COMMENTO di Giuseppe Caliceti
SCUOLA
GELMINI NON PASSA L'ESAME
L'alunna Maria Stella Gelmini ha continuato ad avere grandi difficoltà nell'inserirsi in modo costruttivo nella vita democratica della scuola italiana, dimostrando scarso interesse per alunni e studenti, in particolare della scuola pubblica. Non ha ascoltato il parere di docenti e pedagogisti sostituendo il diritto gratuito all'istruzione di base con un servizio a pagamento. Si è dimostrata incapace di collaborare con le famiglie degli studenti, in particolare quelle dei disabili che, dal prossimo anno scolastico, potrebbero trovarsi a pagare per far frequentare ai propri figli la scuola pubblica, in contraddizione col dettato costituzionale. Ha enormi difficoltà a prendere in considerazione e accettare il punto di vista altrui, anche se della maggioranza della popolazione scolastica. Non è autonoma: ogni sua decisione è legata a quella del ministro all'economia.
Non è stata in grado di proporre alcuna pedagogia e didattica migliorativa a quella contro cui si è abbattuta con la sua controriforma. Ha ulteriormente diminuito i fondi destinati all'istruzione e alla formazione rispetto al Pil, nonostante l'Italia fosse uno dei Paesi che già investiva meno nel mondo. Ha messo in ginocchio la scuola a tempo pieno trasformandola in un doposcuola che, presumibilmente, nei prossimi anni sarà a carico delle famiglie. Nonostante l'ossessivo parlare di merito, il livello qualitativo a cui ha condotto la scuola pubblica italiana non è sufficiente: in tre soli anni, dal primo posto in Europa, oggi è scesa infatti al tredicesimo posto. Ha invece aumentato i soldi alle private, nonostante i dati Ocse abbiano sancito che gli studenti della scuola pubblica italiana siano più preparati di quelli che escono dalle scuole private.
Non è stata in grado di proporre alcuna pedagogia e didattica migliorativa a quella contro cui si è abbattuta con la sua controriforma. Ha ulteriormente diminuito i fondi destinati all'istruzione e alla formazione rispetto al Pil, nonostante l'Italia fosse uno dei Paesi che già investiva meno nel mondo. Ha messo in ginocchio la scuola a tempo pieno trasformandola in un doposcuola che, presumibilmente, nei prossimi anni sarà a carico delle famiglie. Nonostante l'ossessivo parlare di merito, il livello qualitativo a cui ha condotto la scuola pubblica italiana non è sufficiente: in tre soli anni, dal primo posto in Europa, oggi è scesa infatti al tredicesimo posto. Ha invece aumentato i soldi alle private, nonostante i dati Ocse abbiano sancito che gli studenti della scuola pubblica italiana siano più preparati di quelli che escono dalle scuole private.
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