lunedì 28 febbraio 2011

Distruzione della Scuola Pubblica

La dichiarazione del "maître à penser":
"Libertà vuol dire avere la possibilità di educare i propri figli liberamente, e liberamente vuol dire non essere costretti a mandarli in una scuola di Stato, dove ci sono degli insegnanti che vogliono inculcare principi che sono il contrario di quelli dei genitori"
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TOGLIERE IL DISTURBO?

           dedicato alle ‘maestre d’Italia’

Due grandi pedagogisti, Mastrocola Paola e Berlusconi Silvio, in questi giorni, hanno lanciato nuove, profonde teorie pedagogiche, che l’intero universo dell’educazione sta dibattendo.
Una vuole la scuola dei tre livelli- poveracci, ceti medi, raffinati ricconi; all’altro non basta aver distrutto la scuola pubblica, vuole danzare sulle macerie propugnando ‘libertà di scelta’ che per lui coincide con l’imposizione ai figli delle ideologie e delle confessioni dei padri, che definisce “possibilità di educare i propri figli liberamente, e liberamente vuol dire non essere costretti a mandarli in una scuola di Stato, dove ci sono degli insegnanti che vogliono inculcare principi che sono il contrario di quelli dei genitori”. I figli, nella mentalità del pedagogista Berlusconi, sono proprietà dei genitori, che possono sceglierne destini e futuro; anche investendo economicamente sulle avvenenze e sulle prestanze dei suddetti/e.
Ma vediamo quali principi si ‘inculcano’ nella ‘scuola di Stato’ ( uno Stato al quale il nostro pedagogista non appartiene, lui è al di sopra, ne è il proprietario).

Sabato sono stato in una scuola primaria a Copparo (Ferrara) per un corso di formazione sulla riflessione linguistica frequentato da insegnanti volonterose.
I corridoi, le aule della scuola erano pieni di cartelloni, giornali murali, resoconti di esperienze, storie. Spiccava un bel lavoro sui fondamentali articoli della Costituzione.
Una serie di manifesti con foto delle classi della scuola dal 1906 ( in occasione del centenario) ripercorrevano un secolo di vita italiana, con trascrizione di interviste ad anziani insegnanti ed ex alunni, racconti di episodi gustosi come quello della bidella che incautamente, nel riempire i calamai con l’inchiostro, ne versò sul quaderno di bella copia di un alunno particolarmente diligente, che scoppiò in pianto. Ma prontamente l’insegnante, ‘severa’ ma ‘giusta’, scrisse sul quaderno di quell’alunno un grande DIECI, riportando il sorriso sulle sue labbra.
Si leggevano, su quelle pareti, anche storielle elaborate al computer di animali che si aiutano e cooperano fra loro. Grafici, rappresentazioni del mondo, storie interculturali, e molto altro consentivano di leggere le attività svolte in quella scuola.
Nelle aule, cartelloni con le ‘regole di vita’ della convivenza in classe.
Ecco, io credo che sia questo che dà fastidio al pedagogista Berlusconi per un verso, alla prof.ssa Mastrocola per un altro.
Che la scuola faccia cultura, che si occupi di aspetti che loro considerano futili o inutili, improduttivi. Di qui l’attacco convergente a Rodari, a don Milani, alla metodologia dell’animazione, della creatività, al far PENSARE e AGIRE, al ‘democraticismo’ ( secondo il Mastrocola-pensiero, quello che lei si dedica a spiegare al suo cane). Tutte cose riservate ai figli di Berlusconi e di quelli come lui. Gli altri devono imparare la dura disciplina del lavoro: esercizi e apprendimenti mnemonici. La cultura nella loro accezione, non la vera cultura, che è conoscenza della realtà, della diversità, della complessità, è per i potenti, e non è per tutti. Spacciano percorsi elitari come ‘la’ cultura.
Non ‘toglieremo il disturbo’: la cultura E’ disturbo.

G. Cavinato

dirigente scolastico, Movimento di cooperazione educativa, Venezia
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leggi anche

L'indignazione dei prof corre sul web
e anche i sindacati insorgono

di SALVO INTRAVAIA
www.repubblica.it

sabato 26 febbraio 2011

Il virus della misurazione

Come già segnalato, il 24 febbraio a Pdova, si è tenuto il corso di formazione


Il virus della misurazione:

dalle prove OCSE-PISA ai test Invalsi



Scarica il > >>fascicolo<<<  con i materiali introduttivi


martedì 22 febbraio 2011

VALUTAZIONI DI UNO STUDENTE

Pubblichiamo molto volentieri questo articolo che troviamo di grande incitamento per continuare a credere in una scuola e in una società migliori.



dal "miSCHIOtto" 
giornalino d'Istituto 
dell'IIS  "A. Da Schio" 
di Vicenza
gennaio 2011



