giovedì 28 giugno 2012

Evento: Marina Boscaino a Festambiente


Video del canale You Tube di Assemblea difesa Scuola Pubblica Vicenza



Dove va la scuola pubblica?

Molto positivo e ricco di spunti interessanti il dibattito di sabato scorso.
Dall'analisi della scuola-azienda meritocratica e competitiva alle proposte.
Per una scuola inclusiva ed una valutazione strettamente connessa al miglioramento del sistema scolastico.

Pubblichiamo le slide presentate nel corso dell'incontro da
Marina Boscaino





Una breve sintesi dal sito di Festambiente 
a cura di Raimondo.TV , 23 giugno 2012



giovedì 21 giugno 2012

Sabato 23 giugno incontriamoci a Festambiente


Ricordiamo l'importante appuntamento

Sabato 23 giugno 

ore 17.30 


Incontro-dibattito


Ne parleremo con 

Marina Boscaino *

Per una scuola pubblica, laica, pluralista. 

Perché è nella scuola che si forma la comunità 
e si costruisce il futuro del paese. 

Invitiamo a partecipare genitori, studenti, insegnanti, personale della scuola, lavoratori e cittadini tutti.

 scarica il volantino

* Biografia (dal Blog di Marina Boscaino - Il Fatto Qutidiano)

Insegnante di Italiano e Latino (non fannullona!) in un liceo classico di Roma, fa parte del comitato tecnico-scientifico di ProteoFareSapere e dell'associazione Per la scuola della Repubblica. Coltiva consapevolmente diverse ostinazioni: continua a credere nella scuola della Repubblica, della quale commenta come pubblicista le attuali tristissime sorti, dal suo blog (Stampanonrassegnata.bibienne.net) e anche da rubriche che cura su alcuni siti; rifiuta le nostalgie del passato, pur sostenendo che quello dell’insegnante è il lavoro più politico che esista e cercando di stimolare competenze di cittadinanza culturale e critica nei suoi studenti; investe nella partecipazione, nell'impegno e nella condivisione per sostenere la scuola della Costituzione: assemblee, seminari, convegni, interventi non solo per dire no, ma per proporre alternative. Non può rinunciare a Lorenzo e Margherita, al suo i-Mac, alla montagna d'estate, a cantare, anche soltanto in auto.

Minicorsi di riconversione: dopo l'inglese il sostegno

  
di Anna Grazia Stammati*

Richiesta chiarimenti decreto direttoriale n. 7 del 16/4/2012 e successive note e circolari Ministeriali Tra i Paesi dell’UE, l’Italia e’ ai primi posti nella formulazione della normativa sull’integrazione scolastica di alunni diversamente abili. 

A partire dalla Legge n.517/77, che istituiva la figura di insegnati specializzati per le scuole elementari, sino alla Legge Quadro n. 104/92, che ha riconosciuto l’estensione sino alle scuole superiori del diritto alla formazione e della necessita’ di insegnanti specializzati nelle attivita’ didattiche di sostegno ai soggetti in situazione di handicap, la normativa italiana sull’handicap e’ una prova dell’alta coscienza civile i cui i legislatori si sono fatti carico. 

Cio’ ha reso possibile una ampia diffusione della cultura dell’integrazione scolastica in tutta la societa’ e, soprattutto, nella classe docente. E’ all’interno di questa cultura che, molti docenti, gia’ abilitati all’insegnamento su discipline specifiche, hanno preso la decisione di intraprendere il pur faticoso percorso di formazione, grazie al quale era possibile acquisire la specializzazione richiesta per legge ai fini di operare, all’interno delle scuole, quali docenti di sostegno. 

