martedì 15 dicembre 2009

LA RIFORMA SARÀ RINVIATA?


Schemi dei regolamenti sospesi



Il 9 Dicembre il Consiglio di Stato sospende il parere sulla riforma delle superiori chiedendo al ministro chiarimenti.....e i tempi si fanno più lunghi. I pareri delle commissioni parlamentari ancora non ci sono (scadenza 31 novembre). 

LA RIFORMA SARÀ RINVIATA?

Per approfondire leggi la documentazione sul sito dell'ADI (Associazione docenti italiani)

domenica 13 dicembre 2009

A cura di Legambiente Scuola e Formazione




SCUOLA PUBBLICA:
LIQUIDAZIONE… DI FINE STAGIONE
Cifre, dati, commenti
sui tagli operati dal Governo ai danni della scuola pubblica

TUTELIAMOCI PER TUTELARE

Pubblichiamo un utile documento sulla sicurezza nelle scuole elaborato dall’Assemblea difesa Scuola Pubblica di Vicenza. Invitiamo a scaricare e a stampare fronte/retro il volantino per diffonderlo nelle scuole.
 
Negli ultimi anni sempre maggior attenzione giuridica è stata dedicata al tema della sicurezza nel posto di lavoro e numerose, anche se non sempre coerenti, sono state le norme emanate. La vincolante importanza di tali norme è stata altresì ricordata dal ministro Gelmini ad aprile nella circolare sulla formazione delle classi per l’anno scolastico 2009/2010 (C.M. 38/09).
Il problema della sicurezza è divenuto ancor più importante quest’anno con l’aumento del numero degli studenti presenti nelle nostre aule.
Poiché non sempre si ha la possibilità di essere informati su una normativa così complessa, noi dell’Assemblea Difesa Scuola Pubblica di Vicenza abbiamo pensato di sintetizzare qui di seguito i punti fondamentali per contribuire alla sicurezza ed alla salute dei nostri studenti e per tutelarci sotto il profilo giuridico ed economico.

Sottolineiamo che le scuole della provincia che hanno presentato un rigoroso piano degli spazi a disposizione si sono viste assegnare classi in più.

Il Decreto Legislativo 81 del 2008, testo unico sulla “Tutela della Salute e della Sicurezza nei Luoghi Di Lavoro”, integra la “legge” 626 e stabilisce che:

Art. 20. OBBLIGHI DEI LAVORATORI
  • comma 1: Ogni lavoratore deve prendersi cura della propria salute e sicurezza e di quella delle altre persone presenti sul luogo di lavoro, su cui ricadono gli effetti delle sue azioni o omissioni, conformemente alla sua formazione, alle istruzioni e ai mezzi forniti dal datore di lavoro.
  • comma 2e: I lavoratori devono in particolare segnalare immediatamente al datore di lavoro, al dirigente o al preposto … qualsiasi eventuale condizione di pericolo di cui vengano a conoscenza … per eliminare o ridurre le situazioni di pericolo grave e incombente, dandone notizia al rappresentante dei lavoratori per la sicurezza.
Art. 59. SANZIONI PER I LAVORATORI
  • comma 1a: I lavoratori sono puniti con l'arresto fino a un mese o con l'ammenda da 200 a 600 euro per la violazione dell'articolo 20, comma 2, lettere b), c), d), e), f), g), h) e i).

Le norme citate nel D.Lgs. 81, attualmente in vigore e non derogabili, a cui prestare attenzione sono le seguenti:

1. D.M. 18/12/1975 Norme tecniche sull’edilizia scolastica
Viene definito il numero di metri quadri netti (dai metri qudri della stanza vanno tolti quelli dell’area della cattedra, degli armadi e delle strumentazioni; non quelli dei banchi) di cui deve disporre ogni singolo alunno nella propria aula e l’altezza della stanza:

La non osservanza di tali parametri comporta la decadenza delle certificazioni di agibilità e di prevenzione incendi.

