domenica 28 febbraio 2010

Regolamenti "definitivi"? no, grazie

dal sito della FLC CGIL

Comunicato FLC  Comunicato stampa di Domenico Pantaleo, Segretario generale Federazione Lavoratori della Conoscenza CGIL.
26-02-2010
Solo con la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale i decreti sul riordino della scuola secondaria superiore possono considerarsi definitivi e, quindi, attuabili.
Mancando ancora alcuni passaggi alla loro definizione formale e sostanziale, quali la firma del Presidente della Repubblica e il parere della Corte dei Conti, la pubblicazione dei provvedimenti in Gazzetta Ufficiale non avverrà prima di un mese circa.
Il Ministro dell'Istruzione con il solito atteggiamento arrogante e con informazioni distorte e parziali cerca di far passare nell'opinione pubblica, ma anche fra le istituzioni regionali e scolastiche, il messaggio che i regolamenti siano definitivi.
Ma, come previsto dall'ordinamento italiano, fino alla loro pubblicazione in G.U. quegli atti semplicemente non esistono e non possono costituire riferimento per alcuna decisione formale. Ma il Ministro tenta di accreditare tale convincimento presso genitori e studenti, inducendoli a scegliere un percorso formativo nella più totale confusione ed incertezza.
La FLC Cgil, ribadisce, quindi, che in mancanza della pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale dei regolamenti varati dal Governo lo scorso 4 febbraio, le iscrizioni nella scuola superiore per l'anno scolastico 2010-2011 non possono che avvenire sulla base dell'attuale sistema.
La FLC Cgil invita le scuole, i genitori e gli studenti a far valere i loro diritti garantiti dalle attuali norme di legge tuttora in vigore nel nostro Paese. Invita altresì le Regioni e gli Enti Locali ad attenersi alla normativa vigente per quanto attiene la programmazione territoriale.
Roma, 26 febbraio 2010
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qui la guida alle secondarie superiori indicata dal MIUR
e qui una più realistica guida alla circolare sulle iscrizioni alle superiori di FLC CGIL

Attività alternative all'insegnamento della Religione Cattolica

Lettera alla dr.ssa Palumbo in relazione ai Fondi per le Attività alternative all’insegnamento della Religione Cattolica


Il Coordinamento Veneto dei Comitati “Buona Scuola” ha indirizzato la seguente lettera alla dr.ssa Palumbo in relazione ai noti problemi collegati alla cronica mancanza di fondi da utilizzare per retribuire gli insegnanti che svolgono le ore di attività alternativa all’insegnamento della religione cattolica.

Padova, 23 febbraio 2010
  
Al Direttore Generale dell’Ufficio Scolastico regionale del Veneto Dr.ssa Carmela Palumbo 
e p.c.     
ai Dirigenti degli Uffici Scolastici Provinciali del Veneto 
ai Dirigenti Scolastici e ai Presidenti dei Consigli d’Istituto delle Istituzioni Scolastiche della Regione Veneto