Un percorso di formazione giustamente faticoso, in quanto mirato a fornire le competenze utili a svolgere azioni didattiche su ragazzi e ragazze sui quali pesa un handicap da superare. Tale percorso aveva assunto, a partire dal 1999, con l’istituzione delle Scuole di Specializzazione all’Insegnamento Secondario (SISS), un’articolazione tesa a garantire l’adeguata formazione dei docenti, la selezione tra i docenti e l’intenzionalita’ della scelta di diventare insegnati di sostegno. Gli attuali docenti di sostegno, iscritti nelle graduatorie ad esaurimento delle provincie italiane, hanno infatti seguito un lungo e costoso percorso che, dopo la laurea e i due anni di abilitazione all’insegnamento su una specifica disciplina (con accesso a numero chiuso), dovevano intraprendere un ulteriore percorso, anche esso a numero chiuso, con esame d’accesso e con costi elevati, per diventare insegnanti specializzati nelle attivita’ didattiche di sostegno. In alternativa, coloro che, dopo la laurea, avevano conseguito l’abilitazione all’insegnamento di una disciplina tramite concorso (l’ultimo era stato bandito proprio nel 1999), potevano accedere ad un percorso, sempre a numero chiuso e con esame di accesso, avente il doppio della durata di quello previsto per gli abilitati tramite SISS. Cio’, presumibilmente, perche’ si riteneva che non si potesse prescindere da concrete conoscenze e competenze per poter formare docenti dedicati alla didattica con alunni in situazione di handicap. 
Finita l’esperienza delle SISS, nel corso del 2010, e’ stato istituito un nuovo percorso per diventare insegnanti e per diventare insegnati di sostegno. Il DM n.249 del Ministero dell’Istruzione, dell’Universita’ e della Ricerca, del 10 settembre 2010, ha istituito i Tirocini Formativi Attivi, che ripropongono il principio della intenzionalita’ nella scelta di diventare insegnati, dato che richiedono un percorso che si avvia a partire dall’iscrizione al corso di laurea magistrale e che portano all’abilitazione su di una singola disciplina solo dopo aver acquisito il titolo di laurea e aver dedicato un altro anno ad un percorso programmato a numero chiuso. La normativa sui TFA stabilisce anche le modalita’ per “il conseguimento della specializzazione per le attività di sostegno didattico agli alunni con disabilità” (art. 13), che prevedono una selezione tra i docenti laureati e gia’ abilitati all’insegnamento disciplinare, per la partecipazione a proprie spese ad corso con accesso a numero chiuso ed esame. 

Da quanto detto, ben si comprende come i docenti di sostegno, iscritti nelle graduatorie ad esaurimento e da anni in attesa del ruolo, siano dei docenti fortemente motivati all’insegnamento di sostegno. Attualmente, le graduatorie ad esaurimento delle provincie italiana sono piene di docenti formati dai percorsi a numero programmato, che hanno richiesto ampia fatica e costi, promettendo in cambio una rapida immissione in ruolo. 

In questa situazione si inserisce il Decreto Direttoriale n. 7 del 16/04/2012, che istituisce la riconversione di docenti in sovrannumero, in specifiche discipline, nei ruoli dell’insegnate di sostegno, istituendo un percorso (per meta’ on-line) gratuito e senza limiti di numero. Tale decreto, nel tentativo di dare una soluzione al problema della collocazione dei sovrannumerari, crea un danno diretto ai docenti di sostegno specializzati attualmente in attesa di ruolo e agli alunni in situazione di handicap. Ancora una volta, ci troviamo di fronte alla vanificazione dei contenuti virtuosi di una normativa attraverso azioni amministrative tese a creare soluzioni provvisorie. Non e’ in questione la necessita’ di dover dare una risposta al problema della collocazione dei docenti resi sovrannumerari dall’ultima Riforma della Scuola, ma la scelta di operare tale soluzione ai danni di alunni gia’ svantaggiati e di altri docenti (i docenti di sostegno precari), producendo un’altra emergenza sociale. 

