Il mondo della scuola non si è mobilitato solo a Vicenza ieri, ma tutta la provincia si è fermata per protestare contro la riforma Gelmini.
Oltre alla presenza a Vicenza degli studenti di Schio, Thiene, Noventa e anche Recoaro,
c'è stato un corteo a Valdagno di oltre 1000 persone, una manifestazione a Montecchio Maggiore, gazebi a Schio, Santorso, volantinaggi sparsi per la provincia. Senza dimenticare i 10 pullman che sono partiti per Roma.
Per la cronaca della manifestazione di Vicenza invitiamo a leggere il post/articolo precedente.
Per la manifestazione di Valdagno andate a visitare il blog http://scuolevalleagno.blogspot.com
per una panoramica completa ecco l'articolo del Giornale di Vicenza di oggi
LA PROTESTA. Massiccia l’adesione allo sciopero contro la riforma del ministro Gelmini
Serrata nelle scuole. Studenti e “prof” marciano in corteo
Anche insegnanti e studenti della provincia di Vicenza si sono mobilitati per protestare contro il decreto di riorganizzazione della scuola italiana voluto dal ministro Gelmini. In alcuni paesi si è assistito a cortei molto partecipati, in altri a manifestazioni più semplici, in altri ancora sono rimaste chiuse le scuole e tutti se ne sono andati a casa. Nel complesso però la reazione è stata forte e generalizzata.
Valdagno. In città si è svolta la manifestazione più importante che ha raccolto anche studenti e insegnanti di Schio. Alle 9.45 il blocco della provinciale 246. La diga di almeno 1.000 manifestanti, tra insegnanti, studenti, personale Ata e genitori, si è riversata per le strade della città immobilizzando il traffico. In testa al corteo, il coordinamento dei docenti della Valle dell’Agno per difendere gli istituti di vallata dai tagli. Il clou dello sciopero ha visto la città prendere possesso del parco "La Favorita", appena inaugurato. La protesta, controllata da carabinieri e polizia locale, si è snodata da via Carducci a via Galvani, proseguendo per viale Trento, salita Dante, via G. Marzotto e piazza Cavour. Numeri unici per la storia dell’istruzione di Valdagno. Ieri i riflettori sono stati puntati anche sulla chiusura delle materne statali di San Quirico e Castelvecchio: una lettera con 1.500 firme raccolte è stata consegnata all’assessore all’istruzione Alessandro Marchesini, che ha assicurato «massimo impegno dell’Amministrazione: non accetteremo mai la soppressione dei due istituti». Carlo Graziani, rappresentante Rsu del polo liceale, per un giorno uomo sandwich contro i tagli, sbotta anche contro la Provincia: «Questo decreto aggrava una situazione di precarietà della nostra scuola: due laboratori inadatti alle esigenze e aule già sovraffollate».
Ma per Luigi Visonà, rappresentante dei docenti dell’Itis «Le decisioni ministeriali, che alzano il numero di studenti per classe mettono a repentaglio anche la sicurezza: spazi pensati per al massimo 25 persone ne ospiteranno anche 35». Laura Prebianca, insegnante di lettere dell’Itc "Luzzatti" denuncia «un’inevitabile riduzione culturale, nonchè la scomparsa degli istituti professionali». Ecco allora la reazione di Andrea Storti, insegnante dell’alberghiero "Artusi" di Recoaro: «Per il nostro istituto, con la riforma Gelmini, il problema dello spostamento del corso che da anni tiene banco si trasformerebbe in una oggettiva impossibilità di proseguire le attività». Aria pesante anche tra gli insegnanti delle elementari. «Si profila un disastro - prevede Gabriella Cabianca dell’Istituto comprensivo cornedese - solo a Cornedo su 15 insegnanti, il "maestro unico" ne lascerà a casa cinque». Taglio anche delle ore a scapito di «sostegno ed alfabetizzazione», spiega Dario Scala, rappresentante Rsu dell’istituto comprensivo di Novale. Andrea Massignani, voce del personale Ata chiude il cerchio: «Con la soppressione di San Quirico e Castelvecchio 4 persone staranno a casa. Ma, tanto, ci considerano superflui». VE.MO.
Thiene. Uniti dalla voglia di gridare il loro no, i manifestanti di Thiene si sono incontrati davanti alle scuola medie “Ex Ferrarin", per poi percorrere via Vanzetti, via Rasa, piazza Scalcerle, via Dante, i licei e raggiungere la stazione dei treni, prima di “calare” su Vicenza. Tutto nel massimo ordine, ha assicurato la Polizia locale, intervenuta a seguito del corteo per ridurre i disagi alla circolazione. Adesione vicina al 100%. Meno le teste contate nel corteo, circa trecento secondo gli organizzatori, comunque soddisfatti. A.Z.
Montecchio. “Non si risparmia sui bambini”. Con questo slogan insegnanti, genitori ma soprattutto studenti delle scuole primarie hanno manifestato ieri mattina a Montecchio contro i tagli della scuola. Partito da San Vitale il corteo ha attraversato viale Europa per dirigersi ad Alte e sostare davanti alla rotatoria del cavallo. Circa 100 i manifestanti, molti con striscioni: «La nostra sarà la prima generazione a non poter garantire agli studenti un’educazione adeguata», ha detto l’insegnante Veronica Cecconato. «Il mondo scolastico ha si bisogno di riforme - ha continuato la collega, Miriam Sorgato - ma è assurdo che vengano smantellati i due ordini più importanti». Molti anche i genitori presenti. A.F.
Arzignano. Sciopero a macchia di leopardo al “Galilei”, più esteso al “Da Vinci”, ma niente cortei e manifestazioni degli studenti. «Alcuni insegnanti avevano preannunciato l’adesione allo sciopero e gli studenti non hanno quindi frequentato le loro ore di lezione. Per il resto, le lezioni si sono svolte regolarmente» spiega Eleonora Schiavo, dirigente scolastico del “Galilei”. Al “Da Vinci” l’adesione alla protesta è stata più massiccia: «In classe la presenza di studenti e professori è stata esigua» fanno sapere dalla segreteria. N.REZ.
Noventa. Dalle materne alle superiori tutte le scuole noventane sono state in diversa misura coinvolte dallo sciopero. La percentuale più alta (95%) si è registrata all' Istituto comprensivo Fogazzaro principalmente interessato dal decreto legge: blocco totale alle due materne statale, due sole le classi su 15 in cui si è fatto lezione alle elementari del capoluogo mentre a Saline il blocco è stato totale, alle medie le lezioni hanno riguardato solo in 3 classi su 12. In segno di protesta il collegio docenti ha ventilato «la sospensione di gite e visite d'istruzione e il congelamento di tutti i progetti non ancora avviati fino all'uscita dei decreti attuativi della riforma sollevando preoccupazione tra i genitori. Alta l’adesione anche al liceo Masotto (lezione in 5 classi su 20), meno al tecnico commerciale (9 classi su 14), all' Ipsia da Vinci il 70% degli insegnanti ha scioperato (lezione in 5 classi su 24). F.B.
Sarego. Volantinaggio davanti alle scuole, sciopero generalizzato e lezioni sospese anche a Monticello di Fara, dove i genitori hanno invitato alla mobilitazione a difesa della scuola pubblica. S.C.
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