Editoriale 
dello studente caporedattore

Nuovi scandali colpiscono la Lega e i suoi squadristi. L’europarlamentare Mario Borghezio, esponente leghista, politicamente confuso, forse per entrare nelle lusinghe di Bossi, ha deciso di spararla grossa sulla delicata situazione in Abruzzo: “Questa parte del Paese non cambia mai, l’Abruzzo è un peso morto per noi come tutto il Sud”. Come al solito il partito leghista offre sempre spettacoli esilaranti per i suoi onesti elettori, che nel sogno di false e confuse speranze, seguono l’onda massonica che senza ritegno apre la bocca e ne dà fiato. Immediate le proteste e le indignazioni da parte del deputato di IDV, Leoluca Orlando: “Borghezio chieda scusa immediatamente ai terremotati”. Borghezio fa riferimento al “sano realismo padano”. Qualcuno può cortesemente spiegare una volta per tutte in maniera possibilmente socratica e pedagogica, che la Padania non esiste ed è soltanto un’invenzione fittizia di chiara natura politica?! Non si è fatta attendere la risposta del sindaco dell’Aquila : “Mi rifiuto di rispondere a tale affermazione che un esponente di un partito di governo, moralmente, non avrebbe mai dovuto fare. Borghezio all’interno del suo partito ha la licenza di spararle sempre più grosse e a volte disgustose. Inevitabilmente lo scopo è elettoralistico”. Borghezio così dicendo ha offeso un popolo piegato, che ancora oggi agonizzante, non ha ancora risanato le ferite che il terremoto ha squarciato nella loro anima e, come se non bastasse, ha infangato il ricordo dei morti. Perché non sputa sentenze anche sul suo governo, che di promesse ne ha mantenute poche?! Perché non rimprovera Berlusconi che non ha nemmeno più il coraggio di mettere piede in Abruzzo?! Per richiamare un altro episodio nato dalla disastrosa gestione politica, è il problema del deficit sanitario nel nostro Veneto, che provocherà un decisivo aumento delle tasse. Qui in Veneto del resto non ci sono comunisti a cui dare la colpa per l’aumento delle tasse, quindi è subito scontro fra l’ex governatore Giancarlo Galan e il neo governatore Luca Zaia. Bossi parlando di Galan si sfoga dicendo: “Galan? E’ meglio che stia zitto. Il buco sulla sanità è colpa sua”. Galan d’altro canto non può che cercare di far ripiegare la colpa sulla nuova giunta. Un dibattito degno delle migliori telenovelas sud-americane. Berlusconi il 6 febbraio 2009 dichiarava in merito agli incentivi e alle rottamazioni da parte del Governo: “Le misure varate oggi potrebbero dare una spinta complessiva ai consumi tra lo 0,5 e, ottimisticamente, l’1 per cento”. Oggi Confindustria smentisce I pronostici del Premier: Gli acquisti delle famiglie italiane sono ai livelli di 12 anni fa. Del resto le famiglie italiane che possono concedersi degli sfizi sono sempre meno. Per non parlare del problema della disoccupazione che rispetto ai dati dell’Istat del 2004 si mantiene all’8,7%, se si escludono dal computo i cassaintegrati, e tanti che hanno come unica prospettiva la disoccupazione una volta terminata la cassaintegrazione. Si parla di una prossima disoccupazione che supererà l’11%, la più alta tra i paesi “ricchi." Quella giovanile che è salita addirittura al 28,9%, record che ci porta al primo posto per la disoccupazione giovanile in Europa. Il ministro dell’istruzione Mariastella Gelmini vuole compiere una sperimentazione sui docenti e Istituti italiani. Come cercò di fare l’ex ministro Berlinguer, anche la Gelmini ci prova: Verificare la preparazione dei nostri insegnanti e cercare insieme ai genitori, la figura di docente ideale. Ovviamente sono subito arrivati i dissensi. Chi di noi non desidererebbe valutare i propri insegnanti?! C’è anche da dire che oltre la loro “coltezza”, sono fondamentali altri valori, altre capacità e qualità, oggi non valutate, o quasi. Mi riferisco alla loro voglia di insegnare, alla loro capacità di invogliare ognuno di voi nell’apprendimento di nuove cose, di nuovi stimoli. “E allora capii fui costretto a capire che fare l’insegnante è soltanto un mestiere”. De Andrè mi perdonerà se utilizzo un suo verso e, lo riadatto a queste circostanze. Devo ammettere che questa cosa lancia nel pozzo del dispiacere le speranze di una gioventù fresca e rivoluzionaria. Lasceremo ancora dilagare il nostro futuro nelle mani degli impuniti e dei faccendieri? Di sicuro non si arrenderanno mai, ma noi? Andremo avanti impavidi e con fermezza, o ci rassegneremo a tutte le altre cavolate infinite, piene di glorie vuote e senza scorza? Attendo impaziente vostre risposte, o meglio, I vostri fatti. Un enorme augurio di un buon proseguimento…

sabato 19 febbraio 2011

Girolamo De Michele: Martedì 22 febbraio a Vicenza


 da Comitato genitori e insegnanti di Padova 

Due appuntamenti in Veneto con Girolamo De Michele che presenta il suo libro “La Scuola è di tutti” 

CESP  – Centro Studi per la Scuola Pubblica di Padova 

  15 febbraio 2011

Lo scrittore Girolamo De Michele sarà la prossima settimana in Veneto per presentare il suo libro La scuola è di tutti – ripensarla, costruirla, difenderla“.

Terrà un primo incontro 
  
Martedì 22 febbraio alle ore 17.30

presso la libreria Edison - Corso A palladio 36 - Vicenza


mentre sarà presente una seconda volta

Giovedì 24 febbraio dalle ore 9.30 alle ore 13.30 a Padova

durante lo svolgimento del seguente
CORSO di FORMAZIONE NAZIONALE

Il virus della misurazione

dalle prove OCSE – PISA ai Test INVALSI

Aula Magna I.P.S.C. “G.Valle”Via T. Minio,13

PROGRAMMA e RELATORI
Ore 9.00/9.30: registrazione dei partecipanti
Ore 9.30 – 10.15
Carlo Salmaso, insegnante di scuola secondaria [CESP Padova]
‘Una valutazione non è mai una misurazione’
Ore 10.15 – 11.00
Girolamo De Michele, insegnante di scuola secondaria, [Ferrara]
‘E’ vero che i nostri studenti sono così somari?’
Ore 11.00 – 11.15 – Intervallo
Ore 11.15 – 12.15
Girolamo De Michele presenta il suo libro

“La scuola è di tutti”

ripensarla, costruirla, difenderla
Edizioni Minimum Fax – Roma 
Ore 12.15 – 13.30
Dibattito e Conclusioni 
introduce e coordina il dibattito Andrea Chieregato
Verrà rilasciato l’idoneo attestato di frequenza ai sensi della normativa vigente
L’iscrizione si effettua all’apertura del convegno, per adesionii preliminari: CESP, via Cavallotti 2 – 35100 PADOVA – FAX 049 8824273 – EMAIL : info@cesp-pd.it
Il convegno è stato realizzato grazie alla collaborazione di : CESP, via Manzoni 155 – Roma   e   Comitato Genitori ed Insegnanti per la Scuola Pubblica di Padova
Scarica la locandina del convegno
Leggi una recensione del libro

complici illegittimità

 da retescuole

Tavolo regionale per la difesa della scuola statale, Firenze.