Oggetto: Fondi per le Attività alternative all’insegnamento delle Religione Cattolica
Gent.le Dr.ssa Palumbo,
siamo un gruppo di genitori ed insegnanti appartenenti ai vari comitati che agiscono a livello territoriale nella nostra regione in difesa della scuola pubblica; siamo quelli che lo scorso anno scolastico, con la sigla collettiva Coordinamento Veneto dei Comitati “Buona Scuola”, hanno raccolto oltre 32.000 iscrizioni alternative con la richiesta esplicita delle famiglie di mantenere un’organizzazione di qualità nelle scuole.
Le scriviamo per sottoporle un problema legato all’offerta formativa fornita in molti istituti del nostro territorio che si è decisamente accentuato in quest’anno scolastico a causa dell’operazione di ridimensionamento effettuata dal Ministero dell’Istruzione.
Il problema, che peraltro sappiamo esserLe senza dubbio noto (ce lo segnalano la Sua lettera inviata al MIUR in data 27/11/2009 per sottolineare la situazione della regione Veneto e la Sua nota datata 22 gennaio 2010 che autorizza i dirigenti di tutte le scuole a nominare docenti per lo svolgimento delle attività alternative all’insegnamento della religione cattolica), è quello legato alla regolare effettuazione delle ore alternative alla religione cattolica.
In molte scuole tali attività si sono dimostrate impossibili da realizzare per la pesante riduzione degli organici e per l’entrata in vigore delle nuove norme che, in modo specifico nella scuola secondaria, ha comportato per i docenti l’eliminazione delle ore a disposizione.
I Dirigenti Scolastici, quasi sempre, hanno adottato  soluzioni di emergenza che consistono nel distribuire gli  allievi che non si avvalgono dell’insegnamento della religione cattolica in altre classi, durante le lezioni di altre discipline.
Abbiamo appurato che la CM 316 del 1987, tuttora vigente, prevede che le scuole possano, anzi debbano, nominare supplenti (se non hanno personale interno con ore a disposizione o disposto a prestare ore eccedenti) per coprire le ore alternative all’IRC o le attività con assistenza di personale docente, sulla base delle scelte operate dai genitori all’atto dell’iscrizione.
Si tratta di un dovere per la scuola se viene espressamente richiesto perché, in particolare la sentenza della Corte Costituzionale n.13/91, ha ritenuto che le scelte predisposte dal Ministero  con le circolari 188 e 189 / 89 di “a) attività didattiche e formative; b) attività di studio e/o di ricerca individuali con assistenza di personale docente; c) nessuna attività, che l’Amministrazione interpreta come libera attività di studio e/o ricerca senza assistenza di personale docente”, più la scelta suggerita in quella stessa sentenza “di allontanarsi o assentarsi dall’edificio della scuola” traducano fedelmente lo “stato di non – obbligo” in cui ricade chi non si avvale dell’IRC, e perché tale normativa, perfezionata in seguito alle sentenze della Corte Costituzionale, è tuttora vigente.
La scuola ha il dovere di comunicare all’USP le necessità di personale che le scelte dei genitori comportano e gli USP/USR devono concedere, solitamente in organico di fatto, il personale necessario e i fondi per pagarlo.
Le proteste dei genitori, che non si sono rassegnati alla mancanza di un servizio dovuto, si sono scontrate con il diniego dei Dirigenti Scolastici di turno, che hanno lamentato la mancanza di fondi e di risorse per risolvere il problema.
Spinti dalla necessità (e sinceramente sconcertati dal modo in cui vengono violati i diritti di noi genitori e dei nostri figli) abbiamo cominciato a studiare a fondo il problema e tutta la normativa ad esso connessa.
E’ stato con profondo stupore che abbiamo scoperto l’esistenza nel Bilancio Finanziario Annuale di previsione dello Stato di un pingue, corposo, solido fondo denominato: “SPESE PER L’INSEGNAMENTO DELLA RELIGIONE CATTOLICA E PER LE ATTIVITA’ ALTERNATIVE ALL’INSEGNAMENTO DELLA RELIGIONE CATTOLICA, CON L’ESCLUSIONE DELL’IRAP E DEGLI ONERI SOCIALI A CARICO DELL’AMMINISTRAZIONE attribuito a ciascuna regione (compresa la nostra); ci siamo ulteriormente documentati e abbiamo capito che tale fondo serve per pagare gli stipendi degli insegnanti di religione non di ruolo (quelli di ruolo li paga direttamente il Tesoro) ma anche per le attività alternative all’IRC.
Per l’anno 2010 alla Tabella 7 (che contiene la Ripartizione in capitoli del Bilancio di Previsione dello Stato per il Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca) per la Regione Veneto sono accreditati per i diversi ordini di scuola i seguenti fondi:
ISTRUZIONE PRESCOLASTICA  €   1.666.447   Capitolo 2711
SCUOLA  PRIMARIA                     €  26.475.413   Capitolo 2709
SECONDARIA DI I° GRADO        €   7.947.920    Capitolo 2710
SECONDARIA DI II° GRADO      €  17.050.619   Capitolo 2703
                                                       TOT.   € 53.140.399
Quindi gli insegnanti nominati per le ore alternative all’IRC non gravano sul fondo per le supplenze brevi, [e questo lo diciamo anche in relazione alla Sua summenzionata nota del 22 gennaio 2010, che era conclusa dalla frase “Nel caso in cui si renda necessario adottare la seconda soluzione (nomina supplente), si rammenta che i relativi oneri gravano sul bilancio delle istituzioni scolastiche] e non sono in relazione alcuna col tasso di assenteismo medio nazionale che la nota del 14 dicembre 2009 della Direzione Generale del MIUR sul Programma Annuale vuole assumere come tetto oltre il quale la scuola non possa avere fondi, se non per giustificate e verificate esigenze di sostituzione.
In sostanza oggi possiamo dire con buona certezza che la mancanza di risorse che finora ci è stata fornita come risposta alle nostre istanze non ci convince, che spesso ha comportato avanzi d’amministrazione inaccettabili per le nostre scuole ridotte al collasso finanziario, in presenza di diritti violati proprio in virtù della falsa mancanza di risorse.
Per questi motivi le scriviamo per porLe due richieste:
  • vorremmo verificare con Lei la possibilità di appurare, una volta eliminata la somma necessaria in media annualmente a coprire gli stipendi degli insegnanti di religione non di ruolo, quale sia l’ammontare a disposizione, per i vari ordini di scuola, delle attività alternative all’ora di religione e una sua eventuale distribuzione per ciascuna provincia del Veneto;
  • vorremmo poter avere un riscontro periodico (bi o trimestrale) di quanto resta approssimativamente a disposizione di ogni Ufficio Scolastico Provinciale.
Crediamo che Lei possa comprendere i motivi di queste proposte e, anche in virtù del fatto che finora le nostre istanze sono state trattate in modo perlomeno poco attento, che una maggiore considerazione ci sia dovuta.
In attesa di un Suo riscontro, ci rendiamo disponibili per un incontro relativo alle questioni poste.
Per il Coordinamento Veneto dei Comitati “Buona Scuola”
Carlo Salmaso

