sabato 4 giugno 2011

un'altra diagnosi... a quando le cure?

un'altra diagnosi...
a quando le cure?

 dal sito Unicobas scuola Piemonte
del 2 giugno 2011
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E’ illeggittima la richiesta alle famiglie di contributi in forma obbligatoria per “tirare avanti”.  Le ispezioni effettuate dal ministero dell’Economia nelle scuole hanno evidenziato che una delle irregolarità più diffuse è proprio la richiesta di contributi obbligatori avanzata dagli istituti alle famiglie.  La Ragioneria generale dello Stato precisa che è “indebito l’accollo alle famiglie degli alunni di contributi dovuti in forma obbligatoria dagli Istituti“.
La materia è regolata dalla legge 296/2006. Al comma 622  la legge afferma: “L’istruzione impartita per almeno dieci anni e’ obbligatoria ed e’ finalizzata a consentire il conseguimento di un titolo di studio di scuola secondaria superiore o di una qualifica professionale di durata almeno triennale entro il diciottesimo anno di eta’. L’eta’ per l’accesso al lavoro e’ conseguentemente elevata da quindici a sedici anni. Resta fermo il regime di gratuita’ ai sensi degli articoli 28, comma 1, e 30, comma 2, secondo periodo, del decreto legislativo 17 ottobre 2005, n. 226. L’adempimento dell’obbligo di istruzione deve consentire, una volta conseguito il titolo di studio conclusivo del primo ciclo, l’acquisizione dei saperi e delle competenze previste dai curricula relativi ai primi due anni degli istituti di istruzione secondaria superiore, sulla base di un apposito regolamento adottato dal Ministro della pubblica istruzione ai sensi dell’articolo 17, comma 3, della legge 23 agosto 1988, n. 400.(…)”.
Secondo il Censis, sono 53 su 100 le scuole che si rivolgono ai genitori, per cifre variabili da 16 euro a 300 euro. Con questo gruzzolo comprano di tutto: dalla cancelleria ai detersivi.
Di recente 376 presidi dell´Asal hanno inviato una lettera a migliaia di genitori, denunciando il “più imponente taglio nella scuola della storia italiana del dopoguerra” e chiedendo aiuto a livello finanziario.  Al liceo Modigliani di Giussano, in Brianza, si è  deciso di anticipare lo stipendio a dieci docenti precari (senza paga da tre mesi) prelevando 10 mila euro dal fondo volontario delle famiglie. Ad aprile la preside della elementare “Roberto D´Azeglio” di Torino ha deciso di rendere obbligatorio il contributo “volontario” di 50 euro ad alunno, perché con i 3.900 euro che restavano in cassa non poteva più “comprare neppure sapone e carta igienica”.
Questi sono solo alcuni esempi, ma secondo il MIUR i soldi per le scuole ci sono, infatti “nel 2011 le risorse a loro disposizione sono state aumentate di 685 milioni di euro”. Forse chi si lamenta è affetto da malattie psicosomatiche.

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