2. D.M. 26/08/1992 Norme di prevenzione incendi per l’edilizia scolastica
Le aule NON devono contenere più di 26 persone (es. 25 alunni + 1 docente).
In caso di modesto (termine usato a riguardo nel parere espresso dal comandante dei Vigili del Fuoco di Venezia) sforamento di tale valore l'indicazione del numero di persone effettivamente presenti deve risultare da apposita dichiarazione rilasciata sotto la responsabilità del dirigente.

Il problema si fa particolarmente grave nelle scuole (soprattutto la primaria) in cui, per assenza dell’insegnante, viene smembrata la classe e gli alunni vengono suddivisi nelle altre classi venendo così a creare situazioni di grave sovraffollamento.


Chiudiamo con un passaggio della Circolare Ministeriale 38 del 2 Aprile 2009 in cui il Ministero specifica il numero di studenti per classe:
“Continuano poi ad applicarsi le disposizioni relative alle limitate dimensioni delle aule”

I documenti che danno tutte le informazioni: mappe della scuola con metrature delle aule e numero studenti per classe sono documenti pubblici e quindi visionabili da chiunque ne faccia richiesta. Rivolgetevi quindi al Dirigente (responsabile ultimo della sicurezza) e alla segreteria per ottenere tali documenti.
 
Assemblea difesa Scuola Pubblica Vicenza

venerdì 11 dicembre 2009

STUDENTI: dal 17 novembre all'11 dicembre


   Nel giorno della manifestazione dell'11 dicembre che ha visto scontri tra polizia e studenti, causati presumibilmente dall'inaspettata e tardiva revoca dell'autorizzazione al corteo con percorso precedentemente concordato, in attesa di maggiori informazioni, vi invitiamo a seguire questo interessante confronto tra studenti universitari e "rappresentanti della politica".
   Il video è del 17 novembre, giornata mondiale per il diritto allo studio e quindi di mobilitazione per la scuola e l’università.





venerdì 4 dicembre 2009

Supplenze “tagliate” e le lezioni vanno in crisi


dal Giornale di Vicenza di Domenica 29 Novembre 2009

SCUOLA/1. Francesco Bortolotto, coordinatore della Gilda, spiega gli effetti della riforma