IL TAR DEL LAZIO DECIDE I RICORSI CONTRO I TAGLI NELLA SCUOLA

Si è svolta ieri al TAR del Lazio l’udienza per la discussione dei ricorsi contro i tagli alla spesa per la scuola ed in particolare agli organici.
Peraltro ulteriori pesanti tagli sono previsti anche per il prossimo anno scolastico.
Nel corso della discussione è stato possibile rilevare che gli stessi giudici del TAR sembravano convinti delle illegittimità degli atti della Gelmini ( e Tremonti), anche se hanno manifestato qualche dubbio sull’attualità dell’interesse processuale; la documentazione prodotta e le argomentazioni difensive avrebbero dovuto dissipare tali dubbi. Fra un paio di mesi si conoscerà l’esito.
Il Tavolo peraltro,nella convinzione che le iniziative legali possono avere masggiore efficacia se sono inserite in una più ampia mobilitazione politica, più volte aveva sollecitato la contestazione di tutti gli atti conseguenti ai tagli agli organici e l’impegno degli Enti Locali e soprattutto delle Regioni; al ricorso hanno aderito le Province di Bologna, Cosenza, Perugia, Pistoia e Vibo Valentia ed i Comuni di Fiesole, Imola e del Circondario sell’Empolese-Val d’Elsa E gli altri Comuni e Province che pure hanno protestato contro i tagli?
Ma soprattutto è stata gravissima l’assenza delle Regioni di centro-sinistra che, nonostante siano state snobbate dalla Gelmini che non ha nemmeno acquisito il parere della Conferenza Unificata, per legge obbligatorio e nonostante siano state ripetutamente sollecitate, hanno risposto con un silenzio tanto assordante quanto grave.
Ovviamente ognuno dovrà assumersi le piena responsabilità di ciò che ha fatto e di ciò che, pur dovendo fare e pur sollecitato, non ha fatto.

**Hanno aderito finora al tavolo regionale: Sinistra per la Costituzione, Sinistra Ecologia Libertà, Rifondazione Comunista, PdCI, Socialismo 2000,PdCI - Federazione della Sinistra di Firenze, VERDI, Per un’altra città, FLC- CGIL di Firenze, Cobas di Firenze, Unicobas ,Federazione RdB-CUB, Pd della Versilia, ANIEF Toscana, IdV di Grosseto il coordinamento UAAR della Toscana,, Com. di Firenze "Per la scuola della Repubblica", ANPI Prov.e Firenze, CIDI di Grosseto, Coord Gen. Dem. (CGD),Sinistra Unita e Plurale di Firenze ( SUP) , Alternativa ed inoltre il Collettivo Insegnanti Precari/e e Inoccupati/e ( CIPì), il coordinamento Prov.le di Pistoia per la difesa della scuola pubblica ed i rappresentanti dei Comitati genitori-insegnanti di Firenze, Empoli, Fiesole, Pontassieve ,Londa, Dicomano, Scandicci, Sesto Fiorentino, Bagno a Ripoli, Versilia, Prato, Arezzo, Grosseto, Livorno, Pistoia e S. Miniato e M. Luisa Moretti, Assessore P.I. del Comune di Fiesole.

martedì 15 febbraio 2011

VICENZA: IMPERDIBILE FILMATO!

di Assemblea difesa Scuola Pubblica Vicenza

Sabato 5 febbraio per le vie del centro storico di Vicenza genitori e insegnanti hanno rappresentato, con leggerezza e ironia, le conseguenze dei tagli della riforma gelmini sulla scuola pubblica



Prossimo appuntamento
Assemblea difesa Scuola Pubblica

mercoledì 23 febbraio, ore 20.30 
sala genitori Istituto Canova
viale Astichello 195, Vicenza

Verranno raccolti i moduli con le adesioni 

sabato 12 febbraio 2011

Paolo Poli legge Pinocchio per la scuola pubblica



paolo poli legge pinocchio per la scuola pubblica

Da: nogelminiicdonorione  11 febbraio 2011
 
Spot in difesa della scuola pubblica statale. L'iniziativa è stata presa da un gruppo di genitori di Roppolo (paesino del biellese). Il testo, scritto da Andrea Sottile rielaborando alcune situazioni tratte dal "Pinocchio" di Collodi, è recitato da Paolo Poli, che ha condiviso lo spirito e le ragioni dell'appello e a cui va tutta la nostra gratitudine.

mercoledì 9 febbraio 2011

Sabato 5 febbraio a Vicenza

Grande partecipazione al gazebo!

Scambi vivaci di opinioni con genitori, insegnanti, studenti e cittadini indignati per i tagli alla scuola pubblica e allarmati per la precaria e dissestata situazione del paese.
“Non se ne può più!” l’esternazione più ricorrente.


Più di 150 firme raccolte per la petizione al Presidente Napolitano in un solo 'freddo' pomeriggio.

Attenzione e curiosità per la rappresentazione teatrale itinerante per le piazze della città con attori improvvisati che hanno impersonato genitori attoniti davanti alle continue e sempre più evidenti carenze delle scuole (tocca a noi far fronte a tutto questo?). seguirà un filmato

Tra i documenti e i volantini distribuiti pubblichiamo
  • la lettera di Giuseppe Caliceti alla Gelmini
  • la riforma dell'Università al microscopio del collettivo degli studenti di Vicenza

LETTERA AL MINISTRO GELMINI: “PERCHÉ DOVREMMO ESSERE CONTENTI?”

Cara Gelmini, lei continua a parlare di riforma epocale. In realtà si tratta di un grande pasticcio. I suoi tagli sconsiderati a fondi e personale mettono in ginocchio la scuola pubblica e depotenziano ai minimi storici l’offerta formativa a studenti e alunni. E in più di un punto contraddice alcuni articoli della nostra Costituzione e alcune leggi dello Stato che dovrebbe conoscere. Bisognerebbe che si informasse di più. Bisognerebbe che sapesse come i tagli alle elementari, cancellando la compresenza, di fatto cancellano il tempo pieno, fatto di tempi distesi e lavoro a piccoli gruppi di livello, laboratori e uscite didattiche, trasformandolo in una sorta di doposcuola che penalizza fortemente la qualità dell’apprendimento e dello star bene a scuola degli alunni. Bisognerebbe che tenesse sempre presente come i Paesi Ocse spendono in media il 5,7% del Pil per il loro sistema scolastico, mentre l’Italia spende solo un vergognoso 4,5%. E rileggesse la nostra Costituzione quando parla di scuola laica e gratuita. Mentre oggi i genitori degli alunni devono sborsare contributi. In alcuni casi anche di 150/200 euro. Per la normale manutenzione delle scuole pubbliche che frequentano i loro figli, che spetterebbe a lei. Scuole che vantano nei confronti del ministero dell’Istruzione crediti che vanno dai cento ai duecentomila euro.

