giovedì 30 aprile 2009

Incontro nazionale delle scuole

Firenze 18 aprile 2009

All'incontro nazionale delle scuole del 18 aprile hanno partecipato genitori, insegnanti e personale della scuola di Napoli, Roma, Firenze, Bologna, Modena, Reggio, Parma, Milano, Padova, Vicenza, Padova, Vicenza, Venezia, Torino.
In questo incontro abbiamo costituito tre gruppi di discussione sui seguenti temi:
  1. quali iniziative per contrastare la disgregazione della scuola statale e, in particolare, quali forme di resistenza anche negli organi collegiali.
  2. la scuola secondaria superiore.
  3. le risorse della scuola e il disegno di legge Aprea.
In forma plenaria abbiamo discusso di una manifestazione nazionale da tenersi nel mese di maggio.

Abbiamo valutato positivamente il lavoro in gruppi e auspichiamo che prosegua il confronto in rete sui temi di cui abbiamo discusso.

- Ribadiamo che resta fondamentale la questione dell’informazione a genitori, insegnanti e personale della scuola preparando vademecum sui bilanci, sul Disegno di legge Aprea e strumenti di diffida e contestazione in merito a supplenze e sicurezza nelle scuole.

- In merito alla assegnazione degli organici alle singole istituzioni scolastiche è necessario contestare da subito, da parte dei genitori, ogni richiesta di tempo scuola non soddisfatta.

- L'incontro ha ribadito che chi frequenta la scuola ha diritto all'insegnante e che, in mancanza del titolare le dirigenze scolastiche devono provvedere celermente a nominare il/la supplente. I genitori sono impegnati a contestare alle dirigenze scolastiche l'inadempienza ogni volta che i propri figli vengono divisi in altre classi, provocando disagio ad alunne/i delle stesse, che restano da soli in classe o, nelle peggiori situazioni, che vengono invitati a restare a casa o ad entrare dopo o ad uscire prima dalla scuola. I docenti si impegnano a rifiutare di accogliere nella propria classe alunne/i di altre classi.

- L'incontro richiede a genitori e insegnanti la massima attenzione in materia di sicurezza nelle scuole soprattutto in relazione all'affollamento delle classi richiedendo verifiche e rispetto delle norme.

- In relazione al taglio degli organici, l'incontro nazionale delle scuole ribadisce di voler difendere il tempo pieno nelle sue peculiarità: due insegnanti contitolari, separazione per aree disciplinari, compresenze. Impegna genitori e insegnanti a difendere questi caratteri in tutte le sedi.

- In relazione al disegno di legge Aprea, l'incontro nazionale si impegna alla più ampia e articolata informazione quale primo passo per contrastare e battere il tentativo di privatizzare la scuola italiana. Infatti il progetto di trasformare in fondazioni le singole istituzioni scolastiche, oltre a tutti i rilievi di carattere costituzionale, maschera solo l'ingresso di interessi privati nella gestione e nella organizzazione della scuola. Inoltre

a) la trasformazione delle scuole in fondazioni, con l’ingresso di ‘esterni’ nel Consiglio di Istituto che verrebbe trasformato in Consiglio di Amministrazione; questi ‘esterni’ (in rappresentanza di enti locali, ma anche e soprattutto di imprese e attività connesse con il territorio) rappresenteranno la maggioranza del Consiglio, di fatto esautorando i genitori e gli insegnanti dal governo della scuola, e ciò è particolarmente grave nella scuola primaria;

b) la nomina degli insegnanti da parte del dirigente di istituto non produrrà affatto una migliore valutazione del merito, bensì clientelismo e omologazione del corpo insegnante al modo di pensare del/della dirigente;

c) la pesante gerarchizzazione degli insegnanti in diverse fasce (5 o 6), avrà come conseguenza la creazione di insegnanti di serie A e di serie B sulla base di criteri dettati dall’alto e per nulla trasparenti e la demotivazione (o ricattabilità) di molti;

d) l’obbligo di valutazione periodica è anch’esso un bluff perché, di fatto, produce la subordinazione di alcuni insegnanti ad altri e la creazione di lobbies e di correnti, a scapito della serenità necessaria per istituire un rapporto produttivo con gli alunni e con i colleghi; inoltre la pretesa funzione di controllo di chi entra in classe rischia di trasformarsi in una ingerenza e ledere pesantemente la libertà di insegnamento.

- L'incontro nazionale delle scuole ribadisce che vi è stretto nesso fra il disegno di legge Aprea e i tagli delle risorse alla scuola di questi anni. Le istituzioni scolastiche sono creditrici nei confronti dello Stato di ingenti risorse finora solo virtuali e iscritte fra i residui attivi. Tutte le scuole sono creditrici nei confronti dello Stato di cifre anche molto significative (nell’ordine delle centinaia di migliaia di euro), che sono state stanziate nelle Finanziarie degli ultimi anni ma mai effettivamente assegnate, di modo che molte scuole sono costrette o a non assumere supplenti - per non parlare del personale Ata, che ormai praticamente non viene più sostituito - e a lasciare a casa gli alunni o a suddividerli nelle altre classi. Come è evidente entrambe le soluzioni sono illegali, se non addirittura anti-costituzionali! Per sopperire a questa situazione viene usato in modo improprio il fondo di Istituto per pagare le supplenze.

- L'incontro nazionale delle scuole invita tutti i Consigli di Istituto e di Circolo a richiedere – anche ricorrendo alla vie giudiziarie - il pagamento dei residui attivi allo Stato, ( a titolo di esempio sono 96 milioni di euro in tutta l'Emilia Romagna); chiede il rifinanziamento del fondo supplenze e l'integrazione del fondo per il funzionamento delle scuole che sono stati progressivamente diminuiti negli ultimi anni; ribadisc che una corretta soluzione del problema delle supplenze è quella di riportare al Tesoro la competenza per il pagamento delle supplenze.

- Per quanto riguarda le scuole superiori in particolare l'incontro nazionale delle scuole ribadisce che i progetti del ministro Gelmini sposati con celerità e convinzione dalla confindustria presentano molteplici elementi critici da respingere con forza. In particolare sono:
  • la riduzione degli indirizzi e dell'orario settimanale che produce una incertezza educativa;
  • la flessibilità oraria che mette in discussione sia l'esame di stato sia la spendibilità del titolo di studio;
  • i bienni non seguono percorsi unitari;
  • aumento degli alunni per classe;
  • accorpamento delle classi di concorso;
  • il preteso ricorso agli esperti esterni competenti non è altro che un clamoroso bluff;
  • l'ingresso delle fondazioni e il significato di ciò sul piano metodologico e didattico,
  • i rapporti con le aziende (il 75% sono al di sotto dei 20 dipendenti, solo il 15% ne hanno più di 50);
  • il destino degli istituti professionali.
Alla fine l'incontro nazionale delle scuole ha dato mandato all'assemblea delle scuole di Roma di valutare l'opportunità di invitare tutto il movimento, a chusura dell'anno scolastico, ad una manifestazione nazionale. Sarà compito dell'assemblea decidere l'articolazione della giornata con un corteo o con una festa-concerto.

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