Assemblea Difesa Scuola Pubblica Vicenza
Movimento Veneziano per la difesa della scuola pubblica
Comitati dei genitori di Treviso e Provincia
Salvalascuolapubblica – Genitori e insegnanti Alto Vicentino
Comitato genitori ed insegnanti per la Scuola Pubblica di Padova
Comitato scuole sinistra Piave (TV)
CESP – Centro Studi per la Scuola Pubblica di Padova
       Coordinamento Veneto dei Comitati     “Buona Scuola”

mercoledì 24 febbraio 2010

1° MARZO: manifestazione studenti

Il Collettivo Studenti per la Scuola Pubblica e il Coordinamento Studentesco invitano i lavoratori e i disoccupati migranti ad astenersi dal lavoro e partecipare alla manifestazione insieme agli studenti nella giornata del 1°marzo.
Nella giornata di mobilitazione nazionale dei migranti, dimostriamo che noi studenti siamo contro le discriminazioni e non accettiamo il razzismo. L'incontro tra culture e' una ricchezza, non una minaccia per la qualita' delle scuole. Diciamo no al tetto del 30% di studenti stranieri per classe!
La manifestazione ha come scopo evidenziare alla popolazione italiana ed europea la necessità di migranti che costituiscono al giorno d’oggi una fonte di ricchezza culturale, sociale ed economica per gli stati.


Per presentare tale iniziativa, domani - giovedì 25 febbraio - alle ore 14.30, convochiamo una conferenza stampa sotto il palazzo della Provincia di Vicenza in contrà Gazzolle.

Vicenza , 24 febbraio 2010

COMUNICATO STAMPA 

Il primo marzo in molte città d’Italia e d’Europa, come a Vicenza, si terrà una grande manifestazione non violenta per far capire all’opinione pubblica italiana ed europea quanto sia determinante il contributo dei migranti alla società. Questa iniziativa, il cui slogan è “UN GIORNO SENZA DI NOI”, è nata in Francia e tramite Facebook è stata divulgata per tutto il continente fino a giungere qui in Italia dove i fatti di Rosarno, ultimi di una lunga serie, sono un’efficace testimonianza dell’aumento del razzismo e della xenofobia. La manifestazione ha come scopo evidenziare alla popolazione italiana ed europea la necessità di migranti che costituiscono al giorno d’oggi una fonte di ricchezza culturale, sociale ed economica per gli stati. Si provi a immaginare una giornata senza immigrati: centinaia di bambini e anziani privi di assistenza, ettari ed ettari di terreno lasciato incolto. Per di più, noi italiani, che siamo definiti e ci autodefiniamo un popolo avanzato, civile e aperto al prossimo, permettiamo l’esistenza di un’alta percentuale di lavoratori in nero dislocati in specifici settori dell’economia: migliaia di uomini e donne che lavorano in condizioni malsane e rischiose, sottopagati e sfruttati. Tutto ciò contro la Carta dei Diritti Internazionali. All’inizio degli anni ’60 del ‘900 Martin Luther King disse: “L'odio è radicato nella paura[…]. La nostra situazione internazionale che va sempre peggiorando è attraversata dai dardi letali della paura... Non è forse la paura una delle maggiori cause della guerra? Noi diciamo che la guerra è conseguenza dell'odio, ma un attento esame rivela questa sequenza: prima la paura, poi la guerra e infine un odio più profondo.” Nel 2010 la situazione non è cambiata. I ragazzi percepiscono un’Italia poco incline all’integrazione e ad accogliere nuove culture. Uno studio recente promosso dalla Conferenza delle assemblee delle Regioni nell’ambito delle iniziative dell’Osservatorio della Camera sui fenomeni di xenofobia e razzismo, i cui dati sono stati pubblicati sul Giornale di Vicenza, dichiara che il 45,8% dei giovani è intollerante nei confronti degli stranieri. Risultati sconcertanti a nostro avviso. Questa realtà, che dovrebbe essere arginata dal governo, è in verità rafforzata dagli attuali provvedimenti accolti dallo stato, quali la discussa riforma scolastica Gelmini che prevede l’introduzione di un tetto massimo del 30% di alunni stranieri per classe. Tale decreto è anticostituzionale poiché l’articolo 34 della Costituzione Italiana afferma che la scuola è aperta a tutti. In considerazione di tutto ciò, il Collettivo Studenti per la Scuola Pubblica e il Coordinamento Studentesco invitano i lavoratori e i disoccupati migranti ad astenersi dal lavoro e partecipare alla manifestazione insieme agli studenti nella giornata del 1°marzo. Il ritrovo della manifestazione sarà alle 8.30 al piazzale della stazione FS di Vicenza.
Vicenza , 23 febbraio 2010
COLLETTIVO STUDENTI PER LA SCUOLA PUBBLICA
COORDINAMENTO STUDENTESCO

