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Questi alcuni dei volantini/documenti distribuiti
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BILANCI IN ROSSO SCUOLE AL VERDE
Gli Istituti Scolastici della provincia di Vicenza vantano nei confronti del Ministero dell’Istruzione crediti per decine di migliaia di euro, con punte anche di € 220.000.
A cosa sono dovuti questi crediti, che sono congelati nei bilanci come “residui attivi” non
utilizzabili?
Sono somme destinate soprattutto al pagamento delle supplenze cosiddette “brevi”, somme stanziate e mai versate dal MIUR, a partire dal 2005.
COSA SUCCEDE QUANDO UN INSEGNANTE E’ ASSENTE?
- Si usano le ormai pochissime ore di compresenza degli insegnanti, sottraendole ad attività preziose, quali: recupero, laboratori, uscite, alfabetizzazione stranieri…
- Si dividono gli alunni e si parcheggiano in altre classi, con grave lesione del diritto allo studio e riduzione delle condizioni di sicurezza delle classi in cui vengono ospitati (è la soluzione più frequente).
- Alle superiori accade spesso che le classi vengano lasciate in aula senza sorveglianza, oppure entrino 1-2 ore dopo o escano 1-2 ore prima.
Dal 2008, inoltre, il Ministero non ha più inviato neanche un euro per le “spesedi funzionamento”: acquisto e manutenzione di attrezzature, acquisto di materiali didattici, fotocopie, spese di pulizia…
- Mancano i soldi per comperare sapone, salviette e carta igienica, tanto che i ragazzi si portano da casa i rotoli di carta.
- Per far fronte alle necessità quotidiane, le scuole ricorrono sempre più spesso ai CONTRIBUTI VOLONTARI dei genitori, ormai l’unica fonte certa di finanziamento (da 30 a 100 euro ad alunno).
Perchè il governo si ostina a considerarla uno spreco?
E perchè contemporaneamente finanzia le scuole private con una risorsa aggiuntiva di 120 milioni di euro?
IL MINISTERO RESTITUISCA I SOLDI
ALLE SCUOLE PUBBLICHE STATALI !!!
Assemblea difesa scuola pubblica di Vicenza
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SULLA RIFORMA DELLE SCUOLE SUPERIORI |
È veramente una riforma?
Una riforma della Scuola dovrebbe avere come base un cambiamento nel modo di “fare scuola”, un modo nuovo e più efficace di apprendere e di insegnare.
Nei “regolamenti” Gelmini non c’è niente di tutto ciò.
Da cosa nasce questa riforma?
Le tre righe che danno il titolo ai regolamenti di riordino delle superiori (licei, tecnici e professionali) rivendicano in modo inequivocabile la paternità della legge 133, cioè la finanziaria 2009 che, all’art.64, prevede solo ed esclusivamente tagli al personale.
Comma 6 dell’art. 64 : .... devono derivare per il bilancio dello Stato economie lorde di spesa, non inferiori a 456 milioni di euro per l'anno 2009, a 1.650 milioni di euro per l'anno 2010, a 2.538 milioni di euro per l'anno 2011 e a 3.188 milioni di euro a decorrere dall'anno 2012.
(L 133/2008 http://www.camera.it/parlam/leggi/08133l.htm )
La riforma “semplifica” i percorsi?
La semplificazione della scuola superiore attuata dai ”regolamenti” Gelmini si configura più come un lifting esteriore che come un vero e proprio riordino.
I quadri orario con le materie e le rispettive ore settimanali sono ingannevoli. Gli “spazi di flessibilità” introdotti permetteranno di ridurre tutte le materie di indirizzo fino ad un complessivo 25% per le classi prime (previsto fino al 40% per le classi quinte degli Istituti professionali). Questo vuol dire che da quegli schemini tanto semplici e “riordinati” ogni scuola potrà far sparire fino a 7 ore settimanali, sostituendole con altre materie e/o attività insegnate anche da “non docenti”.
Altro che riduzione di indirizzi e semplificazioni!