Il corso istituito dal decreto direttoriale e’ di un livello decisamente inferiore a quelli seguiti dagli attuali specializzati, la sua frequenza e’ per meta’ on-line (e tolto il numero di assenze consentite, la frequenza reale si riduce a ben poca cosa), il suo essere gratuito e alternativo al possibile licenziamento lo rende ben lontano dall’essere un corso motivante, il suo essere destinato a tutti i sovrannumerari rende evidente come gli alunni in situazione di handicap siano intesi come valvola di sfogo a problemi politici e sociali, come se loro non ne avessero abbastanza di problemi. 

La dicitura della specializzazione rilasciata da questo percorso e’ diversa da quella ottenuta tramite SSIS e TFA: essa e’ “specializzazione in attivita’ di sostegno”, mentre gli attuali docenti di sostegno posseggono una “specializzazione in attivita’ didattiche di sostegno”. Ma c’e’ da temere che tale differenza non sia interpretata come una reale differenza nei ruoli, anche se contiene una differenza sostanziale nelle competenze e nella professionalita’, e che i docenti riconvertiti con questo corso vengano collocati al posto di un docente realmente specializzati. 

Chiediamo: 

Di chiarire quante sono le cattedre disponibili per le immissioni in ruolo sul sostegno per l’anno scolastico 2012/2013 e con quale personale si intende coprirle; 

Di specificare con quali modalità e criteri gli Uffici Scolatici Territoriali e le singole istituzioni scolastiche assegneranno le supplenze a tempo determinato; Di utilizzare i nuovi “specializzati” come risorsa aggiuntiva nella scuola di provenienza senza andare ad intaccare l’organico di sostegno. 

In attesa di un riscontro, si porgono cordiali saluti 
* per l’esecutivo nazionale Cobas 

Leggi anche: 


di Martina Miliani, 19 Giugno 2012 

mercoledì 20 giugno 2012

A PARI MERITO

Chi vive la scuola in prima persona sa che i migliori risultati in termini di crescita personale e competenze didattiche si hanno quando prevale lo spirito di collaborazione rispetto a quello di competizione tra alunni, docenti e scuole. 
Quotidiane gratificazioni legate al merito degli studenti fanno parte della normale prassi didattica degli insegnanti e delle singole scuole e cercare di definire e premiare il “merito“ per legge priva la scuola delle dinamiche relazionali su cui si basa. 
E se classifica ci deve essere, solo quella "a pari merito" farebbe vincere la scuola, tutta.

Per approfondire: 

di Anna Angelucci 
da il paese delle donne on line ,18 giugno 2012 

di Marina Boscaino 
da MicroMega , 13 giugno 2012


di Piero Bevilacqua 
da il manifesto , 7 giugno 2012

di Giancarlo Cavinato 
dal sito MCE Movimento di Cooperazione Educativa , 6 giugno 2012

di Maurizio Tiriticco
da ScuolaOggi.org , 4 giugno 2012 

di Benedetto Vertecchi 
da L’Unità ,1° giugno 2012



mercoledì 6 giugno 2012

Sabato 23 giugno a Festambiente: incontro con Marina Boscaino



INCONTRIAMOCI A FESTAMBIENTE

scarica e stampa il volantino

diffondi anche tu l'iniziativa


lunedì 4 giugno 2012

Per la democrazia scolastica : Appello per bloccare la PdL ex Aprea sulla riforma del governo della scuola

PER LA DEMOCRAZIA SCOLASTICA E PER LA SCUOLA DELLA COSTITUZIONE: FERMARE LA PROPOSTA DI LEGGE SUL GOVERNO DELLE ISTITUZIONI SCOLASTICHE. 