venerdì 19 febbraio 2010

TROPPA FRETTA, ASSESSORE DONAZZAN!!!

TROPPA FRETTA, ASSESSORE DONAZZAN!!!


di Coordinamento Veneto dei Comitati "Buona Scuola"

Leggiamo nei quotidiani e nel sito della Regione Veneto (Comunicato Stampa n° 281 del 9 febbraio 2010) la notizia che “la Giunta regionale, su proposta dell’assessore alle politiche dell’Istruzione e della Formazione Elena Donazzan, ha approvato la delibera che dà il via alla riforma Gelmini nella scuola secondaria del Veneto, disegnando il completo riordino degli indirizzi dell’offerta formativa e fissando il dimensionamento della rete scolastica regionale”.
Ci chiediamo quali siano i motivi che hanno spinto a deliberare così frettolosamente in merito ad una materia tanto delicata e complessa in assenza di una certezza della norma, dato che il testo del riordino della scuola superiore votato dal Consiglio dei ministri il 4 febbraio non è ancora stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale, mancando a tutt’oggi la firma del Presidente della Repubblica.
Di fatto oggi vige ancora uno stato di incertezza in materia a causa della mancanza di norme certe relativamente alla definizione delle classi di concorso, ai programmi di insegnamento, e ci troviamo di fronte ad una “riforma inesistente”, fatta solo di una riduzione dei quadri orari, sulla quale peraltro deve ancora deliberare la Corte dei Conti.
Stiamo parlando del destino di centinaia di migliaia di studenti, lavoratori della scuola, genitori che si trovano in questo momento frastornati da informazioni spesso in contraddizione tra loro circa il futuro delle loro scuole, già scelte o, ancor peggio, da scegliere entro il 26 marzo.
Segnaliamo, inoltre, che nelle confluenze tra vecchio e nuovo ordinamento stabilite dalla Regione e pubblicate nel sito risultano incongruenze rispetto alle tabelle di confluenza pubblicate nel sito nazionale INDIRE (da notare non in quello del Ministero, non essendo legge) e addirittura, nel prospetto allegato alla delibera, non risultano diversi istituti di alcune province della nostra regione, che sembrano magicamente scomparire.
Più saggiamente altre Regioni hanno deciso di aspettare l’uscita sulla Gazzetta Ufficiale del testo di riordino della secondaria superiore. Ad esempio l’Emilia Romagna attenderà la pubblicazione per poi darsi quindici giorni per definire il nuovo piano.
Per tutti questi motivi la delibera adottata dalla Regione Veneto risulta a nostro avviso, oltre che frettolosa, illegittima e non serve a fare chiarezza, ma solo ad aggiungere confusione a confusione.

Assemblea Difesa Scuola Pubblica Vicenza

Movimento Veneziano per la difesa della scuola pubblica

Comitati dei genitori di Treviso e Provincia

Salvalascuolapubblica - Genitori e insegnanti Alto Vicentino

Comitato genitori ed insegnanti per la Scuola Pubblica di Padova
 

Coordinamento Veneto dei Comitati "Buona Scuola"

venerdì 12 febbraio 2010

Iscrizioni a Vicenza : NOTA BENE

Lettera aperta all’Assessore Alessandra Moretti
ed ai Dirigenti scolastici degli Istituti Comprensivi della città di Vicenza

Stimatissimo Assessore,
Stimatissimi Dirigenti,

intendiamo segnalare alcuni aspetti finora ignorati nel dibattito che si sta sviluppando anche sui media locali rispetto al nuovo piano territoriale scolastico per l’anno scolastico 2010-2011 da Voi sottoscritto senza aver prima consultato i rispettivi organi collegiali.
Innanzitutto, il fatto che i consigli d’Istituto delle scuole primarie siano chiamati ad esprimersi solo oggi, a cose fatte, rappresenta per noi un fatto riprovevole, certamente in contraddizione con l’obiettivo di promuovere la partecipazione democratica di tutte le componenti della scuola, stabilito dalla legge di istituzione degli organi collegiali.
Ma ciò che più ci preme sottolineare è che nelle note delle domande di iscrizione inviate ai genitori si legge:
“Per ciascuna classe prima è stabilita una composizione massima di alunni stranieri pari al 30% come previsto nel Piano Territoriale Scolastico, superata tale soglia verrà indicato il trasferimento ad altra classe o Scuola; analogo criterio verrà adottato per gli alunni che risiedono nelle Strutture di Assistenza per minori e nei campi nomadi autorizzati”.