Supplenze “tagliate” e le lezioni vanno in crisi

I presidi evitano di chiamare i sostituti perché le risorse sono limitate Bisogna ricorrere a “stratagemmi” e ne risente l’insegnamento
Classi superaffollate, nessuna ora a disposizione, cautela dei presidi nel nominare i supplenti per non rosicchiare risorse che sono già ridotte all'osso.
Per Francesco Bortolotto, coordinatore regionale della Gilda, i nodi della riforma stanno venendo al pettine e stanno mettendo in serie difficoltà l'organizzazione quotidiana delle scuole.
«Quando manca un insegnante, e in istituti con 100-150 insegnanti in servizio qualcuno malato capita ogni giorno - sottolinea Bortolotto - i dirigenti non hanno nessuno con cui sostituirlo, di conseguenza si “inventano” le soluzioni più discutibili, magari riunendo in aula magna due o tre classi sorvegliate da un solo insegnante o suddividendo la classe in quattro, cinque gruppi e smistandola in altre classi o ancora annullando l'ora di laboratorio e facendo rimanere in aula a fare teoria gli studenti di classi diverse».
Stratagemmi, questi, fa notare il sindacalista, che rischiano di compromettere il normale andamento delle attività didattiche. «L'insegnante che doveva spiegare il modello atomico di Bohr o il volume della sfera si ritrova così in aula magna dove il massimo che può fare è proiettare quello che c'è, magari un documentario sul paesaggio veneto. - continua il coordinatore - Le attività di laboratorio, che a parole tutti vorrebbero aumentare, in questo modo languono. Gli insegnanti, già alle prese con classi troppo numerose, si vedono recapitare ulteriori cinque o sei ragazzini che per giunta non conoscono. Morale, anziché insegnare si devono limitare, con fatica, a mantenere l'ordine».
Vie d'uscita? «Il ministero con la circolare del 6 ottobre scorso comunica che i dirigenti scolastici possono provvedere, per periodi di assenza anche inferiori a quindici giorni, alla nomina di personale supplente temporaneo. Ma in realtà molti presidi non la rispettano, perché altrimenti i conti andrebbero subito in rosso, dal momento che sono stati tagliati in modo drammatico i fondi per le supplenze».
Le cifre, rese note in un incontro svoltosi il mese scorso a Roma tra il ministero e i rappresentanti sindacali, purtroppo parlano da sole. I 759.315.599 euro erogati nel 2007 diventano 607.215.113 nel 2008. Quanto al 2009, i fondi finora arrivati a destinazione coprono il periodo che va da gennaio ad agosto ed ammontano a 631.636.435 euro.
«A breve dovrebbe essere erogato alle scuole uno stanziamento di 150 milioni di euro quale acconto dei restanti quattro mesi del 2009 – spiega Bortolotto riferendo dell'incontro con il Miur – ma la situazione rimane ugualmente critica. Dal 2007 al 2008, infatti, (si tratta di stanziamenti per anno solare) nell'erogato, che è quello che conta, si è verificato un taglio di circa 150 milioni di euro. Le supplenze però non sono diminuite, di conseguenza dai 631 milioni erogati nel 2009 vanno tolti i 150 milioni utilizzati per pagare in ritardo le supplenze dell'anno precedente».
«Al 2009 restano circa 500 milioni - conclude - 260 meno del necessario, senza contare che i 150 milioni promessi “a breve” non sono sufficienti nemmeno a coprire le supplenze che venivano effettuate quando ancora nelle scuole c'erano insegnanti con ore a disposizione».

«Perché sono troppi (e a rischio) 30 alunni per classe»


lettera al Giornale di Vicenza di Mercoledì 2 Dicembre 2009

UN CARDINE DELLA RIFORMA-GELMINI NEL MIRINO DI UN GRUPPO D’INSEGNANTI

«Perché sono troppi (e a rischio) 30 alunni per classe»