Ancora: smetta, per favore, di raccontarci la favoletta del rapporto troppo alto tra docenti e studenti in Italia dimenticandosi sempre, colpevolmente, degli studenti disabili e dei docenti di sostegno. Che esistono, non sono ancora gettati dalla rupe. Non sa che questi docenti non sono calcolati, in altri Paesi, perché spesso legati al ministero della Sanità e non dell’Istruzione? Non si rende conto che i numeri che dà, in questo modo, sono palesemente falsi? Attualmente la legge parla di un insegnante di sostegno ogni due alunni con disabilità. Mentre lei, nonostante la certificazione delle Asl, garantisce che questi bambini siano seguiti solo 4/6 ore a settimana. Lo so, non c’è niente di meno economico di un bambino disabile, ma le sembra onesto e civile comportarsi come fa lei? Dovrebbe inoltre studiare meglio la legislazione sulla sicurezza nelle scuole. Sono sicuro che lei, come ministro, è tenuta a farla rispettare. Prevede un massimo di 25 alunni per aula, lo sa? Mentre lei parla di un minimo di 27 e un massimo di 35 studenti per classe. E per aula, dunque. Le chiedo: in caso di incendio o terremoto, in caso di incidenti, o di morte di uno studente, chi è il responsabile di quella morte annunciata? Lei? O i docenti che si adeguano alle sue indicazioni? E poi: lei, Gelmini, è al corrente del fatto che alle medie, con la sua manovra, non esistono più laboratori espressivi, corsi di italiano per stranieri, interventi di recupero e potenziamento? Non crede che in questo modo non favorirà l’integrazione?

È sicura che cancellare ogni tipo di sperimentazione nei licei risponda a una reale esigenza di rinnovamento? O non si tratta di una semplice questione di risparmio? E quali motivazioni didattiche l’hanno spinta a eliminare ore di lezione anche negli Istituti tecnici e professionali e nei licei? Cosa significa, per lei? Che meno stanno a scuola, più i ragazzi imparano? Insomma, perché, come lei sostiene, i genitori degli alunni e degli studenti italiani dovrebbero essere soddisfatti della sua riforma?

                                                                             di Giuseppe Caliceti
22 settembre 2010
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LA RIFORMA DELL'UNIVERSITÀ AL MICROSCOPIO

Cosa prevede la legge di riforma degli atenei approvata dal Parlamento?

Diciamo subito quella approvata è una legge delega, che deve essere attuata da successivi decreti legislativi. Con tutta probabilità, passeranno diversi mesi prima che tali decreti vengano approvati (sempre che naturalmente il Governo non cada, eventualità che potrebbe far slittare di qualche anno l’effettiva entrata in vigore della riforma stessa).

L’effetto immediato della riforma sarà quello di bloccare tutte le procedure di reclutamento di ricercatori e docenti universitari.

All'articolo 2 si prevede l’inserimento nei consigli d’amministrazione degli atenei di non meglio definite “personalità italiane o straniere in possesso di comprovata competenza in campo gestionale ovvero di un’esperienza professionale di alto livello con una necessaria attenzione alla qualificazione scientifica culturale”; si apre cioè la strada all’ingresso di personalità provenienti dal mondo della politica e da quello dell’imprenditoria.

Un colpo mortale all’autonomia universitaria e alla libertà di ricerca; i “baroni” interlocutori del Governo si mostrano disposti ad accettare in cambio di un significativo incremento del loro potere nelle procedure di selezione e di reclutamento del personale.

Il disegno di legge di riforma crea inoltre le condizioni per un bel taglio alle borse di studio per dottorati. Perchè? La precedente legge 218/1990 (Norme per il reclutamento dei ricercatori e dei professori universitari di ruolo) prevede, infatti, all’art. 4 che con appositi decreti dei Rettori delle università si stabilisca ogni anno “il numero, comunque non inferiore alla metà dei dottorandi, e l’ammontare delle borse di studio da assegnare, previa valutazione comparativa del merito”.

Ora, l’art. 17 bis della riforma abroga le parole “comunque non inferiore alla metà dei dottorandi”, e qui viene meno una norma di garanzia che imponeva il finanziamento di almeno la metà dei posti messi a concorso per dottorati di ricerca (tradotto: la ricerca in Italia si fa gratis…).

Ma sempre lo stesso articolo fa di più: riformando la legge 476/1984, articolo 2, aggiunge un fumoso “compatibilmente con le esigenze dell’amministrazione” (che tutti possiamo facilmente tradurre), riguardo alla regolamentazione di congedi e dottorati di ricerca per il perfezionamento.

Conseguito un dottorato di ricerca, i pubblici dipendenti non possono più aspirare a partecipare ad altri dottorati (anche senza gravare sull’amministrazione); risparmiare è l'imperativo, anche a discapito della preparazione e della specializzazione di amministratori pubblici e di docenti.

Come accennato prima, il senso complessivo di questa parte è che la ricerca in Italia si deve fare a costo zero e senza svolgere altri impieghi. Meglio dedicarsi ad altro.
l ricercatore a tempo determinato: i nuovi ricercatori saranno selezionati mediante procedure pubbliche disciplinate dalle università con apposito regolamento e nel rispetto di alcuni criteri enunciati dallo stesso disegno di legge di riforma (art. 21).

Potranno aspirare al contratto i possessori del titolo di dottore di ricerca o di titolo equivalente, oppure, per i settori interessati, del diploma di specializzazione medica. Altri requisiti saranno stabiliti dai singoli atenei.

L’articolo 21 della riforma disciplina i contratti dei ricercatori a tempo determinato, che possono essere di due tipi: contratti di durata triennale prorogabili per soli due anni, per una sola volta, previa positiva valutazione delle attività didattiche e di ricerca svolte, effettuata sulla base di modalità, criteri e parametri definiti con decreto del Ministro, e contratti triennali non rinnovabili, riservati a candidati che hanno usufruito dei contratti del primo tipo (o di analoghi contratti in atenei stranieri).

Alla fine dei sei (o otto nel migliore dei casi), o si diventa associati o si va a casa. La nuova disciplina, pertanto, incrementa il precariato e non toglie alcun potere (anzi lo incrementa) ai cosiddetti 'baroni', dato che la selezione e la stabilizzazione dei neoricercatori spetterà sempre e comunque a questi ultimi.

Per diventare professore non sarà più necessario effettuare un concorso. L’art. 16 istituisce, infatti, l’abilitazione scientifica nazionale che avrà durata quadriennale e attesterà la qualificazione scientifica che costituirà requisito necessario per l’accesso alla prima e alla seconda fascia dei professori.

Scommettiamo? L’abilitazione nazionale verrà riconosciuta sulla base di standard non eccelsi, e, di conseguenza, il potere di reclutamento resterà tutto nelle mani degli ordinari 'baroni'.