Ricordiamo che lo scorso anno l’ assessorato all’istruzione del Comune di Vicenza si è fatto promotore del tetto del 30% di alunni stranieri per ogni classe e che tale criterio è stato prontamente accolto e fatto proprio dal ministro Gelmini che lo ha esteso per il corrente anno scolastico, attraverso una circolare, a tutte le scuole del Paese.
La questione quindi ha assunto una rilevanza nazionale, ma questo fatto non rappresenta per noi un motivo di orgoglio, ci induce piuttosto ad una riflessione e ad assumerci la responsabilità di intervenire pubblicamente per il nostro ruolo di educatori e genitori di alunni della scuola statale.

In particolare, vogliamo spiegare perché non abbiamo condiviso e non condividiamo la scelta dell’introduzione del tetto del 30 % di alunni “stranieri” per ogni classe, oggi pericolosamente allargata alle due nuove categorie:
“alunni che risiedono nelle Strutture di Assistenza per minori e nei campi nomadi autorizzati”.

Riteniamo che questa sia una misura discriminatoria e razzista che ignora l’attività di generazioni di operatori della scuola che per decenni hanno speso la loro passione civile nella cura del diverso, del debole, dello svantaggiato e sentiamo la necessità di porre l’attenzione su come la moderna Pedagogia interculturale (anche citata sul sito del Comune, da Lei Assessore) individui la Scuola come punto d’incontro privilegiato tra identità culturali diverse attraverso il riconoscimento dell’alterità, il confronto e lo scambio tra mondi culturali dominanti e minoritari che si incontrano ed imparano a conoscersi.
La presenza di bambini portatori di culture diverse, provenienti da classi sociali diverse, con situazioni familiari ed esperienze diverse, rappresenta per noi la ricchezza della scuola pubblica, cioè della scuola di tutti.
Non possiamo accettare l’introduzione di categorie quali quella degli “stranieri”, dei “nomadi”, degli alunni con “disagio sociale”, e che i bambini vengano così etichettati da qualcuno per farne oggetto di calcoli e limiti numerici imposti dall’alto.
Ritenete che sia formativo per un bambino sapere che non può far parte di quella classe o di quella scuola perché è compreso in quel 30% che non può essere superato? Pensate che favorisca l’integrazione spiegarlo ai suoi genitori, che provengono da un Paese diverso, ma che vivono nel nostro?
Non credete che il problema sia unicamente legato al possesso della lingua italiana, e che questo dipenda dal tempo e dalle condizioni di permanenza nel nostro Paese più che dalla provenienza geografica? per risolvere questo tipo di problema non sarebbe necessario aumentare gli interventi e le risorse a favore dell’integrazione?
In linea più generale, riteniamo fondamentale il ruolo che l’Amministrazione comunale può svolgere ai fini del miglioramento della società anche e soprattutto nell’ambito educativo, comprendendo le istanze della collettività, indirizzandole su sentieri responsabili, non assecondando ma condannando con fermezza i rigurgiti razzisti e xenofobi che provengono dal “ventre” di una parte della comunità, ignorante e manipolabile.
Per tutti questi motivi Vi chiediamo di ripensare all’indirizzo generale alla base di queste scelte ed un atto concreto: che al più presto sia resa pubblica una rettifica che cancelli la nota riguardante il 30%.

Distinti saluti
Assemblea Difesa Scuola Pubblica di Vicenza

Vicenza,11 febbraio 2010
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ai Consigli d'Istituto sul tetto del 30%

dal blog del Comitato genitori e insegnanti per la scuola pubblica di Padova e provincia
segnaliamo


Con il cuore rivolto al primo marzo, un invito a tutti i Consigli d’Istituto

 per dire NO al tetto del 30% per gli alunni di cittadinanza non italiana della circolare Gelmini

sabato 6 febbraio 2010

INCONTRO COORDINAMENTO REGIONALE


Sono passati tre mesi dall’ultima assemblea regionale dei Comitati Buona Scuola del Veneto.

Tre mesi intensi, costellati da una lunga serie di provvedimenti, alcuni di grande impatto, altri minori, ma non per questo meno insidiosi per il mondo della scuola pubblica.

L’esperienza maturata nello scorso anno scolastico ci ha insegnato che è utile lavorare in modo condiviso, che più teste pensano e producono meglio di una sola.