Siamo un gruppo di insegnanti di scuola media superiore, tutti con molti anni di servizio di ruolo, e abbiamo sperimentato uno dei provvedimenti della riforma già in atto in tutti gli ordini di scuole, sul quale vorremmo puntare l'attenzione. Ci riferiamo all'aumento del numero massimo di alunni per classe.
Infatti fino al 2007 una classe doveva essere costituita con meno di 30 alunni; al raggiungimento di tale numero si costituivano due classi. In quell'anno la legge finanziaria voluta dal governo Prodi, improntata al risparmio su tutti i fronti, introdusse il tetto dei 30 alunni per consentire di ridurre di qualcosa la spesa della pubblica istruzione. Cambiato il governo la norma è rimasta, con l'aggiunta di una deroga fino a 33 alunni e da regole più restrittive per la costituzione delle classi iniziali dei vari corsi: minimo di 27 alunni, almeno 22 per una specializzazione degli ITIS.
Recentemente abbiamo sentito il ministro responsabile di questa situazione elencare tra i gravi problemi della scuola italiana l'affollamento delle aule, invocando interventi di edilizia scolastica per risolverlo! Volendo uscire da queste considerazioni politiche vagamente schizofreniche, visto che abbiamo sperimentato di persona il lavoro in classi di 30 allievi, ci permettiamo di affermare che la costituzione di classi così numerose è deleteria dal punto di vista didattico e formativo, e presenta anche aspetti problematici legati ad altri fattori, ad esempio la sicurezza negli ambienti scolastici. Cercheremo di spiegare alcuni dei motivi più rilevanti.
Per quanto riguarda la didattica già da molto tempo i pedagogisti hanno individuato il gruppo-classe ideale in un numero tra 20 e 25 alunni. Tali indicazioni sono state recepite in Italia ancora negli anni 30 del secolo scorso, e hanno ispirato le dimensioni delle aule negli edifici scolastici: praticamente in tutte le scuole costruite da allora fino ai giorni nostri le aule sono state progettate per un massimo di 25 alunni.
Ma anche prescindendo dalle dimensioni delle aule, dovrebbe essere evidente che un numero elevato di alunni non può essere seguito adeguatamente da un insegnante, tanto più che in questi ultimi anni la ricerca pedagogica ha puntato sull'individualizzazione dell'insegnamento, mettendo al centro dell'azione didattica il singolo allievo.
Si può pretendere ciò che si vuole dall'insegnante, ma questi non può seguire nello stesso tempo allo stesso modo 20 o 30 alunni!
Si noti inoltre che il gruppo limitato di 20-25 studenti è presente anche nelle università, all'estero: le classifiche sulla qualità degli atenei utilizzano come parametro anche l'indice di affollamento dei corsi, e ovviamente un indice alto risulta negativo. Le università italiane sono lontane dai vertici della classifica anche e soprattutto perché ci sono corsi seguiti da centinaia di studenti in aule stracolme, cosa impensabile a Cambridge o Harvard.
Strettamente legata all'indice di affollamento delle aule è la questione della sicurezza. Sembra assurdo che quando in Italia si riducono i posti disponibili in stadi, cinema e sale pubbliche in genere, e si impongono severe norme in fatto di sicurezza, si trascuri il fatto che le aule scolastiche hanno dimensioni piccole, sono ingombrate da banchi, sedie, armadi, scaffali e quasi sempre hanno una sola porta per l'entrata e uscita, tanto più che gli utilizzatori sono in gran parte minori.
Inoltre spesso si rileva che gli ambienti affollati siano fonte di infezioni virali, tanto che il ministro della sanità le scorse settimane ha promosso una campagna di informazione nelle scuole per la prevenzione della nuova influenza. Nei manifestini affissi nelle aule gli studenti vengono invitati a star lontani dai compagni che manifestano sintomi influenzali: facile dirlo …
Infine la questione dei laboratori, che in particolare negli istituti tecnici e professionali sono un elemento fondamentale del curricolo scolastico. In questi laboratori, infatti, gli studenti devono fare pratica di tecniche, strumenti e apparecchiature che poi dovranno padroneggiare nell'attività professionale. Forse non tutti hanno chiaro che non si tratta di esperienze che il docente esegue e a cui gli studenti assistono, come a volte si vede alla televisione, ma di attività pratiche svolte da ciascun allievo come, per fare un esempio che tutti conoscono, per conseguire una patente non basta aver seguito lezioni teoriche, bisogna fare anche un certo numero di prove di guida.
Normalmente però la dotazione di un laboratorio, specie gli strumenti costosi, è limitata. Ovvio che gli studenti di una classe numerosa hanno meno possibilità di far pratica su certe apparecchiature. Inoltre spesso è necessaria l'assistenza dell'insegnante, come avviene con l'istruttore di una lezione pratica di guida dell'auto: invece qualcuno pensa di eliminare la compresenza in laboratorio di un docente e di un insegnante tecnico-pratico, e questo può significare a volte dimezzare l'attività.
Senza dire della sicurezza: qualcuno se la sentirebbe di tenere da solo 30 sedicenni liberi di muoversi in un laboratorio chimico? Ci domandiamo come si pensa di “costruire competenze", come recita lo slogan oggi in voga nel didattico-politichese, quando diventa così problematico far svolgere attività pratica agli studenti: forse si risolverà la questione con le simulazioni al computer?
In conclusione noi riteniamo che si possa discutere senza pregiudizi su molti aspetti della cosiddetta “riforma Gelmini", ma che bisogna prendere atto che le classi numerose sono dannose, e il numero massimo di studenti per classe deve essere portato a 25.
Non è accettabile che un paese che si vanta di appartenere al G8 poi lesini fino a questi livelli nella spesa per l'istruzione. Specie quando tutti dicono che per uscire dall'attuale crisi è necessario puntare sulla cultura, sulla formazione, sulla ricerca: tante parole, aspettiamo qualche piccolo atto concreto.
I docenti della classe 3C0 (30 studenti) ITIS “V. E. Marzotto", Valdagno
seguono firme

