Blog interculturale del Centro delle Culture di Trieste
domenica, 30 ottobre 2011
Il documento e le proposte dei ragazzi di Occupy Trieste
Da ormai due giorni una cinquantina di tende occupano piazza Unità, circondate da colorati striscioni, musica e piccole folle incuriosite. Chi osa scuotere l’infinito letargo triestino?Non pagheremo il debito con il nostro futuro.
Terzo giorno:
Studenti indignati, e un sacco incazzati: abbiamo deciso di portare avanti la protesta studentesca e globale, abbiamo scelto di riprenderci le nostre scuole per trasformarle in reali spazi di formazione e crescita, di occuparle/liberarle martedì 25 ottobre. Ci è stato impedito: una repressione rapida come non si era mai vista si è scatenata su di noi, con però il risultato di spronarci ulteriormente a continuare nella nostra lotta. Dalle scuole, trasformate in caserme, con tanto di telecamere, siamo quindi scesi in città, siamo scesi in Piazza Unità, e qui abbiamo stabilito il nostro campo base.
La nostra protesta è partita anni fa dalla lotta contro la distruzione della scuola pubblica, in tanti, tantissimi. E’ stato un percorso il nostro, che dalla scuola ha portato il nostro sguardo sul sistema in cui essa è collocata, ed abbiamo capito che la nostra protesta doveva centrarsi su di esso: abbiamo capito di non essere solo studenti, ma anche cittadini, cittadini senza un futuro.
Per questo abbiamo piantato le nostre tende proprio qua, per generalizzare la lotta, per coinvolgere in essa la città intera.
Organizziamo corsi dall’economia alla finanza, dalla politica alle energie alla TAV, per comprendere appieno il sistema, distribuiamo volantini, rispondiamo ad ogni vostra domanda. Discutiamo assieme nelle assemblee ogni decisione.
Siamo qui, affamati di democrazia, cultura, sapere.
Ci sentiamo parte di quel 99% che il 15 ottobre è sceso in piazza contro la dittatura finanziaria e contro la BCE, ci sentiamo parte di quel 99% che è ora estromesso dal processo democratico: occupiamo come a Wall Street, siamo indignati come in Spagna, e come in Val Susa siamo determinati a portare avanti la lotta per i beni comuni, dagli spazi all’energia.
Ci aspettiamo che chi come noi non trova o crede non troverà spazio nell’attuale sistema economico, chiunque creda che le persone vengano prima dei profitti, pianti con noi la sua tenda, partecipi alle assemblee, ai corsi.
Trasformeremo non solo le scuole in laboratori di partecipazione collettiva, cultura, democrazia ed informazione, ma la città intera.
Trieste engaged for global change
Siamo quindi qui uniti al resto del movimento per il cambiamento globale,
ma non ci limitiamo a questo: portiamo avanti anche una lotta locale per i diritti ed i beni comuni.
Come rivendicazioni locali poniamo:
- un centro sociale autogestito: in questi giorni si è resa difatti evidente a tutta la città l’esistenza di un popolo attivo e creativo, senza però uno spazio in cui potersi riunire, in cui poter costruire e creare. La nostra è infatti una città zeppa di spazi vuoti, pubblici e privati, ma priva di uno spazio libero e comune.
- una perizia edile delle scuole cittadine, in gran parte fatiscenti, dalle pareti instabili e dai soffitti/tetti cedevoli. Vogliamo avere la sicurezza di andare in una scuola a prova di crollo, non una scuola blindata e videosorvegliata.
- il diritto all’abitare: l’impegno per l’accesso garantito in base a reddito e alla condizione sociale a spazi abitativi attualmente esistenti per una giusta riassegnazione degli stessi. Chiediamo che venga fatto un censimento pubblico delle case sfitte o non assegnabili, che venga intavolato un dibattito pubblico su progetti di auto-assegnazione e auto-recupero di tali situazioni abitative.
- garanzia e tutela ai diritti primari: l’impegno per garante tutti i servizi necessari ad una vita dignitosa, quindi la possibilità di avere luce e gas anche per chi non ha accesso a un reddito minimo. Chiediamo quindi che il comune si impegni a creare un tavolo di trattativa con gli organi preposti (ACEGAS).
- il rispetto della carta dei diritti del cittadino in formazione (comune), che garantisca il diritto al sapere, tramite la garanzia di accesso ad ogni fonte culturale; il diritto all’abitabilità dei luoghi di formazione (scuole aperte il pomeriggio agli studenti ed alle loro idee); il diritto alla mobilità (trasporto pubblico gratuito); il diritto alla casa e all’abitare, il diritto al coinvolgimento nelle scelte politiche ed economiche, il diritto all’autonomia sociale (reddito di cittadinanza), ed una nuova legge regionale sul diritto allo studio(regione)
- l’impegno dell’amministrazione verso l’ecosistema: ribadiamo la nostra totale opposizione al progette alta velocità, richiediamo l’impegno da parte del comune a promuovere politiche energetiche democratiche e condivise e il consumo equo e solidale.
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