Ogni scuola avrà il suo quadro orario, due Istituti con lo stesso indirizzo potranno essere completamente diversi e uno stesso Istituto avrà orari e materie diverse di anno in anno.
Ci sarà quindi una disorientante proliferazione di sottoindirizzi
Le scuole sanno cosa offriranno agli studenti il prossimo anno?
In assenza di un quadro normativo preciso le scuole sono nel caos più totale e accettano iscrizioni pur in mancanza di un Piano dell’offerta formativa (P.O.F.).
L’unico riferimento ufficiale è la legge n.133, la finanziaria 2009.
I regolamenti che ne derivano e che tracciano le linee generali della riforma non sono ancora stati approvati dalla corte dei Conti e non sono ancora stati pubblicati in Gazzetta Ufficiale.
Non c’è nessuna traccia dei decreti attuativi che dovrebbero determinare:
- i programmi delle singole materie. Sono disponibili in “bozza” solo quelli per i licei (scritti peraltro senza alcuna cura …). E le case editrici dei libri scolastici protestano..
- le nuove classi di concorso. Non si sa quindi a quali docenti verranno assegnate le materie con denominazioni diverse da quelle attuali. Per il prossimo anno l’assegnazione avverrà “a discrezione” delle singole scuole.
Una riforma della Scuola non può avere come unico riferimento una legge finanziaria!
Chi sta già frequentano le scuole superiori sarà risparmiato da questa riforma?
I ragazzi che il prossimo anno frequenteranno le classi 2e e 3e dei professionali e le 2e, 3e e 4e dei tecnici si troveranno dalle 2 alle 4 unità orarie di lezione in meno rispetto ai compagni pre-riforma.
Si cambia quindi strada facendo un percorso senza nessun preavviso.
È come se dopo aver sottoscritto un contratto d’affitto quinquennale per un appartamento di tre vani, dopo un anno ci dicessero che potremo utilizzarne solo due.
Tagli, tagli
parola d’ordine:
TAGLI!
Possibile non ci sia nulla oltre ai tagli?
Qualcosa purtroppo c’è:
lo smantellamento della Scuola Statale !
Crescono di anno in anno i crediti vantati dalle Scuole Statali nei confronti del Ministero dell’istruzione e mentre queste non riescono più a far fronte alle esigenze minime di funzionamento vengono aumentati vistosamente i finanziamenti alle scuole private.
Le bozze dei regolamenti inoltre prevedono l’istituzione di Comitati tecnico-scientifici formati per metà da docenti e per metà da esperti del mondo del lavoro che potranno dettare i criteri per assumere a loro volta esperti del mondo del lavoro. Aria di clientelismo e privatizzazione..
L’impoverimento complessivo dell’offerta didattica e formativa, l’introduzione degli “spazi di flessibilità” e dei “Comitati tecnico-scientifici” con gli esperti esterni indicano agli Istituti tecnici e professionali, in particolare, di formare lavoratori sottomessi alle aziende piuttosto che cittadini consapevoli.
Non è questa la Scuola che vogliamo per i nostri figli e per i nostri studenti!
Mobilitazioni e proteste di moltissime scuole italiane vengono quasi ignorate da tv, stampa e dal ministro Gelmini che parla di “piccole frange” di dissenso. Un ministro che risponde in modo ripetitivo e stereotipato con le stesse frasi, indipendentemente dalle domande che le vengono rivolte. Fa orecchio da mercante o non capisce cosa le viene chiesto?
Unici esclusi dal generale dissenso sono i presidi e gli insegnanti rampanti che vedono la “riforma” come un’opportunità di affermazione unicamente personale e quelli rassegnati al catastrofico evento come fosse una inevitabile calamità naturale.
Crediamo in una Scuola seria che valorizzi e sviluppi le competenze degli insegnanti e che soprattutto dia una vera opportunità di crescita culturale e sociale agli studenti e siamo certi che, per raggiungere questi obiettivi, la direzione presa sia completamente sbagliata.
Questa non è una riforma condivisa ma soprattutto
questa non è una riforma!
Assemblea difesa Scuola Pubblica Vicenza
Vicenza, 10 aprile 2010
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