giovedì 3 dicembre 2009

Adesione sciopero 11 dicembre

L'Assemblea difesa Scuola Pubblica di Vicenza aderisce allo sciopero indetto dalla CGIL per l'11 dicembre.

Questo il testo del volantino da diffondere

A tutti i lavoratori della scuola

Così come abbiamo aderito alla mobilitazione del 23 ottobre indetta dai sindacati CUB, Cobas e SdL appoggiamo pienamente anche
lo SCIOPERO indetto dalla CGIL
per venerdì 11 dicembre 2009

perché ne condividiamo la piattaforma che rivendica per la SCUOLA interventi adeguati e un cambio di marcia
  • Per la cancellazione dei tagli previsti dalla legge 133/2008
  • Contro i progetti di riordino che mirano allo smantellamento delsistema pubblico di istruzione e formazione e la riorganizzazione degli enti pubblici di ricerca
  • Per risorse adeguate per i rinnovi contrattuali
  • Per un Piano pluriennale di assunzioni a tempo indeterminato per docenti e ATA su tutti i posti liberi
  • Per la difesa dei diritti contrattuali per i lavoratori e dellerappresentanze nei luoghi di lavoro attaccati dal “decretoBrunetta”
  • Per una scuola sicura
Di fronte alla difficoltà dei vertici sindacali di trovare momenti di mobilitazione comune, riteniamo importante rispondere con l’unità dei lavoratori della Scuola

Assemblea difesa Scuola Pubblica Vicenza

COMUNICATO COLLETTIVO STUDENTI


Il Collettivo Studenti per la Scuola Pubblica di Vicenza ha emanato un comunicato stampa con il quale esprime dissenso nei confronti dell'iniziativa "Incontro", la fiera sul lavoro, formazione e orientamento che si sta svolgendo alla fiera di Vicenza.

di seguito il comunicato>>>>>

Il Collettivo Studenti per la Scuola Pubblica di Vicenza esprime la propria indignazione per l'ennesima buffonata creata e organizzata ad hoc dalle aziende di Confindustria, dalle grandi banche, dagli atenei universitari e dalle agenzie interinali che sono presenti in questi due giorni alla Fiera di Vicenza con l’appoggio di Provincia e Regione (in particolare gli assessori Martini e Donazzan).

La crisi ha reso palese che le risorse ci sono quando si tratta di foraggiare le grandi banche e le imprese dei padroni. Noi la crisi non la vogliamo più pagare, perché abbiamo pagato fin troppo. Perché è una crisi strutturale dei meccanismi del capitalismo. Che comincino a pagare i padroni con le loro imprese, le banche e i grandi capitali finanziari; che comincino a restituire il maltolto accumulato negli ultimi anni, con gli interessi! L’hanno creata loro la crisi, non noi.

Oggi tutti noi studenti siamo precari in formazione, perché la scuola non ci offre nessuna futura garanzia lavorativa. Dopo anni di studi ci aspetta un futuro da precari!

Alla Fiera “Incontro” - organizzata da Provincia di Vicenza e Regione Veneto - sono presenti con un sorriso le stesse grandi banche, le stesse aziende e le stesse agenzie interinali che stanno “precarizzando” le nostre vite; tutti questi bei personaggi che non potranno far altro che proporci un futuro da precari.