Per questo motivo abbiamo deciso di indire una

RIUNIONE REGIONALE
dei
 Comitati Buona Scuola del Veneto

Giovedì 11 febbraio
 
ore 20’45 – presso la sala del Teatro S. Antonio ai Ferrovieri, Via Prandina, 8VICENZA
  • Per valutare i risultati dell’iniziativa “Contiamo i tagli della Gelmini”
  • Per trovare una strada condivisa per le iscrizioni alla scuola primaria
  • Per parlare della riforma delle scuole superiori
  • Per decidere in che modo partecipare alla giornata del 1° marzo
  • Per capire come procedere nei confronti del programma annuale 2010
  • Per garantire le attività alternative alla religione cattolica
Scarica il volantino
 PARTECIPA E PASSA PAROLA!!!
 Coordinamento Veneto dei Comitati “Buona Scuola”

La riforma "tombale": i quadri orari

Riceviamo dal Comitato genitori e insegnanti per la scula pubblica di Padova e provincia 
Tutti i quadri orari definitivi della riforma “tombale” della scuola superiore
al link sottostante potete trovare i testi in formato PDF dei profili e dei quadri orari approvati ieri dal consiglio dei ministri

Vi mandiamo direttamente al sito del Ministero che, in serata, ha finalmente resi disponibili parte dei testi della riforma della scuola superiore approvata ieri, 4 febbraio 2010.
Prima di leggere i commenti, vi invitiamo caldamente ad esaminare la documentazione e a non scordare tre piccole cose:
  • Non sono ancora disponibili i testi dei regolamenti veri e propri, ma solo una parte dei documenti di contorno;
  • l’anno scorso, in una occasione analoga riferita al testo della riforma per la scuola primaria, alcune “paroline” (guarda caso riferite alle compresenze nella scuola a tempo pieno) si materializzarono quasi per miracolo due giorni dopo la prima versione lanciata in rete;
  • negli istituti tecnici e professionali verranno decurtate almeno 4 ore per anno anche nelle classi successive alla prima, cioè a quegli studenti che hanno già iniziato da almeno un anno il loro percorso

giovedì 4 febbraio 2010

Ai Presidenti dei Consigli d'Istituto

Pubblichiamo il testo della lettera che l'Assemblea difesa Scuola Pubblica di Vicenza ha inviato a tutti i Presidenti dei Consigli d'Istituto dei Comprensivi di Vicenza città.


Nel corso dell'incontro Interistituti di lunedì 8 febbraio verranno informati tutti i Presidenti dei Consigli d'Istituto delle scuole superiori sempre del comune di Vicenza.


Chiediamo di aiutarci a diffondere questo testo anche a tutti i Consigli d'Istituto dei comuni della provincia.

