i pensionati togliendogli la pensione.
Poi, visto che nessuno protestava, dichiararono il default dello Stato.
Poi, precari, cassintegrati, disoccupati, insegnanti, dipendenti pubblici, mai pensionati, ex pensionati, risparmiatori, proprietari di casa e, in generale, tutti gli italiani ridotti alla miseria, vennero a prendere i politici. Nessuno protestò.
(*) Liberamente tratto da "Prima di tutto vennero a prendere gli zingari" attribuita a Bertolt Brecht

Sentenza del Consiglio di Stato: TAGLI ILLEGITTIMI!

da ReteScuole

Milano , 03/08/2011
Il Consiglio di Stato ha annullato il decreto interministeriale n. 35 del 6 luglio 2010

inviata da Mario Piemontese

La sentenza del Consiglio di Stato del 29 luglio 2011 si conclude così:

"Il Consiglio di Stato in sede giurisdizionale, Sezione Sesta. definitivamente pronunciando sull'appello n. 4209 del 2011, lo accoglie nei termini di cui in motivazione e, per l'effetto, respinge le censure accolte in primo grado; accoglie in parte l'appello incidentale e, per l'effetto, annulla il decreto interministeriale n. 35 del 6 luglio 2010.
Spese del doppio grado compensate.
Ordina che la presente sentenza sia eseguita dall'autorità amministrativa."

Il decreto interministeriale n. 35 del 6 luglio 2010 è stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 45 del 24 febbraio 2011, e definisce gli organici del personale docente per l'a.s. 2010/2011, quello che tra meno di un mese si concluderà.

Prima di emanare il decreto, MIUR e MEF non hanno sentito la Conferenza Unificata, così come previsto dal comma 4, dell'articolo 2, del DPR 20 marzo 2009, n. 81:

"La determinazione e la distribuzione delle dotazioni organiche tra le regioni tengono conto, sentita la Conferenza Unificata di cui all'articolo 8 del decreto legislativo 28 agosto 1997, n. 281, dei criteri e dei parametri di cui ai commi 2 e 3."

Della sentenza del TAR Lazio del 14 aprile 2011 sopravvive quindi in appello solo la questione dell'assenza del parere della Conferenza Unificata sul decreto interministeriale n. 35/2010. Assenza che comunque è stata determinante perché ha indotto il Consiglio di Stato a confermare la sentenza di primo grado e di conseguenza a annullare il decreto in questione.

La sentenza è da ritenersi definitiva perché non ci sono gli estremi per un ricorso da parte del MIUR alla Corte di Cassazione, visto che ciò potrebbe accadere solo per "motivi inerenti alla giurisdizione". In altre parole il MIUR non potrà appellarsi ulteriormente perché il Consiglio di Stato né ha deciso su materie estranee alle sue attribuzioni, né ha negato la propria potestà di decidere, pur essendo legittimato a esercitarla.

A questo punto spetta al TAR Lazio, che ha emesso la sentenza di primo grado, ordinare al MIUR e al MEF di annullare il decreto interministeriale n. 35 del 6 luglio 2010.

Il MIUR pensa di salvarsi e mettere tutto a tacere acquisendo con più di un anno di ritardo il parere della Conferenza Unificata. Sarà così?

Il TAR Lazio non si è ancora espresso sul ricorso analogo a quello in questione relativo all'a.s. 2011/2012, in attesa della sentenza del Consiglio di Stato e soprattutto del decreto interministeriale relativo agli organici del personale docente per l'a.s. 2011/2012, che il MIUR ha detto che avrebbe consegnato, ma del quale non si hanno notizie.

Ancora una volta ci troviamo davanti all'ennesimo decreto fantasma, senza dimenticare il decreto interministeriale n. 62 del 6 luglio 2009, relativo agli organici del personale docente per l'a.s. 2009/2010, del quale nessuno è in grado di dire quando sia stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale, e ricordando comunque l'inghippo "55 o 35?".

Per il MIUR agire fuorilegge sta diventando la regola. Potrebbe essere utile quindi che i giudici smettessero di farsi prendere in giro e chiudessero la partita una volta per tutte.

Milano, 2 agosto 2011

Mario Piemontese