È attualmente all'esame della Commissione Cultura ed Istruzione della Camera una proposta di legge (ex Aprea) che in sintesi propone:
1)      La trasformazione del sistema scolastico statale, previsto dalla Costituzione (“la Repubblica detta le norme generali sull'istruzione ed istituisce scuole statali per tutti gli ordini e gradi”) per garantire a tutti/e una formazione democratica e culturale il più possibile uguale in un sistema nazionale formato da scuole statali, paritarie private (e quindi anche di orientamento confessionale) e pubbliche., già delineato nella legge di parità  ed ora più accentuato e definito.
2)      La frantumazione del sistema scolastico unitario a livello nazionale  anche se aperto alle diverse realttà  territoriali  in un insieme di scuole -azienda, ciascuna con una propria specifica identità statutaria con  il rischio di forti caratterizzazioni localistiche e di forme di privatizzazione: dalla scuola per l'uguaglianza alla scuola delle disuguaglianze.
3)      L'accentuazione della tendenza all'aziendalizzazione della scuola con il rafforzamento dei poteri manageriali del Dirigente Scolastico e l’indebolimento  del ruolo degli organi di democrazia scolastica.
4)      La riduzione degli spazi di autonomia dell’attuale Collegio dei docenti e, con l'accentuazione dei poteri del Dirigente Scolastico, la riproposizione del rapporto di subordinazione gerarchica dei docenti al Dirigente Scolastico, già previsto nel RD del 1924. Andrebbe, viceversa,  reso più cogente il fatto che la responsabilità gestionale del DS viene svolta nell’ambito della collegialità, di cui lo stesso DS è espressione e parte attiva..
5)      Gli organi di democrazia scolastica, affidati ai singoli statuti, possono essere  o ridimensionati o soppressi. Il Consiglio dell'autonomia,  ha generiche  competenze d'indirizzo e limitate funzioni deliberanti e  sempre su “proposta del dirigente scolastico”. Il consiglio dei docenti, non essendone esplicitato il potere deliberante, rischia di vedere indebolite le  funzioni di   programmazione e di valutazione. I consigli di classe sono fortemente ridimensionali nelle loro competenze e nella loro composizione.
6)      Non è accettabile che sia lo Statuto a definire in ogni scuola le modalità attraverso le quali genitori e studenti esercitano il diritto di partecipazione. in tal modo, tra l’altro, vengono anche messe in discussione le assemblee degli studenti in orario di lezione.
7)      L'organizzazione degli organi collegiali territoriali è attribuita alle discrezionali scelte delle Regioni in palese violazione della Costituzione che invece, per garantire l’assetto unitario del sistema scolastico, attribuisce allo Stato la competenza per le norme generali sull'istruzione.
8)      Il governo nazionale della scuola è mantenuto al Ministro dell'istruzione con un ruolo sempre più evanescente del cd Consiglio nazionale delle Autonomie scolastiche.
9)      All'interno di queste scelte che mettono in discussione il ruolo istituzionale del sistema scolastico statale tutta la necessaria articolazione è demandata in gran parte al potere regolamentare del Ministro: dalla Scuola della Repubblica alla scuola ministeriale.
Queste scelte mettono in discussione la scuola della Costituzione; se l'iter legislativo non sarà fermato, la proposta sarà approvata dalla Commissione della Camera in sede legislativo, senza alcun dibattito né in Parlamento né nel mondo della scuola: chiediamo pertanto che l'iter legislativo sia fermato e sia avviato sin dall’inizio del prossimo anno scolastico un ampio dibattito nelle scuole in modo che la riforma del governo della scuola statale, senza dubbio necessaria, con la partecipazione democratica del mondo della scuola e della cultura, segni un rafforzamento della democrazia scolastica per una scuola statale pluralista ed aperta a tutti e tutte .

 Tavolo regionale del Lazio in difesa della Scuola statale
 Tavolo regionale della Toscana in difesa della Scuola statale


SI  PUO’ SOTTOSCRIVERE QUESTO APPELLO INVIANDO UNA MAIL CON L’ INDICAZIONE DI   NOME,  COGNOME,  INDIRIZZO ed eventualmente Organizzazione di appartenenza a:
                                        tavoloregionalelazio@gmail.com
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da MicroMega 
segnalimo un articolo esplicativo della pdl redatto da Marina Boscaino