giovedì 20 ottobre 2011

La ministra rettifica



Si riportano  fedelmente,  col beneficio d’inventario, le parole della ministra a chiarimento delle cose dette nell’ultima intervista a ‘la Repubblica’.  
“Vorrei cominciare dagli impegni che ho puntualmente richiamato nell’intervista, perchè sono precisa.
‘Ci saranno 100 milioni per le borse di studio universitarie. Stiamo trovando 400 per l’edilizia e un miliardo per la ricerca al sud’.  Non solo, ma ‘ i migliori maturati avranno un assegno per mantenersi all’università di 5, 10.000 euro l’anno …’ 
“Faccio notare che non a caso ho usato sempre il tempo futuro.  Noi al futuro ci teniamo veramente molto. Sia a quello semplice che a quello anteriore o posteriore che sia. L’ho usato,  in verità, anche perché non si sa mai. Sapete: i tempi, la crisi, Tremonti, Trichet, Draghi, la vita, la storia. Sì, anche la storia. Non si sa mai. Chiedete in giro. Vorrei solo, in aggiunta,  che teneste  presente che i 100 milioni, che stiamo cercando per le borse di studio, nel 2008 erano 246, sempre milioni. Che fa una bella differenza. Sinceramente, e con tutta la buona volontà, non si poteva fare di più. Sfido chiunque a tagliare più di 146 milioni. E sull’’assegno di  5, 10 mila euro l’anno’, per mantenersi all’università,  mi batterò perché siano 10 mila per due studenti. E non un euro di meno. Quando si può non si deve essere ‘stamegni’, come si dice a Milano. Io sono di questo avviso.
“Voi vi chiederete a questo punto perché, tra queste misure, pure importanti in sé,  non ce n’è nessuna che riguardi il funzionamento delle scuole e il loro rinnovamento. Per esempio, la formazione e l’aggiornamento del personale, gli interventi sulle nuove tecnologie, lo sviluppo di professionalità per il miglioramento organizzativo, la costruzione o il rinnovo di laboratori e cose del genere. Perché? Sinceramente, me lo sono chiesta anch’io. E sinceramente non trovo una risposta. A chi si può chiedere?. Una volta l’ho detto a Sivio e lui mi ha risposto che non era il caso e che dovevo pensare ad altro. Così. Ma si può? Qui non mi si considera. Che dite, protesto?
Comunque,  recentemente ho vinto una battaglia importante: dal fondo che prima era destinato alla banda larga, sono riuscito a ottenere ben 262 milioni per le scuole private. Si poteva puntare su destinazioni diverse, ma io mi sono impuntata. È almeno su questo ho vinto (devo dire con una certa facilità: accoglimento unanime nel governo. Un vero miracolo della santa sede).  Come vedete, quando si può, non mi tiro mai indietro. Sono fatta così.

“Un altro passaggio dell’intervista su cui mi sono stati chiesti chiarimenti è quello in cui dico che ‘non sono riuscita a spiegare come il paese debba ricredersi sul ruolo degli insegnati’. Proprio così, testuale. Che, quando mi sono riletta,  lì per lì non mi sono per niente  capita;  forse per via dell’italiano che non mi viene mai bene, e non so perché; sono quasi rassegnata. Comunque, penso volessi dire che finora non sono riuscita a spiegare che la funzione degli insegnanti è fondamentale e che va valorizzata. Ma non sono sicura.
“Che il paese poi si debba ricredere sul ruolo degli insegnanti, non ci piove. Nelle riunioni di CL (devo tenermeli buoni, non si sa mai), stiamo discutendo se dovrà prevalere  l’approccio Brunetta o l’approccio Tremonti. Col primo, che io, modestamente, ho definito anche  approccio ‘deviante” (o ‘distogliente’),  si potrebbe ad esempio dare incentivi per 1000 euro l’anno (son troppi?) ai primi insegnanti classificati in prove su test  INValSI (per essere sicuri). Quello su cui insisterò è che i premiandi siano pochi, trattandosi di insegnanti statali: le cose di massa non mi piacciono. Poi, ognuno capisca quel che vuole.
“Con la  seconda modalità,  detta anche ‘approccio segante’, l’idea è che di insegnanti ne tagliamo altri 100.000 mila, così  non ci pensiamo più.
“È emersa in verità  anche una terza ipotesi che era di una della UIL scuola e che sinceramente non valeva la pena. Lei stessa dimostrava di non crederci, per farmi piacere. 