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Ai Presidenti dei Consigli d’Istituto del comune di Vicenza
Cari Presidenti,
vi scriviamo in relazione alle modalità di formazione del Programma annuale 2010 che dovrà essere approvato entro il 15 febbraio 2010.
Quasi tutti gli Istituti della nostra città vantano crediti nei confronti del Ministero dell’Istruzione per decine di migliaia di euro.
Crediti dovuti a somme stanziate e mai versate dal Ministero fin dal 2005 e imputabili soprattutto alla mancata copertura finanziaria delle ore di supplenza effettuate.
Questa situazione che ha avuto gravi ripercussioni sulla gestione delle supplenze brevi nel corrente anno scolastico (anche in relazione alle attività alternative alla religione cattolica, vedi nota dell’USR del 21 gennaio 2010 firmata dalla dott. Palumbo), ne avrà di ancor più gravi sul normale funzionamento dell’attività didattica e sulla gestione degli edifici scolastici, attraverso il mancato o scarso approvvigionamento di materiali didattici o di igiene personale degli alunni.
A ciò si è aggiunta la nota della Direzione Generale del MIUR del 14 dicembre 2009, pervenuta alle scuole il 22 dicembre a ridosso del periodo di chiusura per le festività natalizie, che contiene istruzioni su come costruire il Programma annuale.
Indicazioni che sembrano non rispondenti alla normativa vigente (vedi Decreto interministeriale n.44 del 2001) quando suggeriscono:
“… Si segnala l’opportunità di applicare l’avanzo di amministrazione presunto, nell’entità pari al fondo di cassa al netto dei residui passivi, per far fronte ad eventuali deficienze di competenza. L’avanzo di amministrazione determinato da residui attivi di competenza di questa Direzione Generale, va inserito opportunamente nell’aggregato “Z – Disponibilità da programmare”, fino alla loro riscossione. …”
Nel citato decreto 44 del 2001 l’articolo 3 riporta invece:
“1. Nel programma, è iscritto, come prima posta di entrata, l’avanzo di amministrazione presunto al 31 dicembre dell’esercizio che precede quello di riferimento.
2. Al programma è allegata una tabella dimostrativa del predetto avanzo di amministrazione.
3. In apposito prospetto sono indicati i singoli stanziamenti di spesa correlati all’utilizzazione del presunto avanzo di amministrazione. Detti stanziamenti possono essere impegnati solo dopo la realizzazione dell’effettiva disponibilità finanziaria e nei limiti dell’avanzo effettivamente realizzato.”
Ci chiediamo cosa comporti ascrivere somme derivanti da vecchi crediti in una voce che contiene “disponibilità da programmare”, “aggregato” che non è espressamente previsto dalla normativa vigente.
Ci chiediamo se nel futuro sia immaginabile l’azzeramento delle somme contenute nell’aggregato Z da parte dello Stato debitore.
La circolare del 14 dicembre contiene un ulteriore motivo di preoccupazione per le famiglie che hanno figli in età scolare, là dove si sostiene: “I finanziamenti non vincolati dovranno essere impegnati al perfezionamento dell’obbligazione giuridica (es. contratto collettivo integrativo d’istituto,contratti di supplenza breve, contratti di servizio per la pulizia dei locali, ecc…).”
Si apre di fatto la possibilità di usare i contributi volontari versati dai genitori, non per lo scopo per cui vengono richiesti e cioè il potenziamento dell’attività formativa, ma per il normale funzionamento degli istituti che compete interamente allo Stato, almeno nella scuola statale pubblica.
La trasformazione di fatto di un contributo volontario, versato per il potenziamento dell’offerta formativa, in un perfezionamento dell’obbligazione giuridica corre il rischio di mutare il contributo da volontario ad obbligatorio, facendolo equivalere ad un secco aumento delle tasse per tutte le famiglie che hanno figli in età scolare e, di riflesso, ad un impoverimento della qualità dell’istruzione.
In questa situazione paradossale (il Ministero smentisce sé stesso…) vi chiediamo di valutare le seguenti possibilità:
1.     la richiesta di rinvio del termine di approvazione del Programma annuale, come già fatto dall’Ufficio Scolastico Regionale del Piemonte e come richiesto dal Coordinamento di tutti i Presidenti dei consigli di Circolo e di Istituto di Bologna e provincia;
2.     l’apertura di un tavolo comune per la discussione delle modalità di formazione del Programma annuale, che veda la partecipazione della dott. Palumbo, direttore dell’Ufficio scolastico regionale del Veneto, del dott. Venturella, direttore dell’Ufficio scolastico provinciale di Vicenza, dei Dirigenti Scolastici e dei Presidenti dei Consigli degli Istituti operanti nel territorio comunale di Vicenza;
3.     la richiesta di copertura immediata da parte dello Stato dei crediti pregressi, senza i quali le nostre scuole saranno a breve nell’impossibilità di operare;
4.     la necessità di mantenere vincolati i contributi volontari dei genitori ad effettive spese di potenziamento e sviluppo dell’offerta formativa e a non destinarli per spese correnti di funzionamento – carta igienica, supplenze, ecc. – per le quali spetta allo Stato provvedere, essendo la scuola statale pubblica già finanziata con le tasse versate dai contribuenti;
5.     la propria disponibilità ad approvare il Programma annuale solo se redatto seguendo le indicazioni contenute nella normativa vigente, Decreto Interministeriale n. 44 del 2001;
6.     viceversa di non approvarlo se non conforme alla normativa vigente e se redatto secondo quanto suggerito dalla circolare 14 dicembre 2009.
Assemblea per la difesa della scuola pubblica di Vicenza

Sui corsi di recupero

Prendiamo posizione sui corsi di recupero.
Sono obbligatori ma le scuole non hanno fondi per realizzarli.
Non sono comunque obbligati a tenerli gli insegnanti di classe degli studenti ai quali sono rivolti.

