sabato 9 luglio 2011

La finanziaria e la scuola di Vicenza e provincia

Due articoli del Giornale di Vicenza di oggi, 9 luglio 2011

IL CASO. L'obbligo di accorpare gli istituti solleva preoccupazioni


Elementari-medie
nozze obbligate
Il Pd: «Sarà caos»


di Marco Scorzato


Il consigliere regionale Fracasso «Ventiquattro scuole costrette ad unirsi entro settembre: è una mannaia cieca calata dall'alto»

La Finanziaria del governo si “mangia” 24 scuole vicentine imponendo l'obbligo di aggregazione in istituti comprensivi. Tante sono le scuole elementari o medie della provincia destinate a perdere la loro autonomia in conseguenza di quanto messo nero su bianco nella manovra appena varata dall'esecutivo nazionale. Se il testo passerà invariato alle Camere, queste scuole dovranno essere accorpate in un tempo ristrettissimo: poco più di un mese, cioè entro il settembre. È un po' come comporre un puzzle da mille pezzi in una giornata. Senza contare che, per gli effetti della stessa manovra, quasi 40 istituti comprensivi già esistenti nel Vicentino rischiano di restare senza un dirigente proprio, perché non raggiungono un numero sufficiente di iscritti fissato a quota mille.
A lanciare l'allarme è Stefano Fracasso, consigliere regionale del Partito democratico: «Questa norma - afferma - è una mannaia cieca calata dall'alto che impone una riorganizzazione in tempi impraticabili e rischia di danneggiare qualità e continuità dei servizi sul territorio».
ACCORPAMENTI. Sul banco degli imputati c'è l'articolo 19 della manovra che impone l'obbligo di aggregare in istituti comprensivi le scuole dell'infanzia, quelle primarie e quelle secondarie di primo grado. «Le istituzioni scolastiche autonome costituite da direzioni didattiche», cioè le elementari, «o da scuole secondarie di primo grado», ovvero le medie, «vengono soppresse». Non solo: «L'autonomia scolastica - dice Fracasso - è negata per gli istituti comprensivi con meno di mille alunni e vengono eliminati i dirigenti scolastici a tempo indeterminato sin qui assegnati alle istituzioni scolastiche con meno di 500 alunni, con tagli anche alla possibilità di esonero parziale per i vicari».
24 SCUOLE. Di conseguenza, ipotizza il consigliere regionale «queste regole toccheranno 16 direzioni didattiche e 8 scuole medie» nei comuni di Asiago, Arzignano, Bassano, Dueville, Cassola, Lonigo, Malo, Marostica, Romano d'Ezzelino, Schio, Thiene e Valdagno. Cambiamenti in vista anche per «altri istituti comprensivi, forse 37, che attualmente non rispettano il criterio dei mille alunni: in quesi casi o saranno oggetto di un nuovo accorpamento o saranno gestiti “in reggenza”, perdendo quindi il loro dirigente».
LA SCADENZA. Ma il problema principale è temporale: «Gli enti locali saranno costretti ad affrontare in appena un mese di tempo (dopo l'approvazione della manovra) scelte di dimensionamento e dislocazione territoriale delle strutture scolastiche che normalmente richiedono un anno».
«E LA QUALITÀ?». «In barba alle parole d'ordine sull'autonomia, la responsabilizzazione, il merito e la qualità - dichiara Fracasso - queste regole del governo minano l'efficienza di alcune realtà scolastiche, abolendo la figura dei dirigenti e forse affidandosi allo spirito di volontariato di alcuni insegnanti. È una misura assurda e la cosa meno accettabile di tutte è che, alla faccia del federalismo e della sussidiarietà, queste misure siano calate dall'alto senza alcuna concertazione preventiva».

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Franco Venturella, Usp

«Filosofia giusta ma in tempi stretti il sistema rischia»


«La filosofia di fondo è condivisibile, ma ridisegnare la geografia degli istituti in poche settimane sarebbe un'impresa ai limiti della possibilità umana».
Franco Venturella, dirigente dell'Ufficio scolastico provinciale, è uomo di cultura alta, ma al contempo dotato di forte senso pratico. Non perde di vista la teoria, sapendo che non può prescindere dal fare i conti con la realtà. «La situazione nel Vicentino - ammette - si profila molto complicata».
Professor Venturella, la Finanziaria impone l'aggregazione in istituti comprensivi entro l'inizio dell'anno scolastico. Scelta giusta?
Bisogna distinguere la filosofia di fondo dalle modalità di attuazione. Condivido la scelta della “verticalità”: creare un corpo organico dalla scuola dell'infanzia alla primaria di secondo grado, che garantisca continuità formativa, è un valore. I tempi tecnici, però, sono troppo brevi per non sconvolgere il sistema dell'organizzazione scolastica».
Quali problemi si profilano?
L'effetto immediato è quello di rimettere in discussione tutta la programmazione impostata dai dirigenti. A Bassano, ad esempio, cinque scuole rimarrebbero prive di un capo d'istituto, cioè del perno di quella programmazione. Lo stesso si profila a Thiene, ad Arzignano e in altri comuni.
Un mese di tempo è troppo poco?
È ai limiti della possibilità umana, un'impresa. Anche perché certe scuole oggi autonome hanno già una loro complessità: un conto è accorpare scuole con pochi iscritti, un altro è mettere insieme una elementare e una media che hanno già più di mille iscritti ciascuna».
Quali altre conseguenze si produrrebbero?
Molti istituti comprensivi perderebbero il loro dirigente, in una realtà comunque complicata, visto che già oggi abbiamo 34 scuole in reggenza. Mi auguro che la norma finale non sia così stringente, che si dilatino i tempi o che il Parlamento introduca dei correttivi.

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leggi anche

da La Tecnica della Scuola , 9 luglio 2011 

Quasi 2mila scuole senza dirigente titolare  di Reginaldo Palermo

.................................................................................

da Educazione&Scuola, 7 luglio 2011

 l'Art. 19 (Razionalizzazione della spesa relativa all’organizzazione scolastica) del Decreto Legge 98 del 6 luglio 2011 - Disposizioni urgenti per la stabilizzazione finanziaria

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