L'epocale riforma annunciata dal ministro, basata su meritocrazia e contro il potere del baronato, si basa su tre punti:

1) ridurre drasticamente posti e finanziamenti alle università;

2) far entrare l’imprenditoria privata e la politica negli atenei pubblici;

3) accentuare sensibilmente il peso degli ordinari nella definizione delle politiche accademiche allo scopo di far “digerire” loro la condivisione del potere con imprenditori e politici.

A voi il giudizio.

Noi studenti in questi mesi ci siamo mobilitati in tutta Italia dall’8 ottobre al 16 ottobre e ancora il 14(in occasione della fiducia al Governo) e il 22 dicembre(quando è stata definitivamente approvata la riforma), ma la nostra lotta non è finita. Il 28 gennaio siamo inoltre scesi in piazza a fianco di tutti i lavoratori in occasione dello sciopero della Fiom, infatti nel contesto della crisi che sta vivendo il sistema capitalista, si inserisce l’attacco e la precarizzazione sia del mondo del lavoro sia dell’istruzione pubblica. Per questo oggi noi studenti ci sentiamo vicini a tutti gli operai Fiat ed esprimiamo la nostra solidarietà anche a tutti quei lavoratori che hanno perso il loro posto e sono oggi in cassa integrazione ma presto saranno senza reddito, cassintegrati e quindi disoccupati. Disoccupati che possono essere i nostri genitori, sarà quindi sempre più difficile mantenere i nostri studi sia alle scuole superiori che all’università con l’aumento delle tasse. L’unico modo per uscire dalla crisi e scendere in piazza tutti insieme, studenti e lavoratori uniti nella lotta per chiedere il ritiro della riforma.

COLLETTIVO STUDENTI SCUOLA PUBBLICA - VICENZA

RACCOLTA FIRME PETIZIONE AL PRESIDENTE NAPOLITANO

La raccolta firme per la petizione
al Presidente Napolitano continua


Chi vuole contribuire alla raccolta firme può scaricare 
e successivamente consegnare i modelli originali con le adesioni raccolte tra colleghi, amici e conoscenti  al prossimo appuntamento dell’Assemblea difesa Scuola Pubblica di Vicenza che si terrà in un giorno da definire nella settimana del 21 febbraio alla sala genitori dell’Istituto Tecnico Canova.
Maggiori informazioni sul prossimo incontro verranno pubblicate a giorni.


lunedì 7 febbraio 2011

Sabato 5 febbraio: mobilitazione a Vicenza

dal Giornale di Vicenza di Sabato 5 Febbraio 2011
 
MOBILITAZIONE. Oggi raccolta firme e volantinaggio:
«L'istruzione è sempre più penalizzata»

Scuola, petizione a Napolitano

di Anna Madron

Dalle 15 alle 19 il comitato “Assemblea” sarà presente con un gazebo in contrà Cavour


Flash-mob, volantini, raccolte firme. Un sabato di mobilitazione quello di oggi per il mondo dell'istruzione che sia a livello regionale che locale promuove una serie di iniziative per informare e sensibilizzare sulla condizione della scuola statale.


«La protesta - interviene Francesco Casale, referente dell'Assemblea difesa della scuola pubblica - nasce dalla considerazione che dal 2008 l'istruzione pubblica è stata più volte penalizzata dalle manovre governative, con tagli per 8 miliardi di euro e 144.000 lavoratori, come previsto dall'art. 64 della legge 133. I risultati sono sotto gli occhi di tutti: la situazione delle scuole, alla fine del 2010, è a dir poco drammatica, con aule fatiscenti, classi smembrate per l' impossibilità spesso di nominare i supplenti, diritti negati agli alunni diversamente abili, azzeramento dei trasferimenti per il funzionamento delle attività didattiche, blocco degli scatti di carriera per i docenti, tagli al personale docente e Ata».


«Come se non bastasse - prosegue Casale -, nel maxiemendamento alla Finanziaria per il 2011, non solo sono stati confermati i tagli già previsti per il prossimo anno alla scuola pubblica, ma sono stati stanziati ulteriori finanziamenti di 245 milioni di euro alle paritarie».


Per questo oggi pomeriggio, dalle 15 alle 19, il comitato Assemblea difesa scuola pubblica, formato da insegnanti, genitori, studenti, sarà presente con un gazebo in contrà Cavour per informare i cittadini attraverso documenti che saranno messi a disposizione di chiunque voglia prenderne visione. Verrà inoltre incoraggiata la raccolta firme per una petizione indirizzata al presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, nella quale «si chiede che il garante della Costituzione intervenga affinché il governo reintegri i fondi sottratti alle scuole pubbliche e restituisca quelli impropriamente concessi agli istituti paritari». A supporto della protesta un gruppo di volontari improvviseranno una rappresentazione teatrale per le vie del centro, con la modalità del flash mob, nella quale si racconteranno le quotidianità della scuola statale attraverso cartelloni e imitazioni.


«Invitiamo tutti i cittadini, i lavoratori della scuola, i genitori, gli studenti, i sindacati, i rappresentanti delle istituzioni e tutti coloro che hanno a cuore le sorti della scuola pubblica - conclude Casale - ad informarsi e condividere le iniziative che il movimento sta realizzando con le proprie forze per cercare di difendere uno dei beni comuni della società civile».

domenica 6 febbraio 2011

Comunicato Incontro Nazionale Scuole

Bologna – 5 febbraio 2011

Comunicato stampa dell’Incontro Nazionale Scuole,
Bologna 30 gennaio 2011

L’Incontro Nazionale delle Scuole, riunito a Bologna il giorno 30 gennaio 2011, concorda le seguenti linee di azione ed invita le diverse componenti della scuola (docenti, genitori, studenti ed ATA) ad adoperarsi affinchè tali iniziative e strategie vengano divulgate e condivise:

