domenica 28 febbraio 2010

Attività alternative all'insegnamento della Religione Cattolica

Lettera alla dr.ssa Palumbo in relazione ai Fondi per le Attività alternative all’insegnamento della Religione Cattolica


Il Coordinamento Veneto dei Comitati “Buona Scuola” ha indirizzato la seguente lettera alla dr.ssa Palumbo in relazione ai noti problemi collegati alla cronica mancanza di fondi da utilizzare per retribuire gli insegnanti che svolgono le ore di attività alternativa all’insegnamento della religione cattolica.

Padova, 23 febbraio 2010
  
Al Direttore Generale dell’Ufficio Scolastico regionale del Veneto Dr.ssa Carmela Palumbo 
e p.c.     
ai Dirigenti degli Uffici Scolastici Provinciali del Veneto 
ai Dirigenti Scolastici e ai Presidenti dei Consigli d’Istituto delle Istituzioni Scolastiche della Regione Veneto

Oggetto: Fondi per le Attività alternative all’insegnamento delle Religione Cattolica
Gent.le Dr.ssa Palumbo,
siamo un gruppo di genitori ed insegnanti appartenenti ai vari comitati che agiscono a livello territoriale nella nostra regione in difesa della scuola pubblica; siamo quelli che lo scorso anno scolastico, con la sigla collettiva Coordinamento Veneto dei Comitati “Buona Scuola”, hanno raccolto oltre 32.000 iscrizioni alternative con la richiesta esplicita delle famiglie di mantenere un’organizzazione di qualità nelle scuole.
Le scriviamo per sottoporle un problema legato all’offerta formativa fornita in molti istituti del nostro territorio che si è decisamente accentuato in quest’anno scolastico a causa dell’operazione di ridimensionamento effettuata dal Ministero dell’Istruzione.
Il problema, che peraltro sappiamo esserLe senza dubbio noto (ce lo segnalano la Sua lettera inviata al MIUR in data 27/11/2009 per sottolineare la situazione della regione Veneto e la Sua nota datata 22 gennaio 2010 che autorizza i dirigenti di tutte le scuole a nominare docenti per lo svolgimento delle attività alternative all’insegnamento della religione cattolica), è quello legato alla regolare effettuazione delle ore alternative alla religione cattolica.
In molte scuole tali attività si sono dimostrate impossibili da realizzare per la pesante riduzione degli organici e per l’entrata in vigore delle nuove norme che, in modo specifico nella scuola secondaria, ha comportato per i docenti l’eliminazione delle ore a disposizione.
I Dirigenti Scolastici, quasi sempre, hanno adottato  soluzioni di emergenza che consistono nel distribuire gli  allievi che non si avvalgono dell’insegnamento della religione cattolica in altre classi, durante le lezioni di altre discipline.
Abbiamo appurato che la CM 316 del 1987, tuttora vigente, prevede che le scuole possano, anzi debbano, nominare supplenti (se non hanno personale interno con ore a disposizione o disposto a prestare ore eccedenti) per coprire le ore alternative all’IRC o le attività con assistenza di personale docente, sulla base delle scelte operate dai genitori all’atto dell’iscrizione.
Si tratta di un dovere per la scuola se viene espressamente richiesto perché, in particolare la sentenza della Corte Costituzionale n.13/91, ha ritenuto che le scelte predisposte dal Ministero  con le circolari 188 e 189 / 89 di “a) attività didattiche e formative; b) attività di studio e/o di ricerca individuali con assistenza di personale docente; c) nessuna attività, che l’Amministrazione interpreta come libera attività di studio e/o ricerca senza assistenza di personale docente”, più la scelta suggerita in quella stessa sentenza “di allontanarsi o assentarsi dall’edificio della scuola” traducano fedelmente lo “stato di non – obbligo” in cui ricade chi non si avvale dell’IRC, e perché tale normativa, perfezionata in seguito alle sentenze della Corte Costituzionale, è tuttora vigente.
La scuola ha il dovere di comunicare all’USP le necessità di personale che le scelte dei genitori comportano e gli USP/USR devono concedere, solitamente in organico di fatto, il personale necessario e i fondi per pagarlo.
