L’Assemblea difesa Scuola Pubblica di Vicenza aderisce allo sciopero generale indetto dalla CGIL per il prossimo 6 maggio e invita a partecipare numerosi.
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dal blog del Comitato genitori e insegnanti di Padova
Indignazione e sciopero generale
di Pippo Frisone
da ScuolaOggi
28 aprile 2011
Stephane Hessel, francese ultranovantenne, ebreo, d’origine tedesca, partigiano nelle formazioni gaulliste, combattente per la libertà, più volte internato, fuggito dai campi di concentramento nazisti, fra gli estensori della Dichiarazione universale dei diritti dell’Uomo, sostenitore dell’indipendenza d’Algeria,ambasciatore alle Nazioni Unite, è l’autore d’un pamphlet di successo “Indignez vous”, pubblicato a Natale, col quale invita soprattutto i giovani a indignarsi, al dovere d’indignarsi.
E’ l’indignazione che muove la Storia. E’ l’indignazione che spinge all’azione, quella vera non violenta.
Non l’esasperazione priva di speranza ma “ una vera insurrezione pacifica contro i mass media che propongono come orizzonte per la nostra gioventù il consumo di massa, il disprezzo dei più deboli, l’amnesia generalizzata, la competizione a oltranza di tutti contro tutti”. L’altra faccia dell’indignazione, quella da combattere è l’indifferenza e l’assuefazione che sono gli atteggiamenti peggiori.
Come non raccogliere anche qui da noi in Italia, l’invito attualissimo del partigiano Hessel?
Di buoni motivi per indignarci ce ne sono parecchi e sono sotto gli occhi di tutti.
A partire dalla scuola, dall’università , dalla ricerca, dal lavoro, dal precariato.
Come non indignarsi di fronte alla previsione, checché ne dica la Gelmini, che fa Tremonti nel documento di economia e finanza (ex dpf) fino al 2040?
13,5 miliardi di euro di minori spese nel settore scuola, al ritmo di 4,5 mld all’anno per il 2012, 2013 e 2014 , spese che scenderanno ulteriormente per altri 30 anni, passando dal 4,5% del Pil attuale al 3,2%.
E’ come togliere l’aria che rimane a quel che resta della scuola pubblica.
Tutto quanto senza un attimo di tregua e in continuità coi tagli epocali all’istruzione nel triennio 2009/11 di oltre 8 miliardi!!!
Come non indignarsi di fronte a quel 30% di disoccupazione giovanile? Come non indignarsi di fronte al lavoro che diventa sempre più precario, con minori tutele e sempre più sotto ricatto, in un mercato globale senza regole che insegue il profitto ad ogni costo e la finanziarizzazione dell’economia, costi quel che costi?
Come non indignarsi di fronte ad un governo, ad una maggioranza che pur di sopravvivere al proprio fallimento e alle proprie contraddizioni, ha trasformato il parlamento e le istituzioni in un vergognoso mercato delle vacche?
Come non indignarsi contro chi insulta e attacca quotidianamente Magistratura, Corte Costituzionale, Presidenza della Repubblica , ponendosi al di sopra delle leggi, in nome della dittatura della maggioranza?
Indignons nous! Indignamoci in nome non della esasperazione ma della speranza, per dirla col vecchio partigiano Hessel!
E allora diamo il via a quella insurrezione pacifica contro l’egoismo e l’indifferenza.
Scendiamo in piazza, cogliamo l’occasione dello sciopero generale della CGIL del 6 maggio!
E’ giunta l’ora di manifestare pubblicamente la nostra indignazione su tutto quel che non va nel nostro Paese.
Indignons nous! Ora, prima che sia troppo tardi per salvare la nostra democrazia.
E’ l’indignazione che muove la Storia. E’ l’indignazione che spinge all’azione, quella vera non violenta.
Non l’esasperazione priva di speranza ma “ una vera insurrezione pacifica contro i mass media che propongono come orizzonte per la nostra gioventù il consumo di massa, il disprezzo dei più deboli, l’amnesia generalizzata, la competizione a oltranza di tutti contro tutti”. L’altra faccia dell’indignazione, quella da combattere è l’indifferenza e l’assuefazione che sono gli atteggiamenti peggiori.
Come non raccogliere anche qui da noi in Italia, l’invito attualissimo del partigiano Hessel?
Di buoni motivi per indignarci ce ne sono parecchi e sono sotto gli occhi di tutti.
A partire dalla scuola, dall’università , dalla ricerca, dal lavoro, dal precariato.
Come non indignarsi di fronte alla previsione, checché ne dica la Gelmini, che fa Tremonti nel documento di economia e finanza (ex dpf) fino al 2040?
13,5 miliardi di euro di minori spese nel settore scuola, al ritmo di 4,5 mld all’anno per il 2012, 2013 e 2014 , spese che scenderanno ulteriormente per altri 30 anni, passando dal 4,5% del Pil attuale al 3,2%.
E’ come togliere l’aria che rimane a quel che resta della scuola pubblica.
Tutto quanto senza un attimo di tregua e in continuità coi tagli epocali all’istruzione nel triennio 2009/11 di oltre 8 miliardi!!!
Come non indignarsi di fronte a quel 30% di disoccupazione giovanile? Come non indignarsi di fronte al lavoro che diventa sempre più precario, con minori tutele e sempre più sotto ricatto, in un mercato globale senza regole che insegue il profitto ad ogni costo e la finanziarizzazione dell’economia, costi quel che costi?
Come non indignarsi di fronte ad un governo, ad una maggioranza che pur di sopravvivere al proprio fallimento e alle proprie contraddizioni, ha trasformato il parlamento e le istituzioni in un vergognoso mercato delle vacche?
Come non indignarsi contro chi insulta e attacca quotidianamente Magistratura, Corte Costituzionale, Presidenza della Repubblica , ponendosi al di sopra delle leggi, in nome della dittatura della maggioranza?
Indignons nous! Indignamoci in nome non della esasperazione ma della speranza, per dirla col vecchio partigiano Hessel!
E allora diamo il via a quella insurrezione pacifica contro l’egoismo e l’indifferenza.
Scendiamo in piazza, cogliamo l’occasione dello sciopero generale della CGIL del 6 maggio!
E’ giunta l’ora di manifestare pubblicamente la nostra indignazione su tutto quel che non va nel nostro Paese.
Indignons nous! Ora, prima che sia troppo tardi per salvare la nostra democrazia.
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