1) PROGRAMMA ANNUALE 2011 (ex bilancio di previsione): vengono date informazioni in merito alla redazione del Programma Annuale 2011 che i Consigli di Circolo e di Istituto dovrebbero approvare entro il 14 febbraio 2011 (termine ultimo).
Nella nota del Ministero dell’Istruzione n. 10773 del 11 novembre 2010 viene ribadito che “con riguardo alle spese per le cosiddette supplenze brevi e saltuarie potranno essere disposte, con periodicità di norma mensile assegnazioni a favore di ogni Istituzione ad integrazione della risorsa finanziaria assegnata […]. Detta modalità operativa è resa necessaria dal fatto che non è possibile stimare, a priori, l’esatto fabbisogno per supplenze brevi di ciascuna scuola, data la variabilità della relativa spesa di mese in mese.” Gli ulteriori finanziamenti per le supplenze brevi vengono sempre erogati “al fine di garantire ed assicurare il prioritario obiettivo del diritto allo studio e della piena funzionalità delle attività didattiche […], nota n. 9839 dell’8 novembre 2010. I Dirigenti Scolastici che non chiamano i supplenti non possono essere “giustificati” da motivazioni finanziarie inesistenti.
Si invitano i Dirigenti Scolastici e i Direttori dei S.G.A. a non inserire i crediti (residui attivi) vantati nei confronti del Ministero nell’aggregato Z (disponibilità finanziaria da programmare) perché sono somme dovute alle Istituzioni Scolastiche e le stesse devono essere utilizzate per una corretta programmazione delle attività e dei progetti da svolgere.
I residui attivi non possono e non devono essere inseriti nell’aggregato Z (disponibilità finanziaria da programmare) in quanto sono somme già impegnate o già liquidate con anticipi di cassa da parte delle Istituzioni Scolastiche. L’obiettivo del Ministero dell’Istruzione, con l’indicazione che “una somma pari all’ammontare dei residui attivi di competenza dello Stato venga opportunamente inserita nell’aggregato Z disponibilità finanziaria da programmare” è chiaramente quello di non onorare i crediti che sono DOVUTI alle scuole.
L’Incontro nazionale delle Scuole ritiene la recente erogazione di una parte dei residui attivi frutto delle battaglie intraprese nel corso dei due anni scolastici appena trascorsi ed invita i Consigli di Circolo e di Istituto, nel rispetto del D.I. 44/01, a non approvare il Programma Annuale 2011 nei seguenti casi:
1. Mancanza di impegno formale del Dirigente Scolastico a nominare i supplenti, anche per una sola giornata, in caso di assenza del docente titolare.
2. Mancata programmazione dei crediti vantati per attività e progetti (Residui Attivi).

2) RICORSI AL TAR: L’Incontro nazionale Scuole ritiene indispensabile garantire tutto il sostegno possibile a questi ricorsi soprattutto al fine di bloccare la terza ondata di tagli previsti per il prossimo anno scolastico.
• RICORSO SUL RIORDINO DEI CICLI: viene ribadito l’impegno a sollecitare Comuni, Province e Regioni affinchè intervengano ad adiuvandum nel ricorso che verrà discusso il 17 febbraio a Roma, attraverso la Lettera concordata nelle scorse settimane dalle associazioni e dai comitati ricorrenti.
• RICORSO SULLA RIDUZIONE ORGANICI PER IL TEMPO PIENO: viene sostenuta e incentivata l’azione ad adiuvandum della Scuola primaria Mario Longhena di Bologna (IC8) al ricorso depositato al TAR dell’Emilia Romagna da tutte le sigle sindacali, con l’obiettivo di dimostrare l’illegittimità della riduzione di 20 posti assegnati nell’organico di diritto e cancellati nell’organico di fatto e testimoniare “il danno” subito dagli alunni in ragione della riduzione delle ore di compresenza e quindi dell’offerta formativa sottoscritta all’atto dell’iscrizione.

3) L’Incontro Nazionale delle Scuole identifica come tematiche urgenti e prioritarie di riflessione e di azione delle prossime settimane:
• la difesa ed il rilancio della centralità degli ORGANI COLLEGIALI
• il netto rifiuto della VALUTAZIONE MERITOCRATICA E PREMIALE DI SCUOLE E INSEGNANTI
• il contrasto all’abbassamento dell’OBBLIGO SCOLASTICO, all’introduzione dell’APPRENDISTATO a 15 anni previsto dalla legge Sacconi (Collegato Lavoro) e allo svilimento degli Istituti Professionali Statali, cui vengono sottratti i percorsi di qualifica triennale assegnati alle competenze dei Centri di Formazione Professionale
• il pieno sostegno a tutte le azioni legali volte a denunciare l’AUMENTO DEL NUMERO DI ALUNNI PER CLASSE, con gravissime conseguenze sul piano della didattica e della sicurezza degli ambienti scolastici, al fine di ottenere in merito l’intervento della Corte Costituzionale

4) PETIZIONE AL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA CONTRO I FINANZIAMENTI ALLE SCUOLE PRIVATE: si decide di proseguire e rilanciare fino a fine febbraio la raccolta firme, già avviata con successo in numerose province italiane, al fine di giungere ad inizio marzo ad una conferenza stampa di chiusura dell’iniziativa che ci consenta di chiedere formalmente un incontro con il Presidente Napolitano.

5) L’Incontro Nazionale delle Scuole ritiene utile e necessario condividere un percorso che conduca alla costituzione di una CONSULTA NAZIONALE come luogo di incontro di persone e non di sigle, che si impegni in azioni di informazione e coordinamento e che si ponga come obiettivo prioritario la difesa del diritto allo studio e l’AUTORIFORMA del sistema di istruzione statale.
Al fine di perseguire gli obiettivi suindicati, l’Incontro Nazionale delle Scuole si impegna a promuovere nelle prossime settimane le seguenti azioni di informazione, lotta e mobilitazione:
• rilancio della campagna di informazione TUTTI DEVONO SAPERE attraverso la divulgazione pubblica (sugli autobus, nelle piazze, ai semafori, nei centri commerciali) di MATERIALI CONDIVISI messi a disposizione dai comitati e dai coordinamenti delle diverse città attraverso i siti e le mailing list nazionali
• organizzazione di INCONTRI TEMATICI sul territorio volti a coinvolgere le diverse componenti del mondo della scuola (genitori, docenti e studenti) in percorsi di analisi e di controproposta per il RILANCIO e non più solo la difesa della SCUOLA STATALE. Tali incontri giungeranno ad un momento di sintesi attraverso un CONVEGNO NAZIONALE SULLA VALUTAZIONE E SUL MERITO come nuclei tematici fondamentali su cui confrontarsi per ribadire la centralità del diritto allo studio e per la difesa della scuola come bene comune.

