I lavoratori precari della scuola si sono riuniti stamani davanti alla Camera dei Deputati, in piazza Mantecitorio, per protestare contro i tagli previsti dalla manovra economica e per lottare a favore della salvaguardia dell'istruzione e del lavoro. «Negli ultimi anni - ha spigato Massimo Gargiulo, insegnante di latino e greco del Coordinamento precari scuola - il Governo sta distruggendo progressivamente la scuola pubblica, a partire dalla legge 133/08 che le ha sottratto otto miliardi di euro, fino all'attuale finanziaria. Noi siamo qui, insieme alle sigle sindacali che hanno aderito, ma anche con studenti, genitori e colleghi di ruolo, non solo per difendere il posto di lavoro, per quanto sacrosanto, ma soprattutto per difendere un'istituzione».
I precari hanno chiesto, in particolare: il ritiro della legge 133 e dei tagli 2010, «soprattutto quelli che, attraverso la riduzione dei finanziamenti alle Regioni, riducono ulteriormente i finanziamenti all'istruzione a livello locale»; l'assunzione dei lavoratori precari; la riapertura delle graduatorie ex permanenti; il ritiro della legge 169, dei finanziamenti alla scuola privata, del decreto Brunetta di attuazione della legge 15 del 4 marzo 2009 e di ogni proposta di cancellazione e sostituzione della contrattazione sindacale con provvedimenti legislativi; il ritiro dei pdl 953 Aprea e 3357 Goisis e di ogni proposta di istituzione di albi regionali e di reclutamento attraverso concorsi di reti di scuole, «un metodo - hanno spiegato i lavoratori della scuola - che è destinato alla deriva della raccomandazione e del clientelarismo».
Al suono di musica, nel torrido caldo estivo, i manifestanti hanno preso parola denunciando «il progressivo impoverimento della scuola» e sventolando le bandiere del coordinamento e dei sindacati Usb, Cobas, Flc Cgil, Gilda, dell'associazione Autalia e cartelli con su scritto: «Precariato = umiliazione e negazione della cultura», «-25.600 docenti, -15.000 ata = -40.600 operatori scuola». Hanno gridato: «Vergogna», «Dimissioni». «È una mannaia - ha commentato Salvatore Dalù del personale Ata - in provincia di Caltanissetta, dove io lavoro, in due anni sono stati tagliati 900 posti di lavoro e a settembre di quest'anno diventerà disoccupato anche chi è stato precario per quindici anni. E mentre la scuola pubblica muore, il Governo continua a finanziare i diplomifici privati».
15 luglio 2010
dal sito del TG3
Rappresentanti dei precari della scuola hanno manifestato contro i tagli della manovra che mettono a rischio il loro lavoro. Questa mattina in Piazza Montecitorio Servizio di Cristiana Palazzoni
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