“Sui quesiti sbagliati per la prova selettiva dei candidati al concorso ds, voi  conoscete i termini del mio comunicato in proposito. ‘Non si può pertanto attribuire al Ministero esattamente il contrario di quanto è avvenuto e che è facilmente verificabile’: che è – voi converrete - frase logicamente e sintatticamente così ardita che nessun umano - linguisticamente italico e minimamente istruito - riuscirebbe a pensarla.  E infatti mi sono chiesta subito: ma chi l’ha scritto? Da che lingua è stato tradotto? Ma chi gli ha dato la laurea? Niente.  Nessuno dello staff ha voluto dirmelo. Mah! Quando si dice, l’omertà. Ma poi mi è venuto un dubbio; e l’ho lasciato lì.
Rispetto al succo, ribadisco quanto più volte detto:  non sarò responsabile  dei mille quesiti sbagliati, e di altrettanti  estranei al profilo di un moderno Dirigente Scolastico. Ma  la responsabilità dell’intera operazione è – se permettete - tutta mia. E me la tengo. Per accrescere la mia autostima – in primo luogo -, che è ai minimi storici. E non chiedetemi perché.

“Spiegazioni mi sono state chieste infine sull’espressione da me usata nell’intervista: ‘Noi non governiamo per caso’. E’, questa,  una affermazione che riconfermo. Non governiamo di certo per caso, ci mancherebbe; ma a caso sì, se permettete. Un esempio per tutti. L’altro giorno, al Consiglio dei Ministri, si doveva discutere delle misure per lo sviluppo. Si comincia in orario, assente Tremonti come al solito. Tanto si parlava di cose di cui il titolare è lui.  Introduce Silvio parlando dei giudici che sono dei mascalzoni e che da Putin sì che si vive bene e in libertà, senza essere intercettati. Provare per credere. Voleva, a questo punto, andare nei particolari, ma Giovanardi ha subito detto: - Eh no, Silvio, altrimenti esco dal Partito ed entro nei responsabili con Scilipoti – (testuale). Il premier senza accorgersi, comincia a telefonare (a Ghedini, si intuisce). Nel frattempo, nella sala del Consiglio entra La Russa con due caschi in mano, occhiali scuri avvolgenti e tenuta da motociclista. Guarda la Prestigiacomo ( con la Prestigiacomo è proprio fissato) che però non lo degna di uno sguardo. Lascia i caschi su un tavolo di servizio, si siede e si mette a scrivere un bigliettino. Io l’ho casualmente intercettato  e involontariamente letto. Diceva, testuale: ‘Presty, perché mi disprezzi? Perché a me preferisci Errol Flinn? La moto l’ho comprata per te. E anche il secondo casco Per quando vuoi’. Così il biglietto. E poi una firma di uno che ha disimparato. Non so la cosa come si è sviluppata,  perché il collega si è chiuso a riccio.
Visto che Silvio continuava la conversazione con Ghedini, Letta ha dato la parola al ministro per lo sviluppo che si è detto contento, ma che per ora non era riuscito a incrociare Tremonti e il collega per le infrastrutture. Era meglio aggiornarsi. A questo punto Umberto alza il dito. E non si capisce se per il solito vezzo o per altro. Calderoli lo guarda e chiarisce a tutti: - Vuole parlare -. E lui parla: - Quelli che domenica mi hanno fischiato al congresso di Varese avranno la loro risposta – e aggiunge: - Che Odino li maledica – PRRRR (vibrazioni labiali da pernacchia; piuttosto deboli in verità ). Calderoli era molto contento. Ci guardiamo tutti in faccia. Lui finisce la performace, ma il suo dito medio è sempre lì, immobile. Silvio nel frattempo aveva finito di aggiornare Ghedini sulla linea di difesa dei 23 processi in cui è implicato e ha concluso che era ‘d’accordo sulle conclusioni’. Proprio così.

Voi capite adesso perché soffro d’insonnia?”.

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