dal Giornale di Vicenza di oggi
SCUOLA. Previsioni ministeriali da settembre
Tagli alle elementari
Meno 178 insegnanti
Anna Madron
In Veneto via 831 posti: precari a rischio e sindacati sconcertati
Sabato 02 Aprile 2011
A rischiare il posto saranno insegnanti giovani e precari.
Elementari tartassate. La scure del Ministero ha colpito duro e a farne le spese il prossimo anno scolastico sarà soprattutto la primaria. Sono 178 nelle scuole elementari del Vicentino i posti che salteranno per effetto di una contrazione di organico prevista dalla riforma, con conseguenze pesanti sul tempo scuola e sull'organizzazione generale dell'attività didattica.
Il dato, reso noto in via ufficiosa dallo Snals che ieri mattina a Venezia ha preso parte al tavolo regionale sulla ripartizione, viene definito allarmante dai sindacati che puntano il dito contro una manovra che penalizza in particolar modo la provincia di Vicenza, quella che in assoluto conta il più alto numero di alunni - 42.603 gli iscritti alla primaria per l'anno scolastico 2011/2012 - ma anche quella che subisce i tagli più consistenti. Verona (41.493 alunni) perde infatti 145 posti, Padova (39.690) 122, Venezia (35.393) 147, Rovigo (8.872) 35, Treviso (41.650) 157 e Belluno (8.553) 47. Una pioggia di segni negativi che si abbatte su tutta la regione dove i tagli complessivi, sempre nell'ambito della scuola elementare, ammontano a 831.
“Con questi numeri non si riescono a soddisfare le esigenze delle famiglie – dichiara Gianmaria Bragagnolo, dirigente Snals – se poi si considera che la manovra non è finita ma che abbiamo davanti ancora due anni di tagli, la situazione appare in tutta la sua gravità”. Il rischio, quello più immediato, che tutte le famiglie potrebbero toccare con mano a partire da settembre 2011, è la mancata copertura del tempo mensa in quei plessi dove, tra mille salti mortali, si era ancora riusciti a mantenere un'organizzazione oraria che prevede uno o due pomeriggi sui banchi con pranzo a scuola. “Siamo al collasso - commenta senza mezzi termini Doriano Zordan, segretario provinciale Snals - l'anno scorso il Vicentino ha perso 136 cattedre, quest'anno ne perde altre 178 a fronte di 90 pensionamenti. Un'emorragia che non può non avere conseguenze, anche sul rapporto tra alunni e docente che attualmente in Veneto è pari a 11,74 ed è uno dei più alti d'Italia”.
Lo ribadisce anche Tina Cupani, segretaria provinciale scuola Cisl, mettendo in luce il fattore occupazione. “L'anno prossimo - dice - ci saranno 178 persone che non lavoreranno più. Probabilmente saranno precari, ma questo poco importa, il dato oggettivo è che ci sono lavoratori con famiglie alle spalle che si ritroveranno da un anno all'altro senza stipendio”. E ancora: “I tagli - riprende Cupani - stanno mettendo in ginocchio la scuola vicentina che non sarà in grado di reggere una decurtazione così pesante e non riuscirà più a garantire un minimo di qualità. L'organizzazione didattica verrà inesorabilmente messa in discussione e mancherà il tempo scuola necessario per intervenire sulle criticità. Si verificherà inoltre un'estrema frammentazione degli orari che creerà disagi non solo ai docenti ma anche agli alunni ai quali non sarà più possibile garantire continuità didattica”. Anche sul fronte Cgil scatta l'allarme. “Meno scuola per tutti: questo è quello che sicuramente il governo garantisce - interviene il segretario scuola Cgil Sebastiano Campisi - per questo il 5 maggio prossimo organizzeremo il quarto sciopero in difesa della scuola pubblica”. Intanto lunedì mattina in Usp la questione bollente degli organici verrà affrontata nell'incontro previsto tra il dirigente Franco Venturella e le rappresentanze sindacali per definire qual è il prezzo che elementari saranno costrette a pagare
Elementari tartassate. La scure del Ministero ha colpito duro e a farne le spese il prossimo anno scolastico sarà soprattutto la primaria. Sono 178 nelle scuole elementari del Vicentino i posti che salteranno per effetto di una contrazione di organico prevista dalla riforma, con conseguenze pesanti sul tempo scuola e sull'organizzazione generale dell'attività didattica.
Il dato, reso noto in via ufficiosa dallo Snals che ieri mattina a Venezia ha preso parte al tavolo regionale sulla ripartizione, viene definito allarmante dai sindacati che puntano il dito contro una manovra che penalizza in particolar modo la provincia di Vicenza, quella che in assoluto conta il più alto numero di alunni - 42.603 gli iscritti alla primaria per l'anno scolastico 2011/2012 - ma anche quella che subisce i tagli più consistenti. Verona (41.493 alunni) perde infatti 145 posti, Padova (39.690) 122, Venezia (35.393) 147, Rovigo (8.872) 35, Treviso (41.650) 157 e Belluno (8.553) 47. Una pioggia di segni negativi che si abbatte su tutta la regione dove i tagli complessivi, sempre nell'ambito della scuola elementare, ammontano a 831.
“Con questi numeri non si riescono a soddisfare le esigenze delle famiglie – dichiara Gianmaria Bragagnolo, dirigente Snals – se poi si considera che la manovra non è finita ma che abbiamo davanti ancora due anni di tagli, la situazione appare in tutta la sua gravità”. Il rischio, quello più immediato, che tutte le famiglie potrebbero toccare con mano a partire da settembre 2011, è la mancata copertura del tempo mensa in quei plessi dove, tra mille salti mortali, si era ancora riusciti a mantenere un'organizzazione oraria che prevede uno o due pomeriggi sui banchi con pranzo a scuola. “Siamo al collasso - commenta senza mezzi termini Doriano Zordan, segretario provinciale Snals - l'anno scorso il Vicentino ha perso 136 cattedre, quest'anno ne perde altre 178 a fronte di 90 pensionamenti. Un'emorragia che non può non avere conseguenze, anche sul rapporto tra alunni e docente che attualmente in Veneto è pari a 11,74 ed è uno dei più alti d'Italia”.
Lo ribadisce anche Tina Cupani, segretaria provinciale scuola Cisl, mettendo in luce il fattore occupazione. “L'anno prossimo - dice - ci saranno 178 persone che non lavoreranno più. Probabilmente saranno precari, ma questo poco importa, il dato oggettivo è che ci sono lavoratori con famiglie alle spalle che si ritroveranno da un anno all'altro senza stipendio”. E ancora: “I tagli - riprende Cupani - stanno mettendo in ginocchio la scuola vicentina che non sarà in grado di reggere una decurtazione così pesante e non riuscirà più a garantire un minimo di qualità. L'organizzazione didattica verrà inesorabilmente messa in discussione e mancherà il tempo scuola necessario per intervenire sulle criticità. Si verificherà inoltre un'estrema frammentazione degli orari che creerà disagi non solo ai docenti ma anche agli alunni ai quali non sarà più possibile garantire continuità didattica”. Anche sul fronte Cgil scatta l'allarme. “Meno scuola per tutti: questo è quello che sicuramente il governo garantisce - interviene il segretario scuola Cgil Sebastiano Campisi - per questo il 5 maggio prossimo organizzeremo il quarto sciopero in difesa della scuola pubblica”. Intanto lunedì mattina in Usp la questione bollente degli organici verrà affrontata nell'incontro previsto tra il dirigente Franco Venturella e le rappresentanze sindacali per definire qual è il prezzo che elementari saranno costrette a pagare
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