giovedì 4 febbraio 2010

Sui corsi di recupero

Prendiamo posizione sui corsi di recupero.
Sono obbligatori ma le scuole non hanno fondi per realizzarli.
Non sono comunque obbligati a tenerli gli insegnanti di classe degli studenti ai quali sono rivolti.

Ecco una testimonianza


Dapprima una premessa per chi non fosse pratico delle cose della scuola secondaria superiore.
Nel 2007 l’allora ministro Fioroni introduce, per gli studenti che abbiano qualche insufficienza a fine anno scolastico, la sospensione della valutazione a Giugno con relativa la prova suppletiva estiva (per me: i vecchi esami di Settembre). Parallelamente obbliga le scuole superiori ad organizzare appositi corsi di recupero (di norma: non meno di 15 ore per materia). Le scuole hanno l’obbligo di istituire tali corsi non solo nel periodo estivo ma anche all’inizio del secondo quadrimestre; a questi ultimi vanno indirizzati gli studenti con insufficienze nella pagella invernale. Se qualcuno di questi studenti non intende partecipare ai corsi, i genitori devono presentare esplicita rinuncia per iscritto. Al termine del corso svoltosi durante il secondo quadrimestre gli studenti devono sostenere una prova di accertamento sugli argomenti trattati durante il corso per vedere se le lacune palesate nel primo quadrimestre sono state colmate.
Con il nuovo ministro Gelmini nulla cambia: l’ordinanza ministeriale 82 di Fioroni del 2007 continua ad essere valida. L’anno scorso, infatti, si svolgono (anche se con qualche sofferenza economica) nelle varie scuole i corsi di recupero.
Anche quest’anno nulla cambia sul piano normativo ma ………..non c’è una lira per le supplenze figurati se ci sono soldi per i corsi di recupero. Stanziamenti per il recupero da mettere a bilancio: zero.
Ovviamente la propaganda ministeriale continua a sottolineare l’importanza delle strategie di recupero tanto è vero che nella circolare sul bilancio dello scorso dicembre 2009 invita i dirigenti scolastici a privilegiare l’ambito del recupero nell’utilizzo del fondo d’Istituto, eventualmente tagliando altri progetti del POF già approvati.
E veniamo alla situazione odierna.
Nella mia scuola, l’Istituto Boscardin, il dirigente ha emanato prima degli scrutini una circolare in cui invita gli insegnanti, in sede di scrutinio, a non deliberare alcun corso di recupero causa mancanza fondi.
Invita altresì a “deliberare forme di recupero, sostegno, potenziamento” facendo uso del monte ore da dedicare agli IDEI (interventi didattici ed educativi integrativi), già deliberato ad inizio anno scolastico.
Da ciò deriva che :
•    Un consiglio di classe deve spartire tra tutti gli insegnanti un monte ore programmato di 12 ore: capirai che recuperi.
•    Non rimane più alcuna ora per gli IDEI per il resto dell’anno e per il resto degli alunni.
•    Il compenso è inferiore a quello previsto per i corsi di recupero.
•    Essendo la scuola obbligata ad istituire tali corsi di recupero mi aspetto a giugno una marea di ricorsi in caso di bocciature.
Ma la cosa che ritengo peggiore è che mi si chiede la complicità omertosa sul problema dei tagli, il silenzioso adeguamento ad una negazione di diritti (perché nessuno ha abolito questi corsi di recupero). Non c’è stata nessuna protesta, nessuno ha informato le famiglie di questa situazione. Si confermano procedure obbligatorie che non vengono finanziate nemmeno in minima parte. Si bypassano norme con veline e circolari. Annunci roboanti e stritolamenti in sommesso sottobanco.

Io mi sto comportando così: in sede di scrutinio ho fatto verbalizzare che chiedevo, per gli studenti insufficienti nella mia materia, il corso di recupero come previsto dall’ordinanza ministeriale 82 del 2007. Nella pagella consegnata alle famiglie c’è scritto chiaramente che per lo studente è previsto il corso di recupero. Studenti e genitori mi stanno chiedendo quando inizierà e io sto rispondendo loro che attendo, come da prassi, l’incarico scritto del dirigente (che, immagino, non arriverà). Tra qualche giorno chiederò in forma scritta al dirigente notizie sul mio corso e in caso di risposta negativa informerò famiglie, Consiglio d’Istituto e CSA.
Se anche in altre scuole (dove immagino i problemi saranno analoghi) qualcuno si comporterà in modo analogo al mio potremmo sollevare il problema anche sui media.
Ricordo che questi tagli si vanno a sommare agli 8 miliardi della legge 133 perché quelli sono già “coperti” con tagli di classi e di personale; inoltre si taglia nella scuola statale e si danno 500 milioni (contro la Costituzione) alle scuole private.
firmato da un docente dell'Istituto Tecnico Boscardin

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