Incontro Nazionale delle Scuole

Articolo di MicroMega sull’incontro

venerdì 4 febbraio 2011

Sabato 5 febbraio: LA SCUOLA PUBBLICA A VICENZA

 5 febbraio
 i Coordinamenti Buona Scuola del Veneto
 nelle piazze per difendere
 la scuola di tutti e di tutte



 L’Assemblea Difesa Scuola Pubblica di Vicenza

promuove per il giorno 5 febbraio p.v. con i Coordinamenti Buona Scuola del Veneto (Verona, Treviso, Alto vicentino-Schio, Padova e Venezia) una serie di iniziative a livello locale e regionale, per informare e sensibilizzare la cittadinanza sulla condizione della scuola pubblica statale, considerato che a partire dal 2008 la Pubblica Istruzione è stata più volte fortemente penalizzata dalle manovre governative con tagli per 8 miliardi di euro e 144.000 (centoquarantantaquattromila) lavoratori previsti dall’art. 64 della legge 133 del 2008. I risultati sono sotto gli occhi di tutti. La situazione delle Scuole Statali, alla fine del 2010, è a dir poco drammatica, con aule fatiscenti, classi smembrate per l’impossibilità spesso di nominare i supplenti, diritti negati agli alunni e alle alunne diversamente abili, azzeramento dei trasferimenti per il funzionamento delle attività didattiche, blocco degli scatti di carriera per i docenti, tagli al personale docente e non docente e così via.
Come se non bastasse, nel maxiemendamento alla Finanziaria per il 2011, non solo sono stati confermati i tagli già previsti per il prossimo anno alla scuola pubblica, ma sono stati stanziati ulteriori finanziamenti di 245 milioni di euro alle scuole paritarie.

Il Coordinamento regionale, riunitosi lo scorso 11 dicembre, ha conseguentemente lanciato una serie di iniziative fin dalle scorse settimane con un seminario a Verona sull’istruzione superiore, un ‘assemblea pubblica a Treviso con le forze sociali presenti sul territorio, con la nascita del Coordinamento cittadino di genitori ed insegnanti e la raccolta di firme del Comitato di Padova per una petizione indirizzata al Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, nella quale si chiede che il Garante della Costituzione intervenga affinché il Governo reintegri i fondi sottratti alla Pubblica Istruzione e restituisca quelli impropriamente concessi agli Istituti paritari. L’articolo 33 della Costituzione, al comma 3, recita: «Enti e privati hanno il diritto di istituire scuole ed istituti di educazione, senza oneri per lo Stato».L’iniziativa, partita da qualche settimana a seguito di una mozione dell’Assemblea dei genitori del Liceo delle Scienze Umane Gaetana Agnesi di Milano, si sta diffondendo a macchia d’olio in tutta Italia. Ha già raggiunto, infatti, Brescia, Pavia, Parma, Piacenza e Monza ed è arrivata, per ora, a Roma, Bologna, Torino e Padova.

Il Coordinamento dei Comitati Buona Scuola del Veneto ha aderito all’iniziativa e la sta diffondendo con il sito internet (http://buonascuolaveneto.wordpress.com/).

Pertanto per il suddetto giorno nella provincia di Vicenza saranno organizzate le seguenti iniziative: a Schio a cura del Comitato “Salvalascuolapubblica” (www.salvalascuolapubblica.blogspot.com/) sarà allestito un gazebo in piazzetta Garibaldi, dove ci sarà un banchetto sulla scuola.

Sarà possibile informarsi sulla situazione, firmare la petizione citata precedentemente, informarsi sulle prossime iniziative, mentre nel pomeriggio saranno organizzati: un flash mob, un gruppo di djembé, un reading e una performance degli studenti del liceo artistico.

Nella stessa giornata a Vicenza, il Comitato dell’Assemblea Difesa Scuola Pubblica , formato da insegnanti, genitori e studenti (http://www.difesascuolapubblica.blogspot.com/), sarà presente con un gazebo dalle 15 alle 19 in Contrà Cavour per informare i cittadini sulla attuale situazione della Scuola Pubblica Statale., attraverso i volantini ed i documenti sulla scuola che saranno messi a disposizione all’interno del gazebo, in particolare il Comitato sosterrà la raccolta firme della petizione al Presidente della Repubblica, mentre un gruppo di insegnanti, genitori e studenti attueranno una rappresentazione teatrale per le vie del centro,,con la modalità del flash mob, nella quale si racconteranno le quotidianità della scuola statale attraverso cartelloni e imitazioni dei diversi attori del mondo della scuola, famiglie, studenti, insegnanti.

Invitiamo tutti i cittadini, i lavoratori della scuola, i genitori, gli studenti, i sindacati, i rappresentanti delle istituzioni e tutti coloro che hanno a cuore le sorti della Scuola Pubblica Statale ad informarsi e condividere le iniziative che il Movimento con le proprie forze sta cercando di costruire per difendere uno dei beni comuni che appartiene alla società civile.

Vicenza , 4 febbraio 2011
                                                                           Assemblea Difesa Scuola Pubblica Vicenza

mercoledì 2 febbraio 2011

ASSEMBLEA NAZIONALE DELLA SCUOLA

da MicroMega


di Anna Maria Bruni

Se qualcuno pensava che dopo la firma della legge Gelmini la scuola statale si sarebbe arresa, si è sbagliato di grosso. L’assemblea nazionale della scuola, che nel luglio scorso a Parma ha lanciato tutte le campagne avviate questo autunno si è ritrovata ieri, nonostante una Bologna innevata, per fare un bilancio del lavoro di questi mesi e rilanciare i suoi obiettivi.

Presenti, oltre la città ospite Bologna, diverse realtà fra le quali Roma, Napoli, Milano, Padova, Piacenza, Carpi, Firenze, Viareggio, in rappresentanza di scuole o reti di esse già costituite nel territorio. Obiettivo, dipanare una giornata di discussione, confronto e proposte, che nell’arco di circa 6 ore, a parte il momento conviviale del pranzo, sono riusciti a definire senza perdere tempo.

In testa, una Consulta nazionale per rilanciare la scuola pubblica, composta prima di tutto da persone – non in quanto appartenenti a sindacati o partiti – e associazioni e coordinamenti del mondo della scuola, o vicini ad essa. La rottura con le dinamiche di Organizzazione, che dividono e frenano l’autonomia è generalizzata tanto quanto la critica alle posizioni di Pd e Cgil, inversamente alla volontà di costruire movimento e organizzazione interconnessi, orizzontali e trasversali con gli studenti. Che devono essere il centro delle lotte “come soggetti portatori del diritto”, “verso i quali – dice Barbara, genitore di Napoli – troppo poco ancora è stato fatto. Il primo passo ora – insiste – è prendere posizione sugli avvisi di garanzia recapitati loro per le azioni di protesta, così come sui 5 in condotta che stanno seguendo le occupazioni”.