Tra gli espositori alla fiera troviamo anche i commilitoni delle truppe imperialiste che stanno occupando l’Afghanistan. La guerra in Afghanistan ha provocato la morte di oltre 40 mila vittime, in particolar modo civili inermi. La spedizione militare è costata ai lavoratori italiani (in termini di contributi) oltre due miliardi e mezzo di euro e nel 2010 sono previste spese militari per 23,5 miliardi di euro, cifra che equivale all’1,5% del Pil, tutti investimenti sottratti all’istruzione pubblica.

In questo “Incontro” si nasconde ciò che è il mondo reale e ci vengono raccontare finte storielle sulle grandi opportunità che ci aspettano quando il presente e il futuro sono fatti di: tagli alle scuole per 8 miliardi di euro, precarietà per noi e per migliaia di lavoratori della conoscenza, licenziamenti di decine di migliaia di persone in tutte le aziende ma in particolare più di 150mila posti in meno tra insegnati e personale ATA.

Noi non ci rassegniamo a vedere calpestati i nostri diritti e il nostro futuro: vogliamo una scuola di qualità e non essere schiavi di nessun padrone; vogliamo che il diritto allo studio sia realmente garantito attraverso l’accesso libero, senza numero chiuso o programmato all’università, la riduzione dei costi dei libri, delle tasse e degli affitti per gli alloggi.

Riteniamo che debbano essere abrogate le leggi Gelmini ed Aprea e ripristinati i fondi tagliati. Chiediamo che vengano reintegrati tutti gli insegnanti precari e i lavoratori ATA che non si sono visti rinnovare il contratto.

RIVENDICHIAMO una scuola e un’università PUBBLICA, LAICA, GRATUITA E DI MASSA, finanziata soprattutto con i soldi che ora vanno alle scuole private e alle spese militari.

Vicenza , giovedì 3 dicembre 2009

Collettivo Studenti per la Scuola Pubblica

mercoledì 2 dicembre 2009

«Una vita non si boccia. Mai»

Riceviamo e con sentita partecipazione pubblichiamo


La Qualità
dell’integrazione scolastica
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Rimini, 13-14-15 novembre 2009
7° Convegno internazionale


Mozione finale
«Una vita non si boccia. Mai»

Più di 4000 persone da tutta Italia, del mondo della scuola, dei servizi sanitari e sociali, dell’università e della ricerca,nonché familiari di persone con disabilità, si sono incontrate, come ogni due anni, a Rimini nel più importante appuntamento nazionale sui temi dell’inclusione scolastica e sociale.
È stato un momento di appassionato incontro non solo scientifi co e pedagogico, sullo sviluppo della qualità del nostro lavoro. È stato, come sempre, anche un incontro di valore civile, di riconoscimento dell’identità di chi crede in una società inclusiva e non si arrende mai.
Due anni fa, i partecipanti alla sesta edizione del convegno hanno approvato una speciale «carta di impegni» nella quale ognuno ha condiviso di agire con la durezza e la tenerezza che l’argomento richiede, partendo dal proprio lavoro, per dare qualità all’integrazione senza alibi e reticenze.
Con la stessa durezza e tenerezza di due anni fa, confermiamo il nostro impegno personale.
Ma altrettanto denunciamo i rischi di deriva sociale che viviamo ogni giorno e che temiamo portino oggi a un punto di non ritorno. Temiamo cioè il declino di una vera integrazione, verso nuove forme di esclusione, di carità compassionevole, di assistenzialismo, cioè l’opposto di una naturale realizzazione di diritti elementari, che pensavamo conquistati una volta per tutte: diritto alla qualità della vita, allo studio, al lavoro, alla relazione, allo sviluppo di tutte le potenzialità ed eccellenze, alla cura come rispetto e dignità, all’autodeterminazione, alla non discriminazione e pari opportunità.
Quest’epoca ci chiede una denuncia civile e ragionata che coinvolge tutto il nostro paese, dai soggetti politici, a quelli sociali, economici, e culturali: siamo in un paese che è ancora di eccellenza per l’integrazione in Europa ma che rischia tra non molto di diventare solo un ex.
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