Ecco una testimonianza


Dapprima una premessa per chi non fosse pratico delle cose della scuola secondaria superiore.
Nel 2007 l’allora ministro Fioroni introduce, per gli studenti che abbiano qualche insufficienza a fine anno scolastico, la sospensione della valutazione a Giugno con relativa la prova suppletiva estiva (per me: i vecchi esami di Settembre). Parallelamente obbliga le scuole superiori ad organizzare appositi corsi di recupero (di norma: non meno di 15 ore per materia). Le scuole hanno l’obbligo di istituire tali corsi non solo nel periodo estivo ma anche all’inizio del secondo quadrimestre; a questi ultimi vanno indirizzati gli studenti con insufficienze nella pagella invernale. Se qualcuno di questi studenti non intende partecipare ai corsi, i genitori devono presentare esplicita rinuncia per iscritto. Al termine del corso svoltosi durante il secondo quadrimestre gli studenti devono sostenere una prova di accertamento sugli argomenti trattati durante il corso per vedere se le lacune palesate nel primo quadrimestre sono state colmate.
Con il nuovo ministro Gelmini nulla cambia: l’ordinanza ministeriale 82 di Fioroni del 2007 continua ad essere valida. L’anno scorso, infatti, si svolgono (anche se con qualche sofferenza economica) nelle varie scuole i corsi di recupero.
Anche quest’anno nulla cambia sul piano normativo ma ………..non c’è una lira per le supplenze figurati se ci sono soldi per i corsi di recupero. Stanziamenti per il recupero da mettere a bilancio: zero.
Ovviamente la propaganda ministeriale continua a sottolineare l’importanza delle strategie di recupero tanto è vero che nella circolare sul bilancio dello scorso dicembre 2009 invita i dirigenti scolastici a privilegiare l’ambito del recupero nell’utilizzo del fondo d’Istituto, eventualmente tagliando altri progetti del POF già approvati.
E veniamo alla situazione odierna.
Nella mia scuola, l’Istituto Boscardin, il dirigente ha emanato prima degli scrutini una circolare in cui invita gli insegnanti, in sede di scrutinio, a non deliberare alcun corso di recupero causa mancanza fondi.
Invita altresì a “deliberare forme di recupero, sostegno, potenziamento” facendo uso del monte ore da dedicare agli IDEI (interventi didattici ed educativi integrativi), già deliberato ad inizio anno scolastico.
Da ciò deriva che :
•    Un consiglio di classe deve spartire tra tutti gli insegnanti un monte ore programmato di 12 ore: capirai che recuperi.
•    Non rimane più alcuna ora per gli IDEI per il resto dell’anno e per il resto degli alunni.
•    Il compenso è inferiore a quello previsto per i corsi di recupero.
•    Essendo la scuola obbligata ad istituire tali corsi di recupero mi aspetto a giugno una marea di ricorsi in caso di bocciature.
Ma la cosa che ritengo peggiore è che mi si chiede la complicità omertosa sul problema dei tagli, il silenzioso adeguamento ad una negazione di diritti (perché nessuno ha abolito questi corsi di recupero). Non c’è stata nessuna protesta, nessuno ha informato le famiglie di questa situazione. Si confermano procedure obbligatorie che non vengono finanziate nemmeno in minima parte. Si bypassano norme con veline e circolari. Annunci roboanti e stritolamenti in sommesso sottobanco.

Io mi sto comportando così: in sede di scrutinio ho fatto verbalizzare che chiedevo, per gli studenti insufficienti nella mia materia, il corso di recupero come previsto dall’ordinanza ministeriale 82 del 2007. Nella pagella consegnata alle famiglie c’è scritto chiaramente che per lo studente è previsto il corso di recupero. Studenti e genitori mi stanno chiedendo quando inizierà e io sto rispondendo loro che attendo, come da prassi, l’incarico scritto del dirigente (che, immagino, non arriverà). Tra qualche giorno chiederò in forma scritta al dirigente notizie sul mio corso e in caso di risposta negativa informerò famiglie, Consiglio d’Istituto e CSA.
Se anche in altre scuole (dove immagino i problemi saranno analoghi) qualcuno si comporterà in modo analogo al mio potremmo sollevare il problema anche sui media.
Ricordo che questi tagli si vanno a sommare agli 8 miliardi della legge 133 perché quelli sono già “coperti” con tagli di classi e di personale; inoltre si taglia nella scuola statale e si danno 500 milioni (contro la Costituzione) alle scuole private.
firmato da un docente dell'Istituto Tecnico Boscardin

Le scuole non ci stanno!

Mettiamo a disposizione i documenti di alcune scuole superiori di Vicenza con i quali viene denunciata, in forme diverse, la mancata condivisione di questa "epocale riforma" che sta per investire la Scuola Pubblica.


Partecipazione manifestazione studentesca

L'Assemblea difesa Scuola Pubblica di Vicenza condivide i motivi della manifestazione studentesca di giovedì 5 febbraio.
Sappiamo che non è una giornata di sciopero per i lavoratori ma invitiamo tutti coloro che ne hanno la possibilità a partecipare.
Ci troviamo davanti alla stazione alle ore 9.00.

Attenzione ai moduli proposti!!!

Il Comitato genitori e insegnanti per la scuola pubblica di Padova e provincia denuncia l'icongruenza, che non sembra per niente in buona fede,  tra i moduli di iscrizione proposti dal Ministero e la normativa vigente.
Clicca sulla scritta evidenziata per approfondire

Il ministero cerca, ancora una volta, di fregare i genitori!!! 

Al momento dell’iscrizione i genitori prestino molta attenzione ai moduli proposti!!!


Scarica il volantino ed aiutaci a diffonderne il contenuto!!!