Anche questo deve fare una Consulta, o forum o come si preferirà chiamarla. Se vuol essere il luogo da cui prendere posizione, dalla difesa del diritto allo studio alla microconflittualità quotidiana, che è stata finora il bastione dal quale la scuola pubblica è stata difesa. Ultima la sentenza del Tar contro le “classi pollaio” ottenuta dalle tante scuole che hanno avviato il ricorso. Ma ancora tempo pieno, compresenze, stabilizzazione e addirittura aumento degli organici, bocciatura dei bilanci, indisponibilità al pagamento del contributo volontario dalle famiglie, indisponibilità al lavoro aggiuntivo da parte dei docenti. E ultime, le bocciature delle sperimentazioni sul merito. Da Torino a Napoli le ultime, tante sono le scuole che non hanno mollato, e che per questo hanno tutelato diritti.

Ma tanti sono i fronti aperti dai tagli e dalla legge che ne è seguita. Altrettanti quindi devono essere i gruppi di lavoro tematici a cui è demandato il compito di elaborare confronto e proposta. Primi della lista collegialità e valutazione. Un tema, quello del merito, opposto alla collegialità, struttura e fondamento della scuola pubblica statale, democratica “per Costituzione” e perciò portatrice di diritti e cittadinanza, che anche il disegno di legge Aprea mina, cancellando gli organi collegiali. Che invece vanno potenziati, insieme alla didattica, che “già in alcune scuole – ricorda Roberta, docente di Parma – viene trasformata dai test invalsi, perché così impostata fin dall’inizio dell’anno”. “Far comprendere come la connessione tra valutazione e collegialità – dice Matteo, docente Itis di Viareggio – con la libertà di insegnamento garantita dall’art 33 della Costituzione sia la stessa delle lotte per la libertà nel lavoro”. Cioè quella della rappresentanza, messa in discussione dall’accordo Fiat, e contemporaneamente dalla cancellazione degli organi collegiali, il cui contraltare comune è la precarizzazione e l’individualizzazione del rapporto di lavoro, che marciano di pari passo nel pubblico e nel privato.

Un modello contro il quale questa assemblea farà muro, moltiplicando informazione e diffusione delle tante lotte in corso che “danno forza a tutte le altre”, dice Deborah, genitore di Parma. Intanto prosegue la campagna “Tutti devono sapere”, che nella fascetta adesiva elenca gli innumerevoli attacchi alla scuola pubblica, cominciando dai tagli dei posti di lavoro, e che prevederà “blitz sugli autobus e ai semafori”, annuncia un altro docente suggerendo così le modalità di diffusione dell’informazione. Accanto alle quali è ancora la petizione a Napolitano contro il finanziamento alle scuole private, che verrà consegnata a fine febbraio con iniziative in tante piazze nelle rispettive città, dopo un’ulteriore diffusione nelle Università e davanti ai posti di lavoro. E, sempre a fine febbraio, un nuovo appuntamento nazionale. “Vogliono la competitività? E noi rispondiamo con una nuova agorà”, dicono. Come dire, un altro sistema di relazioni.


(31 gennaio 2011)

il TAR del Lazio sui ricorsi

da ReteScuole

Bologna , 27/01/2011

17/02/11 il TAR Lazio decide in via definitiva sui ricorsi contro i tagli Tremonti Gelmini
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inviata da Bruno Moretto

Il ricorso 2009 è stato sottoscritto da 1500 genitori e insegnanti della scuola primaria, quello del 2010 è stato sottoscritto da 755 docenti, studenti, genitori e personale ata delle scuole superiori di tutta Italia e da alcune associazioni fra cui Per la Scuola della Repubblica.

I ricorsi chiedono l’annullamento delle circolari e dei decreti del 2009 e 2010 su iscrizioni e organici.

Il Tar Lazio ha dapprima, nell’udienza del 24 giugno 2010, sospeso i provvedimenti fino al 19 luglio, vista l’assenza delle controdeduzioni del Ministero, riconoscendo quindi in prima istanza sia l’illegittimità che il danno .

Tenendo conto del danno arrecato alla comunità da provvedimenti che hanno costretto i genitori ad una iscrizione al buio, assegnato d’ufficio i nuovi indirizzi alle scuole, escluso dalla definizione dell’offerta formativa territoriale province e regioni, e al fine di costruire un fronte comune fra Istituzioni e cittadini per la difesa della scuola della Repubblica, abbiamo chiesto agli enti locali di costituirsi a sostegno dei ricorrenti.

Hanno raccolto l’appello le province di Bologna, Cosenza, Pistoia, Vibo Valentia, i comuni di Empoli, Certaldo, Castiglionfiorentino e il Codacons, costituiti “ad adiuvandum”.

Nell’udienza del 19 luglio il TAR ha ritenuto che le norme impugnate sono illegittime perché “circolari applicative di testi normativi emanati successivamente e pertanto ancora privi di efficacia e di rilievo giuridico”. Non ha però concesso la sospensiva perché “ i ricorrenti non hanno documentato nel giudizio posizioni specifiche (nella qualità di studenti, genitori, docenti e personale ata) direttamente incise dalle circolari impugnate.

Nella stessa seduta, in seguito a ricorso patrocinato dallo Snals, il TAR Lazio ha riconosciuto l’illegittimità e il danno provocato dalle disposizioni riguardanti il taglio delle ore delle classi intermedie dei Tecnici e Professionali, sospendendo l’efficacia delle stesse fino alla pronuncia del parere del Consiglio nazionale della pubblica istruzione, organo di rappresentanza del mondo della scuola, al quale il Ministro deve chiedere obbligatoriamente parere sui suoi atti.

Il ricorso del Ministro contro tale ordinanza al Cdi Stato è stato respinto.

Il parere del CNPI al riguardo è stato poi richiesto ed è stato completamente negativo.

A questo punto la situazione è in stallo: il ministero ha proceduto ugualmente alle operazioni di trasferimento dei soprannumerari, ma è evidente che questi sono sub judice.

Il prossimo 17 febbraio 2011 è fissata l’udienza di merito che unifica sia i ricorsi 2010 che quelli del 2009 sulla scuola primaria.

Siamo impegnati in tutta Italia ad allargare la presenza degli Enti locali a sostegno dei ricorrenti.

In tale occasione porteremo i casi specifici di danno subiti da docenti, ata, genitori e studenti al fine di ottenere la sospensione definitiva delle circolari e dei decreti e quindi il blocco dei tagli per il prossimo anno scolastico.

Bruno Moretto, Comitato bolognese Scuola e Costituzione, Ass. ne Per la Scuola della Repubblica

Bologna 27/01/11

Tutto il materiale relativo al ricorso, i testi delle due ordinanze, sono disponibili all’indirizzo Scuola e Costituzione Bologna