Continua in tutta Italia la mobilitazione dei ricercatori universitari che stanno dichiarando la loro indisponibilità ad assumere carichi didattici per il prossimo anno accademico, forma di protesta che inciderà in modo non indifferente sulla programmazione.
Pubblichiamo la mozione approvata il 30 giugno dal Consiglio del Corso di Laurea e dal Consiglio di Facoltà di Lingue e letterature straniere di Verona.
Mozione approvata nel CCL e nel CdF di Lingue e letterature straniere di Verona del 30/06/2010
In linea con il documento già presentato dai PO e PA e approvato all’unanimità nel CdF del 5/5/2010 (Allegato), la Facoltà di Lingue e Letterature straniere dell’Università di Verona torna ad manifestare la sua preoccupazione riguardo alla situazione dell’università italiana. In particolare esprime una ferma opposizione ai provvedimenti della manovra finanziaria che colpiscono l’università in tutte le sue componenti: studenti, tecnici-amministrativi, ricercatori, docenti.
Nell’attuale situazione di crisi le diverse componenti dell’Università non intendono sottrarsi a misure anche severe di contenimento della spesa, se amministrate con giustizia; ma evidenziano che i provvedimenti del dispositivo finanziario (blocco del turn-over che impedisce il reclutamento di nuove leve scientifiche, abolizione per un triennio per tutto il pubblico impiego degli sviluppi stipendiali previsti dalla legge), destinati a trovare attuazione entro un quadro normativo già penalizzante sul piano dei finanziamenti ordinari, oltre a pregiudicare gravemente la ricerca e a dequalificare l’intero sistema della formazione, pongono in discussione la sopravvivenza stessa dell’università pubblica proprio nel momento in cui essa dovrà affrontare, entro il prossimo quinquennio, gli effetti del pensionamento di più di un terzo del personale attualmente in servizio.
Inoltre queste misure si raccordano con le linee ispiratrici del progetto di riforma (DDL 1905), volte a ridimensionare il ruolo dell’università pubblica e a ridurre per le nuove generazioni le politiche del diritto allo studio. Di fatto, si mira a sostituire una tradizione fondata sull’autogoverno e sulla libertà di insegnamento e di ricerca con un modello di università a più diretto controllo politico e imprenditoriale.
Di fronte a prospettive di tale gravità, la Facoltà di Lingue e Letterature straniere dell’Università di Verona intende promuovere collegamenti con altre facoltà di questo e di altri atenei per realizzare azioni di protesta comuni.
Come prima azione, anche se per senso di responsabilità verso gli studenti e le loro famiglie si confermano le sedute di laurea previste, si invitano, in apertura di seduta, i presidenti delle commissioni a dare lettura di questo documento e a illustrarne il contenuto.
Pertanto, per quanto attiene al punto dell’odierno O.d.G. riguardante la Programmazione didattica, alla luce della forte preoccupazione manifestata dagli atenei a livello nazionale, in analogia con quanto deliberato nella nostra Facoltà di Lettere nel CdF del 23/6/2010, si prospetta quanto segue:
a) Per non oscurare la protesta dei ricercatori, si propone di approvare solo i contratti previsti al momento del CdF e CCL del 5 maggio 2010 (Allegato), e di definire l'offerta formativa senza i nomi dei ricercatori che hanno dichiarato l’indisponibilità in corrispondenza dei loro corsi. Riguardo la copertura dei loro insegnamenti si suggerisce di attendere il mese di settembre, in analogia con l’atteggiamento preso dall’Università di Padova (in ogni caso va ribadito che gli insegnamenti resteranno nella disponibilità dei ricercatori, pur indisponibili, anche fino al secondo semestre).
b) Si propone di aderire alla richiesta del CdF di Lettere: chiedere al Rettore di convocare una conferenza di ateneo sull’impatto della manovra economica e del DDL 1905, e sulle posizioni espresse dai ricercatori e dai professori.
Verona 28.06.2
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