Le proteste dei genitori, che non si sono rassegnati alla mancanza di un servizio dovuto, si sono scontrate con il diniego dei Dirigenti Scolastici di turno, che hanno lamentato la mancanza di fondi e di risorse per risolvere il problema.
Spinti dalla necessità (e sinceramente sconcertati dal modo in cui vengono violati i diritti di noi genitori e dei nostri figli) abbiamo cominciato a studiare a fondo il problema e tutta la normativa ad esso connessa.
E’ stato con profondo stupore che abbiamo scoperto l’esistenza nel Bilancio Finanziario Annuale di previsione dello Stato di un pingue, corposo, solido fondo denominato: “SPESE PER L’INSEGNAMENTO DELLA RELIGIONE CATTOLICA E PER LE ATTIVITA’ ALTERNATIVE ALL’INSEGNAMENTO DELLA RELIGIONE CATTOLICA, CON L’ESCLUSIONE DELL’IRAP E DEGLI ONERI SOCIALI A CARICO DELL’AMMINISTRAZIONE attribuito a ciascuna regione (compresa la nostra); ci siamo ulteriormente documentati e abbiamo capito che tale fondo serve per pagare gli stipendi degli insegnanti di religione non di ruolo (quelli di ruolo li paga direttamente il Tesoro) ma anche per le attività alternative all’IRC.
Per l’anno 2010 alla Tabella 7 (che contiene la Ripartizione in capitoli del Bilancio di Previsione dello Stato per il Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca) per la Regione Veneto sono accreditati per i diversi ordini di scuola i seguenti fondi:
ISTRUZIONE PRESCOLASTICA  €   1.666.447   Capitolo 2711
SCUOLA  PRIMARIA                     €  26.475.413   Capitolo 2709
SECONDARIA DI I° GRADO        €   7.947.920    Capitolo 2710
SECONDARIA DI II° GRADO      €  17.050.619   Capitolo 2703
                                                       TOT.   € 53.140.399
Quindi gli insegnanti nominati per le ore alternative all’IRC non gravano sul fondo per le supplenze brevi, [e questo lo diciamo anche in relazione alla Sua summenzionata nota del 22 gennaio 2010, che era conclusa dalla frase “Nel caso in cui si renda necessario adottare la seconda soluzione (nomina supplente), si rammenta che i relativi oneri gravano sul bilancio delle istituzioni scolastiche] e non sono in relazione alcuna col tasso di assenteismo medio nazionale che la nota del 14 dicembre 2009 della Direzione Generale del MIUR sul Programma Annuale vuole assumere come tetto oltre il quale la scuola non possa avere fondi, se non per giustificate e verificate esigenze di sostituzione.
In sostanza oggi possiamo dire con buona certezza che la mancanza di risorse che finora ci è stata fornita come risposta alle nostre istanze non ci convince, che spesso ha comportato avanzi d’amministrazione inaccettabili per le nostre scuole ridotte al collasso finanziario, in presenza di diritti violati proprio in virtù della falsa mancanza di risorse.
Per questi motivi le scriviamo per porLe due richieste:
  • vorremmo verificare con Lei la possibilità di appurare, una volta eliminata la somma necessaria in media annualmente a coprire gli stipendi degli insegnanti di religione non di ruolo, quale sia l’ammontare a disposizione, per i vari ordini di scuola, delle attività alternative all’ora di religione e una sua eventuale distribuzione per ciascuna provincia del Veneto;
  • vorremmo poter avere un riscontro periodico (bi o trimestrale) di quanto resta approssimativamente a disposizione di ogni Ufficio Scolastico Provinciale.
Crediamo che Lei possa comprendere i motivi di queste proposte e, anche in virtù del fatto che finora le nostre istanze sono state trattate in modo perlomeno poco attento, che una maggiore considerazione ci sia dovuta.
In attesa di un Suo riscontro, ci rendiamo disponibili per un incontro relativo alle questioni poste.
Per il Coordinamento Veneto dei Comitati “Buona Scuola”
Carlo Salmaso

Assemblea Difesa Scuola Pubblica Vicenza
Movimento Veneziano per la difesa della scuola pubblica
Comitati dei genitori di Treviso e Provincia
Salvalascuolapubblica – Genitori e insegnanti Alto Vicentino
Comitato genitori ed insegnanti per la Scuola Pubblica di Padova
Comitato scuole sinistra Piave (TV)
CESP – Centro Studi per la Scuola Pubblica di Padova
       Coordinamento Veneto dei Comitati     “Buona Scuola”

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